Domanda:
chi mi da una mano a storia?
anonymous
2007-05-28 10:50:41 UTC
devo studiare il secondo dopoguerra nel mondo: guerra fredda, decolonizzazione, italia dopo il fascismo, boom economico. solo che il mio libro fa schifo. mi potreste aiutare?? grazie mille!
Tredici risposte:
anonymous
2007-05-28 11:13:25 UTC
http://www.splash.it/cultura/storia/30-il_secondo_dopoguerra.htm

http://web.tiscali.it/laurimarco/la_guerra_fredda.htm

http://www.liceomendrisio.ch/storia/capitolo8.html

www.griseldaonline.it/

formazione/testi_summer/

bomm.doc

http://www.storiafilosofia.it/storia/secondo_dopoguerra/



Spero siano sufficienti...buono studio!
anna
2016-05-14 10:50:46 UTC
bo
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2017-03-06 11:03:29 UTC
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2017-02-07 21:55:21 UTC
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2017-02-07 18:54:39 UTC
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anonymous
2016-12-18 05:33:39 UTC
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Rio è forse il panorama urbano più famoso del mondo, con grattacieli e palazzi disposti attorno a baie e lagune, tra il verde rigoglioso di foreste lussureggianti e giardini esotici, allineati sulle spiagge lunghissime, tra gobbe di colline inconfondibili: il Morro dois Irmaos, il Pao de Açúcar, il Corcovado. Principale destinazione turistica del Paese, Rio è una città dai forti contrasti e anche se gran parte della città si può paragonare alle moderne metropoli mondiali, molti dei suoi abitanti vivono nelle zone estremamente povere delle favelas, baraccopoli addossate sui fianchi delle colline, spesso accanto ai quartieri più ricchi.
anonymous
2016-12-16 17:56:52 UTC
Se stai cercando un hotel a Pechino puoi guardare su questo sito https://tr.im/1tLq5 troverai i prezzi più convenienti.

Pechino è una città millenaria ricca di storia e di cultura; come tale, presenta tutta una serie di grandi opere architettoniche che testimoniano la sua grandezza sin dall’età imperiale fino ai giorni nostri.

Il centro della città è costituito dalla famosissima Città Proibita, il più grande complesso di edifici imperiali del mondo. Quest’area racchiude un’infinità di tesori dell’arte cinese, gran parte dei quali sono in esposizione presso il Museo del Palazzo presente all’interno.

Di fronte alla Città Proibita si estende la smisurata Piazza Tienanmen, la più grande piazza pubblica del mondo, famosa anche per le proteste studentesche del 1989.

Nelle vicinanze è presente il magnifico Parco Beihai, un parco millenario che nel corso dei secoli si è arricchito di edifici particolarmente pregevoli e di grande interesse turistico.

Davanti a queste opere colossali, spesso ci si può sentire un po’ disorientati, soprattutto perché si trovano immerse in un’area metropolitana dove convivono milioni di persone. In ogni caso, la bellezza di questi luoghi è indiscutibile e rimane profondamente impressa nei ricordi dei turisti che hanno avuto l’imperdibile possibilità di vedere le magnifiche opere di importanza nazionale e mondiale che impreziosiscono Pechino come dei veri e propri gioielli: il Tempio del Paradiso; il Palazzo d'Estate; il Tempio della Luna, quello del Sole e quello della Terra; il Tempio Taoista della Nuvola Bianca.
anonymous
2016-12-16 17:01:08 UTC
Quando sono andato a Mosca l’hotel l ‘ho trovato su questo sito https://tr.im/1d5JM ho guardato un po’ in giro e ho visto che ha i prezzi migliori .

Mosca è una città piena di concerti, mostre d’arte e spettacoli con una vita notturna vivace e divertente ,è una città tutta da scoprire, affascinante in qualsiasi periodo dell’anno. Mosca va assaporata e visitata con calma, iniziando con i luoghi più celebri fino a cercare gli angoli più remoti che nascondono bellezze uniche. Si parte dalla famosa Piazza Rossa, che ospita cattedrali, musei e complessi ricchi di storia e cultura. Assolutamente da visitare è anche la Cattedrale di S. Basilio, conosciuta in tutto il mondo, veramente bella.
anonymous
2007-05-28 20:46:16 UTC
Ciao Veronica,



Nel novembre del '43 a Teheran c'era già stato un incontro fra Roosevelt (Presidente degli Stati Uniti d'America), Churchill (primo ministro del Regno Unito) e Stalin (capo dell'Unione Sovietica) che aveva impostato il problema, ma che aveva visto anche importanti concessioni degli alleati occidentali all'Unione Sovietica. Al vertice venne discussa la creazione di una organizzazione mondiale di stati che avrebbe dovuto consentire un futuro di pace; all'interno di questa organizzazione Stalin richiese esplicitamente che fosse riconosciuto ai "Tre Grandi" un ruolo superiore alle altre nazioni (che si sarebbe successivamente concretizzato nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU) principio certamente in contrasto con quello della pari dignità dei popoli. In quella stessa sede venne discussa la possibilità dell'apertura di un "secondo fronte" nei Balcani. L'idea proposta da Churchill implicitamente mirava a contrastare l'egemonia sovietica in quella zona d'Europa, dove già erano attivi importanti movimenti comunisti in Jugoslavia, Grecia e Albania, ma non ebbe l'appoggio di Roosevelt e la proposta non ebbe seguito. Vennero accolte invece le richieste di Stalin che si ricollegavano al Patto Molotov-Ribbentrop: annessione di Lituania, Lettonia ed Estonia, e accorpamento delle province orientali della Polonia portando il confine russo-polacco su una linea vicina a quella tracciata da Curzon negli anni venti.



Le conseguenze della seconda guerra mondiale in termini di bilancio delle perdite umane furono ancora più disastrose rispetto alla guerra del ’14-18; le vittime delle barbarie ammontarono a circa quaranta milioni di individui e furono assai più numerose tra i civili che tra i militari. Questo fu il risultato soprattutto dei bombardamenti a tappeto su vaste aree abitate (basti pensare a Coventry nel ’40 o Dresda nel ’45, che furono totalmente distrutte), indipendentemente dall’esistenza di impianti bellici o punti militari strategici; anche l’impiego delle due bombe atomiche, deciso dagli americani in Giappone (che rasero al suolo le due città di Hiroscima e Nagasaki, causando più di centocinquantamila morti), servì a delineare il quadro di una "guerra totale" senza precedenti. Senza dimenticarci del genocidio degli ebrei messo in atto dalla follia nazista, la cifra di sei milioni di uomini, donne e bambini sterminati dai tedeschi nella loro "soluzione finale" che rimane un simbolo dell’orrore di questo conflitto.

La guerra oltre a provocare immani distruzioni (soprattutto nei paesi europei), ebbe profonde ripercussioni anche sul sistema internazionale. Uno degli effetti più importanti dei negoziati di pace fu infatti quello di stabilire il ruolo egemone degli USA nel nuovo ordine politico ed economico in campo internazionale, davanti alle rovine dell’Europa.

Il 4 febbraio del 1945 si aprì a Yalta (Crimea) la conferenza dei capi di stato delle maggiori potenze impegnate nella guerra contro la Germania; ormai le sorti di questo paese erano inequivocabilmente segnate, il “Terzo Reich” infatti non aveva più alcuna possibilità di modificare l'andamento del conflitto e quindi non poteva sottrarsi in alcun modo ad una resa totale e incondizionata. Già nei mesi precedenti c'erano stati contatti fra rappresentanti tedeschi ed agenti sovietici in Svezia, e fra gli stessi tedeschi e le forze anglo-americane per un armistizio; probabilmente alcune di queste iniziative erano avvenute ad opera di alti gerarchi nazisti ma senza l'intervento esplicito di Hitler, e in ogni caso non potevano dare alcun risultato perché troppo grave sarebbe stato di fronte all'opinione pubblica internazionale una pace separata a danno delle altre potenze. Chiusa di fatto la guerra alla Germania il problema principale delle potenze alleate era quello di gestire una difficile pace. Il destino della sfortunata nazione dell'Europa orientale divenne una delle principali questioni dell'incontro.

Alla Conferenza di Yalta si stabili il nuovo assetto politico mondiale in linea con quanto stabilito nella precedente Conferenza di Teheran:

- Disarmo, smilitarizzazione e smembramento della Germania, con creazione di una zona d'occupazione francese da ottenersi nella parte di territorio spettante all'Inghilterra e agli USA. Veniva stabilito inoltre da parte sovietica un piano di requisizioni per 20 miliardi di dollari, che venne contestato perché eccessivo dagli inglesi.

- Spostamento a ovest della Polonia, con confini da definire in incontri successivi. Veniva previsto inoltre il riconoscimento del governo di Lublino con l'inclusione comunque di esponenti del governo di Londra.

- Riconoscimento del governo di Tito in Jugoslavia con raccomandazione tuttavia, ad allargare il medesimo ad esponenti non comunisti.

- Revisione del Trattato di Montreux concernente gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli a favore dell'URSS, tale da consentire un migliore accesso alla flotta sovietica.

- Revisione dei confini fra Italia, Jugoslavia e Austria, in conformità alla situazione esistente.

- Ripristino dei diritti russi sulla Cina, la Mongolia Esterna, sulle basi navali di Port Arthur e Dairen, le ferrovie Transmanciuriana e Sudmanciuriana; e per quanto riguardava il futuro dello stato giapponese, occupazione sovietica della parte meridionale dell'isola di Sakhalin, delle isole Curili e presidio temporaneo della Corea da parte delle forze armate americane e sovietiche.

- Costituzione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite e del Consiglio di Sicurezza, con poteri speciali.

- Impegno sovietico nella guerra col Giappone (non essendo stata perfezionata la bomba atomica gli americani in quel momento ritenevano particolarmente utile il contributo russo nel conflitto) da realizzarsi non appena conclusa la guerra in Europa.

- Dichiarazione sull'Europa Liberata che prevedeva il "diritto di tutti i popoli a scegliersi la forma di governo sotto la quale vogliono vivere" e quindi l'impegno da parte delle tre potenze di "costituire delle autorità governative provvisorie largamente rappresentative di tutti gli elementi democratici di queste popolazioni, e che si impegneranno a stabilire, non appena possibile, con libere elezioni, dei governi che saranno l'espressione della volontà popolare" [4].

Venne invece accantonato il cosiddetto Piano Morgenthau, sottoscritto da Inglesi e Americani alcuni mesi prima, che prevedeva la totale deindustrializzazione della Germania, si ritenne infatti che tale iniziativa avrebbe avuto pesanti ripercussioni sull’economia europea.

Nei mesi precedenti fra il governo polacco in esilio a Londra e l'URSS c'era stata la rottura delle relazioni diplomatiche in seguito alla scoperta dell'eccidio di Katyn dove vennero ritrovati i cadaveri di circa 10.000 ufficiali polacchi passati per le armi dai sovietici. In seguito a tale episodio, quando alla fine del '44 l'Armata Rossa aveva fatto il suo ingresso in Polonia venne costituito un nuovo governo, che prese il nome di Comitato di Lublino, al quale i sovietici trasferirono i loro poteri. Il nuovo governo era formato da personalità non di primo piano e non godeva del consenso popolare; il mancato intervento dei sovietici a favore della rivolta di Varsavia aveva squalificato l'azione dei comunisti anche se per molti polacchi i sovietici rappresentavano in quel momento coloro che li avevano liberati dal terribile giogo nazista.

Nelle settimane immediatamente successive al vertice mondiale, una serie di gravi violazioni agli accordi in Europa orientale da parte dell’Unione Sovietica ponevano una pesante incognita sulla tenuta dei medesimi e sul futuro del nostro continente, portando anglo-americani da una parte e sovietici dall’altra ad una progressiva rottura a causa delle questioni greca e jugoslava. Ad Atene le dimissioni dei ministri comunisti all'interno del governo presieduto dal socialdemocratico Papandreu creò una gravissima situazione. Si ebbero sanguinosi scontri fra le truppe inglesi e i gruppi partigiani dell'ELAS (Corpo nazionale popolare di liberazione greco), che si conclusero comunque nel gennaio successivo con gli accordi di Varkiza che prevedevano il disarmo delle formazioni armate, libere elezioni tenute sotto controllo internazionale e un referendum sul futuro istituzionale del paese. Un analogo accordo venne sottoscritto in Jugoslavia fra i rappresentanti del governo monarchico in esilio e le armate titoine che pose fine agli scontri fra i serbi nazionalistici di Mihailovic e i gruppi comunisti.

Nello stesso periodo si ebbero una serie di segnali positivi dall'Unione Sovietica: venne avviato lo scioglimento del COMINTERN, l'associazione internazionale dei partiti comunisti, un relativo decentramento amministrativo nel paese a favore delle popolazioni non russe, ed infine un accordo fra il governo comunista e la chiesa ortodossa. Il carteggio fra Stalin e gli altri capi di governo occidentali faceva pensare ad un'ampia disponibilità dei sovietici a risolvere col negoziato tutte le questioni di dissidio, e che l'alleanza fra le tre grandi nazioni sarebbe potuta continuare anche in futuro, una volta terminata la guerra. Il grande tributo di vite umane dei russi nella lotta alla Germania nazista infine, aveva creato un debito di riconoscenza verso questa nazione, e pertanto una parte dell'opinione pubblica internazionale riteneva che si dovesse in qualche modo assecondare le richieste provenienti da Mosca.

La conferenza di Yalta venne quindi salutata come un grande evento per tutta l'umanità; si riteneva infatti che a differenza di tutte le guerre del passato quella in atto si sarebbe conclusa non con un nuovo disegno di egemonia mondiale, ma con un progetto che salvaguardasse i diritti di tutti i popoli, stabilisse delle regole certe di convivenza civile, e la vittoria definitiva della democrazia nel mondo. I rappresentanti delle tre grandi potenze raggiunsero un accordo sul futuro dello stato tedesco che prevedeva il disarmo, la smilitarizzazione e lo smembramento di quella nazione. Il progetto venne successivamente abbandonato; secondo lo storico italiano Luigi Salvatorelli la creazione di piccoli stati nel cuore dell'Europa avrebbe creato una situazione di grande instabilità ed avrebbe risvegliato gli appetiti delle nazioni vicine.

Venne quindi raggiunto un accordo sul futuro della Polonia; il nuovo stato, che avrebbe dovuto cedere una parte dei suoi territori a oriente e ne avrebbe acquistati altri a danno della Germania secondo accordi da stabilirsi successivamente, avrebbe avuto un unico governo formato da rappresentanti del Comitato di Lublino e l'ingresso di altri rappresentanti del governo di Londra. Nel giro di tempo più breve si sarebbe quindi dovuto procedere a delle consultazioni elettorali per decidere il suo assetto definitivo. Analogamente veniva riconosciuto il governo di Tito a Belgrado con la esplicita raccomandazione di un allargamento ad esponenti non comunisti.

Altre due importanti questioni che vennero dibattute furono un nuovo regime degli Stretti del Mar Nero, più favorevole all'Unione Sovietica rispetto al trattato di Montreux del 1936, e la costituzione delle Nazioni Unite sui quali le parti non ebbero difficoltà a raggiungere un accordo. Alla conferenza vennero anche discusse questioni extraeuropee, e stabilito un principio che costituiva un regresso in fatto dei diritti dei popoli. L'Unione Sovietica richiedeva e otteneva la restaurazione dei suoi antichi privilegi sulla Cina (basi navali e ferrovie della Manciuria) in un momento in cui le tutte le nazioni occidentali stavano rinunciando già da tempo alla imposizione di limitazioni alla sovranità cinese. A fronte di questa concessione l'URSS si impegnava a entrare in guerra contro il Giappone entro sei mesi dalla conclusione del conflitto in Europa. Non essendo stata perfezionata l'arma atomica lo stato maggiore americano riteneva che la guerra contro la grande potenza asiatica sarebbe stata difficile e notevolmente onerosa come vite umane.

L'unico punto sul quale non si raggiunse l'accordo fu la questione delle riparazioni tedesche; i sovietici richiedevano venti miliardi di dollari, ma Churchill obbiettò che tale cifra avrebbe causato il collasso della Germania, e che, secondo una affermazione rimasta celebre, "se si vuole che il cavallo tiri il carretto, occorre dargli il fieno".

La parte più importante degli accordi di Yalta fu comunque la Dichiarazione sull'Europa liberata, con la quale si stabilivano principi importantissimi per la vita democratica del continente. In essa si stabiliva una politica comune al fine di "aiutare i popoli d'Europa liberi dalla dominazione della Germania nazista, e i popoli degli Stati satelliti dell'Asse, a risolvere con mezzi democratici i loro problemi politici ed economici più importanti" il futuro del continente sarebbe stato realizzato in base ai principi della Carta Atlantica: "diritto di tutti i popoli a scegliersi la forma di governo sotto la quale vogliono vivere - restaurazione dei diritti sovrani e di autogoverno in favore dei popoli che ne sono stati privati dalle potenze aggreditrici" pertanto si stabiliva di: a) creare condizioni di pace interna; b) prendere misure di urgenza destinate a soccorrere i popoli in miseria; c) costituire delle autorità di governo provvisorie largamente rappresentative di tutti gli elementi democratici di queste popolazioni, e che si impegneranno a stabilire, non appena possibile, con libere elezioni, dei governi che saranno l'espressione della volontà popolare; d) facilitare dovunque sarà necessario tali elezioni". Alla chiusura della conferenza il britannico Time scrisse: "tutti i dubbi che potevano sussistere sulla possibilità che i Tre Grandi fossero in grado di cooperare in pace come avevano cooperato in guerra sono spazzati via per sempre".

La conferenza di Yalta non stabilì quindi la spartizione del continente europeo e del mondo intero in sfere d'influenza come spesso è stato scritto, tuttavia si ebbero delle ambiguità che nel futuro non tardarono a manifestarsi. A suo modo Stalin aveva saputo dare prova di una certa moderazione, in particolare sulla questione greca e jugoslava, così come aveva consigliato i partiti comunisti italiano e francese di astenersi da tentativi insurrezionali, ma per i sovietici gli accordi con le potenze occidentali erano all'insegna del do ut des, mentre per gli americani il rispetto della volontà dei popoli costituiva un principio inalienabile che non poteva costituire oggetto di scambio.

L'entusiasmo suscitato dalla conferenza fu di brevissima durata nelle settimane successive si ebbero una serie di episodi gravissimi. Il presidente americano Truman ricorda nelle sue memorie che in Bulgaria subito dopo la conclusione degli storici accordi si ebbe una ondata di arresti contro l'opposizione, mentre in Romania "I russi dirigevano la Commissione di controllo alleato, senza consultare i membri inglese e americano. Il Governo era un governo di minoranza, dominato dal partito comunista che, a dire del generale [il comandante americano Schuyler] non rappresentava nemmeno il dieci per cento della popolazione romena. La vasta maggioranza del popolo romeno, egli diceva, non era soddisfatta dal Governo, né di qualsiasi altra forma di comunismo... Dal lato economico, la Romania veniva strettamente legata allo stato russo, tramite pagamenti in conto riparazioni, con il trasferimento di proprietà che i russi dichiaravano essere state dei tedeschi, e con la requisizione delle attrezzature industriali come trofei di guerra. Per di più, la Romania veniva quasi del tutto tagliata fuori dai rapporti commerciali con le altre nazioni, e questo la costringeva a dipendere sempre più dalla Russia". Nello stesso periodo in Polonia l'esercito sovietico riuscì con l'inganno ad arrestare tutti i principali comandanti dell'Armia Krajova, la principale formazione polacca antinazista. In Cecoslovacchia e in Ungheria la situazione per un certo periodo rimase più tranquilla, mentre in Jugoslavia i titoini con facilità ottennero il potere (qui con il consenso popolare) mentre un altro gravissimo episodio avvenne all'indomani della capitolazione delle truppe tedesche in Italia, l'occupazione di Trieste e Pola da parte dell'esercito jugoslavo.

Successivamente a tali episodi Roosevelt (ormai in fin di vita) inviò dei messaggi di protesta a Stalin, e Churchill richiese con insistenza agli americani che i loro eserciti occupassero Berlino, Vienna e Praga ancora raggiungibili, ma Truman e Eisenhower non ne vollero sapere, ed anzi successivamente venne decisa in maniera tempestiva la smobilitazione dell'esercito americano.

Prima dell'apertura della successiva conferenza di Potsdam, il governo sovietico stabilì senza consultazioni che i territori tedeschi a est dei fiumi Oder e Neisse (il corso più occidentale fra i due fiumi che portavano questo nome) venissero sottoposti all'amministrazione polacca; ormai il mondo si avvicinava a tappe forzate verso la guerra fredda (1945-1990).

Gli avvenimenti del 1945 ci pongono l'interrogativo se la politica sovietica fosse ispirata da preoccupazioni sulla sicurezza delle sue frontiere occidentali che nel corso di questo secolo sono state due volte violate dalla Germania con gravissime conseguenze, ovvero dallo stato d'inferiorità dello stato sovietico rispetto agli Stati Uniti, che come noto uscirono con il loro potenziale industriale intatto alla fine della guerra. Entrambe le ipotesi presentano delle incongruenze; molte delle richieste sovietiche del periodo successivo in Turchia, in Iran, e sul futuro delle ex colonie italiane non avevano nulla a che vedere con ragioni di sicurezza della patria del socialismo, né l'URSS cercò di concludere degli accordi con gli stati europei in materia di collaborazione e sicurezza, nonostante che in quegli anni le sinistre fossero al potere in diversi stati.

Inoltre bisogna anche considerare la situazione Russa, il dopoguerra rappresentò un periodo estremamente difficile per la nazione russa a causa delle distruzioni della guerra, ma anche per la prosecuzione delle persecuzioni contro oppositori o più semplicemente di personaggi che avevano perso la fiducia del dittatore. In base ai documenti del KGB da alcuni anni disponibili, risulta che 20 milioni di cittadini sovietici, per periodi più o meno lunghi soggiornarono nei campi di lavoro forzato. Si tratta di insediamenti (G.U.L.A.G. ovvero Direzione statale per i campi) nelle zone interne della Siberia e della Russia settentrionale dove i detenuti venivano utilizzati nei settori lavorativi più ingrati, generalmente nelle miniere, direttamente gestiti dalla polizia politica, all'interno dei quali i reclusi non politici, delinquenti abituali, era riconosciuto un superiore status. Queste colonie forzate ebbero un importante ruolo nel processo di industrializzazione del paese negli anni '30 e '40, tuttavia la bassa produttività, le attività di controllo dispendiose, le ribellioni di massa (numerose e gestite da associazioni clandestine anche ben organizzate), resero questo sistema produttivo scarsamente redditivo e venne drasticamente ridotto dopo la morte di Stalin. I morti fra il '34 e il '47, come risulta dagli archivi furono 516.000, una cifra inferiore a quella calcolata da alcuni organismi in Occidente; diversamente dai lager nazisti infatti il fine di questo apparato non era la distruzione di un genere umano, ma l'utilizzo di mano d'opera a basso costo.

Negli anni '40 una larga parte dei condannati al lavoro coatto era rappresentata da minoranze non-russe accusate di collaborazionismo con i tedeschi. Le deportazioni di massa delle popolazioni allogene iniziarono già prima del '45. Negli anni '36-'38 vennero colpiti Ucraini, Tatari, Uzbechi, Mongoli Buriati, nel '40 i Baltici, Bielorussi e Moldavi, nel '41 i Tedeschi del Volga, nel '44 i Tatari della Crimea, Calmucchi buddisti, Ceceni, Ingusci, Caraciai; lo spostamento di popoli interessò circa due milioni di individui. Le repubbliche autonome di Crimea, Cecenia Inguscezia, dei Tedeschi del Volga, e dei Calmucchi vennero abolite e sostituite da province sotto il controllo dello stato; inoltre venne accordato in tutte le repubbliche ai cittadini di origine russa un posto preminente nell'amministrazione, in genere il posto di Vice Segretario del Partito. Anche i gruppi religiosi furono oggetto di misure repressive, fra questi i Battisti conobbero la deportazione, mentre relativamente tollerata fu la chiesa ortodossa più incline al compromesso.

Altra vittima della politica stalinista nell'immediato dopoguerra furono i prigionieri di guerra russi rientrati dalla Germania. Soldati e ufficiali che pure avevano combattuto con valore, che non avevano collaborato in alcun modo durante l'internamento, vennero al momento della consegna alle autorità sovietica inviati nei campi di concentramento perché ritenuti potenzialmente ostili. Analogamente alla fine della guerra una grande massa di prigionieri di guerra tedeschi e giapponesi furono trattenuti in Unione Sovietica come criminali di guerra, in realtà il provvedimento costituiva un espediente per disporre di manodopera da avviare al lavoro forzato

La situazione delle regioni periferiche dello stato sovietico nel periodo immediatamente successivo alla conclusione del conflitto mondiale risultava precaria. Lungo la frontiera occidentale dell'URSS, nell'Ucraina, nelle repubbliche baltiche, e nella Bielorussia (ma anche al di là del confine in Polonia) operarono varie gruppi di guerriglia che si erano costituiti nel periodo dell'occupazione tedesca, di cui Mosca ne venne a capo definitivamente solo nel '50-'51. Tale situazione ebbe gravi riflessi sull'agricoltura e nel '46-'47 si ebbero centinaia di migliaia di morti fra i contadini a causa dei piani di prelievo nei loro confronti da parte del governo per finanziare la ripresa del paese, ma anche per le spese militari che rappresentavano nel periodo precedente alla morte di Stalin circa il 25% del bilancio dello stato.

La documentazione in possesso agli storici è ancora oggi fortemente lacunosa comunque nonostante l'apparente monoliticità dello stato non mancarono contrasti profondi nel gruppo di vertice. Nel febbraio del '48 Molotov venne sostituito nella carica di ministro degli esteri dal procuratore generale della repubblica Wiszinsky, personaggio temibile e terribile come lo definì lo stesso Gromiko nelle sue memorie. Il cambiamento non comportò un vero mutamento nella politica estera dell'Unione Sovietica; una svolta sia pure modesta nelle relazioni USA-URSS si ebbe nel 1952, quando Stalin visto il fallimento della politica di forza a Berlino come in Corea ritenne di evitare la politica dello scontro frontale. Fra Zdanov e Malenkov non mancarono attriti già nell'immediato dopoguerra. Nel '49 alla morte del primo si verificò il conflitto fra Malenkov, Berja, Kruscev contro Molotov e gli altri esponenti che erano stati vicini allo scomparso. Nel '51 infine Berja, ritenuto eccessivamente potente venne esautorato dal controllo sui servizi di sicurezza, anche se conservò la carica di ministro degli interni.

Fra i cambiamenti avvenuti nei primi anni Cinquanta si ebbe la modificazione della denominazione del partito da "avanguardia organizzata della classe operaia dell'URSS" in "organizzazione volontaria di lotta dei comunisti uniti dagli stessi ideali" [12], mentre la percentuale di iscritti al partito appartenenti alla classe operaia nel corso degli anni si ridusse progressivamente. Il partito comunista nel periodo staliniano aveva cessato di essere "organismo di elaborazione collettiva di un pensiero politico: da questo punto di vista, la differenza fra comunisti e non comunisti era diventata per Stalin puramente formale... cinghia di trasmissione delle direttive emanate dall'alto”

Al 19° Congresso del partito tenuto nel 1952 Malenkov, il principale relatore, attaccò Molotov e si fece promotore di alcune innovazioni in politica estera. Si ritenne che la guerra fredda avrebbe rafforzato la coesione di Francia, Inghilterra e Stati Uniti e pertanto venne posta attenzione ai movimenti anticolonialistici che avrebbero potuto portare ad una rottura fra europei e americani, anticipando la futura politica kruscioviana; venne invece confermata la struttura accentrata della direzione dello stato venne confermata, nonostante il ritorno alla stabilità interna,

Negli anni del dopoguerra Stalin assunse una posizione sempre più sospettosa verso gli organi dello stato e anche del partito, ovunque il dittatore georgiano vedeva tentativi di complotto e qualsiasi personaggio emergente che non fosse espressione del gruppo dirigente venne visto con diffidenza, come nel caso del maresciallo Zukov, il maggiore protagonista della guerra alla Germania; venne allontanato da Mosca per un incarico secondario nonostante che non avesse mai assunto posizioni contrastanti con il vertice. Altre vittime di quel periodo furono alcuni esponenti del partito e di organizzazioni locali di Leningrado che avevano richiesto che fosse riconosciuto alla città l'importante ruolo di resistenza durante l'assedio nel corso della guerra contro la Germania e che la sede degli organi della Repubblica federativa Russa fossero trasferiti nella città del Baltico; la richiesta non ebbe seguito e i massimi dirigenti cittadini ritenuti responsabili dell'iniziativa vennero incarcerati o fucilati.

Nel '48 un progetto di costituire una grande comunità ebraica nella Crimea, spopolata per la deportazione dei Tartari, fu all'origine di una violenta campagna antisemita di cui ne fecero le spese uomini di cultura e il Comitato Ebraico Antifascista, il cui presidente Solomon Michailovic Mikoels venne gettato sotto un autocarro da agenti dei servizi segreti. Venne inoltre negato agli Ebrei il diritto di raggiungere la nuova patria in Palestina e la campagna antisemita che si venne a scatenare in quegli anni nell'URSS e nelle repubbliche dell'Est portò alla rottura delle relazioni diplomatiche con Israele.

L'ultimo periodo di vita di Stalin fu contrassegnato da una notevole ripresa delle epurazioni di cui ne subirono le conseguenze molti alti dirigenti e stretti collaboratori vittime dei sospetti del dittatore. Abakumov capo dell'MGB venne arrestato perché ritenuto troppo legato a Berija; successivamente dopo la morte di Stalin venne liberato per essere accusato poco dopo per le vicende della cosiddetta "congiura di Leningrado". Nel 1952 vennero epurati dai rispettivi incarichi Aleksander Poskrebylev capo della segreteria personale di Stalin e il generale Nicolaj Vlasik capo della sua guardia del corpo. Venne incarcerata perché ebrea la moglie di Molotov senza che ciò suscitasse la reazione del leader comunista. Successivamente nel gennaio del '53 un gruppo di medici responsabili delle cure dei massimi dirigenti sovietici, in buona parte di origine ebrea, vennero accusati complotto e di aver provocato la morte dello stesso Zdanov. In seguito a tale iniziativa decine di migliaia di ebrei furono inviati nei campi di lavoro; solo la scomparsa di Stalin impedì la prosecuzione dell'opera.

La morte di Stalin provocò sgomento e dolore nella popolazione, nella gigantesca massa umana che si dirigeva nella capitale a rendere onoranza al defunto si verificarono parecchi infortuni che provocarono numerosi morti. Sulla morte del dittatore numerose sono state le voci che il decesso non avvenne per ragioni naturali. Si ritiene che la causa del decesso venne in qualche modo "aiutata" dall'intervento delle persone vicine (si fece il nome di Berja), e che i soccorsi medici non poterono arrivare che dopo diverse ore dalla emorragia cerebrale di cui Stalin fu vittima.

I progressi dell'Unione Sovietica al termine dei trent'anni di stalinismo non potevano considerarsi particolarmente numerosi, la società sovietica conobbe un'autentica involuzione. Il dispotismo come mezzo di progresso di una società si confermava un totale insuccesso.

Un'economia per potersi sviluppare adeguatamente necessità di attività come ricerca, spirito di creatività, libertà d'azione, fattori che non avevano spazio nell'economia sovietica; d'altra parte le enormi risorse sottratte alla produzione e destinate alle attività di controllo, di polizia, nonché alle spese belliche rappresentavano un peso economico non indifferente. La gestione dell'economia in forma autoritaria sotto qualsiasi regime difficilmente risulta produttiva. La centralizzazione del potere decisionale economico e l'ipertrofia dell'apparato burocratico produssero gravi alterazioni del sistema economico. I dirigenti di industria costretti ad un continuo incremento dei ritmi di produzione dovettero ridurre il livello qualitativo dei prodotti o falsificare i dati sull'andamento dell'azienda.

L'agricoltura non ebbe grande sviluppo e non mancarono gli scempi nel campo ecologico che produssero guasti economici gravi come l'inaridimento delle terre del Cazachistan. Nel 1940 nonostante la meccanizzazione e l'ampliamento delle superfici coltivabili (di oltre 6 milioni di ettari rispetto al periodo precedente) la produzione cerealicola pro capite non era superiore a quella degli anni precedenti la Rivoluzione. Situazione ancora peggiore risultava nel settore zootecnico dove si registrarono dei regressi rispetto al passato.

Il primo piano quinquennale nel 1928 con il quale si inaugurò la politica economica stalinista segnò un sensibile regresso per le condizioni dei lavoratori: orari di lavoro superiori alla norma (la legge prevedeva una giornata lavorativa di 8 ore ma normalmente se ne svolgevano 11 o 12) maggiore disciplina, ricorso al cottimo, differenziazione dei salari (la costituzione del '36 prevedeva esplicitamente l'abbandono del principio marxista della retribuzione del lavoro in base ai bisogni) contrassegnarono quegli anni. Gli obbiettivi grandiosi del piano (incremento industriale del 130%, incremento agricolo del 50%) vennero realizzati senza l'esclusione dei metodi adottati nelle industrie capitalistiche, contemporaneamente venne realizzata la collettivizzazione completa delle campagne che venne compiuta attraverso la liquidazione di quella classe di contadini relativamente benestanti, che aveva dato vita a organizzazioni di lavoro sufficientemente autonome (erano considerati tali coloro che possedevano più di 40-60 iugeri di terra e di 2-4 cavalli). La liquidazione della categoria avvenne con il ricorso a mezzi coercitivi, deportazioni e massacri (si calcola che si ebbero 10 milioni di morti e interi villaggi deportati). La grande opera di industrializzazione venne realizzata tenendo i prezzi dei prodotti agricoli forzatamente bassi, prelevando in tal modo ricchezza da tale settore per essere destinato all'industria

La linea economica seguita nel dopoguerra non divergeva sostanzialmente da quella seguita negli anni precedenti. La priorità veniva data alla produzione dei beni strumentali, mentre il tenore di vita rimaneva a livelli non elevati giustificato dallo sforzo contro l'"imperialismo". L'unico elemento innovativo di quegli anni fu l'utilizzo per la ricostruzione delle risorse dei paesi satelliti con ampio prelievo di beni e anche di manodopera.

Nella disciplina del lavoro ritardi nel lavoro erano considerati delitti punibili con la reclusione anche negli anni del dopoguerra. In quegli anni vennero introdotti forti incentivi economici a chi superava la produttività media (stacanovismo), una differenziazione salariale con rapporti da 1 a 10 all'interno di un medesimo impianto produttivo, "competizioni socialiste" fra il personale di aziende dello stesso settore. Il lavoro a cottimo divenne un sistema ampiamente diffuso, riapparso ufficialmente con una delibera del Comitato Centrale del PC dell'aprile del '24.

Successivamente al conflitto mondiale vennero ulteriormente aggravate le condizioni di lavoro dei lavoratori dell'agricoltura, costretti a lavorare senza quasi percepire reddito. Un bracciante delle aziende di stato in un anno non arrivava a percepire la retribuzione di un operaio dell'industria in un mese. In base ad una legge degli anni '30 i contadini non potevano abbandonare il villaggio senza una speciale autorizzazione ed inoltre la struttura agricola si presentava notevolmente inefficiente; i piccoli appezzamenti di terra lasciati in esclusiva ai contadini che rappresentavano non più del 6% del totale e delle terre coltivabili superavano di gran lunga la produzione dei Kolchoz e Sovchoz.

Al termine dei quasi trent'anni di stalinismo, l'Unione Sovietica si presentava profondamente trasformata in alcuni settori: la produzione industriale passava dai 40 miliardi di rubli del 1930 ai 245 del 1950 e vaste zone interne desolate erano state colonizzate, non senza il ricorso tuttavia a metodi coercitivi. La produzione di carbone fra il 1928 e il 1940 passava dai 36 ai 166 milioni di tonnellate e quella dell'acciaio dai 4 ai 18 milioni. Tuttavia molti dei prodotti non giungevano sul mercato e le statistiche non risultavano sempre attendibili, mentre molte produzioni risultavano inutilizzabili o prive di interesse per il settore al quale erano destinate.

La produzione di cereali costituì uno dei maggiori fallimenti dell'economia sovietica, lo stesso Kruscev successivamente dovette riconoscere che in questo settore "il paese si venne a trovare a lungo al livello della Russia prerivoluzionaria". La resa complessiva del settore negli anni 1950-1953 era del 10% superiore a quella degli anni 1910-1914, ma la resa per ettaro di superficie coltivabile e quella pro capite risultavano addirittura ridotta. Il settore dell'allevamento infine registrava valori ancora peggiori.

Altro grande problema non risolto dell'Unione Sovietica fu la crisi degli alloggi nelle grandi città, era considerato normale che una intera famiglia vivesse in una stanzetta di pochi metri quadrati e che i servizi igienici fossero in comune in uno stabile per una ventina di famiglie, mentre diffusissimo risultava il fenomeno della coabitazione.



Ritorniamo un passo indietro... con la Conferenza di Yalta si stabili la suddivisione dell’Europa in due sfere d’influenza, ove l’egemonia viene esercitata dagli USA e dall’URSS. Attorno agli USA si radunarono le nazioni democratiche d’Europa, America e Oceania; mentre gli Stati socialisti europei, asiatici e africani si strinsero attorno all’URSS che si era affermata come la potenza militare antagonista agli Stati Uniti e nuova minaccia per il mondo occidentale. Infatti nell’Est europeo, sotto la guida dell’Unione Sovietica, si andavano affermando i vari regimi comunisti (in Romania, Bulgaria, Cecoslovacchia, Ungheria, Polonia) che avrebbero costituito insieme all’URSS un’organizzazione di mutua assistenza economica, il Comecon (1949) e poi una vera e propria alleanza militare, con il Patto di Varsavia (1955). Dall’altro lato, i principali paesi dell’Europa occidentale (tra cui l’Italia) avrebbero iniziato il loro cammino verso l’integrazione europea e, sotto la guida degli Stati Uniti, si unirono in un’alleanza militare, la NATO (North Atlantic Treaty Organization, 1949) che avrebbe dovuto scongiurare il pericolo comunista con una difesa reciproca. Sempre nello stesso anno, in una Germania occupata dalle forze vittoriose, nascevano la Repubblica Federale Tedesca, in mano agli Alleati, e la Repubblica Democratica Tedesca, nella zona sovietica (il cosidetto "muro di Berlino"). Praticamente la seconda guerra mondiale aveva diviso il continente in due, come disse Churchill, una "cortina di ferro" separava l’Europa dell’Est da quella dell’Ovest. Di qui la formazione di due blocchi contrapposti, Est ed Ovest appunto, intorno ai quali si polarizzerà il sistema delle relazioni internazionali nel secondo dopoguerra (e fino al crollo dei regimi comunisti, alla fine degli anni ’80): il cosiddetto sistema della "guerra fredda" (1945-1990).

Anche se possiamo distinguere varie fasi, nonostante la tensione tra Washington e Mosca sia durata per tutto il dopoguerra, in cui più o meno il contrasto si accentuò.

A) La guerra fredda vera e propria (1945-1953)

Nella prima fase, la guerra fredda vera e propria (1945-1953) protagonisti principali sono H. Truman e Stalin, e gli eventi salienti l’enunciazione della “Dottrina Truman”, il varo del “Piano Marshall” (1947-1948), il cosiddetto “Colpo di Praga” (1948), la Rivoluzione Cinese (1949), e la Guerra di Corea (1950-1953).

Il presidente americano Henry Truman (1945-1953), energico rappresentante del Partito Democratico, dovette rendersi conto dell’errore di Roosevelt, che aveva concesso troppo ai sovietici. Essi andavano imponendo con la forza il loro regime nei vari paesi dell’Est, processando e condannando gli oppositori politici interni ed esterni al partito in spettacolari processi pubblici, che erano la prosecuzione naturale delle istruttorie politiche del Terrore staliniano degli Anni ’30, e in cui agli imputati venivano estorte le confessioni di crimini mai commessi con raffinate torture psicologiche e con brutali violenze fisiche. L’acme si toccò nel 1948, quando gli stalinisti compirono il colpo di stato in Cecoslovacchia (Colpo di Praga). Già l’anno precedente Truman aveva enunciato la sua dottrina in politica estera, per cui bisognava assolutamente evitare che il bolscevismo russo si espandesse ulteriormente (Dottrina Truman), e aveva varato il Piano Marshall per legare a sé le sorti economico-sociali del mondo libero. Una falla sembrò aprirsi nel sistema comunista con lo strappo tra Stalin e la Iugoslavia di Tito (1948), che, pur essendo comunista, non voleva piegarsi alle direttive economiche di Stalin. Belgrado si avvicinò moderatamente all’Occidente. Ma già l’anno dopo il comunismo otteneva una nuova, importantissima affermazione: Mao Tse-Tung prendeva il potere in Cina, dopo una lunga guerriglia contro il regime nazionalista di Ciang Kai-Shek.

Nasceva così la Repubblica Popolare Cinese (1949)[4]. Quando perciò i comunisti passarono all’offensiva anche in Corea, Truman s’impegnò nella guerra aperta. La Corea, ex-dominio giapponese, era stato occupato a nord dai sovietici, che avevano imposto il regime terribile di Kim Il-Sung (1912-1994), e a sud dagli USA, che avevano insediato il regime conservatore di Syngman Rhee (1875-1965). Il confine correva lungo il 38° parallelo. Nel 1950 Kim Il-Sung, sostenuto da Mao, sferrò l’attacco contro il Sud, e subito gli USA, con mandato ONU, intervennero per respingerlo. L’URSS, temporaneamente ritiratasi dalle Nazioni Unite, stette a guardare. Se gli USA avessero condotto a fondo l’attacco, avrebbero dovuto attaccare anche la Cina con le armi nucleari, in quanto le basi dei “volontari” cinesi che combattevano in Corea si trovavano in Manciuria. Ma questo avrebbe portato all’olocausto atomico e alla guerra mondiale. Truman si accontentò di mantenere la divisione al 38° parallelo, con un armistizio che dura ancor oggi. La morte di Stalin (1953), avvenuta alla vigilia di un’ennesima, feroce purga nei confronti di ebrei e stretti collaboratori del dittatore, aprì lo spiraglio della distensione politica.



B) La coesistenza pacifica (1953-1963), che pure ebbe gravi momenti di tensione

Nella fase della coesistenza pacifica (1953-1963), protagonisti principali sono J.F.Kennedy e N.Kruscev, e gli eventi più importanti la Rivoluzione Ungherese (1956), la Crisi di Berlino (1958-1961) e la Crisi di Cuba (1962).

Il motore degli eventi fu in URSS. La morte di Stalin aprì una fase di direzione politica collegiale, mancando una forte personalità che s’imponesse tra i successori del despota. Tra essi scoppiò una lotta sorda ma sommersa per il potere, in cui il potentissimo e crudele ministro degli Interni Lavrentij Berija fu ucciso (1953), e da cui emerse l’astro di Nikita Kruscev (1953), già stalinista di ferro, ma ora convinto della necessità di una coesistenza pacifica tra i due blocchi, per evitare la distruzione del mondo. Egli enunciò questa convinzione nel 1956 al XX Congresso del PCUS (partito comunista dell’URSS), in cui peraltro, in un celebre “Rapporto segreto” – che invece fu subito conosciuto – denunciò gli eccessi del culto della personalità di Stalin e le sue violenze contro i comunisti stessi. Questo avviò una parziale liberalizzazione del sistema sovietico, ma non modificò la natura illiberale del regime comunista, pretendendo di scaricarne le colpe sulla sola personalità deviata di Stalin. Infatti, quando in Ungheria, nello stesso anno, il primo ministro Imre Nàgy tentò di introdurre riforme democratiche, perché anche lui nauseato dallo stalinismo, Kruscev, chiamato in aiuto dal segretario del Pc Yanosh Kadar, inviò le truppe del Patto di Varsavia – nato l’anno prima – a restaurare il comunismo, nonostante la popolazione magiara sostenesse Nàgy, che fu giustiziato. Questo intervento suscitò aspre reazioni nel mondo libero. E nonostante questi limiti, le modeste aperture di Kruscev suscitarono l’indignazione di Mao. Questi, dopo aver tentato una modesta forma di rinnovamento politico che però si era ritorto contro il Pc – linea dei “Cento Fiori”, 1956- era ritornato al sistema stalinista, entrando in polemica con Mosca (1957).

Tuttavia, il presidente americano Dwight D. Eisenhower (1953-1961), repubblicano, cercò di assecondare il riformismo krusceviano, e il movimento di riavvicinamento politico tra USA e URSS raggiunse l’apice con la presidenza Kennedy (1961-1963). La collaborazione – più ideale che reale – tra lui e Kruscev, coincisa con il pontificato di Giovanni XXIII (1958-1963) segnò le speranze di rinnovamento e pace di un’intera generazione, poi crudelmente frustrate.

John Fitzgerald Kennedy, democratico, si presentò alle elezioni col programma di una “nuova frontiera”, da raggiungersi mediante la piena integrazione delle minoranze etnico-culturali – era lui stesso cattolico e di origini irlandesi – in particolare dei neri, il cui movimento di emancipazione, iniziato sotto Eisenhower, sarebbe stato guidato da Martin Luther King (1929-1968) pastore battista, nobel per la pace nel ’64, e assassinato nel ‘68. Kennedy mirava a riassorbire la disoccupazione, e a rendere più attento lo Stato ai problemi sociali, ampliando la linea già seguita dai predecessori. In politica estera, mirava a sostenere i paesi del Terzo Mondo, in particolare latinoamericani, specie per sottrarli all’influenza sovietica, e a raggiungere una pacifica convivenza con l’URSS. Questo non significa però che fosse arrendevole con l’espansionismo rosso, ma solo che intendeva adattarsi con duttilità alle varie situazioni politiche in cui si fosse trovato (dottrina della “risposta flessibile”). Infatti fu solidale con la Germania Occidentale quando Kruscev fece alzare il Muro di Berlino (1961) che divideva in due la città, per evitare la fuga verso i quartieri della parte Ovest. La tensione si stemperò quando gli USA assicurarono l’URSS che non avrebbero acconsentito all’armamento atomico della Repubblica Federale Tedesca, progettato da Eisenhower. Nel 1962 inoltre Kennedy reagì con decisione al progetto di Kruscev di installare a Cuba, di fronte alla Florida, dei missili nucleari. A Cuba infatti nel 1959 Fidel Castro aveva guidato un’insurrezione contro il governo militare e aveva instaurato il comunismo. Kennedy, che aveva inutilmente tentato di rovesciare l’unico regime bolscevico americano già nell’anno precedente (Sbarco della Baia dei Porci), minacciò la guerra se i russi non avessero smobilitato. Questa volta fu Kruscev a cedere. Oramai sia USA che URSS erano convinti della necessità della convivenza, ma i grandi fautori della distensione uscirono di scena improvvisamente. Kennedy fu assassinato a Dallas nel 1963, in circostanze misteriose, probabilmente in seguito ad una congiura, annodata tra tutti i settori della società americana ostili alle riforme del presidente, che si avviava a riformare la CIA e l’FBI, e a diminuire il suo appoggio agli anticastristi. Kruscev, incapace di far progredire economicamente l’URSS in una pacifica competizione con gli USA, minacciato dal dissenso degli intellettuali, screditato per la rottura con la Cina, ondivago e superficiale nella realizzazione delle riforme, fu destituito nel 1964, e sostituito da Leonid Brežnev (1964-1982). Ma la politica della distensione, nonostante tutto, continuò.



C) La distensione (1963-1979), che pure coincide con le fasi più drammatiche della Guerra del Vietnam

Nella Terza Fase del Dopoguerra (quella della Distensione, 1963-1979), protagonisti furono Brežnev, Johnson, Nixon e Carter. Eventi principali furono la Guerra del Vietnam (1964-1975), l’invasione sovietica della Cecoslovacchia (1968) e dell’Afghanistan (1979-1989).

Se il presidente americano Johnson (1963-1968), già vice di Kennedy, proseguì la politica di Kennedy ma con minor carisma (dottrina della “Grande Società”), Leonid Brežnev attutì la portata delle riforme vagheggiate da Kruscev e fu artefice di un ricongelamento politico internazionale che intirizzì tutto l’Est europeo. Terreno di frizione fu stavolta il Vietnam. Colonia francese occupata dai giapponesi e dai loro alleati, alla fine della guerra mondiale era stato teatro di un conflitto tra francesi e guerriglieri locali (1945-1954), al termine del quale era stato diviso in un Nord comunista, guidato da Ho Chi Min e un Sud nazionalista, sotto Ngo Dinh Diem, con la frontiera lungo il 17° parallelo. I tentativi di riunificazione pacifica fallirono per l’aggressività del Vietnam del Nord e la diffidenza USA, e nel 1955 iniziò una guerriglia comunista nel Sud del paese, combattuta dai cosiddetti vietcong. Gli USA sostennero il Vietnam del Sud e nel 1964 attaccarono il Nord per snidare i guerriglieri dalle loro basi, sostenuti dalla Cina e dall’URSS. Fino al 1973 gli Americani si estenuarono in un lungo conflitto, in cui le loro risorse militari erano depauperate dalla guerriglia, a cui non erano preparate, in cui non poterono impegnarsi a fondo per tener circoscritto il conflitto, e in cui commisero obiettive atrocità, che la stampa occidentale diffuse molto di più di quelle, più nascoste, dei vietcong. Duramente contestato per tutto questo, alla fine il presidente repubblicano Richard Nixon (1969-1974)[5] fu costretto a ritirarsi dal Vietnam, che cadde tutto sotto il dominio comunista (1975), sotto il quale ancora si trova[6].

Nel frattempo, Brežnev, nel 1968, aveva invaso la Cecoslovacchia, dove il leader riformista Alexander Dubcek aveva avviato un corso riformatore (“Primavera di Praga”). Timoroso di perdere via via il controllo degli Stati comunisti in seguito al diffondersi del dissenso, Brežnev aveva elaborato la dottrina della “sovranità limitata”, per cui le scelte di un paese socialista erano libere fino a quando non danneggiassero gli interessi di tutto il blocco sovietico. Inoltre, nel 1979 l’URSS invase l’Afghanistan per sostenere i comunisti al potere di Najibhullah.

Nonostante tutto USA e URSS trovarono il modo di concludere accordi sul rispetto dei diritti umani (Helsinki, 1975; assai poco rispettati dai russi) e per la riduzione degli armamenti (Salt I e II, 1972 e 1979). Fu merito del presidente Jimmy Carter (1977-1981), democratico, il raggiungimento di questi accordi, ma egli dovette rassegnarsi alla Rivoluzione islamica in Iran, dove l’ajatollah (capo religioso) Ruhollah Khomeini depose lo scià Rehza Palevi, filostatunitense, e instaurò una repubblica teocratica, che nazionalizzò il petrolio, e umiliò gli USA facendo prigionieri i funzionari d’ambasciata americani a Teheran, senza che la CIA riuscisse a liberarli con la forza (1979). Carter ci rimise il posto. Gli subentrò il repubblicano Ronald Reagan (1981- 1989).



D) La cosiddetta seconda guerra fredda (1979-1985)

Nella Quarta Fase protagonista è Reagan, che riprende l’offensiva antisovietica. Il presidente sostenne che solo un’accentuata competizione con l’URSS – chiamata significativamente “Impero del Male nel mondo” – poteva portare al tracollo il sistema sovietico, come in effetti avvenne. Fautore di un corso liberista in economia (la Reaganomics), Reagan rilanciò la corsa agli armamenti, specie quelli di difesa spaziale (lo Scudo stellare), per cui i Russi erano impreparati, e s’impegnò contro l’espansionismo sovietico in America Latina. I successori di Brežnev (Yurij Andropov, 1982-1984, e Konstantin Cernenko, 1984-1985) non furono all’altezza della situazione. Inoltre la guerra in Afghanistan mangiava uomini e risorse ai russi, senza riuscire ad imporre il comunismo ai ribelli nazionalisti e islamici, i mujaeddin – tra cui militavano i futuri talebani. C’era bisogno di un corso politico radicalmente nuovo, e di una personalità spiccata. Fu trovata in Mikhail Gorbacev.



- La nuova distensione (1985-1989)

Protagonista assoluto dell’ultima fase (1985-1989/1991), Gorbacev concepì la sua riforma in termini di trasparenza (glasnost) e rinnovamento (perestrojka). Egli sperava di riformare, salvandolo, il sistema sovietico, reso sclerotico dal dirigismo economico, dalla militarizzazione estrema e dalla burocrazia corrotta. Ma la crisi del modello bolscevico, che covava ormai da trent’anni, era irreversibile. Gorbacev dovette rassegnarsi prima a perdere gli Stati satelliti, per ottenere gli aiuti dell’Occidente, e poi a veder implodere anche l’URSS. Tuttavia, il fatto che non seppe prevedere l’inutilità della sua riforma non lo sminuisce storicamente. In realtà, il sistema sovietico era inadatto a sostenere le sfide dell’Occidente perché privilegiava ancora l’industria pesante rispetto a quella dei beni di consumo, non comprendeva la portata rinnovatrice in economia della cibernetica e della robotica, non capiva che il totalitarismo non poteva sopravvivere in un mondo globalizzato, in cui tutti possono e vogliono confrontarsi tramite i media, non era riuscito a soffocare le identità nazionali e culturali. Non a caso l’elezione del papa polacco Giovanni Paolo II (1978) aveva avviato ampi movimenti popolari anticomunisti in Polonia, e rafforzato il sindacato libero di Solidarnosc, guidato da Lech Walesa, impensierendo non poco Brežnev. I viaggi del papa nella sua patria avevano attirato l’attenzione del mondo sulle sofferenze dei polacchi e degli slavi in genere sotto il comunismo. L’autorità morale del papa servì ovunque, nel mondo, a rivendicare più libertà e a deprecare il materialismo marxista, persecutore di ogni religione. Segno che l’ateismo militante non aveva sradicato il senso religioso dalle coscienze. Gorbacev, dopo aver consolidato il suo potere interno, avviò le riforme. Avendo bisogno di sbloccare risorse economiche per usi civili, avviò il disarmo bilaterale (accordi di Ginevra, 1985, Reykjavik, 1986; trattati Inf, 1987, Start I, 1991), e si disimpegnò dall’Afghanistan (1989), dove alla fine prevalsero i talebani del mullah Omar. Tuttavia, il tentativo di esportare la perestrojka nei Paesi satelliti fallì. La Russia infatti aveva tratto dal comunismo l’indubbio vantaggio di essere la nazione guida, mentre gli altri stati erano divenuti solo vassalli. Inoltre, nessuno di loro aveva scelto liberamente il comunismo. Perciò, non appena poterono, le opposizioni, mute da quarant’anni, rovesciarono i bolscevichi, sostenuti da imponenti manifestazioni di piazza. Il disimpegno delle truppe sovietiche facilitò il tutto, e non si versò una goccia di sangue. La Russia non si oppose per non perdere gli aiuti economici occidentali.



- La crisi e la dissoluzione del sistema sovietico (1989-1991), che segna il trapasso dal Dopoguerra all’Età presente.

Tra l’89 e il ’91 Polonia, Ungheria, RDT, Cecoslovacchia, Romania, Bulgaria, Iugoslavia e Albania si liberarono. Spesso i comunisti si riciclarono sotto forma di socialisti, e mantennero temporaneamente il potere. L’evento simbolo fu l’abbattimento del Muro di Berlino, in diretta TV, da parte dei berlinesi, in una grande manifestazione pacifica, nella notte tra l’8 e il 9 novembre 1989, l’anno in cui caddero più regimi comunisti. Solo in Romania la liberazione comportò la fucilazione di Nicolae Ceausescu, dittatore locale, rovesciato da una congiura di riformisti e da un moto di piazza. Gorbacev tentò di salvare almeno l’URSS, contando sulla benevolenza del presidente George Bush senior (1989-1993), impegnato a costruire un Nuovo Ordine Mondiale e a cacciare l’Iraq dal Kuwait (1990, Seconda Guerra del Golf [7]). Ma un colpo di stato vetero-comunista escluse Gorbacev dal potere (1991), facendo insorgere i moscoviti in sua difesa, guidati dal presidente russo[8] Boris Eltsin. Liberato, Gorbacev vide abolire il PCUS da Eltsin, e molte nazioni lasciare l’URSS. Riconoscendo lo scioglimento dell’Unione Sovietica, si dimise il 25 dicembre del 1991. Eltsin divenne presidente, e creò la CSI (Comunità di Stati Indipendenti), che riunì 10 delle 15 repubbliche sovietiche in una blanda unione internazionale.





Affianco a queste due superpotenze poi possiamo identificarne eventualmente un "tezo mondo" composto da quei Paesi ex-coloniali, che ottennero l’indipendenza tra gli anni ‘50 e ‘60 in Africa e Asia, che si differenziò più per le drammatiche condizioni di sottosviluppo che per una reale autonomia politica.

Se sul piano militare vi fu un equilibrio tra le due superpotenze (USA ed URSS), entrambe in possesso di numerose testate nucleari (tant’è vero che si parlò di un "equilibrio del terrore nucleare") e sul piano politico entrambe ebbero lo stesso ruolo all’interno dell’ONU (come membri del Consiglio di Sicurezza, in possesso del diritto di veto, assieme a Francia, Gran Bretagna e Cina), in campo economico gli Stati Uniti non ebbero rivali ed assunsero il ruolo di leader dell’ordine economico mondiale, come tra l’altro era stato stabilito dagli accordi di Bretton Woods (luglio 1944). La conferenza di Bretton Woods, alla quale parteciparono 44 paesi, fu voluta dal presidente americano Roosevelt allo scopo di ristabilire un certo ordine nel sistema economico internazionale. Venne così sancita una forte prevalenza degli Stati Uniti attraverso il passaggio al Gold Exchange Standard, cioè ad un sistema monetario dove la convertibilità dei biglietti non sarebbe avvenuta più in oro ma bensì contro dollari; quindi, il dollaro statunitense veniva posto al centro del sistema degli scambi come unica moneta con la quale effettuare i pagamenti internazionali. Al fine di incoraggiare la cooperazione monetaria ed aiutare i paesi più colpiti dagli eventi bellici nella loro ricostruzione, vennero create, sempre nello stesso anno, due importanti istituzioni: il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, entrambe con sede a Washington e dominate dagli USA.

A completare l’opera di costruzione del nuovo ordine internazionale, nel 1947 venne istituito il GATT (più tardi confluito nella WTO, l’organizzazione mondiale del commercio), un accordo generale sulle tariffe commerciali al fine di liberalizzare gli scambi multilaterali e ridurre progressivamente le barriere doganali.



Piano Marshall (piano per la ripresa europea) fu uno dei piani statunitensi per la ricostruzione dell'Europa dopo la Seconda guerra mondiale; il 5 giugno 1947 i segretario di Stato americano George Marshall annunciò al mondo la decisione degli USA di avviare l’elaborazione e l’attuazione di un piano di aiuti economico-finanziari per l’Europa; fu senza dubbio uno dei momenti più alti della storia della politica internazionale nell’immediato secondo dopoguerra.

L’idea di predisporre un piano quanto più organico possibile di aiuti a favore degli Stati europei appena usciti gravemente colpiti dal conflitto mondiale era stata avanzata a più riprese dal mondo politico, dagli ambienti economici nonché dalla diplomazia americana, anche negli anni della guerra. Sia perché si riteneva che l’economia americana avesse bisogno, per prosperare, di condizioni economicamente favorevoli in Europa, che in virtù della possibilità di legare i Paesi europei agli Stati Uniti non solo con vincoli ideologici, politici e militari, ma anche per l’appunto economico-finanziari.

L’idea di Marshall, che era stata comunque già sostanzialmente comunicata agli inglesi, venne accolta positivamente dalla Francia che però chiese di estendere gli incontri preparatori anche all’Unione Sovietica che, comunque, dopo un'iniziale manifestazione di interesse, si rifiutò di partecipare al negoziato, obbligando anche tutti i Paesi della sua zona d’influenza a fare altrettanto.

Lo European Recovery Program (ERP) previde alla fine uno stanziamento di poco più di 17 miliardi di dollari per un periodo di quattro anni. Con l’obiettivo di favorire una prima integrazione economica nel Continente, nacque contestualmente al Programma anche la OECE (Organisation for European Economic Cooperation), organismo sostanzialmente tecnico in cui i programmatori inviati da Washington cercarono di spingere gli europei ad utilizzare gli aiuti non per fronteggiare le contingenze del momento quanto piuttosto per avviare un processo di trasformazione strutturale dell’economia dei loro Paesi. Ma, contrariamente a quanto auspicato, pur non opponendosi alla stabilizzazione delle loro valute ed all’implementazione del commercio internazionale specie con gli Stati Uniti, la quasi totalità dei Paesi beneficiari chiese di poter usare i finanziamenti forniti per l’acquisto di generi di prima necessità, prodotti industriali, combustibile e, solo in minima parte, macchinari e mezzi di produzione. Nello stesso tempo diverse centinaia di consiglieri economici americani furono inviati in Europa, mentre fu consentito a studiosi ed esperti europei di visitare impianti industriali e di frequentare corsi d’istruzione negli Stati Uniti.

Il Piano Marshall, operativo dall’aprile del 1948, fu una conferma dell’avvenuta presa di coscienza da parte degli americani della loro leadership mondiale. In breve furono erogati miliardi di dollari a favore soprattutto dei principali alleati occidentali (Francia e Gran Bretagna), mentre alla Germania, il paese uscito più distrutto dalla guerra, andò solo una piccola parte.

Anche l’Italia beneficiò degli aiuti americani nel suo processo di ricostruzione politica ed economica post-fascista, infatti col finire della seconda guerra mondiale il Paese era direttamente esposto alla crisi generale: sia sotto l'aspetto economico che politico; effettivamente a causa del perdurare della carestia, del persistere dell'inflazione, della relativa lentezza della ricostruzione, al fatto che fino al 1947 nella penisola vi era un partito comunista molto forte solidale con la politica dell'URSS (che portava incertezza e preoccupazione all’interno del Paese), grazie ai fondi stanziatici dall’ERP raggiungemmo il pareggio del bilancio statale e la stabilità monetaria oltre al risveglio dell’attività produttiva; questi sono i punti chiave che porteranno, negli anni ’50, al cosiddetto "miracolo economico" dell’Italia, cioè allo straordinario sviluppo dell’economia italiania i cui ritmi di crescita saranno tra i più alti del mondo (secondi solo alla Germania Federale).

Il Piano terminò nel 1951, come originariamente previsto, ogni tentativo di prolungarlo per qualche tempo non ebbe effetto a causa dello scoppio della guerra di Corea e della vittoria dei repubblicani nelle elezioni per il Congresso dell’anno precedente. Il piano Marshall consentì all’economia europea di superare un momento di indubbia crisi e favorì una ripresa che già nel 1948 era evidente, consentendo ai Paesi beneficiari già nel momento in cui il flusso di aiuti terminò di superare l’indice di produzione prebellico.

In realtà, gli aiuti scaturiti dal piano Marshall furono dettati più da ragioni strategiche che economiche; gli americani miravano infatti a portare dalla loro parte tutti i paesi dell’Europa occidentale allo scopo di arrestare l’avanzata comunista. Di qui la decisione di assisterli economicamente e di garantire loro la protezione militare contro un eventuale attacco sovietico. I risultati furono poi senza dubbio positivi, almeno nell’ottica degli Stati Uniti e dei sostenitori dell’economia di mercato, sotto il profilo della diffusione in Europa di concetti quali la “libera impresa”, lo “spirito imprenditoriale”, il “recupero di efficienza”, l’”esperienza tecnica” e la “tutela della concorrenza”, allora in alcuni Paesi quasi del tutto assenti. Sul piano interno, poi, l’aiuto americano consentì alle fragili democrazie occidentali di rilassare le politiche di austerità e di migliorare le condizioni di vita delle popolazioni, cosa di cui beneficiarono i partiti politici allora al potere.

Gli aiuti americani contribuirono a risollevare le economie dei paesi dell’occidente europeo e, indirettamente, favorirono l’adozione di scelte di cooperazione tra questi paesi (in primo luogo Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Olanda) che porteranno a quella integrazione economica, monetaria ed anche politica tutt’ora in corso; anche se secondo molti studiosi il piano Marshall diede avvio alla “guerra fredda”.



La risposta della Russia al “Piano Marshall” fu la creazione del "COMECON" (Consiglio per la Mutua Assistenza Economica, 1949-1991), un'organizzazione economica degli stati comunisti, naturalmente meno liberale che non la "CEE"; e l'alleanza che si contrapponeva alla NATO fu quella instiuita col "Patto di Varsavia", a cui parteciparono: Unione Sovietica, Germania Est, Bulgaria, Cecoslovacchia, Polonia, Romania, Ungheria e Albania (di fatto uscita nel 1961).

Il Comecon fu fondato nel 1949 da Unione Sovietica, Bulgaria, Cecoslovacchia, Polonia, Romania e Ungheria per volere di Josif Stalin di rinforzare la dominazione sovietica sugli stati minori dell'Europa centrale e di indebolire alcuni stati che avevano espresso l'interesse per il Piano Marshall.

Fino alla fine degli anni '60, cooperazione era il termine ufficiale utilizzato per descrivere le attività del Comecon, ma nel 1971 con lo sviluppo e l'adozione del Programma Comprensivo per la Continua Estensione e Sviluppo della Cooperazione e l'Ulteriore Sviluppo dell'Integrazione Economica Socialista dei Paesi Membri del Comecon, le attività dell'organizzazione furono ridefinite col termine integrazione (rendere uguali le "differenze nella relativa scarsità di merci e servizi tra gli stati, attraverso l'eliminazione delle barriere al commercio e altre forme di interazione"). Sebbene questa uguaglianza non era stata un punto principale nell'implementazione delle politiche economiche del Comecon, il miglioramento dell'integrazione economica era sempre stato un obiettivo del Comecon.

Il Programma Comprensivo per il Progresso Scientifico e Tecnologico e la salita al potere del segretario generale dell'Unione Sovietica Mikhail Gorbachev aumentarono l'influenza sovietica nelle operazioni del Comecon e portarono a tentativi di fare all'organizzazione un'autorità sovranazionale. Il Programma fu composto per migliorare la cooperazione attraverso lo sviluppo di una base scientifica e tecnica più efficiente e interconnessa.

In seguito aderirono ulteriori Stati come l'Albania (anche se non ufficializzò l'abbandono nell 1987, smettendo di parteciparvi nel 1961), Vietnam, Mongolia, la Cina (che smise di partecipare alle sessioni dopo il 1961), la Jugoslavia, la Finlandia, l'Iraq, il Messico, il Nicaragua, il Mozambico, Etiopia, Laos, Afghanistan, Nicaragua e Yemen; come si può facilmente capire vi erano grandi variazioni a livello economico e di sviluppo nei vari Paesi del Comecon, il che favoriva la nascita di interessi differenti all'interno dei diversi stati membri.

Invece dei fattori politici e ideologici, l'unità fu vista come collante per tutti i membri: tutti gli stati erano "uniti da comuni interessi di classe e dall'ideologia del Marxismo-Leninismo" ed avevano approcci simili alla proprietà privata e al commercio.

C'erano tre tipi di relazioni intrattenute con il Comecon:

- la Jugoslavia era l'unico stato che veniva considerato con status di membro associato dell'organizzazione. Sulla base dell'accordo del 1964, la Jugoslavia partecipava in ventuno delle trentadue istituzioni chiave del Comecon, come se fosse stato membro "pieno".

- Finlandia, Iraq, Messico, Nicaragua e Mozambico avevano uno status di cooperanti non-socialisti. Siccome i governi di questi stati non erano potenti abbastanza da concludere accordi anche in nome di compagnie private, i governi non presero parte alle operazioni del Comecon. Erano però rappresentati da commissioni composte da membri del governo e della comunità degli affari. Le commissioni

- dopo il 1957 il Comecon autorizzò alcuni stati con governi comunisti o filo-sovietici a prendere parte alle riunioni come osservatori. Nel novembre 1986 delegazioni dell'Afghanistan, Etiopia, Laos, Nicaragua e Yemen si unirono alla riunione del 42° consiglio come osservatori.

La gerarchia ufficiale del Comecon consisteva nella Riunione del Consiglio per la Mutua Assistenza Economica, nel Comitato Esecutivo del Consiglio, nel Segretariato del Consiglio, nei quattro comitati del consiglio, nelle ventiquattro commissioni, nelle sei conferenze interstatali, nei due istituti scientifici e nelle diverse organizzazioni associate.

Dal 1949 i partiti comunisti al governo erano stati legati dal Cominform, dal quale la Jugoslavia era stata espulsa. Sebbene il Cominform (Ufficio d'Informazione dei Partiti Comunisti e Laburisti, costituito a Varsavia nel Settembre del 1947 allo scopo di scambiare informazioni tra i partiti comunisti dei vari paesi europei, tra cui anche il Partito Comunista Italiano) rimase in funzione fino al 1956, i collegamenti tra i vari partiti rimasero molto forti, e tutti partecipavano alle conferenze internazionali periodiche dei partiti comunisti.

Il Comecon fornì un meccanismo attraverso il quale l'Unione Sovietica poteva aiutare economicamente i più stretti stati alleati politici e militari.

Anche se il Comecon era da taluni definito come la Comunità Economica Europea dell'Europa dell'est, vi erano importanti contrasti tra le due organizzazioni. Entrambe amministravano l'integrazione economica, ma la loro struttura economica, la potenza e l'influenza differivano.

Negli anni ottanta, la CEE comprendeva i 270 milioni di abitanti dell'Europa occidentale in un'associazione economica attraverso accordi intergovernativi che avevano lo scopo di massimizzare i profitti e l'efficienza economica su scala nazionale e internazionale. Era un'organizzazione integrata, i cui membri avevano un comune livello di industrializzazione ed si consideravano partners nei commerci. La CEE era un corpo sovranazionale che poteva adottare decisioni (come ad esempio rimuovere le tariffe) e rinforzarle. L'attività dei membri era basata sull'iniziativa e l'impresa ed era fortemente influenzata dalle forze che governavano il mercato.

Il Comecon riuniva 450 milioni di persone in 10 stati e 3 continenti. Il livello di industrializzazione variava enormemente da paese a paese: l'organizzazione collegava tre stati non industrializzato (Cuba, Mongolia e Vietnam) con stati maggiormente avanzati. Esisteva inoltre una grande differenza di ricchezza nazionale tra i paesi dell'Europa e quelli extra-europei. La grandezza fisica, il potere militare, la politica e l'economia rendevano comunque l'Unione Sovietica il membro dionante: nei commerci, spesso l'URSS forniva i materiali grezzi, che venivano poi lavorati nei paesi dell'Europa orientale, che mettevano a disposizione i macchinari. I tre membri sottosviluppati del Comecon avevano relazioni speciali con gli altri sette. L'integrazione economica socialista formava la base delle attività del Comecon: in questo sistema, che rispecchiava le economie pianificate dei membri, le decisioni piovevano dall'alto e non tenevano conto delle forze agenti sul mercato o sull'iniziativa privata. Il Comecon non aveva autorità internazionale per forzare l'effettiva osservazione delle sue decisioni: le raccomandazioni del Comecon potevano essere adottate solo con il pieno appoggio dei partiti al governo nei vari stati e non interessavano pertanto gli stati che si dichiaravano disinteressati a una certa decisione.

La dominazione sovietica del Comecon era una funzione del suo potere economico, politico e militare. L'URSS possedeva il 90% delle fonti di energia degli stati membri del Comecon, il 70% della popolazione, il 65% delle entrate nazionali ed era la seconda potenza mondiale in industria e militarizzazione, subito dopo gli Stati Uniti. Molti quartieri generali del Comecon si trovavano a Mosca, proprio per sottolineare l'autoritò dell'URSS nell'organizzazione.

Gli sforzi sovietici per eservitare il potere politico sugli stati del Comecon, comunque, si incrociarono con un'opposizione determinata. L'"uguaglianza sovrana" di tutti i membri assicurava agli stati membri la piena autonomia, in vista di un possibile abbandono dell'organizzazione. Gli stati dell'Europa orientale invocarono spesso questo principio per paura di una riduzione della loro sovranità politica; sebbene questo fatto assicurò un certo grado di libertà dall'URSS, privò tuttavia il Comecon di un'adeguata autorità che gli avrebbe permesso di raggiungere una vera efficienza economica.

L'Alleanza pattuita col "Patto di Varsavia" era dominato dall'Unione Sovietica ed eevntuali tentativi di abbandonare il Patto da parte di altri membri furono schiacciati con la forza; ad esempio l'Ungheria durante la Rivoluzione Ungherese del 1956 progettò di lasciare il Patto e dichiararsi neutrale durante la Guerra fredda ma, nell'ottobre 1956, l'Armata Rossa invase la nazione e eliminò la resistenza in due settimane.

Le forze del Patto di Varsavia furono usate raramente, come durante la Primavera di Praga del 1968, quando invasero la Cecoslovacchia per affossare le riforme democratiche che il governo stava implementando ciò portò alla luce la politica sovietica che governava il patto. La Dottrina Brežnev, che sentenziava "Quando forze ostili al socialismo cercano di deviare lo sviluppo dei paesi socialisti verso il capitalismo, questo diventa un problema, non solo della nazione interessata, ma un problema comune a tutti gli Stati socialisti". Dopo l'invasione della Cecoslovacchia, l'Albania si ritirò formalmente dal Patto, anche se aveva cessato di supportarlo attivamente fin dal 1961, avvicinandosi al contempo alla Cina.

Le nazioni appartenenti alla NATO e al Patto di Varsavia non si affrontarono mai in un conflitto armato, ma furono opposte durante la Guerra Fredda per più di 35 anni.

Nel dicembre 1988, Mikhail Gorbačëv, capo dell'Unione Sovietica, annunciò la cosiddetta "Dottrina Sinatra" che sanciva l'abbandono della Dottrina Brežnev e la libertà di scelta per le nazioni est-europee.

Quando fu chiaro che l'Unione Sovietica non avrebbe usato la forza per controllare le nazioni del Patto di Varsavia, si avviarono una serie di rapidi cambiamenti politici; i nuovi governi dell'Europa orientale non erano più sostenitori del Patto e nel gennaio 1991 Cecoslovacchia, Ungheria e Polonia annunciarono il loro ritiro entro il primo di luglio, a cui a seguire nel febbraio 1991 anche la Bulgaria, e fu evidente che il patto era ormai in via di dissoluzione.

L'Unione Sovietica riconobbe il fatto e il Patto fu ufficialmente dissolto durante un incontro a Praga il 1 luglio 1991.

Il 12 marzo 1999 gli ex membri del Patto di Varsavia: Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia aderirono alla NATO, mentre Romania e la Bulgaria vi entrarono nel 2004.



Tutti questi contrasti per la sopradominanza fra l'USA e l'URSS, oltre che a numerosi altri conflitti portarono indubbiamente alla cosi detta "Guerra fredda", che vedeva appunto da una parte i capitalisti americani e dall'altra i comunisti russi... In un primo momento i primi risposero con la "strategia del contenimento" (containment); il 12 marzo 1947 il presidente degli USA Harry Truman enunciò dinanzi al Congresso americano la sua "dottrina", che consisteva nell'adozzione del "Piano Marshall" e di aiuti militari alle nazioni europee che sarebbero passate sotto la protezione degli USA. Lo scopo era di creare un fronte compatto dinanzi alla minaccia dell’avanzata comunista e, all’interno dei paesi che ricadevano nel nascente blocco americano, i partiti di sinistra furono allontanati dalle coalizioni governative; in Italia, ad esempio, le elezioni politiche del 1948 segnarono il trionfo della Democrazia Cristiana e il definitivo allontanamento dei comunisti e socialisti dall’area di governo.

In seguito, questo sistema della "guerra fredda" s'estenderà anche fuori dell’Europa, dando vita a due "mondi" ideologicamente contrastanti: quello comunista guidato dall’URSS e quello capitalista e democratico guidato dagli USA. Da qui anche la nascita del "Terzo Mondo", termine che inizialmente fu identificato col movimento degli Stati "non allineati" rispetto ai blocchi raccolti intorno agli USA e all'URSS; in gran parte si trattava di nuovi paesi usciti dal processo di decolonizzazione, ma non mancarono grandi Stati che si rifiutarono di entrare nell’orbita americana o sovietica (ad esempio l’India, la Cina e la Iugoslavia).

Sino alla fine degli anni quaranta gli americani, essendo gli unici in possesso di testate nucleari, riuscirono a mantenere una condizione di superiorità strategica sulla quale fondarono la cosiddetta "dottrina della rappresaglia massiccia", la quale doveva bloccare ogni tentativo di aggressione nei loro confronti (o nei confronti degli Stati occidentali) con la minaccia nucleare. Ma, quando nell’agosto del 1949 l’URSS fece esplodere la sua prima bomba atomica, la preponderanza militare americana venne meno ed in breve tempo i sovietici riuscirono a dotarsi di armi nucleari tali da competere come antagonisti degli Stati Uniti, almeno in campo militare.

Il successo in Cina della rivoluzione comunista guidata da Mao Zedong e l'immediata alleanza di quest'ultimo con Stalin fece rientrare anche l'Estremo Oriente nella scena dello scontro bipolare; iniziò così una fase di militarizzazione massiccia della guerra fredda, che va dalla la fine della seconda guerra mondiale e l'ultimo decennio del Novecento, ed è caratterizzata da una continua corsa al riarmo nucleare da parte delle due superpotenze.

La parità in campo nucleare poneva la rivalità sovietico-americana in una condizione strategica del tutto nuova nella storia delle relazioni internazionali, quella del cosiddetto "equilibrio del terrore", fondato sulla consapevolezza che una guerra diretta tra le due superpotenze avrebbe causato la distruzione di entrambe e del mondo intero, tale equilibrio del terrore rappresentò dunque una sorta di deterrenza reciproca che avrebbe dissuaso i due rivali dall’impiego delle loro terribili armi di distruzione di massa; quella dell’esclusione dello scontro militare diretto tra le due superpotenze fu una vera e propria regola del "gioco" bipolare durante la guerra fredda (1945-1990). Soltanto una volta, nel 1962, il mondo rischiò di precipitare in una guerra nucleare... Bisogna però prima dire che nel 1960 Fidel Castro (dittatore di stampo comunista) rovesciò il governo di Fulgencio Batista con la rivoluzione cubana.

Il 15 ottobre 1962, l’anno della famosa "crisi dei missili di Cuba", percui gli Stati Uniti erano desiderosi di soffocare sul nascere il nuovo regime di stampo filosovietico, col quale, già dal 1961, l'allora presidente Eisenhower aveva interrotto i rapporti diplomatici dopo aver eseguito l'esproprio delle proprietà americane a Cuba. Il suo successore, John Fitzgerald Kennedy, approvò un piano di invasione dell'isola definito dal precedente governo addestrando e appoggiando gli esuli cubani per mezzo della CIA, che sbarcarono nella baia dei Porci. L'operazione fallì e Cuba, vistasi minacciata, chiese e ottenne da Mosca l'installazione di batterie di missili nucleari sul proprio territorio. Quando gli aerei spia americani li scoprirono (nell'ottobre del 1962), Kennedy ordinò il blocco navale dell'isola. Durante tutta la Guerra Fredda mai si ebbe un così alto rischio di degenerazione della crisi in conflitto armato: dopo giorni di tensione,Khrushchev, vista la fermezza di Washington, e conscio che si sarebbe potuto scatenare una guerra nucleare, ordinò il ritiro dei missili in cambio della promessa dell'indipendenza dell'isola dagli Stati Uniti. In realtà gli Stati Uniti dovettero promettere di smantellare le loro basi missilistiche in Turchia, cosa che fecero 6 mesi più tardi ufficialmente perché vecchie e inutili. L'Avana fu considerata da quel momento un nuovo satellite dell'URSS, il più vicino al territorio americano.

Sempre degli anni sesanta è anche la guerra del Vietnam... La Conferenza di Ginevra del 1954 aveva suddiviso il territorio vietnamita in due stati: il Vietnam del Sud (di stampo filo cattolico) sostenuto da Stati Uniti, Australia e altri paesi occidentali e il Vietnam del Nord (repubblica democratica su filo comunista) forte dell'appoggio della Repubblica Popolare Cinese e dell'Unione Sovietica.

Ancora una volta si vedevano in contraddizione le due super potenze da una parte l'America e dall'altra la Russia; in merito agli accordi di Ginevra, si sarebbero dovute programmare delle elezioni per unificare la nazione, da svolgersi nel giugno 1956, ma tali elezioni non si tennero. Il governo della Repubblica Sudvietnamita (RVN), del Presidente Diem, con l'appoggio degli USA sotto l'amministrazione Eisenhower, interpretò il Sud-est Asiatico come un altro campo di battaglia della Guerra Fredda e quindi non aveva interesse a far tenere elezioni democratiche che avrebbero favorito l'influenza comunista sul governo del Sud certi della vittoria di questo partito anche perche i comunisti non avrebbero permesso elezioni libere nella loro parte di Vietnam; indipendentemente da ciò, né gli USA né i due Vietnam avevano firmato la clausola elettorale dell'accordo.

I comunisti vietnamiti guidarono l'insurrezione popolare contro il governo Sudvietnamita, a favore di cui gli Stati Uniti iniziarono ad inviare consiglieri militari; il Vietnam del Nord, che era appoggiato da Unione Sovietica e Repubblica Popolare Cinese, appoggiò a sua volta i comunisti vietnamiti con armi e rifornimenti, consiglieri, e unità regolari dell'Esercito del Vietnam del Nord.

Le tensioni fra i due stati sfociarono ben presto nella guerra del Vietnam, finché gli accordi di pace di Parigi del 27 gennaio 1973 riconobbero la sovranità di entrambi gli stati; le truppe americane, dopo non poche perdite, furono ritirate il 29 marzo 1973; tuttavia, nel gennaio 1974, le ostilità ripresero ed in questa occasione, gli Stati Uniti non intervennero in base a quanto stabilito dalla "War Powers Resolution" in difesa del Vietnam del sud e Saigon cadde nell'aprile 1975. Nel 1976 il Vietnam fu ufficialmente riunificato sotto il controllo del governo del nord col nome di "Repubblica Socialista del Vietnam", varie ondate di profughi continuarono ad abbandonare il paese per tutto il decennio successivo.

Agli inizi degli anni settanta le due superpotenze inaugurarono una collaborazione che portava un periodo di distensione e di maggiore stabilità mondiale, soprattutto attraverso gli accordi di Helsinki del 1975 che sancivano il riconoscimento dell’Europa divisa, allentando la rivalità tra americani e sovietici. In occasione degli accordi SALT-I e SALT-II del 1972 e 1979 gli USA e l'URSS concordarono una riduzione degli armamenti. Negli anni ’80 toccò al giovane leader sovietico Michail Gorbacev di riprendere il dialogo distensivo con gli USA, lanciando una richiesta di pace e di alleggerimento delle risorse militari che venne raccolta dal presidente Ronald Reagan. La fine del bipolarismo e della guerra fredda giunse tra il 1989 e il 1991, col crollo dei regimi comunisti dell’Est europeo (vedi caduta del muro di Berlino, come classico esempio) e la dissoluzione dell’Unione Sovietica.

Gli USA oggi sono l’unica superpotenza sopravvissuta, e hanno cercato di unificare la leadership del mondo in senso liberaldemocratico o almeno filooccidentale. Ma la molteplicità dei compiti che incombono su di loro rende sempre più difficile tale compito, tanto più che esso esige uno sforzo militare costante e diversificato, assai costoso, e che l’economia americana attraversa fasi alterne di crescita e regresso. Non mancano tendenze isolazioniste, mentre è sempre più forte la concorrenza economica europea, giapponese e persino cinese.

Caratteri fondamentali dei nostri giorni sono: la globalizzazione, come tendenza all’ipercomunicazione e all’interdipendenza e omogeneizzazione delle culture (specie tramite internet), e come formazione di un mercato unico mondiale. Risvolto della medaglia è la globalizzazione e l’interdipendenza dei problemi ecologico e del sottosviluppo. Continuano inoltre le disuguaglianze tra popoli ricchi e poveri – tra i quali vanno ora annoverati anche quelli reduci del comunismo – mentre le sacche di emarginazione nei paesi progrediti sono sempre più ampie – anziani, malati, handicappati, disoccupati, immigrati – anche a causa della proporzione planetaria dei flussi migratori, causati dal sottosviluppo e dalla sovrappopolazione del Terzo Mondo. In opposizione inoltre alla globalizzazione, abbiamo la tendenza a un nazionalismo e a un integralismo nuovi, magari in risposta alla laicizzazione imposta tramite la società dei consumi, che sovverte istituzioni e valori millenari. La sfida di questi ultimi è spesso armata, e ha implicato la mondializzazione delle guerre, sia attraverso le sofisticate tecnologie e strategie USA, che attraverso il terrorismo internazionale.

George Bush, troppo impegnato in politica estera, e dotato di scarsa sensibilità sociale, venne rimpiazzato dal democratico William Clinton (1993-2001), che avviò un programma di riforme sociali in realtà poco riuscito. Di fatto continuò a fare degli USA il poliziotto del mondo, con una scelta a volte davvero inevitabile. Continuò a tener sotto controllo l’Iraq, consolidando la presenza strategica americana in Medio Oriente, non potendo più gli Arabi scegliere di volta in volta tra USA e URSS. Intervenne, assai controvoglia, con la NATO nell’ex-Iugoslavia. Qui, caduto il comunismo, Slovenia e Croazia – nazioni cattoliche e occidentali per cultura - si erano rese indipendenti, suscitando la reazione del governo centrale (1990-1991). Fallito il tentativo di tenere le due repubbliche secessioniste, il governo iugoslavo del presidente Slobodan Milosevic– controllato dai Serbi – si impegnò a sostenere la guerriglia serba in Bosnia – Erzegovina. Resasi indipendente anche questa repubblica, popolata da bosniaci propriamente detti – di religione musulmana – croati e serbi, questi ultimi avevano deciso di separarsi a loro volta tornando alla Iugoslavia. Iniziò una guerra civile in cui ogni etnia cercò di eliminare le altre due nel proprio territorio (pulizia etnica), con un ritorno ad una barbarie razzista che non si vedeva più da 50 anni (1992-1995). Significativa fu la trasformazione dei comunisti in nazionalisti. Particolarmente efferati furono i leader serbo-bosniaci Karadzic e Mladic. Clinton, a suon di minacce e non solo, impose la Pace di Dayton (1995), con cui la Bosnia divenne una confederazione sotto la protezione dell’ONU. Nel 1998 la NATO impose al presidente iugoslavo Milosevic di porre fine alla pulizia etnica in Kosovo, regione della Serbia, a danno degli Albanesi musulmani, che subito dopo si presero le loro vendette, che durano fino ad oggi, mentre il Kosovo è ancora sotto il controllo di fatto dell’ONU. Lo sforzo compiuto da USA e ONU per pacificare la Somalia (1992-1995), precipitata nella lotta tribale dopo la fine della dittatura di Siad Barre, risultò inutile, e ancora oggi il paese è nell’anarchia. Uno sforzo notevole fu profuso da Clinton per la pace in Medio Oriente[9]. Nel 1994 Israele e l’OLP si riconobbero a vicenda. Ma il rifiuto di Arafat di accettare il Piano di pace proposto da Israele nel ’99-2000 e la vittoria della Destra, guidata da Ariel Sharon, alle elezioni in quel paese, riportarono la situazione nel caos.

Eletto nel 2001 proprio per aver sostenuto la necessità del disimpegno americano dalle varie crisi mondiali, il repubblicano George W.Bush jr. si è invece trovato in condizioni da presidente di guerra permanente. Colpita infatti l’America dall’attentato dell’11 settembre 2001 a New York alle Torri Gemelle e a Washington contro il Pentagono, mediante il dirottamento e l’abbattimento di alcuni aerei di linea, sono venuti prepotentemente alla ribalta i terroristi islamici di Al- Qaeda, guidati da Osama Bin Laden, desiderosi di punire gli USA, considerati profanatori del sacro suolo arabo e protettori degli ebrei, nonché corruttori del costume islamico tramite il consumismo. Bush abbattè il regime dei Talebani in Afghanistan (2001), sostenuto da tutto il mondo, perché davano copertura ai terroristi, ma poi, attaccando l’Iraq per abbattere Saddam Husssein, considerato – senza prove – vicino ad Osama Bin Laden, entrò in contrasto con buona parte del mondo, compresi alleati tradizionali come Germania e Francia (Terza Guerra del Golfo, 2003). Bush, con la dottrina della guerra preventiva contro tutti i possibili nemici (Iran, Siria, Corea del Nord), ha posto le basi per una americanizzazione del mondo o almeno per l’indebolimento di tutti i suoi nemici, ma anche di uno stato di lotta permanente, di una recrudescenza del terrorismo e di un contrasto profondo con le altre potenze.





L'economia del secondo dopoguerra

Durante la guerra vi erano state molte devastazioni e distruzioni, quindi avevamo bisogno in Europa, ed anche in altre parti del mondo, di qualche tempo per la ricostruzione, che prese in genere tre o quattro od anche cinque anni. Gli "anni cinquanta d'argento" sono stati, direi, l'inizio d'un'accelerazione della crescita economica in Europa, ma è negli anni sessanta che tale accelerazione si è bene esplicitata. Così per l'Europa nel suo complesso, e quindi allo stesso modo anche per il Giappone e per gli Stati Uniti, si è avuto un periodo di sviluppo economico molto rapido che ha proseguito fino ai primi anni settanta.Fino al 1973, le cose sono andate molto bene, in particolare in Europa, ma anche nel resto dell'economia occidentale; quindi si giunse ad una specie di saturazione. L'accelerazione si rallentò per una sovraaccelerazione dei salari in particolare, e di altri costi, ed ovviamente su tutto ciò si abbatté il colpo del petrolio. Nel novembre del 1973 i paesi produttori di petrolio decisero di porre un embargo sulla vendita di petrolio a diversi paesi che erano in amicizia con Israele. Insieme, alzarono di colpo, e molto, il prezzo del petrolio. Questa è la ragione per cui nei primi anni ottanta abbiamo avuto un terzo periodo; dopo gli "anni cinquanta d'argento", gli "anni sessanta d'oro", dopo i difficili anni settanta con una pesante inflazione, allora i governi decisero di fermare l'inflazione e, dall'inizio degli anni ottanta, hanno cominciato a tenere a freno l’economia: hanno alzato i tassi d'interesse, hanno diminuito il credito e hanno ridotto le spese statali; abbiamo avuto dei difficili anni ottanta. Dal 1981 tutte le economie occidentali sono entrate in crisi perché vi erano rallentamenti nelle attività economiche, e proprio per questa ragione cresceva disoccupazione e si era in una situazione economica molto difficile. L'idea che aveva guidato tale azione era quella di arrestare l'inflazione e, allo stesso tempo, di forzare gli imprenditori a rinnovare le attività industriali e a cercare accordi più vasti per ammodernare la struttura economica ed industriale.

Per quanto concerne le materie prime, il modo principale per incrementare la produzione è stato quello di trasferire la tecnologia di produzione meccanizzata, che era stata accumulata in Occidente, al Terzo Mondo. Abbiamo visto, dopo la guerra, un notevole aumento nella modernizzazione nelle tecniche di estrazione di materie prime che da allora il Terzo Mondo poteva esportare all'Occidente, in cambio, come dicevo, di beni di consumo ed anche di cibo. Così questo è un elemento: si è veduto un incremento nella produzione perché le ex-colonie divenute indipendenti erano avide di valuta pregiata, e di conseguenza aumentavano tale produzione di materie prime e prodotti coloniali, ma sulla base del trasferimento di tecnologia dall'Occidente alle ex-colonie, allora divenute paesi indipendenti del Terzo Mondo.Un altro elemento è il petrolio, anche perché l'estrazione del carbone stava diventando relativamente costosa, perché si doveva andare sempre più in profondità, ma il petrolio era ancora molto abbondante, ce n'erano considerevoli riserve. Così, dopo la guerra, molti paesi hanno cominciato a sondare le riserve di petrolio, e nello stesso tempo a sfruttare tali giacimenti petroliferi. Il trasferimento di tecnologia moderna ai paesi produttori di petrolio è stato un elemento di aumento della produzione. Un fattore non privo d'importanza sono stati anche i trasporti, perché il petrolio doveva essere trasportato dai paesi produttori – penso, ad esempio, dal Medio Oriente – ai paesi occidentali ed al Giappone, ed ugualmente dal Sudamerica al Nordamerica. Anche in questo caso il miglioramento della tecnologia - per esempio la realizzazione delle grandi petroliere, è stato un fattore importante per la produzione d'energia.Aggiungerei una cosa: tale incremento di produzione, anche sulla base di innovazioni tecnologiche, ha allarmato alcuni scienziati, alcuni studiosi, e, a partire dagli anni settanta, in Occidente si è venuto a creare un movimento il quale sosteneva che, se tale sfruttamento di materie prime fosse continuato, tali fonti di produzione si sarebbero esaurite con grande rapidità. Il Rapporto del Club di Roma – nel 1971, se ben ricordo – ha costituito un monito al fine di essere più prudenti nello sfruttamento delle materie prime, perché, se la crescita proseguisse al ritmo attuale, allora le fonti delle materie prime potrebbero presto esaurirsi. Ha quindi inizio del movimento dei Verdi, insieme con il movimento ecologico, e il monito del Club di Roma ha avuto un impatto davvero notevole sull'opinione pubblica mondiale. Così è stato davvero l'inizio di una sensibilità a livello mondiale rispetto al problema dell'esaurimento delle materie prime.

La crescita del dopoguerra è stata in parte dovuta ad un aumento della forza lavoro, la quale presenta due aspetti.Un aspetto è il numero: occorreva un maggior numero di lavoratori, e certo in Europa si è notato un aumento della forza lavoro, ma non solo in Europa, lo stesso incremento è avvenuto in Giappone e negli Stati Uniti. La principale causa della crescita del numero di lavoratori è stata l'immigrazione. All'inizio, negli anni cinquanta e sessanta, l'immigrazione si è avuta soprattutto dai paesi del Mediterraneo verso l’Europa nord-occidentale, come anche verso gli Stati Uniti e le lontane Nuova Zelanda e Australia; per il Giappone, vi fu il rimpatrio di lavoratori dalle ex-colonie, o ex-territori. Ma rimaniamo in Europa: all'inizio, come dicevo, sono stati in particolare Italia, Grecia, Spagna e Portogallo a dare lavoratori all'Europa nordoccidentale. Più tardi, quando anche tali paesi hanno conosciuto una certa espansione e hanno avuto a loro volta bisogno di manodopera, allora il fenomeno dell’immigrazione ha interessato il Nordafrica, la Turchia e perfino il Pakistan; i lavoratori provenienti da questi paesi si sono riversati in particolare nel Nordovest: in Germania, in Olanda, in Belgio ed in Inghilterra. Una diretta conseguenza dell’aumento del numero dei lavoratori è l'immigrazione di lavoratori extracomunitari in Europa.La seconda causa dell’aumento di forza lavoro è il miglioramento della qualificazione dei lavoratori: non è solo il numero che serve, serve maggiore specializzazione. Dopo la guerra tutti i governi hanno fatto grandi sforzi per migliorare l'istruzione - in particolare quella tecnica – non solo al fine di spingere nuovi lavoratori nel settore dell'industria o in quello dei servizi, ma anche per avere lavoratori più istruiti, in modo che il livello qualitativo potesse servire ad incrementare la produzione e nel contempo la produttività. Le due caratteristiche della forza lavoro sono quindi il numero e la qualità. Si definisce "capitale umano" la disponibilità di più qualificati, e attraverso l'istruzione si accresce l’apporto di capitale umano all’interno del processo produttivo. Nel dopoguerra l'aumento del capitale umano è stato un fattore molto, molto importante.

Certamente i lavoratori e le materie prime sono cruciali, ma naturalmente il capitale, in una moderna società industriale, è altrettanto importante ed essenziale. Per quanto riguarda il capitale, bisogna badare agli investimenti. Nel processo produttivo si può disporre di più capitale – ovvero di più equipaggiamento, più macchine e più capannoni – ma lo si può fare a condizione che si investa più capitale, che si abbia più capitale a disposizione. E col capitale gli imprenditori possono aumentare l'equipaggiamento, costruire nuove fabbriche, e così via. Dopo la guerra si è avuto un notevole aumento degli investimenti rivolti alla capacità produttiva.La prima fonte d'investimenti è stato, naturalmente, il Piano Marshall, il quale ha fornito ai paesi europei quel denaro da investire in particolare nel modo industriale, al fine di consentire l’acquisto di nuovi macchinari in America e rinnovare l'equipaggiamento delle fabbriche europee, dato che tante erano state distrutte, e altrettante erano obsolete. Il Piano Marshall è stato l'inizio della vera ricerca d'investimento e di rinnovo del capitale. Ma una volta che erano state gettate le basi per un rinnovo di tal genere del capitale e dell'equipaggiamento, allora gli imprenditori occidentali – ed in particolare quelli europei e giapponesi – sono stati in grado di guadagnare un sovrappiù, di ricavare profitti e di usare tali profitti, o parte di essi, reinvestendoli nelle loro stesse imprese. Dagli anni sessanta in poi, è stato proprio il reinvestimento dei profitti a rivelarsi un importante fattore per la crescita del capitale.Da allora anche il mercato dei capitali è diventato sempre più importante, perché il risparmio è aumentato e il reddito è dovunque cresciuto, e quando il reddito cresce significa che non si spende tutto ma che c’è una tendenza al risparmio e a reinvestire tale risparmio nel mercato dei capitali. Vengono acquistate azioni o obbligazioni, che vengono poi usate dall'industria per incrementare o migliorare la capacità produttiva: così agisce come il reinvestimento dei profitti. E’ anche importante l'utilizzo del capitale, e non solo la sua formazione, l'accumulazione del capitale che pure è cruciale, ma anche sapere come usarlo. Gli imprenditori occidentali – in Europa, negli Stati Uniti e in Giappone – sono stati molto, molto attivi dopo la guerra. Legherei tale aumento del vigore e della competenza, al sorgere delle "business school". Queste ultime sono università speciali per l'istruzione dei manager. Nacquero negli Stati Uniti nel periodo tra le due guerre e, dopo l'ultima guerra, ne sono state fondate parecchie anche in Europa. Pure in Italia ve ne sono diverse (quella in cui sto parlando adesso è l'Università Bocconi che è una business school di importanza cruciale per l'istruzione dei managers). Tali business school sono state istituite in tutta Europa ed anche in Giappone: in esse si insegna ai manager ad usare i capitali messi a loro disposizione nel modo più efficiente.

E’ solo da quando i sindacati hanno fatto aumentare il livello dei salari che si può parlare d'una crescente domanda interna. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, in particolare, i sindacati sono stati in grado di sostenere tale pressione, di aumentarla, così dopo la guerra furono gettate le basi per una sorta di cooperazione tra i datori di lavoro, le parti sociali ed i sindacati: si siglò una specie di accordo affinché i salari aumentassero secondo l'aumento della produttività. Quando si fa un uso efficiente del capitale, quando si hanno macchinari moderni, lavoratori qualificati e buoni imprenditori, si dovrebbe poter non solo aumentare la produzione in base all'aumento dei fattori produttivi, ma anche ciò che si chiama produttività: ciò significa che con la stessa quantità di lavoro e macchinari si possono produrre più beni e di migliore qualità. Quando succede così, si possono aumentare i salari perché , per unità di lavoro, si ha maggior produzione di valore e quindi un reddito d'impresa più alto; proprio sulla base di un reddito più alto si possono aumentare i salari dei lavoratori.Ovviamente nel dopoguerra, quando certo gli aumenti di produttività sono stati molto, molto favorevoli e molto grandi, gli imprenditori han dato – ovviamente dietro la pressione dei sindacati – gran parte dei guadagni di produttività ai lavoratori. Così anche i lavoratori hanno guadagnato dall'aumento della produttività, ed hanno ottenuto salari più alti. E con tali salari più alti sono stati in grado di costruire ciò che è chiamata la moderna società del benessere, o moderna società consumistica. Sicché i lavoratori han potuto non solo acquistare i beni per la sussistenza elementare – come cibo e vestiario e riscaldamento – ma anche automobili, frigoriferi, perfino case, e così via. Così, in tal senso, la domanda interna ha incrementata la crescita generale, perché la domanda di uno spettro di beni molto largo da parte di un numero molto grande di persone è stata anche alla base, fatemelo dire, della crescita economica moderna.

La crescita moderna non avrebbe ovviamente potuto essere una crescita sostenuta a meno che non fosse davvero basata su una struttura a moderna economia mista.Devo definire, specificare che intendo per economia mista: l'economia mista è un'economia, od un'organizzazione economica nella struttura nazionale, in cui vi è una specie di equilibrio tra il mercato e lo Stato. Così, troppo Stato creerebbe rigidità che impedirebbero la crescita; ma c'è bisogno di alcuni elementi d'organizzazione, altrimenti le cose divengono un caos, od avvengono abusi nel mercato. Così lo Stato è necessario, fatemi dire, a controllare il sistema del mercato, a vedere che non vi siano abusi nel mercato od a limitarli, ed anche a stimolare la crescita ove vi siano punti deboli, ad esempio le infrastrutture: le infrastrutture di iniziativa privata non si verificano finché non interviene lo Stato, che quindi bada vi siano buone infrastrutture come porti, vie, autostrade, scuole e così via; così, in tal senso, lo Stato è necessario. Un secondo fattore è ovviamente il mercato, perché sappiamo dall'esperienza dell'Europa orientale che il solo Stato porta a rigidità e ad una vera paralisi dell'attività economica. Questa è la ragione per cui l'economia mista in Occidente ha cercato di conservare la vitalità del mercato: le forze di mercato son dinamiche, fatemelo dire, ed aumentano la competizione, ed introducono con la competizione un elemento di vitalità e dinamismo al sistema. Così, se c'è equilibrio tra intervento statale e forze di mercato, se si ottiene un buon equilibrio, si ottiene un'economia molto forte e dinamica.E dopo la guerra tutto ciò è stato, specie negli anni cinquanta e sessanta, molto ben organizzato. Ovviamente il successo di tale politica di crescita ha portato a troppo intervento, e negli anni settanta, mentre prima lo Stato usava l'accordo con le parti sociali per intervenire, allora fu usato il sistema di aumentare l'azione dello Stato con spese statali speciali per stimolare la domanda. Come ho detto, ciò ha condotto ad eccesso di spesa statale, a deficit di bilancio, ed a più alta inflazione. Per tal motivo, negli anni ottanta vi è stata una reazione contro il troppo Stato, troppo intervento, ed un ritorno a più mercato. La riorganizzazione degli anni ottanta è stata molto basata sull'attenzione ad un nuovo equilibrio tra Stato e mercato, con una specie di nuova enfasi sull'importanza del mercato, ed anche, direi, dando di nuovo più prestigio all'imprenditore, all'impresa ed all'iniziativa dell'imprenditore. Così, negli anni ottanta e novanta si mostra un nuovo equilibrio, che è di nuovo a favore del mercato e dà meno peso allo Stato.



La decolonizzazione postbellica

Tutt'altra questione è il processo di decolonizzazione che si avviò alla fine della seconda guerra mondiale nei territori e da parte dei popoli che Inghilterra, Francia, Spagna, Portogallo, Belgio, Olanda, Germania e l' Italia, avevano colonizzato in Asia e in Africa.

In quasi tutte le colonie si erano moltiplicate le richieste di indipendenza, finite talvolta in vere e proprie ribellioni. Molti giovani dei paesi colonizzati avevano avuto la possibilità di compiere studi in Europa, venendo così a contatto con gli ideali di libertà e giustizia. Essi diedero origine a una nuova classe dirigente alternativa che rese intere popolazioni più consapevoli della loro dignità culturale e civile. Il processo di decolonizzazione non fu semplice, in Asia, per esempio, la decolonizzazione si prolungò per molto tempo, giungendo a compimento tra gli anni Settanta e Ottanta.

La seconda guerra mondiale esercitò un forte e al tempo stesso paradossale influsso sugli atteggiamenti delle potenze imperiali: essa rese la decolonizzazione un problema pressante proprio mentre offriva incentivi di carattere emotivo e pratico a ostacolarla o a posticiparla.

La decolonizzazione s'impose come un problema urgente poiché gli alleati occidentali stavano dichiaratamente combattendo una guerra contro la tirannide e a sostegno dei diritti dei popoli oppressi. Secondo il presidente degli Stati Uniti Roosevelt ciò valeva non solo per i territori europei occupati dai Tedeschi e per quelli asiatici invasi dal Giappone, ma anche per le colonie, ed egli intendeva usare la sua autorità per indurre la Gran Bretagna a impegnarsi in questo senso nella Carta Atlantica del 1941. Roosevelt si scontrò, su questo punto, con la ferma opposizione di Winston Churchill, ma la pressione americana sulla Gran Bretagna per spingerla a dichiarare ufficialmente la sua intenzione di promuovere il futuro autogoverno delle colonie e a intraprendere iniziative concrete per migliorarne le condizioni sortì un notevole effetto. Nel corso della guerra alcuni circoli governativi britannici cominciarono a pensare seriamente al futuro e fecero propria l'esigenza di accelerare il movimento verso l'autogoverno delle colonie, pur senza stabilire ancora delle scadenze precise per la concessione dell'indipendenza; solo all'India fu promesso, nel 1942, che avrebbe ottenuto lo status di dominion dopo la fine della guerra. Soltanto a partire dal 1947 il Ministero delle Colonie britannico preparò un piano per il graduale trasferimento del potere dalla madrepatria alle varie dipendenze territoriali, un piano basato, però, sul presupposto che il processo avrebbe potuto richiedere una generazione o più.

D'altra parte si stavano verificando eventi importanti, capaci di far slittare qualsiasi cambiamento di fondo nell'atteggiamento degli Europei. In primo luogo, le altre potenze imperiali, a esclusione della Spagna e del Portogallo, vennero occupate dai Tedeschi nel periodo compreso tra il 1940 e il 1945, e quindi non si aprirono alle nuove correnti del pensiero anticolonialista. In secondo luogo, per tutti gli Stati imperiali compresa la Gran Bretagna, uno tra i più importanti obiettivi militari diventò proprio quello di tornare in possesso delle colonie che erano state occupate dalle potenze nemiche, in particolare dei territori del Sudest asiatico e del Pacifico. In terzo luogo, e si tratta dell'elemento più importante, le condizioni dell'economia postbellica resero le colonie di vitale interesse per i loro possessori, in misura maggiore di quanto non fosse mai accaduto in passato. Tutti gli Stati europei dovettero intraprendere una radicale ricostruzione dell'economia nazionale; il loro fabbisogno di capitali e di beni di consumo, importati soprattutto dalle Americhe, era molto elevato, ma la possibilità di pagare le importazioni era stata drasticamente ridotta dalla disorganizzazione in cui versavano le loro economie e, nel caso della Gran Bretagna, dagli enormi debiti con l'estero accumulati durante la guerra. In tali circostanze, le colonie che producevano beni che potevano essere venduti all'estero in cambio di valuta pregiata furono considerate una risorsa vitale della nazione, perduta la quale sarebbe stata seriamente compromessa la possibilità di un'effettiva ripresa economica.

Il risultato fu che dal 1945 sino a buona parte degli anni cinquanta lo slancio del pensiero europeo in direzione della decolonizzazione subì un arresto. Anche la pressione americana fu fortemente ridotta dalla nuova strategia imposta dalla guerra fredda, che faceva apparire la stabilità politica dell'Africa e dell'Asia più importante della lotta per l'affermazione dei principi liberali. L'India dovette essere abbandonata nel 1947, poiché non poteva più essere tenuta sotto controllo; la Birmania lo fu nel 1948, ma essa non era mai stata effettivamente riconquistata dalle truppe britanniche; Ceylon fu anch'essa abbandonata nel 1948, poiché non si poteva continuare a negarle ciò che era stato concesso all'India. Ma gli artefici della politica estera britannica erano ora maggiormente interessati a trovare una formula che soddisfacesse l'opinione pubblica liberale - sia in Gran Bretagna che all'interno del sempre più influente foro intemazionale costituito dalle Nazioni Unite -, rimandando al tempo stesso il trasferimento effettivo del potere. Tale formula constava di due elementi: il processo di liberalizzazione politica sarebbe stato accelerato, iniziando dalla base, con una riforma dei governi locali e, per convincere i popoli assoggettati delle sue buone intenzioni, la Gran Bretagna avrebbe promosso un più sostenuto sviluppo economico e sociale, accollandosene i costi. I Francesi non parlavano ancora di autogoverno, ma intervennero per eliminare alcuni dei più macroscopici abusi del sistema coloniale prebellico - in primo luogo l'obbligo di prestare lavoro nelle imprese pubbliche - e promisero anch'essi grandi miglioramenti economico-sociali. Gli Olandesi erano troppo occupati dai loro tentativi, rivelatisi alla fine del tutto vani, di riguadagnare il controllo dell'Indonesia (che furono costretti dagli Americani a evacuare definitivamente nel 1949) per trovare il tempo di formulare progetti di questo tipo. I Belgi in Congo e i Portoghesi nei loro tenitori africani ignorarono le istanze di decolonizzazione, ma fecero sforzi senza precedenti per incentivare lo sviluppo economico. In conclusione, l'atteggiamento invalso nell'immediato dopoguerra presso l'opinione pubblica europea, e nella maggioranza della sinistra moderata, fu piuttosto riformista che realmente favorevole alla decolonizzazione.

Il punto di svolta per tutti gli Stati europei, eccettuato il Portogallo, si ebbe tra il 1949 e il 1960, quando per la prima volta si registrò la contemporanea influenza degli eventi che si svolgevano nelle colonie e delle considerazioni suggerite dalla situazione in cui versavano gli Stati colonizzatori. Da una parte, il rapido diffondersi nelle colonie di movimenti nazionalisti sollevò questioni concernenti sia la convenienza che la moralità di una loro repressione: gli anni cinquanta, in effetti, videro la nascita, in Gran Bretagna e in Francia, di potenti movimenti antimperialisti che per la prima volta misero in discussione la colonizzazione come fatto in sé. Il trasferimento del potere divenne così un argomento da sbandierare nella competizione elettorale di fronte a tutte le componenti dell'elettorato. Dall'altra parte, l'importanza economica delle colonie per i loro possessori declinò rapidamente, all'incirca a partire dal 1951, a mano a mano che la ricostruzione europea procedeva con successo e che il prezzo dei prodotti di esportazione coloniali andava calando in seguito alla guerra di Corea, conclusasi nel 1952. L'Europa non aveva più bisogno di mantenere sulle colonie lo stesso grado di controllo che aveva esercitato in passato; al contrario, alla fine degli anni cinquanta il prevedibile peso del sostegno economico promesso ai territori coloniali cominciò a farsi sentire: si comprese che, qualora essi avessero ottenuto la libertà, avrebbe potuto essere posto qualche li mite al deflusso di capitali dall'Europa.

Il risultato della combinazione di questi fattori fu che, piuttosto inaspettatamente, verso la fine degli anni cinquanta tutte le principali potenze coloniali adottarono una politica di decolonizzazione che prevedeva il trasferimento del potere a tutte le colonie, da attuare in tempi brevi e senza le molte riserve espresse in passato sulla loro capacità di amministrare efficientemente i propri affari. Gli Inglesi si mossero con grande rapidità dopo il 1959; la Francia di De Gaulle pose fine nel 1960 al controllo politico sui propri possedimenti africani. Nello stesso anno i Belgi, senza aver compiuto alcun preparativo, evacuarono improvvisamente il Congo. L'Italia non aveva più recuperato le sue colonie africane dopo la fine della guerra. Così, soltanto la Spagna e il Portogallo rimanevano nella posizione di colonialisti convinti: la Spagna abbandonò le sue piccole colonie africane dopo il 1969, il Portogallo rinunciò al suo impero tra il 1974 e il 1975, in seguito a una rivoluzione interna.

La decolonizzazione può dunque essere spiegata, entro certi limiti, con un mutamento radicale nell'atteggiamento degli Europei. Tuttavia il momento in cui tale mutamento è avvenuto e la velocità con cui si è attuato sono stati condizionati in ultima analisi dal grado di resistenza che le potenze coloniali hanno incontrato nei rispettivi possedimenti. È quindi necessario analizzare brevemente il sorgere del nazionalismo colonia le e il significato che esso ha avuto nel processo di decolonizzazione.



















Parliamo ora più approfonditamente che la storia riservò al nostro bel Paese l’Italia, la liberazione italiana avvenne il 25 aprile 1945 e ripristinò la normale e piena vita democratica. La condizione internazionale dell'Italia nel secondo dopoguerra era caratterizzata dalla pesante eredità della sconfitta. Nonostante il contributo della Resistenza e del Corpo italiano di liberazione, l'Italia dovette subire per opera dei vincitori un severo trattamento che, sino alla firma del Trattato di Pace, avvenuta il 10 febbraio 1947, rese evidente la volontà di imporre una notevole misura d'espiazione e fece penosamente avvertire alle forze politiche italiane una sensazione di isolamento diplomatico, accrescendo la fragilità della vita politica interna del paese. L’Italia che emerge lacerata dai morsi della guerra è pervasa in molti suoi strati da una aspirazione di totale rinnovamento. Ad ostacolare queste aspirazioni si oppongono le forze conservatrice e quelle moderate che faranno sentire il loro peso quando, il 2 giugno 1946, gli italiani saranno finalmente chiamati alle urne per decidere fra monarchia e repubblica e per eleggere l’assemblea che dovrà dare al paese una nuova costituzione. Si affermava il bisogno di trasformazioni economiche, politiche e sociali all'interno dello Stato Italiano. Peraltro, le vicende del secondo conflitto mondiale avevano assegnato l'Italia ad una specifica zona d'operazioni ed avevano visto nella penisola il teatro delle attività degli eserciti inglese ed americano, il che, sin d'allora, faceva prevedere per l'Italia un ruolo determinante, se non di frontiera, nella delineazione dei futuri contrastati assetti internazionali.

Durante questo periodo si ha l'affermazione e la scomparsa di alcuni partiti. Il partito comunista italiano (PCI) sostenuto da Togliatti puntava ad una trasformazione in partito popolare di massa e ad un distacco dalla tradizione bolscevica. Altro obiettivo era la creazione di una democrazia progressiva tenendo però conto dell'esperienza italiana.

Con il 1947, durante il periodo della "dottrina Truman" vennero allontanati dal governo francese e da quello italiano tutti i partiti comunisti.

Il partito socialista, allora chiamato PSIUP era tra i principali partiti dell'Italia liberale; aveva come esponenti principali Giuseppe Saragat, Matteo Matteotti, Alessandro Pertini, Pietro Nenni, e R. Moranti; i primi tre puntavano ad un socialismo democratico e umanista distaccato dal leninismo, andarono a costituire il PSDI, con la "scissione di palazzo Barberini", offrendo così alla Dc la possibilità di nuove alleanze politiche, mentre gli altri pensavano ad un legame col PCI.

Il capo della democrazia cristiana (DC), appoggiata dal mondo cattolico, era De Gaspari. La Dc proponeva un programma al passo con le esigenze popolari. Il partito costituiva un punto di equilibrio nel sistema politico, una mediazione tra conservazione e progresso e un interlocutore per gli alleati occidentali.

Il partito d'azione nato dall'organizzazione di "Giustizia e Libertà" era legato alle teorie di Carlo Rosselli. Gli esponenti più importanti erano: Ugo la Malfa, Ferruccio Parri e Leo Valini. Fu molto attivo nel corso della guerra partigiana, mentre adesso cercava di trovare consensi tra il tra il ceto medio e le classi popolari.

Il partito repubblicano (PRI) similmente al partito d'azione, voleva proporre un rinnovamento morale politico e sociale. Essendo antimonarchico non aveva preso parte al governo Bonomi, né al movimento di liberazione nazionale, ma era stato presente nella lotta contro il fascismo. Adesso con l'avvicinarsi della scelta tra Monarchia e Repubblica tornava ad essere un partito di rilievo.

Il partito liberale (PLI) ebbe come presidente Benedetto Croce. La sua forza stava nel legame con esponenti dell'imprenditoria italiana e nell'adesione di autorevoli personalità politiche ed intellettuali.

Per un breve periodo importante fu pure l'UOMO QUALUNQUE fondato da Giannini. Alla base del programma vi era un avversione verso l'invadenza della burocrazia statale e l'esosità delle tasse ma anche verso la corruzione degli uomini politici che aveva ormai stancato la piccola media borghesia. Si sentiva il bisogno di stabilità; il motto di questo partito era "Si stava meglio quando si stava peggio" facendo nostalgici riferimenti al periodo fascista.

Ferruccio Parri fu designato dal CNL come successore del governo Bonomi. In questo nuovo governo troviamo Nenni nella veste di vicepresidente, De Gaspari come ministro degli esteri e Togliatti come ministro della giustizia. I partiti della sinistra e la Dc si trovarono subito in disaccordo e poco interessati a mantenere le alleanze fatte pretendevano la propria autonomia di iniziativa politica.

Venne nominato capo dello Stato provvisorio E. De Nicola, sostituito dopo l’elezioni dal primo Presidente della Repubblica: Luigi Einaudi. Nel luglio 1946 De Gaspari formò un governo sostenuto da Dc, Psiup, Pci, Pri che affrontò le questioni relative alla conclusione del trattato di pace.

Una volta nominato il PdR, De Gasperi formò un nuovo governo basato sull'alleanza quadripartita: Dc, Psdi, Pri, Pli. De Gaspari aveva infatti deciso di non rinchiudersi nella propria maggioranza assoluta, e di aprirsi anche alle cosiddette "forze laiche" minori .

La conclusione della guerra, con la cobelligeranza e la guerra partigiana, consentirono all'Italia di avere un trattato meno pesante rispetto a quello tedesco. Dopo piccole rettifiche a favore della Francia, l'Italia perse i propri possedimenti coloniali: l'Etiopia era già indipendente dal 1941, Rodi e il Dodecanneso furono cedute alla Grecia; mentre per quanto riguarda la Libia, la Somalia e l'Eritrea sarebbero diventate indipendenti più tardi grazie all'intervento delle Nazioni Unite.

Il problema più importante durante i trattati di pace riguardò la Jugoslavia uscita "vittoriosa" del conflitto, le truppe partigiane di Tito avevano occupato Trieste ma dopo l'arrivo degli anglo-americani avevano lasciato la città. Solo dopo lunghe ore di trattative, alla Jugoslavia furono cedute Zara, Fiume e l'Istria mentre Trieste fu divisa in due zone: la zona A d'influenza anglo-americana, la zona B sotto influenza Jugoslava.

Un ulteriore motivo di instabilità era dato dal movimento separatista siciliano guidato da Andrea Finocchiaro Aprile e dal "braccio armato" Evis (esercito volontario indipendenza siciliana). Questi cercarono di rendere la Sicilia indipendente fino a quando nell'ottobre '45 Parri si decise ad inviare l'esercito nazionale in Sicilia.

Dal punto di vista politico, Parri procedette ad un epurazione del personale amministrativo compromesso con il fascismo puntando, con la nomina di prefetti "politici" e non di carriera", alla formazione di una burocrazia nuova espressione delle forze antifasciste. Sul piano economico mise pesantissime tasse sul patrimonio e per far uscire allo scoperto, capitali accantonati durante la guerra, propose la sostituzione della moneta con una nuova valuta. I suoi progetti economici e politici non piacquero ai liberali e alla Dc i quali uscirono definitivamente dall'alleanza e costrinsero Parri alle dimissioni il 24 novembre 1945. La guida del nuovo governo fu assunta da De Gaspari; tutte le riforme fatte da Parri furono abolite e ripristinata la normalità. All'Assemblea costituente che si sarebbe dovuta eleggere poco dopo, non fu concesso il potere legislativo così da lasciar maggiore margine di manovra al potere esecutivo. Alle elezioni del 2 giugno '46 per la scelta dei rappresentanti dell'Assemblea Costituente, la Dc con il 35% dei voti si affermò come prima forza politica. Il partito d'azione ebbe appena 1.5% e si sciolse. Il successo della Dc veniva bilanciato da una presenza assai consistente delle forze della sinistra.

Il 2 giugno gli italiani e per la prima volta pure le italiane, furono chiamate a decidere pure tra Repubblica o Monarchia. Con il 52% dei voti, passo la Repubblica anche se il minimo margine della vittoria faceva capire che nonostante gli errori gli italiani erano ancora legati alla monarchia.

La Costituente incominciò i suoi lavori il 25 giugno per concludere il 22 dicembre dell’anno successivo con l’approvazione della Costituzione in un clima di grande euforia. Uno dei momenti più salienti del grande dibattito, durato più di un anno, era stato quello sull’articolo 7 che prevedeva l’esplicito riconoscimento dei Patti Lateranensi. Togliatti, inaspettatamente, aveva annunciato il consenso dei comunisti, affermando che “la classe operaia non vuole una scissione per motivi religiosi“. La presa di posizione di Togliatti si rifaceva ad una realistica valutazione del momento. Così come quando era ministro di grazia e giustizia aveva promosso, in nome della pacificazione nazionale, un’amnistia i cui maggiori beneficiari erano stati I sostenitori del passato regime (ma in Sicilia l’indulto aveva rispedito a casa le centinaia di giovani che si erano dati alla macchia per sostenere l’indipendenza dell’isola). In realtà la posta in gioco era molto alta. A orientare le sorti dell’Italia si profilava ormai chiaramente lo scontro fra le potenze occidentali e l’Unione sovietica. Nel marzo del ’46, Winston Churchill (uscito sconfitto alle elezioni dell’anno precedente e al momento a capo dell’opposizione) aveva tenuto lo storico discorso nel Missouri, presente il presidente degli Stati Uniti Truman, accusando l’Urss di avere imposto la propria tirannia sull’Europa orientale, “celandosi dietro una cortina di ferro”. A questo discorso si attribuì l’inizio della guerra fredda. Il contrasto tra le superpotenze avrebbe deciso anche il nostro futuro. Molto peso negli avvenimenti italiani di questo periodo ha la commissione alleata di controllo, guidata dall’ammiraglio Ellery Stone.

Il problema di scegliere le nuove istituzioni che avrebbero dovuto reggere il paese e quello di determinare gli equilibri politici con cui governarlo, venivano pertanto ad intrecciarsi con i rapporti e le scelte da compiere nel contesto internazionale. Tali scelte, in particolare, si legavano indissolubilmente con il problema della formazione dei Blocchi che avrebbero caratterizzato tutto il periodo della Guerra Fredda. Infatti, finché le tensioni del quadro internazionale non furono palesi, fu possibile per l'Italia non esserne direttamente investita, ma allorquando le tensioni si manifestarono risultò evidente che le diverse concezioni ed i diversi collegamenti internazionali delle forze politiche italiane, avrebbero finito per rendere inevitabili scelte talora anche drammatiche.

L’ Assemblea Costituente approvò la nuova costituzione il 22 dicembre 1947 entrata in vigore il 1 gennaio 1948, formata da 139 articoli, perla della Costituzione italiana è che il Parlamento è organizzato in Camera e Senato.

Nel 1948 gli italiani sono chiamati ad eleggere il primo parlamento della repubblica e il confronto è fatto con la votazione della costituente; i socialisti si sono divisi due partiti ed ora il Pci e il Psi si presentano in una lista unica denominata Fronte Democratico Popolare che aveva l’obiettivo della maggioranza relativa. I risultati sono invece ben diversi: la DC passa dal 35,2% al 48,5% dei voti, il Fronte raggiunge appena il 31%. Sono risultati che segnano una svolta: aprono l’era dell’egemonia democristiana italiana e, nel quadro della secca sconfitta delle sinistre, l’epoca dell’egemonia comunista sull’opposizione. Le cause che spiegano come la sconfitta del Fronte abbia potuto assumere dimensioni clamorose sono oltre a quella di aver mischiato in una lista sola comunisti e socialisti, offuscando l’immagine dell’autonomia dei secondi che sono sottoposti agli strali pungenti del partito di Saragat (che ottenne il infatti ottenne il 7.1% dei voti) fondamentalmente tre: l’intervento della chiesa, le pressioni americane ed I fatti di Cecoslovacchia.

Con massiccia mobilitazione, la chiesa da ogni pulpito ricordava ai fedeli l’obbligo di votare e ribadiva la condanna del comunismo ateo; il 10 marzo intervenne il pontefice, Pio XII°, in persona in un discorso, ma la propaganda costante era affidata all’azione capillare dell’azione cattolica.

E avendo le sinistre dichiarato che in caso di vittoria il loro governo accetterebbe i benefici economici del piano Marshall, il 19 marzo scese in campo lo stesso segretario di stato americano dichiarando che gli Stati Uniti avrebbero sospeso gli aiuti nell’eventualità di una vittoria delle sinistre. A rafforzare la causa di De Gasperi, il governo statunitense in unione a quelli del Regno Unito e della Francia, ma in dissenso con quello russo propone che il territorio libero di Trieste ritorni sotto la nostra sovranità. Infine i fatti di Praga del febbraio, col colpo di stato comunista, la liquidazione delle libertà democratiche, la lunga ondata di arresti, il suicidio di Masaryk. Il Pci e il Psi spiegarono l’accaduto come una grande vittoria riportata dai lavoratori cecoslovacchi contro I tentativi reazionari tentati dalle forze interne ed esterne; ma quei lontani avvenimenti permisero agli avversari del Fronte di identificare il socialcomunismo con la dittatura totalitaria e terroristica, prefigurando quale sarebbe stato il destino dell’Italia se I partiti di Togliatti e di Nenni fossero pervenuti al potere; l’Italia quindi ha fatto la sua scelta politica, ribadita sul piano internazionale con l’adesione al Patto Atlantico.

I fermenti che le speranze del dopoguerra avevano acceso si fanno sentire in numerosi campi: nella letteratura, nella stampa, nel cinema, nelle arti, nel costume. Il premio Viareggio 1947 è assegnato a Lettere dal Carcere di Antonio Gramsci, il leader comunista morto dieci anni prima. Anche se selezionati in base a criteri di contingente opportunità, I trentadue quaderni pubblicati riveleranno che la cultura italiana e non soltanto quella marxista, dovrà fare I conti con Gramsci. L’assegnazione del riconoscimento suscitò polemiche, ma la polemica è nell’aria ovunque, come segno più evidente d’una libertà che si vuole difendere. Polemiche suscita il nuovo cinema neorealistico, quello di Visconti, di Rossellini, di De Sica; polemiche suscita la rivista diretta dallo scrittore Elio Vittorini il Politecnico; polemiche suscita la nuova tendenza delle arti, che raggruppa pittori e scultori -del calibro di Guttuso, , Birolli, Fazzini, Cassinari - legati da una comune volontà di rinnovamento, ma divisi da basilari contrasti ideologici ed artistici che porteranno nel ’48 alla scissione tra realisti sociali e ed espressionisti astratti. E’ un momento di grande fervore creativo. A Milano muove I primi passi il Piccolo Teatro di Paolo Grassi con un memorabile Arlecchino servitore di due padroni diretto da Giorgio Strehler. Eduardo De Filippo esibisce alcuni dei suoi capolavori: Napoli milionaria è del ’45, Questi fantasmi e Filumena Marturano sono del ’46.

La guerra aveva causato danni non indifferenti all'apparato produttivo del Paese. Le varie circostanze avevano portato ad un abbassamento della produzione industriale di quasi il 70% rispetto al 1939. La capacità produttiva era di fatto diminuita e l'enorme aumento della circolazione di moneta portò in Italia un'inflazione senza precedenti, ma fortunatamente già nel 1945 il governo aveva la situazione sotto controllo grazie anche agli aiuti alleati (fondo UNRRA, il fondo delle Nazioni Unite).

Adesso restava l'incognita su come intraprendere la ricostruzione economica. Da una parte si faceva affidamento all'imprenditorialità privata; altri credevano fosse necessario l'aiuto dello Stato per recuperare il gap economico. Caduto insieme al governo Parri la possibilità di un cambio di valuta e di eccessive tassazioni; apparve chiaro che la direzione pubblica dello sviluppo economico doveva essere accantonata.

Un forte aiuto nella ricostruzione, venne dato dal “Piano Marshall” (1470 milioni di dollari in 4 anni).

Nel gennaio del ’47 De Gasperi, avvertendo solo all’ultimo momento anche il suo ministro degli esteri, che era Pietro Nenni, si portava da solo negli Stati Uniti dopo un avventuroso volo, a Washington il premier italiano concordava un prestito di cento milioni di dollari con la Import-export Bank e otteneva preziose forniture di materie prime a prezzi agevolati, ma soprattutto tornava rafforzato per quella che sarebbe stata la sua successiva azione: l’estromissione dei socialisti dal governo; ciò si dovette anche grazie al favoreggiamento delle democrazie occidentali.

Il 5 giugno 1947 il segretario di stato statunitense George Marshall pronunciava ad Harvard un discorso in cui proponeva un piano di aiuti americani alle nazioni sconvolte dalla guerra. Si trattava di un’abile mossa che favoriva sia le nazioni beneficiarie, sia gli stessi Stati Uniti, preoccupati di mantenere l’alto livello produttivo raggiunto grazie alle forniture belliche degli anni di guerra che portarono l’industria a pieni regimi ( il reddito medio pro capite era aumentato del 50% rispetto al 1938). Mentre I paesi dell’Est rifiutavano l’offerta che era stata loro estesa, l’Italia accettava il piano assieme ad altri 13 paesi. Gli aiuti che ci vennero elargiti (in totale più di due miliardi di dollari) si rivelarono essenziali per la ripresa. Una ripresa che consente di raggiungere nel 1950 il livello produttivo di dieci anni primi, estendendolo a settori nuovi che avranno larghe ripercussioni sociali. E’ di questo dopoguerra l’introduzione del “dtt” , che in tre anni realizza la totale bonifica d’una piaga secolare come la malaria. Zone inabitabili in Sardegna, sull’Adriatico, lungo le coste tirreniche vengono recuperate per quello che sarà poi domani il turismo di massa. Il nailon apre la gamma delle fibre sintetiche, che sin dal 1947 incomincerà a venire prodotto nel nostro paese. La penicillina compare a sua volta in questi anni, dando un notevole contributo al miglioramento della situazione sanitaria.

Nel 1947 venne nominato ministro del bilancio Luigi Einaudi che attuò una politica deflazionista attenta ala spesa pubblica e ai salari, così l'inflazione diminuì velocemente e nuovi investimenti diedero fiducia all'Italia.

Con la firma del “Patto atlantico” (Washington il 4 aprile 1949) e con l'adesione alla “CECA” (Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio), l'Italia entrava a far parte del circuito espansivo delle economie occidentali.

La liberalizzazione degli scambi unita ad una riduzione del 10% dei dazi doganali, non determinò il tracollo del sistema industriale italiano che invece rinvigorito dalla concorrenza, pose le basi per il boom economico degli anni 50.

Se considerata agli altri Paesi occidentali, l'Italia risultava ancora troppo povera e con enormi squilibri tra nord e sud. Il reddito dell'Italia del nord infatti, era pari al 76% del reddito nazionale, ciò probabilmente era dovuto alla mancanza di industrie nel sud e alla conseguente occupazione nel settore agricolo.

Bisognava "Industrializzare" il mezzogiorno; nacque a tal fine la SVIMEZ (Associazione per lo Sviluppo e il Progresso Industriale del Mezzogiorno). Questa associazione proponeva delle condizioni atte a favorire lo sviluppo delle attività esistenti e di nuove attività necessarie per lo sviluppo industriale del mezzogiorno.

Il 14 luglio 1948 un giovane siciliano di destra attenta alla vita di Palmiro Togliatti leader del Pci, l’attentato non ha una connotazione politica, infatti, la pistola comprata il giorno prima da un armaiolo è difettosa, il che sembra far cadere l’ipotesi di un preciso complotto per eliminare il leader comunista. L’attentato è però maturato nel clima di violenza e di livore che aveva caratterizzato il periodo a cavallo della votazione del 18 aprile. L’esasperazione della base comunista esplode, ma finirà con lo spegnersi per la mancanza di un obiettivo, oltre che di una direttiva. Questo non toglie che l’Italia abbia vissuto a partire dello stesso pomeriggio giornate drammatiche: scioperi e scontri si producono spontaneamente nei grandi conglomerati industriali dovute in verità alla scarsa sicurezza e stabilità economica. A Milano, a Torino e a Genova le grandi fabbriche vengono occupate. Alla Fiat viene tenuto in ostaggio in gruppo di dirigenti, fra cui lo stesso Vittorio Valletta; a Genova la folla prende d’assalto commissariati e sedi democristiani; in Toscana una centrale telefonica viene occupata: le comunicazioni tra Roma e il Nord sono interrotte. Dopo il fallimento dell'attentato a Togliatti, avvenne la rottura dell'unità sindacale e dalla CGIL (di ispirazione comunista) si staccarono la CSIL e la UIL che rappresentavano rispettivamente la componente cattolica e quella socialdemocratica repubblicana. Il 15 e 16 luglio 1948 non escono i giornali per lo sciopero generale seguito all’attentato, anche se una notizia però si diffonde, la radio interromperà I programmi per annunciarla: Gino Bartali vince la tappa Briancon – Les - Bains del Tour de France e, con questa affermazione, praticamente si è aggiudicato il Giro; la passione sportiva riprende gli italiani e gli aiuta anche parzialmente a superare questa ennesima crisi. La stampa quotidiana vive una vita incerta e avventurosa, tra l’altro all prese con la scarsità di carta che finira per condizionarla pesantemente anche nei contenuti. I giornali escono a quattro pagine nel ’46 e a sei pagine nel ’50. Non mancano gli avvenimenti che fanno clamore. I Diari di Galeazzo Ciano compaiono a puntate e sono il best seller del 1946.

Il 4 aprile 1949 l’Italia firma a Washington, per mano del suo ministro per gli esteri Carlo Sforza, il Patto Atlantico, un’alleanza militare che la lega a un gruppo d’altri paesi dell’area occidentale: Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Belgio, Canada, Danimarca, Islanda, Lussemburgo, Olanda, Norvegia, Portogallo. L’iniziativa aveva dato luogo a lunghe e tumultuose battaglie parlamentari. L’11 marzo De Gasperi aveva informato la Camera che Il governo si era espresso in linea di massima favorevole all’entrata del paese nell’alleanza. Pietro Nenni, il leader socialista, annunciò subito che contro di esso il suo partito avrebbe scatenato “la stessa lotta accanita che I democratici italiani dal 1882 al 1914 hanno condotto contro la Triplice Alleanza, la stessa lotta che conducemmo con alcuni dei vostri contro il patto d’acciaio”. Mentre gli scontri fervevano a Montecitorio, in tutta Italia si svolgevano manifestazioni contrarie al Patto Atlantico: purtroppo anche con alcuni morti. La seduta conclusiva doveva tener conto di ben centodieci oratori iscrittisi a parlare contro l’alleanza: venne fatta proseguire a oltranza e si concluse solo dopo cinquantasette ore e mezzo, alle 19.05 del 18 marzo. L’ordine del giorno governativo passò con 342 si contro 170 no. Firmato il patto, si ebbe in luglio uno strascico parlamentare per la ratifica del trattato. L’esito finale era naturalmente scontato”.



La Ripresa Economica

“Girata la boa del mezzo secolo, il mondo è in piena effervescenza, in piena effervescenza è anche l’Italia. De Gasperi tiene saldamente le redini del governo che ha l’appoggio di socialdemocratici e di repubblicani. Sforza è sempre agli Esteri, Scelba è sempre agli interni, Vanoni è sempre alle finanze. Al bilancio c’è però Pella, che non incontra i favori della sinistra democristiana. Dossettiani e fanfaniani l’attaccano, finirà con una crisi. Al vertice, tuttavia, De Gasperi guarda lontano. Pensa all’Europa e sogna un’unica entità politica.

Ma pensa soprattutto all’Italia: chissà se un giorno almeno tutti i socialisti potranno venire recuperati al governo per evitare – come diceva Saragat – “la bolscevizzazione delle masse”? De Gasperi mostra energia e lungimiranza anche se gli anni incominciano a pesare. Il 3 aprile del ’51 ne compie 70.

Di tempo da vivere De Gasperi non ne ha moltissimo. I problemi del governo urgono. Proprio allora scoppia l’operazione Sturzo, un complicato caso che viene messo in piedi in vista delle elezioni amministrative del ’52. Sturzo è chiaramente Don Luigi Sturzo, il vecchio militante politico ma soprattutto è l’uomo che nel 1919 ha lanciato l’appello “ai forti e ai liberi” e ha fondato il partito popolare italiano. Il partito popolare è stato l’antesignano della Democrazia Cristiana: istituzionalmente non confessionale ma che faceva appello alle masse cattoliche. Il suo successo era stato allora prorompente, ma non era bastato a fronteggiare la spregiudicatezza e la risolutezza del movimento di Mussolini. Don Sturzo si era trovato, alla fine, a malpartito anche con il Vaticano che paventava l’avvento dei “senza Dio” agli ordini di Mosca. Sturzo era stato così costretto all’esilio, ci era rimasto più di vent’anni, cioè più di quanto era durato il fascismo, perché la Chiesa l’aveva pregato di soprassedere a un rientro intempestivo che avrebbe messo in imbarazzo il nuovo partito. Curiosamente e improvvisamente Don Sturzo si trovava ora ad interpretare la volontà papale, mischiando il suo nome in una operazione pasticciata dal quale, in altri tempi, sarebbe rifuggito ad ogni costo. L’Operazione Sturzo consisteva semplicemente nel coalizzare tutti I voti anticomunisti attorno al vecchio prestigioso dirigente cattolico. “Perché Roma non subisca l’affronto d’avere un sindaco marxista”, era la giustificazione con cui si cercava di condurre in porto un intesa sostanziale fra democristiani, missini e monarchici. Il grande promotore dell’intesa era Luigi Gedda, presidente dell’Azione cattolica. Ma il no risoluto dei socialdemocratici e dei repubblicani aveva mandato a monte il progetto.

Il 7 giugno 1953 l’Italia votò. I partiti collegati – democristiani, socialdemocratici, liberali, repubblicani – raggiungono il 49,8 per cento contro il 50, 2 dei partiti non coalizzati (comunisti, socialisti, missini, monarchici). De Gasperi amareggiato formava un governo che però non riuscì ad avere la fiducia delle Camere. Seguivano due brevi governi Pella e Fanfani, a cavallo fra il ’53 e il ’54.

All’estero gli avvenimenti politici più notevoli del ’51 sono il ritorno alla guida del governo inglese di Churchill, che era stato sconfitto nel ’45 alle prime elezioni del dopoguerra. Nel marzo del ’53 muore Stalin e gli succede Kruscev. Nascono nel mondo occidentale speranze ma anche nuove paure. Il corpo di Stalin imbalsamato, resterà accanto a quello di Lenin fino alla condanna del “culto della personalità”. Sarà poi tumulato sotto le mura del Cremlino.

Nel giugno del ’53 una notizia fa colpo in tutto il mondo: a Berlino est era scoppiata una rivolta. I manifestanti scagliano simboliche pietre contro I carri armati sovietici prontamente accorsi. Berlino è ancora una volta sulle prime pagine. C’era stata naturalmente nel ‘48-’49 al tempo del famoso blocco che ebbe come pretesto una questione di valuta: il nuovo marco occidentale aveva preso a circolare in tutta l’ex capitale del Reich e per questo I sovietici avevano interdetto I collegamenti tra la Repubblica federale e Berlino.

Uno dei politici democristiani di spicco nei primi anni del dopoguerra è stato senza dubbio Ezio Vanoni, al nome del quale sono legate varie leggi fondamentali. La legge del ’51 che porta il suo nome ha come titolo “Norme sulla perequazione tributaria e sul rilevamento fiscale straordinario”. E’ la prima fondamentale legge della riforma fiscale, quella che impegna tutti i contribuenti italiani a compilare ogni anno il modello di dichiarazione dei redditi. Questa legge presenta un gruppo di articoli che sono definiti “norme per agevolare la sistemazione di determinate situazioni tributarie”. Si tratta in pratica di un condono ante litteram, come quello, assai più noto, che verrà introdotto nel nostro sistema tributario nel novembre 1973.

Nel 1951 il guadagno medio mensile di un operaio italiano calcolato dal ministero del lavoro ammonta a 26.790 lire, mentre il costo della vita della famiglia tipo si aggira sulle 50.000: è il penoso resoconto di un paese che si deve ancora avviare verso la via del “miracolo economico”.

A tale proposito Il nome di Vanoni è rimasto legato ad un “piano decennale” 1955-1964 relativo all’occupazione e al reddito. Un piano molto importante, il cui fine era l’eliminazione della disoccupazione con quattro milioni di posti di lavoro e una più equa distribuzione dei redditi fra Nord e Sud. Era appena scattata, quando il suo promotore moriva, in piena seduta del senato, Ezio Vanoni si accasciava e decedeva.

L’economia italiana è, in questi anni, in piena fase di espansione. I turbamenti seguiti alla guerra di Corea sono rapidamente superati e in tutto I settori si lavora alacremente. La produttività segue quasi dappertutto un notevole balzo in avanti. Questa è la conseguenza di una migliore organizzazione del lavoro ma spesso anche d’una più stringente utilizzazione del lavoratore. Le inadempienze imprenditoriali (sono in molti a non pagare I contributi assicurativi, le festività non godute e a non provvedere ad investimenti per garantire la sicurezza sul lavoro) sono frequenti. Frequenti sono anche I licenziamenti, non appena vengono ritenuti utili a contenere il costo del lavoro. Ne fanno particolarmente le spese le lavoratrici, che vengono allontanate in caso di gravidanza, se non addirittura all’atto stesso del matrimonio”.

Negli anni '50 inizia in Italia un dibattito inerente il sistema economico da adottare : ad economia di mercato o ad economia mista. La scelta è caduta sul sistema ad economia mista (una scelta in parte ereditata dall'esperienza del ventennio fascista). L'economia mista è in sostanza un sistema intermedio tra quello liberista e quello a economia pianificata, cioè un sistema economico in cui lo Stato, pur non essendo proprietario di tutti i mezzi di produzione, agisce più o meno ampiamente nell'attività economica, sia mediante le politiche economiche, sia mediante le strategie delle imprese di sua proprietà.

Le cosiddette economie occidentali fino agli inizi degli anni '80, sono state tutte, sia pur con gradi diversi, sistemi ad economia mista. A questo ha contribuito non poco l'influenza delle teorie di Keynes, propugnatore della necessità di un massiccio intervento dello Stato al fine di garantire la piena occupazione. Prima di fare altre considerazioni, dobbiamo ricordarci che il grado di controllo pubblico dell'economia italiana (tramite enti pubblici, aziende autonome statali, aziende municipalizzate e holding di proprietà dello Stato), fino alle grandi privativazzioni cominciate negli anni ‘90, era pressappoco totale nei settori dell'energia elettrica, trasporti ferroviari e aerei, telecomunicazioni, idrocarburi, petrolchimici, di oltre l'80% nel settore bancario e con percentuali minori, ma sempre molto alte, nel settore siderurgico, cantieristico e meccanico.

Tale sistema era stato tema di discussioni politiche alla luce anche del problema delle "corruzioni facili", legate cioè al sistema di controllo pubblico dell'economia: infatti già subito dopo la fine del secondo conflitto, eminenti uomini politici, tra cui Sturzo, avevano difeso un modello di "Stato minimo" in quanto temevano che la corruzione, da norma limitata al reperimento di fondi per i partiti, si estendesse in tutta la società italiana e, in particolare, in tutto il sistema economico.

Il sistema che prevalse allora aveva la caratteristica di un capitalismo sia di Stato che di grandi famiglie”.

“Il 26 ottobre 1954 a mezzogiorno I bersaglieri entrano per primi a Trieste. Raffiche di bora e insistenti piovaschi non hanno trattenuto la gente dal riversarsi in piazza dell’Unità, sui moli, lungo le strade che la colonna italiana, proveniente da Cervignano, deve percorrere. E’ una dimostrazione davvero travolgente: anche i servizi d’ordine sono sommersi dalla folla. Americani e inglesi si imbarcano alla chitichella: applauditi i primi, fischiatissimi i secondi che, sotto il comando del famigerato generale Winterton, sono stati i più duri esecutori della politica di repressione dell’italianità di Trieste. La città vive una delle sue grandi giornate. Ma già da qualche giorno prima c’era stato, in effetti, già motivo di giubilo per Trieste. Il 5 ottobre a Londra era stato firmato il “memorandum d’intesa”, in base al quale si stabiliva che la zona A del territorio libero di Trieste (quella in mano alleata compresa Trieste stessa) sarebbe stata consegnata all’Italia, che vi avrebbe esteso la propria sovranità, così come avrebbe fatto la Jugoslavia con la zona B (che di fatto già deteneva). Nella notte tra il 25 e il 26 ottobre già incomincia l’ammassamento di una folla enorme. Sono ottantamila le persone che via via si accalcano per le vie della città e poi, a giorno fatto, possono applaudire, abbracciare e coprire di fiori I primi bersaglieri che compaiono a Duino”.

Nel 1956, dopo qualche esperimento, si apre a Verona il primo supermercato. L’Italia si sta evolvendo sul modello dei più progrediti paesi dell’occidente. Il suo sviluppo ha preso un andamento molto rapido, dal 1948 la produzione industriale è aumentata del 95 per cento e il reddito nazionale è in galoppante aumento, sul cinque per cento annuo. E’ da questi anni che si comincia a parlare di “miracolo economico”. Imprenditori abili e decisi impongono i loro prodotti sui mercati esteri: nuovi sbocchi vengono proposti al lavoro italiano. L’economia del profitto sembra trovare adesso la sua più brillante conferma. Anche la condizione esteriore di larghi strati della popolazione mostra I segni di un miglioramento. Nel 1957, I redditi della grande maggioranza dei lavoratori risultavano compresi tra le 50 e le 60 mila lire. Nello stesso anno, il bilancio d’una famiglia di quattro persone era calcolato statisticamente in 70 mila 371 lire al mese, di cui circa 40 mila per l’alimentazione, 10 mila per l’abbigliamento, 4 mila per l’affitto, , 3 mila per il riscaldamento e l’elettricità e 12 mila per spese varie. Inizia ad esserci un margine affinché possano venire guardati con simpatia gli ancora timidi adescamenti del consumismo: in primo luogo l’automobile.

Nel ’57 la Fiat presenta la 500. La comparsa della vettura, destinata a rappresentare un buon quarto dell’intero parco automobilistico nazionale (quando sarà interrotta la produzione, quasi vent’anni più tardi, risulteranno prodotti oltre 4 milioni d’esemplari), permette l’apertura di nuovi orizzonti per gli italiani. Anche se non mancano le tensioni sociali, anche se il divario tra Nord e Sud resta in tutta la sua drammatica evidenza, poco alla volta si è creato tutto un ceto di popolazione in grado di motorizzarsi. Con la motorizzazione si muove il turismo interno, affiancandosi a quello estero che, sempre sui dati 1957, ha raggiunto la cifra di 13 milioni di presenze. E’ di questi anni l’avvio delle autostrade. Nel ’57 si inaugura la Milano-Piacenza, la Serravalle-Tortona, la Voltri-Albisola: poche decine di chilometri, l’inizio di quella che sarà la notevole rete autostradale degli ultimi anni ’60”.

La situazione politica interna era condizionata dai grandi avvenimenti internazionali: il XX congresso del partito comunista sovietico e l’insurrezione ungherese. La Democrazia cristiana, arroccata con i suoi uomini di governo alla conduzione del paese, incominciava a vedere, in alcuni suoi settori, la possibilità di porsi di fronte al socialismo con un atteggiamento bivalente, vale a dire di lotta e di alleanza a seconda delle garanzie di ordine politico. Inizia il timido accenno di apertura a sinistra, cioè del tentativo di staccare I socialisti dal loro sodalizio con I comunisti approfittando del trauma avvenuto a seguito della rivolta di Budapest.

Il XX congresso del partito comunista sovietico si apre a Mosca il 16 febbraio del ’56. Il documento programmatico prevedeva argomenti quali la riorganizzazione industriale, dei kolkoz, dell’autonomia delle repubbliche ma già dalle maniere fredde con cui veniva sbrigata la commemorazione di Stalin, i delegati avvertirono che qualcosa di grosso bolliva in pentola. Il congresso fini il 24 e il giorno dopo Krusciov, in una riunione a porte chiuse, tenne il famoso rapporto denunciando il “culto della personalità” che ha portato Stalin a perdere il senso della realtà. Egli elenca I crimini della dittatura stalinista e I danni che ne erano conseguiti in Russia e fuori: processi farsa e innocenti condannati, deportazioni in massa, errori grossolani nella condotta della guerra e, prima e dopo, nella conduzione economica del paese, rotture ingiustificate con altri paesi socialisti. I delegati sono annichiliti. E’ un mito che crolla. Dell’immagine di Stalin buono, eroe, genio strategico, politico infallibile non rimane più nulla. Nella conferenza nazionale del Pci all’indomani dello scottante rapporto, la presidenza fatica a tenere a bada I delegati che vogliono sapere che cos’era successo. Incominciano a uscire le memorie degli scampati alle persecuzioni staliniste. Sulla base perplessa dei comunisti italiani giunge infine di giugno la doccia fredda della rivolta d’Ungheria. Il 23 ottobre la rivolta scoppia nelle strade di Budapest contro il regime stalinista di Rakosi. Al Cremlino in un primo tempo prevale la tesi di intervenire, ma di concedere una certa liberalizzazione ai magiari lasciando che il governo sia affidato al riabilitato Imre Nagy e il partito a Janos Kadar. Subito dopo, tuttavia, un secondo più massiccio intervento di carri armati sovietici ristabilisce un regime duro affidato a Kadar, mentre Nagy, che si era rifugiato all’ambasciata jugoslava, scompare. Nagy aveva denunciato il patto di Varsavia e dichiarato la neutralità ungherese nella speranza di ricevere aiuti dai paesi occidentali. Il partito comunista italiano si attesta in difensiva e parla dell’insurrezione come di una controrivoluzione, di un tentativo fallito di instaurare un regime reazionario. Ma non riesce ad evitare una dura polemica col Psi e l’esodo dalle sue file di circa 300 mila iscritti.

Le elezioni politiche in Italia nel 1958 segnano un confortante successo per lo scudo crociato che ottiene alla camera 10 seggi in più. I comunisti ribadivano le loro precedenti posizioni, mostrando che il loro elettorato non aveva molto risentito degli avvenimenti internazionali. La più lusinghiera affermazione era invece colta dai socialisti, che salivano a uno straordinario 14,2 per cento. C’era di che rendere invogliante l’eventuale partecipazione a un futuro governo. Il congresso del partito socialista si tenne a Venezia. Il congresso ricevette, all’apertura dei suoi lavori, un saluto che avrebbe suscitato scalpore: quello del patriarca della città. Per quanto Venezia fosse un focolaio delle correnti di sinistra della Democrazia Cristiana, era abbastanza singolare, nel clima del momento, che la più alta autorità locale della Chiesa manifestasse un atteggiamento tanto aperto. Il patriarca era monsignor Angelo Roncalli. Di lì a non molto sarebbe diventato Papa.

Alla scomparsa di Pio XII, avvenuta il 9 ottobre 1958, un grande interrogativo si pone a chi si domanda chi uscirà Papa dal conclave: sarà innovatore o tradizionalista?

Il conclave dura tre giorni. Entrati nella cappella Sistina il 25 ottobre, I cardinali sono chiamati ad una scelta difficile. Per Roncalli, nel pomeriggio di martedì 28 ottobre, si alza la fumata bianca. A suo favore hanno votato, oltre ai progressisti e ai neutrali, anche una parte dei conservatori, in particolare gli spagnoli e i sudamericani. La sua scelta presenta l’aspetto di un compromesso per l’età avanzata del pontefice, 76 anni, che fa pensare ad un papato di transizione. I cinque anni del suo pontificato saranno invece profondamente innovatori. Subito egli aumenta il numero di cardinali, che era fermo dal Cinquecento, dando alla Chiesa un respiro mondiale e, nel 1959, annuncia la convocazione del concilio ecumenico vaticano II che, aperto l’11 ottobre 1962, getta i semi di un atteggiamento nuovo della Chiesa verso le classi popolari, il terzo mondo e i cristiani acattolici, oltre che rispetto a fondamentali problemi teologici e liturgici (il Concilio si svolge in due tornate e si conclude dopo la morte di Papa Giovanni, avvenuta il 3 giugno 1963).

Alcuni temi del Concilio trovano uno sviluppo particolare nelle due encicliche, di incalcolabile portata, pubblicate da Papa Giovanni. Una è la Mater et Magistra, la più progressista tra le encicliche relative alla questione sociale: si legittimano l’intervento statale nell’economia e la socializzazione e si condanna il neocolonialismo anche sotto la forma di interventi economici condizionanti. Con l’altra enciclica, Pacem in terris, l’appello del Papa esce dai confini della Chiesa cattolica per rivolgersi a tutti gli uomini, auspicando un’unità che scavalchi non solo le opposte ideologie, ma pure le ristrettezze delle singole confessioni religiose. L’azione del Papa, ricca di fantasia, cala la Chiesa e la stessa Maestà pontificale nella realtà quotidiana suscitando vasti consensi, tra I fedeli e nel mondo laico; ma non mancano forti tensioni negli ambienti tradizionalisti. Giovanni XXIII è accusato di essere troppo temerario e addirittura di fare il gioco dei comunisti.

Intanto il 25 marzo 1957 a Roma si compiva il primo passo verso l’Unità europea. Veniva firmato il Trattato istitutivo della Comunità economica europea, che impegnava i sei paesi promotori a integrare, in un ragionevole lasso di tempo, le rispettive economie. La cerimonia aveva avuto luogo in Campidoglio. Una vera folla era ad attendere le diverse delegazioni, capeggiate dai ministri degli esteri (tranne quella tedesca capeggiata dallo stesso Cancelliere Konrad Adenauer e quella italiana presieduta dal presidente del consiglio in carica Antonio Segni).



Nell’ambito degli equilibri geopolitiche nel 1959 accade qualcosa di importante nel Centro America. Cade il regime di Batista con l’avvento al potere del movimento rivoluzionario di Fidel Castro. E’ un avvenimento che avrà poi ripercussioni in tre diverse occasioni: nel tentativo di allargare l’insurrezione in diversi altri paesi dell’America Latina; nella concessione di basi missilistiche all’Unione Sovietica; nell’invio di forze regolari in Africa a sostegno dei governo filocomunisti.

Continuando nella disamina dei problemi internazionali sono di questi anni la guerra di Algeria e l’inizio della guerra del Vietnam.

La guerra in Algeria inizia in pratica con la costituzione del Fronte di Liberazione Nazionale all’inizio del ’55. E’ stato un conflitto atroce ma gli ostinati europei d’Algeria non avevano alcuna intenzione di rinunciare ai propri privilegi. Proprio questi ultimi danno luogo a episodi clamorosi, come l’assalto al governatorato generale ad Algeri, il 13 maggio 1958. L’episodio ebbe ripercussioni gravissime in Francia. La quarta Repubblica è in crisi, De Gaulle è chiamato al potere e indice il referendum da cui sorge la quinta Repubblica. I paracadutisti di Massu applicano ad Algeri il metodo sistematico della tortura per stroncare il terrorismo algerino (la vicenda è stata poi raccontata dal regista Gino Pontecorvo in un memorabile film: la battaglia d’Algeri). Nel ’60 gli ultrà erigono le barricate per forzare la mano al governo di Parigi. L’anno dopo un quadrumvirato di generali, capeggiato da Salan, tenta il colpo di forza ma senza successo. Intanto gli ultrà dell’Oas danno inutilmente battaglia con attentati in Francia e in Algeria. Nel ’62 l’Algeria è indipendente.

Il Vietnam dopo l’indipendenza sempre dalla Francia fu, come nel caso della Corea divisa in due da un parallelo (in questo caso il diciassettesimo). Il Vietnam del sud era nella sfera d’influenza dei paesi anticomunisti. Ma non tardano a manifestarsi una forma di guerriglia, alimentata dall’instabile situazione politica del paese e dalle aspirazione del Vietnam del Nord, che ha un regime dichiaratamente comunista appoggiato dall’ Urss e dalla Cina. Nel 1955 il presidente degli Usa Eisenhower aveva inviato un piccolo contingente di specialisti. Erano I cosiddetti consiglieri militari, una definizione che verrà mantenuta anche molto tempo dopo, quando sarà chiaro che gli aiuti americani non consistono soltanto in “consigli” ma in soldati e armi.

Tornando alla cultura nel ’59 Salvatore Quasimodo vince il premio Nobel per la letteratura. La nostra letteratura gode in questo momento di particolare salute. Nel ’59 comparirà una vita violenta, un libro destinato a suscitare polemiche. Il suo autore si chiama Pier Paolo Pasolini, non ha ancora quarant’anni e si era già messo in luce per diverse opere di narrativa e di poesia, nella quale la sua matrice cattolica era profondamente influenzata dal pensiero di Gramsci. Larghi consensi avevano ottenuto in questi stessi anni altre opere di scrittori italiani: quer pasticciaccio brutto di via Merulana di Carlo Emilio Gadda e il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (morto nell’agosto del ’57, tre settimane prima che il suo volume fosse finalmente accettato da un editore). Nel ’58 si inaugura il Festival dei Due Mondi a Spoleto.

Sul fronte politico interno gli anni ’60 cominciano con la “crisi Tambroni”. Il 24 febbraio 1960 è caduto il governo monocolore democristiano, orientato a destra, presieduto da Antonio Segni: i liberali gli hanno tolto l’appoggio nella speranza che la Dc troncasse sul nascere ogni idea di dialogo con i socialisti e consolidasse definitivamente la formula del centrodestra. La crisi è complessa e dopo alterne vicende l’incarico di formare il nuovo governo torna a Segni il quale vorrebbe ora un governo col Psdi e il Pri e l’astensione socialista; ma è questo il punto più difficile perché mentre il Psi non intende prestarsi senza contropartite programmatiche, nel mondo cattolico si esprimono forti ostilità nei confronti di tale apertura. Segni rinuncia. Un’ora dopo, senza ulteriori consultazioni, il capo dello Stato Giovanni Gronchi pone la disorientata Dc di fronte al fatto compiuto: passa l’incarico a Ferdinando Tambroni. Tambroni, già del gruppo gronchiano ed ora fanfaniano, considerato di sinistra soprattutto per il rilievo che dà all’intervento pubblico nell’economia ed alle aziende di stato, propone un monocolore “pendolare”, cioè disponibele ad accettare i suffragi di volta in volta a destra e a sinistra, e l’8 aprile ottiene la fiducia della Camera: però i voti dei missini risultano determinanti. Il nuovo presidente del consiglio spera di trovare in seguito, sullo sviluppo del programma, un equilibrio attraverso l’appoggio o l’astensione dei socialisti, ma il ministro per la cassa del Mezzogiorno, Pastore, non gliene da il tempo perché rinuncia all’incarico seguito a breve distanza da altri membri dell’esecutivo. Tambroni rassegna le dimissioni ma a breve distanza di tempo Gronchi invita il gabinetto Tambroni a perseverare presentandosi al secondo ramo del parlamento per verificare la maggioranza. Con 128 sì e 110 no, il Senato gli conferma lo stesso tipo di fiducia che c’era stata alla Camera. La crisi sembra formalmente risolta. In tutta la vicenda tuttavia rimane un contrasto di vedute tra il Quirinale e Piazza del Gesù.

Intanto Tambroni cerca di consolidarsi con una serie di misure popolari: riduce il prezzo della benzina, dello zucchero e delle carni e accoglie le richieste salariali di alcune categorie; contemporaneamente prospetta agli imprenditori privati l’immagine di un governo forte: sembra l’inizio di un governo gollista, che qualcuno attribuisce a Gronchi. In maggio e in giugno le forze di polizia affrontano con inconsueta violenza manifestazioni anti-Nato in Emilia e agitazioni sindacali in Sicilia. La crisi giunge all’apice quando il condizionamento missino si fa pesantemente sentire con la decisione di quel partito di tenere il suo congresso a Genova, città dove accesa è stata la lotta partigiana. Inoltre si sparge la voce che al congresso parteciperà Carlo Emanuela Basile, l’ex prefetto in carica durante gli anni della Repubblica Sociale italiana. Il Msi vuole saggiare il governo e a sua volta il governo ha l’intenzione di dare prova di fermezza nella difesa della legge. L’antifascismo si mobilita in tutto il paese e mentre a Genova, paralizzata dallo sciopero generale, un imponente corteo si scontra con la polizia; a Roma, a Porta San Paolo, gli agenti di pubblica sicurezza caricano la folla. I morti nel paese, tra il 30 giugno e il 7 luglio, sono una decina: particolarmente gravi risultano essere gli scontri a Reggio Emilia dove cinque manifestanti rimangono sul terreno. Nelle due Camere, senatori e deputati vengono alle mani. Alla fine è l’Italia antimissina che registra la vittoria: il congresso missino non ha luogo e il 19 luglio il governo Tambroni, sconfessato dalla stessa Dc, si dimette. Il 2 agosto Fanfani vara il nuovo governo con i voti dei quattro partiti di centro e l’astensione dei monarchici e dei socialisti. I missini sono nuovamente fuori gioco.

Si susseguono governi di centrosinistra che cercano di dare impulso alla vita economica e sociale del paese ma restano gravi contraddizioni che esploderanno in seguito. La congiuntura sfavorevole del 1964 viene superata faticosamente. Eppure gli anni del centrosinistra rappresentano la formula di governo sulla quale molti italiani avevano riposto molte speranze. Moro è in sella nel suo secondo e terzo governo, I socialisti nel ’66 provvedono a riunificarsi (anche se continui contrasti interni porteranno ad una successiva e definitiva scissione nel ’69) e forniscono al governo i loro uomini più in vista. Tutto questo però evidentemente non basta per un paese che ha conosciuto una crescita convulsa della sua economia, alla quale però non è seguita un ammodernamento delle strutture statali e amministrative.

In questi anni il mondo del lavoro registra l’opera paziente per ricucire l’unità delle forze sindacali. Il 1965 vede la fase più acuta della recessione e anche le più caute iniziative da parte delle organizzazioni dei lavoratori. Le ore di sciopero sono tra le più basse degli ultimi cinque anni; avranno una spinta nel 1966, poi di nuovo un calo nel 1967. Nel complesso il costo del lavoro – per contenere il quale si battono non soltanto, ovviamente, gli industriali ma anche, ma anche per questioni economiche legate alla competitività su scala mondiale, il governatore della banca d’Italia Guido Carli – non subisce grosse lievitazioni nonostante il pesante rincaro del costo della vita (in due anni l’indice passa da 140 a 150 punti). Se questo facilita la ripresa economica dopo la recessione ammonitrice del 1964, induce anche le tre confederazioni sindacali ad avviare un discorso unitario che renda più incisiva la loro azione.

Il 7 marzo si registra uno sciopero generale proclamato dalla Cgil per le pensioni. Di questa iniziativa dovranno poi beneficiare milioni di italiani (anche se la sua attuazione costò al paese 10 lire d’aumento sul prezzo della benzina). Il punto più significativo ai favori dei pensionati era l’istituzione del congegno della scala mobile che aggiornava, sia pur limitatamente, l’ammontare delle pensioni in rapporto al progressivo scadimento del potere d’acquisto della lira. Era poi ripristinata la pensione d’anzianità, indipendentemente dall’età raggiunta, per chi avesse almeno trentacinque anni di contributi versati. Infine era costituita la cosiddetta “pensione sociale”: 12 mila lire mensili, per tredici mesi all’anno, di cui avrebbero beneficiato coloro che, per il mancato versamento dei contributi necessari, non avevano diritto al normale pensionamento.

Per quanto riguarda la realizzazione dello Stato sociale in Italia, era stata già intrapresa sotto il fascismo. Successivamente la fine del conflitto, il sistema sociale in Italia è stato però ricostruito solo molto in ritardo rispetto alla Gran Bretagna e alla Francia. Questo ritardo è stato ampiamente compensato negli anni Settanta da una crescita frenetica delle servizi sociali, che si sono andati confusamente accumulando, e senza preoccuparsi delle conseguenze sul bilancio pubblico. L'effetto è stato la progressiva diffusione nel nostro sistema della filosofia della 'gratuità diffusa' delle prestazioni pubbliche. A questa diffusione della gratuità ha contribuito l'estensione della spesa senza la partecipazione al suo finanziamento da parte degli utenti dei servizi stessi. In questo modo i cittadini italiani hanno perso la percezione materiale del costo delle prestazioni di cui beneficiavano, con conseguente indebolimento della solidarietà autentica verso i bisognosi e del senso dello Stato. Il danno maggiore in questa direzione è stato fatto dalla riforma sanitaria, che privò gli utenti dei servizi sanitari della percezione diretta dei costi dei farmaci e delle cure mediche, favorendo così lo sperpero.

Nelle successive elezioni politiche del 18 giugno 1968 la Dc registra un lieve aumento mentre I comunisti registrano un notevole passo avanti. E, cosa più rilevante ancora, I socialisti unificati perdono circa la quarta parte dei voti ottenuti cinque anni prima a liste separate. Al governo, come cinque anni prima, va Giovanni Leone. E’ chiaramente un incarico di transizione, durerà infatti sei mesi, il tempo perché i partiti di centrosinistra raccolgano le idee e si ripresentino con il primo di quelli che saranno I cinque ministeri di Mariano Rumor.

Nell’ottobre del ’68 si registra un’altra innovazione nel campo del lavoro. Le “gabbie salariali”, cioè la differenza delle retribuzioni minime nelle diverse zone del paese, erano abbattute. Era un tentativo nello sforzo, poi purtroppo dimostrato vano, di risollevare il tenore di vita dei lavoratori del Mezzogiorno. Nel 1967 il reddito medio prodotto in Italia era di circa 620 mila lire”.

“Si passava – disse continuando ad attingere dati dalle sue inseparabili cartelle - però dal milione di Milano, dalle 942 mila lire di Torino alle 320 mila di Reggio Calabria, alle 296 di Agrigento. Sono squilibri fortissimi, che denunciano il fallimento della politica meridionalistica.

Anche il settore agricolo versa in gravi difficoltà. Il confronto con le più razionali e redditizie colture di diversi altri paesi del Mercato comune europeo torno a tutto scapito dei nostri coltivatori.



Anche nelle zone a più alto reddito incomincia però a serpeggiare il malessere. Nelle grandi fabbriche del Nord l’affinamento delle grandi tecnologie produttive, la richiesta di un ritmo che mantenga comunque la produttività a livelli competitivi si manifesta massicciamente nel fenomeno dell’assenteismo. Nelle aziende metalmeccaniche, fra il 1963 e il 1968 la media delle assenze giornaliere è aumentata dall’8 al 12 per cento. Manifestazioni di insofferenza verso la stessa disciplina sindacale si verificano in diversi grandi stabilimenti; di qui hanno origine i gruppi spontaneistici che, per quanto mai numerosi, dovranno dare un forte contributo all’estremizzazione della lotta sindacale nell’ormai imminente autunno caldo.

Il disagio del momento è colto anche in campo imprenditoriale. Risalgono al 1968 I tentativi di rinnovamento in seno alla stessa Confindustria (dalla quale già dal 1958 si erano staccate le imprese a partecipazione statale, confluite nell’Intersind). Industriali, quali Leopoldo Piralli e Gianni Agnelli, si fanno promotori di una maggiore dinamica

Rumor, oltre ad ereditare, quindi, una situazione sociale ed economica non certo esaltante, entra in carica quattro giorni dopo che Capanna e i suoi compagni ebbero bersagliato con le uova gli agghindati signori che si avviano ad assistere al Don Carlos alla Scala di Milano. La contestazione studentesca è in pieno svolgimento, e dalle altre piazze europea rimbalza in Italia. I precedenti del movimento studentesco, protagonista di spicco del Sessantotto in Italia, sono settoriali, per risoluzione di problemi emersi dalla dilatazione della popolazione universitaria: una dilatazione che rende più evidenti le insufficienze delle strutture e i mali cronici della scuola e in particolare dell’università (il nozionismo, le baronie). L’anno precedente si apre, in febbraio, con l’occupazione dell’università di Pisa ad opera di studenti che provengono da vari atenei e che sono usciti dalle vecchie associazioni studentesche: è questo gruppo che elabora la carta ideologica (“le tesi della sapienza”) del movimento “potere operaio” che intende operare l’inserimento dei poteri studenteschi nel contesto della lotta di classe. Ne fanno parte tra gli altri Adriano Sofri. A giugno manifestazioni per il Vietnam: il movimento occupa la facoltà umanistica di Torino, quella di lettere a Genova e l’ateneo di Napoli.. Si verificano nuove ondate di occupazioni a fine anno. L’8 gennaio 1968 il movimento, ritenendosi ormai maturo per un’organizzazione unitaria, convoca il suo primo convegno nazionale a Torino. Il movimento si ispira ad un nuovo pensiero politico che si collega a nuovi autori ed è suggestionato da avvenimenti che si verificano fuori d’Italia. Si dice che nel movimento si trova la generazione delle tre M: Marx, Mao e Marcuse. Ma più che a Marx ci si ispira alla rivoluzione culturale maoista e soprattutto al leninismo dei guerriglieri sudamericani e dei combattenti vietnamiti, a Castro, Che Guevara, Ho Chi-min. E’ un’ideologia molto poco omogenea e influenzata anche dal “maggio francese”.

Movimenti studenteschi sone presenti anche in altri paesi europei, ma specialmente in Germania e in Francia. Nel maggio del ’68, mentre il parlamento tedesco approva le “leggi eccezionali per l’ordine pubblico”, a Parigi gli studenti alzano barricate per le strade, gli operai occupano le fabbriche e De Gaulle è costretto a sciogliere l’assemblea nazionale. Enorme è l’impressione sugli studenti europei dei messaggi che sui muri della Sorbona esprimono la collera della gioventù. Lo slogan più celebre è “l’immaginazione al potere”.

L’eco dei fatti francesi cala, in Italia, su una situazione incandescente. Nei primi mesi del 1968 l’agitazione si era estesa alle scuole medie superiori, in Parlamento le sinistre criticavano con asprezza il ministro degli interni e, mentre gli studenti scioperavano assieme agli operai.

Dopo il maggio francese la problematica del movimento si dilata: assalto alle rotative del Corriere della Sera, occupazione della cattedra di Parma da parte delle comunità cattoliche di base, varie rivolte antimilitariste e antiamericane. A Milano si forma l’organizzazione comunista Avanguardia Operaia.

A fine anno risultano imputati per le agitazioni 2700 studenti.

Questo periodo riflette gravi tensioni anche a livello internazionale. Nel 1967 ad Atene avviene il colpo di stato dei “colonnelli”. E’ anche l’anno della guerra dei sei giorni, che vede le truppe israeliane di Moshe Dayan catapultate sul canale di Suez.

E’ l’anno dell’ulteriore escalation americana in Vietnam con l’occupazione della fascia smilitarizzata che divide il Nord dal Sud. Le notizie si fanno sempre più drammatiche. I soldati americani che combattono su quel fronte sono più di mezzo milione e nonostante questo devono subire l’iniziativa dei vietcong. In questo lembo di terra indocinese si consumano stragi agghiaccianti. La sorte di questo martoriato paese lacera gli italiani, ma un’altra guerra atroce è scoppiata nel ’68 in una zona d’Africa. La secessione del Biafra è duramente domata dalla Nigeria, ma la regione è colpita soprattutto dalla fame, che fa le prime vittime tra i più deboli e i bambini. I servizi fotografici portano per la prima volta nelle case di molti italiani la cruda testimonianza dei piccoli corpi scheletrici, dei ventri gonfi e degli occhi sbarrati.

Il 1969 è un anno di grandi e di gravi avvenimenti. L’uomo va sulla Luna e a Milano esplode una bomba alla banca nazionale dell’agricoltura a piazza Fontana. Dopo aver seguito l’esaltante viaggio di Armstrong e dei suoi due compagni, gli italiani si ritrovano a piangere I 16 che sono stati fatti a pezzi dal criminale attentato. E’ il 12 dicembre, non manca molto a Natale, cinque milioni di lavoratori sono in agitazione per il rinnovo dei contratti. La strage per la sua mostruosità, blocca per un attimo il paese. La strategia della tensione colpisce ancora quando pochi giorni più tardi un mite anarchico di nome Giuseppe Pinelli vola da una finestra della questura. Pietro Valpreda, un altro arrestato del suo gruppo, viene indicato come il colpevole che ha compiuto la strage: dovrà alla fine essere liberato, ma dopo tre anni. Sull’Italia viene a gravare una cappa di ambiguità e di incertezza. Un mese prima, sempre a Milano, un agente di polizia, Antonio Annarumma, era stato ucciso durante violenti scontri con manifestanti dell’estrema sinistra. I suoi funerali erano stati strumentalizzati, fino a diventare un aperto convegno dell’estremismo di destra.

Il 7 dicembre 1970 il ministro degli interni comunica alle Camere che c’era stato un tentativo di colpo di stato. Vi era implicato anche il principe Valerio Borghese, che durante la Repubblica di Salò era stato il comandante dei reparti dell’elite della Xmas. Fu un tentativo maldestro.

Reggio Calabria è scossa da violente agitazioni. Il pretesto è l’assegnazione a Catanzaro della qualifica di capoluogo di regione. Non si tratta di una questione di prestigio ma di stipendi. Per mesi la città rimarrà sconvolta da una guerriglia su cui soffiano le forze di destra. Quattromila agenti dovranno stazionare in permanenza per controllare la situazione. Nel ’71 vengono arrestati nel Veneto il procuratore legale Franco Freda e l’editore Giovanni Ventura: tre anni più tardi verranno incriminati per la strage di piazza Fontana. Freda e Ventura guidavano allora l’estremismo più oltranzista del neofascismo.

Il 24 dicembre 1971 Giovanni Leone diventa il sesto presidente della repubblica. L’elezione avviene solo al ventitreesimo scrutinio. L’elezione del presidente, destinato a non terminare il suo settennato al Quirinale, cade in un periodo di estrema confusione politica. I governi si succedono continuamente, senza riuscire a dare un fermo orientamento al paese. La vita nazionale è immiserita da scandali vergognosi (fondi neri, lockheed). Dopo un breve monocolore, Rumor regge per quattro mesi un effimero governo di centrosinistra, passando quindi la mano a Emilio Colombo, che resterà in carica per 527 giorni. Andreotti forma il suo primo governo monocolore “per I problemi urgenti”, dopo il quale, negatagli la fiducia nel febbraio ’72, si arriva alle elezioni anticipate del 7 maggio. Già da qualche anno si iniziano a manifestare diverse formazioni extraparlamentari di sinistra – lotta continua, avanguardia operaria, potere operaio, la corrente che si raccoglie intorno al Manifesto - caratterizza vivamente la lotta politica. L’impegno della lotta politica non fa notare in un primo momento, l’ambiguo passaggio di piccoli gruppi a un altro tipo di attività. Nel gennaio 1971 tre autocarri erano stati dati alle fiamme sulla pista di Linate. Si trattava di un primo attentato firmato dalle brigate rosse. Il 23 marzo 1973 si tiene a Bologna il primo convegno degli “organismi autonomi”. Il ricorso alla violenza si andava organizzando. Nel 1974 a Napoli prendevano consistenza I nuclei armati proletari: un’altra organizzazione clandestina scendeva in campo. Il 15 marzo 1972 il corpo di un uomo senza vita è trovato sotto un traliccio dell’alta tensione a Segrate. Inizialmente non riconosciuto, viene più tardi identificato come l’editore Giangiacomo Feltrinelli. La sua morte era ufficialmente attribuita al prematuro scoppio di una carica esplosiva che stava applicando al traliccio, ma erano avanzati anche dubbi di un possibile assassinio. La violenza è all’ordine del giorno. Sempre a Milano, il 17 maggio viene ucciso da un killer il commissario Luigi Calabresi, capo dell’ufficio politico della questura.

Un anno dopo, in occasione della cerimonia per lo scoprimento d’un busto in suo onore, un attentatore lancia una bomba tra la folla: ci sono tre morti e una cinquantina di feriti. E’ una terribile sequenza di fatti di sangue e gli italiani hanno modo di inorridire ancora nel 1974 quando il 28 maggio scoppia una bomba in piazza della Loggia a Brescia durante una manifestazione antifascista (otto vittime) e quando il 4 agosto un vagone del treno italicus è sventrato da un’esplosione dolosa (dodici morti). E’ la strategia della tensione che incominciata con la strage di piazza Fontana cinque anni prima, prosegue spietatamente. Il terrorismo non è però una prerogativa italiana anche quando può svolgersi in casa nostra. Dopo che nel 1972 alle olimpiadi di Monaco ci fu il sequestro degli atleti israeliani da parte di un commando palestinese (17 morti all’epilogo), il 17 dicembre 1973 ancora un gruppo di fedain si scatena all’aeroporto di Fiumicino contro un aereo della Pan Am: i passeggeri, una trentina, bruciano nel rogo dell’apparecchio.

Sono in Asia i punti nevralgici del mondo. Sotto la presidenza di Nixon, che nelle elezioni del ’72 aveva ottenuto una trionfante nomina, gli Stati uniti mettono fine alla guerra del Vietnam. I lunghi negoziati alla fine arriveranno in porto.

Gli americani abbandonano un paese che, dal 1961 al 1972, ha conosciuto tutti gli orrori della guerra. Cinquantamila americani e alleati, centocinquanta mila sudvietnmiti, ottocentomila nordvietnamiti e guerriglieri: questi i morti del terribile conflitto. Il Vietnam aveva rappresentato una spina nel cuore per tutto il mondo civile. Per le sinistre, la pace finalmente raggiunta era una vittoria contro l’imperialismo. Nixon non finisce di procurare sorprese. Nel febbraio del ’72 lo troviamo così inaspettatamente a Pechino, a stringere la mano a Mao (e a rendere preoccupati i dirigenti del Cremlino). Poi scoppia il “caso Watergate”, un episodio di spionaggio preelettorale che coinvolge anche il presidente degli Stati uniti, al punto che il 6 agosto 1974 Nixon, minacciato di deferimento alla giustizia, dà le dimissioni.

Questi importanti avvenimenti mondiali non distolgono gli italiani di seguire la cronaca politica di casa loro. Con le elezioni politiche del 7 maggio 1972, in cui la Dc raccoglie il 38,8 per cento dei voti e il Pci il 27,2, si apre una nuova legislatura che vedrà avvicendarsi cinque governi, uno Andreotti, due Rumor e due Moro. L’ultimo è un monocolore destinato a dimettersi dopo le elezioni del giugno 1976.

Sono questi gli anni del braccio di ferro per il divorzio. Infatti nello stesso giorno in cui viene introdotto in Italia il divorzio, il 1 dicembre 1970, si costituisce un comitato nazionale per raccogliere le firme necessarie ad un referendum abrogativo. E il 19 giugno 1971 il comitato è già in grado di presentare non le 500 mila firme richieste, ma un milione e 300 mila. Sarebbe questo per il paese il secondo referendum, dopo quello per scegliere la monarchia o la repubblica. Sono molti a voler evitare il referendum, ma alla fine si terrà. Da parte della propaganda antidivorzista si insiste sul tema dell’unità della famiglia che l’innovazione alla lunga distruggerebbe; sulle sorti dei figli; sui rischi della donna che essendo economicamente più debole, resterebbe abbandonata senza mezzi di sostentamento. Il referendum ha luogo il 12 maggio 1974 e si conclude con un successo divorzista superiore alle previsioni: il 59,3 per cento si esprime contro l’abrogazione della legge e solo il 40,7 a favore. E’ un insuccesso per la Dc, ma specialmente per Fanfani che si era buttato nella lotta con impeto infaticabile.

Il 1973 è l’anno della crisi del petrolio. I paesi arabi produttori hanno visto scendere I loro ricavi a causa dell’erosione del dollaro. Di qui la decisione di cui si è fatto promotore re Feisal d’Arabia, di imporre consistenti rincari. I paesi europei sono quelli maggiormente colpiti dal provvedimento. Fra essi l’Italia si trova in una posizione particolarmente delicata, dovendo importare dall’estero oltre l’ottanta per cento del proprio fabbisogno energetico. L’Italia, inoltre, possiede una fiorente industria di trasformazione e raffinazione dei prodotti petroliferi che la rende particolarmente vulnerabile. Il momento viene considerato dal governo particolarmente drammatico. Assieme ai partner europei studia piani d’emergenza, che a volte assumono forme spettacolari anche se irrilevanti ai fini dell’economia, come il blocco della circolazione stradale nelle giornate festive. Si cercano altre soluzioni. A tale scopo prosegue, nonostante forti opposizioni ambientalisti, lo sviluppo del piano nucleare, che mette quanto prima a disposizione la centrale di Caorso. La crisi del petrolio ci coglie in un momento di acuta tensione. Le economie occidentali sono in piena fase recessiva. Nel corso del ’74 la disoccupazione salirà fin oltre il milione e duecentomila unità, mentre la produzione industriale farà registrare una drastica diminuzione. L’Italia deve ricorrere a massicce iniezioni di dollari e di marchi per sostenere la propria economia. Parte di questo indebitamento servirà a coprire, oltre gli aumenti degli acquisti per I prodotti petroliferi, le perdite delle non poche aziende dissestate che sono state assorbite dalle partecipazioni statali. I prezzi dei prodotti anche di largo consumo tendono ad un forte rialzo, che le autorità cercano di contenere ricorrendo a diverse iniziative, vendite controllate, blocco di alcuni generi, e simili. Con il 1 gennaio 1974 arrivano anche le buste paga “leggere”. E’ scattata infatti la riforma tributaria che ha sostituito un largo numero di imposte con tre soltanto: quella sul reddito delle persone fisiche (che per i dipendenti si traduce appunto in una ritenuta alla fonte), quella sul reddito delle persone giuridiche e quella locale sui redditi. Inoltre l’anno precedente era entrata in funzione l’iva, imposta sul valore aggiunto, che adeguava la nostra normativa a quella della CEE in materia di imposte indirette. Il mercato delle automobili è il primo a risentire della crisi, anche come conseguenza inevitabile del rincaro della benzina. Nel 1976 la lira perde del 12 per cento rispetto il dollaro.

Ai condizionamenti legati alla recessione internazionale e allo shock petrolifero i nostri politici intrapresero delle scelte sociali e economiche che avrebbero causato gravi disagi agli italiani.

Nel 1975 venne firmato l'accordo sul punto unico della contingenza. Questo accordo è stato una vera e propria sciagura in quanto istituì un meccanismo che per la sua stessa forza inerziale avrebbe portato tutte le retribuzioni, nel giro di pochi anni, verso il completo livellamento, verso un egualitarismo poco sensibile alla produttività realizzata dai diversi comparti e dalle diverse aziende. Questo sistema sembrava imporsi grazie alla complicità fra le forze della democrazia cristiana e quelle marxiste, uniti da tendenze assistenziali.

Il secondo effetto del punto unico di contingenza è stato quello di costituire una specie di riparo che rendeva i lavoratori dipendenti poco sensibili all'andamento del ciclo economico. I lavoratori dipendenti ebbero l'impressione che l'inflazione che stava distruggendo il sistema economico non toccasse il loro reddito.

In quegli anni, i consumi restarono sostanzialmente stabili, mentre per affrontare un deficit commerciale che era cresciuto in misura pari al 5% del Pil si sarebbe dovuto attuare una drastica politica fiscale e destinare risorse all'esportazione, sottraendole al consumo. Il punto unico di scala mobile rappresentava appunto una difficoltà oggettiva al contributo dei lavoratori dipendenti al riequilibrio dei conti con l'estero. In queste condizioni l'aggiustamento veniva cercato con politiche monetarie che incidevano soltanto sul livello degli investimenti e con la drastica riduzione dei margini di profitto, il tutto accompagnato da un aumento senza precedenti dell'indebitamento bancario delle imprese. Le rigidità, che impedivano un aggiustamento dei costi e dei prezzi attraverso la modifica dei fattori interni, conduceva inesorabilmente a una spirale di deprezzamento del cambio. Anche quest'ultimo fenomeno, la svalutazione, non era vista con avversione da correnti culturali marxiste, ma soprattutto da taluni gruppi di centro che esercitavano una forte influenza sul sindacato”.

Strettamente connessa al punto unico di contingenza è stata la legge del giugno 1975 che istituiva il duplice collegamento delle pensioni alla dinamica contrattuale del salario e al costo della vita. Questo provvedimento è stato un atto irresponsabile nei confronti delle generazioni future, le quali si troveranno nella condizione di produrre redditi per consumi del passato, e difficilmente disporranno di trattamenti pensionistici paragonabili a quelli del passato. Con quella legge si istituiva un meccanismo automatico di allargamento della massa pensionistica alla quale non rispondeva un equivalente ampliamento della massa contributiva. Una macchina per produrre deficit, e dunque per scaricare sui figli i consumi dei padri. Sostenendo tale politica i sindacati degli anni Settanta ebbero il potere di espellere i lavoratori delle generazioni future dal godimento di quelle protezioni sociali di cui la loro generazione poté fruire.

La concezione mutualistica e l'egualitarismo salariale sono state il frutto di una medesima filosofia: gratuità totale, irresponsabilità del cittadino nel processo di accumulazione del capitale sociale, indifferenza alla produttività del proprio lavoro individuale. In questo processo di deresponsabilizzazione del cittadino italiano ha agito, come si è visto, la cultura marxista, ma anche la cultura dell'assistenzialismo, tipica dei trascorsi governi.

Stava meditando, la guardò negli occhi e riprese nuovamente “una simile struttura del costo del lavoro ha intensificato tra gli imprenditori privati il desiderio di fuga, facendo cadere le aziende, ad una ad una, in mano pubblica. La legislazione degli anni successivi ha aggravato ulteriormente la situazione con la legge sulle finanze locali. Si mise così in piedi un sistema di centri di spese decentrati che non avevano il dovere di indicare i mezzi per far fronte a quelle spese. Questa legge porta un’impronta comunista; il Pci infatti, lucidamente convinto di non poter arrivare al potere centrale, puntò su leggi che gli consentivano di dilatare la spesa dello Stato, ricevendone benefici in termini di consenso popolare senza patire dell'impopolarità derivante dalla ricerca di maggiori entrate.

In quegli anni si compì la costruzione di un sistema di leggi corrotto, che induceva alla cancellazione dei veri vincoli di solidarietà, all'appiattimento delle mansioni e allo sperpero delle risorse. Questa situazione drammatica è stata senza dubbio favorita dal venire meno di un ordine monetario internazionale che imponesse delle regole minime per far parte della Comunità degli Stati ad economia libera. Con la crisi petrolifera viene sconvolto il sistema produttivo italiano, anche perché la classe dirigente che aveva governato il paese non aveva saputo trasferire nel sistema giuridico nazionale quei vincoli esterni che derivavano dalla partecipazione al Fondo Monetario e alla CEE.

In realtà, se non ho capito male, non esisteva una reale contrapposizione tra DC e Pci. I primi a livello nazionale e i secondi a livello locale beneficiavano ampiamente di questo assennato assistenzialismo. Siamo all’inizio del consociativismo di cui tanto si parlo alla fine della prima repubblica.

Lo "Statuto dei Lavoratori" rappresenta la testimonianza maggiore di come fosse ormai attenuata la contrapposizione secca tra la Democrazia Cristiana e satelliti da una parte e sinistra dall'altra, e come si fosse ormai dato inizio ad un sistema consociativo che si manifestò in un insieme di vincoli all'impresa. Furono vincoli che misero una pesante ipoteca sul proseguo dello sviluppo dell’economia italiana. Non è un caso che tra il 1969 e il 1970, in Germania si arriva al pieno impiego e molte imprese stabiliscono di costruire impianti all'estero. Lo fanno dappertutto, in Grecia, in Portogallo, Turchia, tutti paesi governati ancora da regimi più o meno vessatori. Non lo fanno nel Mezzogiorno d'Italia. E a quell'epoca i fenomeni di inquinamento mafioso della società non erano così visibili come oggi: ciò che non ha convinto gli imprenditori tedeschi è stato il timore di essere imbrigliati in una legislazione che non agevolasse lo sviluppo industriale.

Per quanto riguarda la vulnerabilità del capitalismo italiano il problema centrale consiste nel fatto che gli imprenditori italiani non hanno mai avuto il coraggio di affrontare la concorrenza internazionale, proteggendosi dietro le coltri delle commesse statali; Alle richieste dei sindacati hanno sempre elargito a piene mani, per poi rifarsi sui prezzi, assumendo dunque mentalità e comportamenti inflazionistici. Infine, dopo aver ceduto così tanto da vedersi azzerati i margini di profitto e la capacità di autofinanziamento, quegli stessi imprenditori cercano di vendere le aziende al prezzo più alto possibile alla mano pubblica, che soccorre con grande disponibilità, nel timore che l'impatto occupazionale crei problemi elettorali.

Sul versante sociale continuava il disagio giovanile: scuola e occupazione tengono in fermento le nuove generazioni. Si infittiscono le manifestazioni giovanili che esplodono periodicamente nelle grandi città. Inizia tra i giovani il preoccupante fenomeno della droga.. In Italia, in questi anni, la droga non è più di passaggio dai mercanti dell’Oriente ai mercati americani e a quelli del nordatlantico ma si sta diffondendo capillarmente, sino a diventare una piaga allarmante.

La criminalità è in aumento, soprattutto in aumento sono I sequestri di persona. Partita in sordina negli anni ’60 – sembrava inizialmente una triste prerogativa della Sardegna – questa forma di delinquenza esplodeva con gli anni ’70. I nomi di Paul Getty, il nipote del celebre miliardario americano, liberato per due miliardi di lire dopo che gli ere stato reciso un orecchio; di Rossi di Montelera; del piccolo Daniele Alemagna (tre miliardi); di Cristina Mazzotti, l’infelice ragazza uccisa dopo che era già stato pagato più di un miliardo; di Vittorio Gancia, liberato dopo un conflitto, emergono dalle cronache ormai quotidiane. Sapremo più tardi che non pochi di questi sequestri sono state azioni di “autofinanziamento” da parte di gruppi eversivi.

Le Brigate rosse firmano a Genova l’assassinio del procuratore capo della repubblica Francesco Coco; estremisti di destra fulminano poco dopo a Roma un altro magistrato, Vittorio Occorsio.

“Siamo ormai al 1976, le elezioni anticipate cadono tra i due misfatti. La repubblica, a trent’anni dalla sua fondazione, si trova in una via senza uscita: recessione, disordini, criminalità, scandali, disastri ecologici (Seveso è sotto l’incubo della diossina) minano la vita della nazione. E’ in questo periodo che entrano nei discorsi della gente I termini “compromesso storico” ed “eurocomunismo”. Il primo, politicamente giustificato dal golpe di cui era rimasto vittima in Cile il governo di Salvador Allende (11 settembre 1973), era stato definito dal segretario comunista Berlinguer, nel congresso del marzo ’75, come “l’unica adeguata prospettiva per arrivare alla trasformazione democratica del paese”. L’altro, era stato ripreso dallo stesso Berlinguer in un discorso tenuto a Parigi nel 1976. In entrambi era chiaramente espressa la volontà dei comunisti di accedere a responsabilità di governo a fianco delle forze anche cattoliche. Il 20 giugno 1976 gli italiani andavano alle urne. Una maggioranza di voti era polarizzata dalla Dc e dal Pci che registrava un eccezionale balzo in avanti. Si apriva la strada per un governo “della non sfiducia” presieduto da Giulio Andreotti.

Il rapimento di Aldo Moro e la strage della sua scorta, il 16 marzo 1978 in via Fani a Roma, segnano il punto più alto dell’escalation della violenza. Nel contempo, però, questi tragici avvenimenti hanno fornito anche un’isperata dimostrazione di fermezza e di compattezza da parte dell’intero popolo italiano. L’ipotesi di una dissoluzione politica del paese è tramontata in quei cinquantacinque giorni che sono trascorsi dal sequestro del presidente della Democrazia cristiana al ritrovamento del suo corpo crivellato. L’Italia, guardata con preoccupata attenzione e considerata come un tumultuoso laboratorio aperto alle più audaci sperimentazioni sociali, ha rivelato di possedere un maturo senso della democrazia. Il penoso episodio delle forzate dimissioni di Giovanni Leone è superato dall’unanimità popolare che sorreggere il nuovo presidente Sandro Pertini.

Alla fine degli anni ’70 abbiamo assistito ad una situazione in cui lo Stato si è visto costretto a soccorrere e assistere le imprese e a provvedere ad un generalizzato assistenzialismo, ha portato al collasso dei conti pubblici.

Un debito pubblico molto superiore alla media di quello degli altri Stati ad economia avanzata, come è il caso dell'Italia, provoca una forma di schiavitù nei confronti dei paesi europei partner ed in particolare della Germania, che è il membro determinante delle condizioni monetarie dell'Europa. Un aumento dei tassi di interesse tedeschi implica un corrispondente aumento degli interessi che lo Stato italiano paga a chi detiene titoli pubblici. Questo succede per non indurre i risparmiatori italiani ed esteri ad acquistare titoli di Stato francesi e tedeschi, caratterizzati da rendimenti più interessanti. Al maggior onere di bilancio occorre far fronte con maggiori imposte o con minori spese.

Sono bastati l'interconnessione dei mercati finanziari e la liberalizzazione dei movimenti di capitale per cancellare dal nostro ordinamento la visione dirigista. Gli impegni economici e monetari accettati con la firma del Trattato di Maastricht e, precedentemente, con la firma dell'Atto Unico, sono incompatibili con l'idea stessa di programmazione economica. Ad essa si vengono a sostituire la politica dei redditi, la stabilità della moneta e il principio del pareggio di bilancio.

Con il regime imposto dal Sistema Monetario Europeo, il cambio fisso e la libertà dei movimenti di capitale hanno costretto le parti sociali ad adottare politiche di protezione della competitività delle imprese. Le soluzioni proposte sono state le seguenti: restituzione di flessibilità al mercato del lavoro; aggancio delle retribuzioni all'inflazione programmata; revisione dello Statuto dei Lavoratori. Per quanto riguarda le pensioni è stato necessario far capire a tutti che il sistema non è altro che un meccanismo di potere d'acquisto al quale non equivale un reddito presente.

Anche se gli ultimi interventi di politica economica sono stati a volte validi strumenti per migliorare i conti pubblici, la stabilità monetaria e l'equilibrio della bilancia dei pagamenti, essi sono però da interpretare come un'anticipazione di un ritorno al liberismo. E' sicuro che tale "riscoperta" non potrà dare risposte alla piaga della disoccupazione e ai divari tra il Centro-Nord e il Mezzogiorno. La tendenza ad adottare un sistema liberomercantilistico è stata confermata dall'elezione di Silvio Berlusconi a Presidente del Consiglio nel 1994. Berlusconi in campagna elettorale assicurò una diminuzione della pressione fiscale e la creazione di un milione di posti di lavoro, in piena sintonia con la maggioranza degli italiani che chiedevano di conciliare il rispetto degli impegni di Maastricht con il rilancio della produzione e dell'occupazione interna. Il governo Berlusconi del ’94, come del resto quello precedente presieduto da Dini, iniziò a discostarsi dall'europeismo germanizzante dei suoi predecessori seguendo il progetto di un liberismo stile angloamericano. Molti impedimenti però si sono frapposti a questa trasformazione: il più forte alleato di Berlusconi, Alleanza Nazionale, era un partito che allora, per ideologia, si sarebbe opposto a qualsiasi progetto di liberismo puro. Il governo Dini, dati i problemi di equilibri interni e quindi di maggioranza, ha dovuto scendere a compromessi con le forze della sinistra che lo sostenevano, e questo non gli ha consentito uno smembramento del Welfare State.

Con gli ultimi governi della coalizione di centro-sinistra, il modello tedesco è stato ancora di riferimento per buona parte delle politiche economiche e sociali del centrosinistra. L’opposizione però sosteneva che il modello “Germania” non funzionava più: la disoccupazione era a quattro milioni, il costo del lavoro è altissimo e spinge gli imprenditori ad investire fuori dal paese e la Bundesbank, simbolo della potenza economica della Nazione tedesca, ha oggi la missione di suicidarsi per lasciare posto alla costituenda banca centrale europea.

L'esame della fase attuale dell'economia italiana non sarebbe completo senza esaminare un'altra questione, relativa agli assetti di controllo dei grandi gruppi industriali e finanziari e la relativa penetrazione operata dai capitali stranieri. In qualche modo questa previsione di forte invasione straniera è stata confermata dalle recenti privatizzazioni: le varie operazione finanziarie hanno provato che il processo delle privatizzazioni in Italia è stato finora estremamente aperto al capitale straniero.

E' interessante notare che la colonizzazione dell'industria italiana ad opera dei capitali francesi e tedeschi si sia scontrata recentemente con una strategia opposta: quella che aveva dato battaglia per impostare le dismissioni secondo il modello angloamericano: public company, azionariato diffuso, capitalismo popolare.



Nel 1950 con l’inizio della guerra e fredda e più precisamente la guerra di Corea, inizia anche in Italia la psicosi di una nuova guerra.. Il ministro degli esteri Sforza aderisce all’invio di nuove forze americane in Italia. A Roma, un manifesto che annuncia un discorso di Nenni viene sequestrato per ordine del Questore. Il governo smentisce l’esistenza di una lista di quattrocento persone da “mettere fuori combattimento” in caso di emergenza. Tuttavia vengono riesumate le leggi per il sabotaggio in tempo di guerra. La moneta subito risente della spinta inflazionistica; I prezzi hanno un’impennata. Chi ha soldi cerca di mandarli all’estero o l’investe in oro. L’Italia no è estranea alla guerra che si combatte a più di ottomila chilometri.

A causa dell'influenza delle componenti di destra, De Gaspari volle formare un alleanza quadripartita centrista. In questo periodo si videro realizzate le riforme agrarie (legge Sila e legge Stralcio) le quali prevedevano l'espropriazione delle grandi proprietà latifondiste per la costituzione di unita poderali di 10 ettari ciascuno sufficienti al mantenimento di una famiglia di agricoltori.

Si formò pure la Cassa per il Mezzogiorno (1950) che, con opportuni finanziamenti statali, assunse compiti di bonifica, costruzione di infrastrutture, strade, ecc. e che successivamente si estese al settore industriale con il proposito di portare sviluppo nel mezzogiorno. La riforma agraria portò l'uscita dei liberali dal governo, che non erano d'accordo con la riforma. Nelle successive elezioni si vide l'arretramento della Dc a favore dei monarchici e dell'MSI. A questo punto con " l'Operazione Sturzo" si cercò, col consenso di una parte delle gerarchie vaticane, di presentare una lista che, con l'appoggio prestigioso dell'anziano leader, raccogliesse esponenti del clericalismo moderato e di una destra apertamente conservatrice. Il tentativo andò a vuoto e venne proposta la "legge truffa" nel 1953. Questa legge prevedeva l'assegnazione del 65% dei seggi parlamentare, al partito che avesse preso il 50.1% dei voti. Nonostante tutto, per 57000 voti, la Dc non arrivò al premio di maggioranza offerto da questa legge, mentre sia il Pci che i monarchici ottennero splendidi risultati confermando le preoccupazioni di De Gaspari sul futuro dell'alleanza centrista.

Dopo il rifiuto al suo governo, Alcide De Gaspari, nel agosto 1953, si ritira a vita privata; quel governo "monocolore" (composto cioè da soli democristiani) non soddisfava le esigenze italiane della seconda legislatura repubblicana e segnò la fine della sua carriera politica. De Gaspari morirà un anno dopo agosto 1954. Fu quindi un altro democristiano a succedergli, Giuseppe Pella, ma sempre alla guida di un monocolore; questi si trovò ad affrontare la crisi sulla questione di Trieste: la zona B apparteneva sempre alla Jugoslavia, mentre la zona A, appartenente agli Anglo-Americani, doveva essere restituita all'Italia nel 1948, ma così non era avvenuto. Tito minacciò subito ritorsioni nel caso di un eventuale ingresso italiano nella zona A e Pella inviò alcune truppe sulla frontiera di Gorizia. Alla fine, si raggiunse un accordo, poi ratificato nell'ottobre del 1954: l'Italia avrebbe avuto la restituzione della zona A, ma avrebbe definitivamente rinunciato alla zona B. Il governo Pella, però, finì con il cadere, in quanto la forze di centro e quelle di sinistra, guidate rispettivamente da Mario Scelba e Amintore Fanfani, vi si opposero con determinazione.

Dopo un vano tentativo di Fanfani di ottenere la fiducia, fu Scelba a formare il nuovo governo, sulla base di un alleanza Tripartita DC, Psdi, Pli, attribuendo la vicepresidenza a Saragat e cercando di riprendere il disegno degasperiano.Nel dicembre 1954 veniva presentato un piano decennale di sviluppo ed incremento economico, detto "piano Vanoni", dal nome del ministro democristiano Ezio Vanoni: lo Stato s'impegnava a creare 4 milioni di posti di lavoro. Apparso troppo pretenzioso e vincolante agli occhi dei liberali, il piano, benché approvato dal Parlamento, rimase privo di ogni concreta efficacia.

Successivamente, venne eletto presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, grazie ai voti dei comunisti e dei socialisti. Durante il nuovo governo guidato da Segni, si ebbe la firma dei trattati di Roma istituiti dalla CEE e dall'EURATOM: era la fine dell'esperienza centrista italiana. Fu certamente Enrico Mattei la figura più importante del miracolo economico italiano. Riuscì a trovare giacimenti di metano nella Pianura Padana dopo la fine della guerra e decise che l'Italia doveva essere indipendente dai paesi possessori di risorse del sottosuolo, superando così il cartello dei prezzi imposti dalle "Sette sorelle", le grandi compagnie petrolifere anglo-americane, con la formula del Fifty-Fifty, metà e metà.

Cercò risorse in tutta la penisola, riorganizzò l'Agip, comprò e vendette in Russia, Iran e Algeria. Morì in circostanze misteriose, in un incidente aereo nel 1962.

Con le elezioni politiche del maggio 1958 si ha un apertura a sinistra. Essa fu favorita anche dalla morte di Pio VII e l'elezione di Giovanni XXIII, uomo di aperte vedute e non anticomunista come il suo predecessore.

Ci furono forze contrarie a quest'avventura a sinistra sostenute principalmente dai più importanti giornali d'opinione, grandi industriali, la media e grande proprietà terriera allarmati dal fatto che con i socialisti al governo si sarebbe attuata una politica riformatrice.

Fanfani, in questo periodo, venne eletto presidente del Consiglio, accumulando due cariche contemporaneamente poiché egli era già segretario della DC. Con lui i tempi di un'intesa con il PSI apparvero vicini. Gli oppositori interni della Dc lo costrinsero a dimettersi da entrambe le cariche, così il nuovo segretario della Dc venne eletto Aldo Moro, mentre Antonio Segni tornava alla guida del governo.

Con grande capacità di mediazione, Moro, convinse le componenti moderate del partito del mantenimento della Dc con un apertura al PSI per dare una maggiore stabilità politica al governo.

Con il congresso di Firenze della Dc, seguito dalle dimissioni di Segni, sembrò possibile varare un governo tripartito con l'appoggio dei socialisti.

Vinsero però ancora una volta i timori degli ambienti cattolici e delle gerarchie vaticane contrarie ad un'apertura a sinistra favorendo la formazione di un governo di transizione guidato da Tambroni. Egli si dimise poco tempo dopo a causa dell'instabilità del governo, anche se però continuò a governare sotto suggerimento di Gronchi.

Subito dopo si manifestò con violenza l'insoddisfazione della società italiana, particolarmente negli episodi del luglio 1960. In questi giorni infatti, si ebbe una vera e propria sommossa a Genova in cui Tambroni acconsentì alla riunione del congresso dell'MSI. La sommossa si ampliò in altre città del settentrione causando molti danni e provocando la crisi del governo Tambroni e le successive sue dimissioni.

Fanfani tornò nell'agosto dello stesso anno al governo sostenuto dalla Dc, Pdsi, Pri, Pli ma senza l'appoggio dei socialisti.

Nel congresso di Napoli (1962) della Dc, si decise che il partito socialista poteva partecipare al governo. Il primo governo formato con l'appoggio dei socialisti, aveva come primo problema la programmazione economica e alla nota aggiuntiva proposta da La Malfa. Nella nota aggiuntiva si affermava la necessità di partecipazione all'economia da parte del governo tramite "partecipazioni statali" che con la formazione di quel governo (Fanfani) portarono alla nazionalizzazione dell'energia elettrica. Importantissima fu anche l'estensione dell'obbligo scolastico fino all'età di 14 anni.

Dopo le elezioni politiche del 2 giugno 1963, che videro la perdita della Dc a favore dei liberali passati all'opposizione, nel XXXV Congresso del partito socialista, Pietro Nenni e Francesco De Martini, decisero la diretta partecipazione ad un nuovo governo di centro sinistra guidato dal democristiano Aldo Moro. Per la prima volta Dc e socialisti facevano parte di un governo di coalizione.

La Guerra Fredda investiva l'Italia e, senza spezzarne l'unità territoriale, come pure altrove andava accadendo, la divideva politicamente in due schieramenti rigidamente contrapposti.

Comprendere come tale processo si sviluppò sia sul piano internazionale, sia nelle sue ripercussioni interne all'Italia, significa pertanto comprendere le ragioni ed i motivi che ispirarono e spiegarono l'adesione dell'Italia all'Alleanza Atlantica.

Durante il primo semestre del 1947 le tensioni internazionali, latenti almeno dalle ultime fasi della seconda guerra mondiale, esplosero apertamente: mentre i sovietici lamentavano l'interferenza occidentale, gli occidentali combattevano il costituirsi di regimi non conformi alle intese raggiunte durante la conferenza di Yalta sull'avvio dei processi di democratizzazione nell'Europa liberata.

Il tipo di regime che l'influenza sovietica andava instaurando nell'Europa orientale, sia attraverso la presenza di forze militari sul territorio che per mezzo della costituzione di partiti comunisti di obbedienza sovietica, veniva denunciato negli Stati Uniti e nell'Europa occidentale come oppressivo dei fondamentali diritti civili e contrario alle regole di una democrazia fondata sui principi di libertà e di pluralismo politico. Inoltre, le propaggini propagandistiche di tali regimi, rappresentate dai partiti comunisti costituiti in Europa occidentale, anch'essi di obbedienza sovietica, acquistavano un carattere minaccioso.

Tale sensazione era resa più acuta dalla constatazione e dalla scoperta, di quanto debole ed esposta nei confronti di simili minacce fosse l'Europa occidentale. Nell'Europa occidentale vinti e vincitori erano accomunati dalla relativa incapacità di far fronte ai problemi della ricostruzione, consolidando al contempo regimi democratici e stabili. La ricostruzione imponeva sacrifici e programmi che solo autorità politiche forti, in grado di utilizzare abbondanti risorse, avrebbero potuto chiedere ed attuare. Al contrario, le risorse europee apparivano inadeguate e l'autorità dei governi era minata dai dissensi interni tra forze eterogenee. L'Europa occidentale o, meglio, la maggioranza dei gruppi dirigenti unitamente a larghi strati della popolazione, si sentivano indifesi ed esposti di fronte ad una minaccia che, pur avendo una sua netta connotazione, operava tuttavia in modo sotterraneo, corrodendo alla radice le strutture ed esponendo paesi come la Francia, l'Italia e la stessa Germania, alla "conquista" od all'influenza sovietica. In Germania, in particolare, la sfida tra i due blocchi andava tracciando una vera e propria divisione territoriale.

Le risposte occidentali a questa crisi furono esitanti ed imprecise sino a che essa non si rivelò apertamente nei suoi aspetti politici internazionali. Gli Stati Uniti dapprima puntarono prevalentemente sulla forza di dissuasione implicita nella loro potenza militare e finanziaria: una procedura che si rivelò sterile, in quanto politicamente non organizzata ed economicamente affidata a formule che accentuavano il ruolo della potenza dominante, laddove il problema consisteva nella necessità di risanare le situazioni più esposte, ovvero quelle periferiche.

Di tali difficoltà si ebbe piena consapevolezza solo all'inizio del 1947, quando i richiami inglesi relativi all'impossibilità per il governo britannico di continuare a controllare la situazione critica esistente nel Mediterraneo orientale, con particolare riferimento alla Grecia ed alla Turchia, misero in luce l'urgenza del problema, proprio a causa dell'imminenza del ritiro britannico.

Si verificò allora una svolta ed ebbe inizio una fase di intenso impegno organizzativo che procedette lungo due direttive destinate – nei fatti, anche se non sempre nelle intenzioni dei promotori – ad integrarsi gradatamente.

Una direttiva puntò verso formule di intervento economico, intese a favorire la ricostruzione dei meccanismi produttivi e commerciali, così da avviare quel risanamento di fondo e quel processo di ricostruzione economica, la lentezza del quale aveva reso possibili tante inquietudini sociali.

Un'altra direttiva si concentrò su formule d'intervento politico-diplomatico o politico-militare, volte a ricostruire quel clima di sicurezza che era giudicato indispensabile al consolidamento delle istituzioni e dei sistemi politici dell'Europa occidentale.

Lungo la prima linea d'iniziativa si ebbero gli aiuti economici alla Grecia ed alla Turchia, preannunciati dal presidente Truman nel marzo 1947, gli "interim aids" dell'autunno 1947, destinati a provvedere ai finanziamenti più urgenti per l'Europa occidentale e, soprattutto, l'"European Recovery Program", varato dal Segretario di Stato americano, Marshall, in uno storico discorso del 5 giugno 1947 all'Università di Harvard.

L'offerta dell'ERP venne rivolta a tutti i paesi europei e mirava, mediante un approccio globale, a promuovere il risanamento della struttura economica europea ed a rendere questa un interlocutore per la stessa economia statunitense. Il rifiuto di Praga di aderire all'ERP fu il segnale che indicò come tale programma non sarebbe stato accolto dai paesi dell'Europa orientale sottoposti all'influenza sovietica. L'ERP, entrato in funzione nel 1948, venne quindi a costituire il primo grande spartiacque della storia postbellica dell'Europa.

Lungo la seconda linea di azione si ebbero iniziative più graduate nel tempo, ma non meno risolute nell'intenzione. Con la dottrina Truman, del 12 marzo 1947, si manifestò l'interesse vitale degli Stati Uniti per la regione del Mediterraneo orientale e la determinazione del governo degli Stati Uniti d'impedire lo sgretolamento dell'assetto esistente; con il Trattato di Bruxelles del 17 marzo 1948 sulla collaborazione economica, sociale, culturale e di difesa collettiva, si costituì una reale alleanza tra cinque paesi dell'Europa occidentale (la Gran Bretagna, la Francia, i Paesi Bassi, il Belgio e il Lussemburgo).

Tale alleanza appariva allora ancora formalmente destinata a prevenire una ripresa del bellicismo tedesco e tale suo carattere spiegava perché non avesse ricevuto nessun seguito la proposta, inizialmente ventilata, di includere in essa anche un paese ex-nemico, come l'Italia.

Infine, con il Patto Atlantico, firmato a Washington il 4 aprile 1949, si ebbe il completamento di tale attività, grazie alla stipulazione del trattato che doveva costituire il supporto politico-diplomatico di base per la costituzione del sistema difensivo occidentale.

L'evoluzione della situazione europea coinvolgeva l'Italia poiché il paese era direttamente esposto alla crisi generale: sotto l'aspetto economico, a causa del perdurare della carestia, del persistere dell'inflazione e della relativa lentezza della ricostruzione; sotto il profilo internazionale, per il contatto immediato con la "cortina di ferro" che, prima del distacco della Jugoslavia dall'Unione Sovietica, solcava il confine orientale dell'Italia e dopo tale distacco, lasciava tuttavia l'Italia come il paese occidentale più esposto - unitamente alla Germania - ad ipotesi di azioni militari provenienti dall'Europa orientale.

Infine l'Italia era esposta all'aspetto politico della crisi generale, poiché la presenza nella penisola di un partito comunista assai forte e, sino al maggio 1947, inserito nel governo ma manifestamente leale alla solidarietà internazionale nelle sue espressioni affidate alla politica estera dell'Unione Sovietica, costituiva un elemento d'incertezza e preoccupazione. La forza del partito comunista faceva leva su una reale situazione di disagio della vita sociale italiana ma contemporaneamente condizionava la libertà di movimento dei partiti che, alla guida del governo, intendevano procedere, secondo la loro determinazione, a scelte d'ordine politico ed economico più coerenti alle proprie impostazioni.

Tali elementi emersero con palese evidenza durante il 1947 nella rottura della coalizione di governo alla quale, dopo l'aprile 1944, il partito comunista, il partito socialista ed il partito della Democrazia cristiana, avevano dato la maggior consistenza. Alla fine del maggio 1947 Alcide De Gasperi, anche in considerazione del processo di irrigidimento delle relazioni tra le potenze, riuscì a costituire il primo governo del dopoguerra dal quale fossero esclusi gli esponenti dei partiti di sinistra e nel quale la carica di ministro degli Esteri venne affidata al conte Carlo Sforza, da tempo fervido sostenitore della necessità di un rafforzamento dei vincoli dell'Italia con l'Europa occidentale e gli Stati Uniti. Tra le prime decisioni assunte dal nuovo governo, una delle più significative nell'esprimere il corso politico delle forze di governo e la risolutezza dell'impegno nel perseguirlo, fu l'annuncio dell'adesione dell'Italia alla proposta formulata dal generale Marshall.

Il processo d'integrazione nel sistema economico occidentale, se destava l'opposizione di coloro che vi scorgevano un pieno inserimento dell'Italia in meccanismi capitalistici di economia di mercato, era nondimeno largamente condiviso, poiché presentava vantaggi di evidenza innegabile e poiché esso non costituiva altro che la restaurazione di quelle tradizionali forme di interdipendenza internazionale che il fascismo aveva turbato. Era dunque un sentire diffuso nella maggioranza della pubblica opinione che, con l'adesione al piano Marshall, l'Italia avesse operato una scelta conforme alla sua tradizione politica ed alla storia del suo sviluppo economico.

Più complesso e sofferto fu il processo di adesione dell'Italia all'Alleanza Atlantica.

Una partecipazione che non fu né scontata né semplice, per gli stessi futuri alleati dell'Italia. Infatti, la decisione di estendere anche al governo italiano l'invito a sottoscrivere il trattato costitutivo dell'Alleanza fu a sua volta il risultato di un complesso negoziato che vide esitazioni da parte di numerose potenze europee.

Il ricordo della seconda guerra mondiale era ancora troppo recente per rimuovere tutte le diffidenze di alcuni; per altri la maggiore preoccupazione era data dalla presenza nel sistema politico italiano di un agguerrito partito comunista; altri ancora obiettavano circa la dispersione geografica verso un'area che aveva problemi particolari, come quelli del Mediterraneo, ma che non poteva essere considerata regione atlantica in senso stretto.

Dalle discussioni avviate sin dalla primavera del 1948 e dalle prime intese diplomatiche, risalenti al settembre dello stesso anno, l'Italia rimase pertanto esclusa. Fu solo l'8marzo del 1949, a conclusione di un lungo periodo di trattative caratterizzate dall'azione politico-diplomatica italiana e dalle convergenti pressioni francesi e statunitensi, che le perplessità circa l'adesione italiana all'Alleanza Atlantica vennero chiarite e superate e che l'Italia fu formalmente portata a conoscenza da parte del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti del contenuto dei negoziati sino allora svoltisi. Infine, il 17 marzo del 1949, il governo italiano ricevette l'invito ufficiale ad aderire al trattato.

Il ritardo di tale invito ufficiale e le esitazioni di alcune potenze non impedirono, peraltro, che la questione fosse posta in termini ufficiosi. Ciò rese possibile l'avvio di un serrato dibattito, che si svolse su due piani, l'uno strettamente legato all'altro: il piano principalmente diplomatico e quello delle deliberazioni dei partiti, i cui rappresentanti sarebbero poi stati chiamati a sostenere o combattere con il proprio voto le decisioni alle quali il governo sarebbe pervenuto.

Un dibattito politico che in Italia fu vissuto in modo tormentato ed, a tratti, drammatico. Infatti, quando presero avvio i negoziati per la formazione dell'Alleanza Atlantica ed allorquando si pose concretamente il problema della partecipazione italiana, agli elementi propri delle diverse forze politiche italiane se ne sovrappose uno ulteriore ed irrazionale, legato alla esperienza della recente guerra ed influente su diversi settori del mondo politico italiano: la riluttanza a considerare che una scelta di campo nello scacchiere internazionale dovesse avvenire attraverso la partecipazione ad un meccanismo difensivo, destinato a qualificarsi, oltre che sul piano politico, anche su quello militare.

Tale elemento contribuì ad imprimere alla scelta italiana di aderire al Patto Atlantico il carattere di una decisione vitale, quasi di definitiva scelta di civiltà. Ma, se non v'è dubbio che tale scelta era destinata a rappresentare la principale decisione di politica estera assunta dall'Italia nel secondo dopoguerra, il fatto che attorno ad essa finissero per convergere motivazioni che non risultavano necessariamente legate al dato puro e semplice della opzione per uno schieramento internazionale, faceva sì che la scelta stessa diventasse quasi il simbolo, il pretesto o l'occasione, per esprimere orientamenti di fondo relativi alla natura da attribuire o da rifiutare, ai fini dello sviluppo della democrazia in Italia.

Sul piano diplomatico l'appartenenza dell'Italia al sistema occidentale era fuori discussione dal 1947. Dopo l'adesione al Piano Marshall ed in tale quadro, apparve scontato che - dato anche l'accentuarsi della contrapposizione interna tra la maggioranza centrista (composta dalla Democrazia cristiana, dai socialdemocratici, dai repubblicani e dai liberali) e la minoranza socialcomunista - l'Italia dovesse far parte anche ad altre forme di organizzazione, diverse da quella di natura economica.

L'adesione al Patto Atlantico, tuttavia, pose problemi più complessi. La questione, difatti, suscitava reazioni emotive tali da incrinare in parte la stessa omogeneità delle forze di maggioranza e richiedeva pertanto una particolare cautela.

Le memorie dell'Ambasciatore a Washington, Alberto Tarchiani, rivelano come il governo italiano fosse a conoscenza, già dal settembre 1948, del desiderio degli Stati Uniti che l'Italia fosse associata alla costituenda Alleanza. In seno al governo, il ministro degli Esteri, conte Carlo Sforza, assecondato in questo dalla maggioranza del corpo diplomatico ed in particolare dagli ambasciatori accreditati presso le capitali occidentali, condivideva tale auspicio, indicando il rischio per l'Italia di un isolamento in posizione di debolezza. L'ipotesi, caldeggiata da alcune forze politiche, secondo la quale l'Italia, senza mutare la sua scelta di appartenenza al sistema occidentale, avrebbe dovuto mantenere una posizione di neutralità, appariva semplicistica ed inconsistente. Tuttavia, il conte Sforza era consapevole di come certe sensibilità non potessero essere superate troppo bruscamente, tanto più che esse trovavano un sensibile osservatore nello stesso De Gasperi, il quale era assai più di Sforza esposto agli umori dei partiti.

Tali considerazioni offrono una chiave di lettura all'azione politico-diplomatica che caratterizzò il governo italiano in occasione degli incontri con i rappresentanti dei governi occidentali che ebbero luogo durante la seconda metà del 1948. De Gasperi avvertiva come la pesante eredità del recente trattato di pace, imponendo rinunce molto sofferte, sia per quanto riguardava il territorio metropolitano che per le regioni già governate colonialmente dall'Italia, avesse lasciato come strascico un sentimento di avversione verso talune potenze occidentali. Le severe limitazioni agli armamenti, inoltre, condizionavano il contributo ed il ruolo che l'Italia avrebbe potuto svolgere in ambito internazionale. Da ciò conseguì la cautela a non assumere precocemente ed apertamente decisioni troppo nette e che non fossero sufficientemente maturate nell'opinione pubblica. Prudenza che si legava, inoltre, alla speranza di poter condizionare l'eventuale partecipazione italiana all'Alleanza ad alcune concessioni capaci di rendere tale ipotesi più evidentemente vantaggiosa, col risultato di smussare almeno una parte dell'ostilità che essa avrebbe verosimilmente incontrato presso alcuni strati della pubblica opinione e del mondo politico. Vi fu, in sostanza, la speranza di poter negoziare la partecipazione italiana e l'auspicio che le maggiori potenze dell'Alleanza fossero disponibili a valutare le esigenze del governo italiano. In particolare De Gasperi e Sforza pensarono di poter affermare il principio della revisione del trattato di pace, mirarono alla possibilità di ottenere una decisione più favorevole alle aspirazioni italiane del tempo in materia coloniale (il trattato di pace aveva difatti demandato alle Nazioni Unite il compito di determinare il futuro assetto politico dei territori coloniali già appartenenti all'Italia dall'epoca pre-fascista); e tentarono di affrettare l'applicazione della dichiarazione tripartita del 20 marzo 1948 relativa al Territorio Libero di Trieste.

È indubbio che un successo su tale terreno ed in particolare sulla questione di Trieste, che suscitava reazioni emotive assai vivaci nell'opinione pubblica del tempo, avrebbe agevolato la coagulazione del consenso verso le determinazioni che il governo italiano si accingeva a prendere. Tuttavia, la speranza di negoziare espressa nell'azione politico-diplomatica del secondo semestre 1948, se in parte risultava suggerita dal proposito di dilazionare la decisione circa l'adesione all'Alleanza al fine di poter meglio predisporre i partiti politici ed il paese alla sua assunzione, appariva d'altra parte basata sul presupposto che doveva rivelarsi infondato, che esistesse presso gli interlocutori occidentali una disponibilità a tale negoziato.

Sul piano diplomatico, pertanto, attraverso la visita del segretario di Stato degli Stati Uniti a Roma (18 e 19 ottobre 1948), il viaggio di De Gasperi a Bruxelles ed a Parigi (metà novembre 1948), il viaggio a Washington del capo di Stato Maggiore, generale Marras, (prima metà del dicembre 1948) e l'incontro a Cannes tra il ministro degli Esteri italiano, Sforza ed il collega francese, Schuman (20 e 21 dicembre 1948), il governo italiano ebbe il quadro della situazione.

Negli ultimi giorni del 1948 e nei primi del 1949, De Gasperi ebbe diversi colloqui chiarificatori con i responsabili dei partiti politici italiani ed, in particolare, con Saragat, il quale si era persuaso dell'impossibilità di perseguire un programma neutralistico e doveva assumersi il difficile compito di pilotare il partito socialista democratico italiano verso una decisione favorevole all'Alleanza.

Infine, nella prima settimana del gennaio 1949, il governo italiano fu nelle condizioni di elaborare quelle istruzioni che - inquadrando l'adesione all'Alleanza nell'ambito di uno schema concettuale più vasto ed ambizioso, che pensava all'Alleanza come momento del processo di unificazione europea - davano all'ambasciatore Tarchiani mandato di manifestare formalmente il desiderio italiano di essere associati al Patto in corso di elaborazione. Un passo, questo, dal quale sarebbero scaturite le successive decisioni della diplomazia alleata.

L'impossibilità di trarre vantaggio da eventuali successi negoziali direttamente collegati all'adesione italiana al Patto atlantico rendeva, sul piano dell'acquisizione del consenso, più delicato il dibattito tra le forze politiche, poiché lo concentrava tutto su due aspetti caratterizzanti l'Alleanza, ovvero sul suo carattere di sanzione conclusiva dell'appartenenza dell'Italia al sistema occidentale e sul relativo impegno, che coinvolgeva anche aspetti relativi alla difesa e pertanto militari.

Tale processo politico interno avvenne tra l'inizio dell'autunno 1948 e l'estate del 1949. Esso fu contrassegnato da un duro confronto svoltosi sulla stampa e nel paese ed intervallato da alcuni dibattiti parlamentari che costituirono, di quel processo, i momenti di svolta salienti.

Un primo dibattito si ebbe tra la fine di settembre e gli inizi di ottobre del 1948 e non ebbe in discussione la progettata Alleanza, ma la politica estera del governo in generale. Tuttavia, l'affiorare del tema apparve evidente e l'accentuarsi della posizione filo-occidentale del governo fornì l'occasione per un primo scontro con le opposizioni, sia di destra che di sinistra.

Un secondo e più impegnativo momento di scontro ebbe luogo tra la fine del mese di novembre e gli inizi di dicembre, in seguito alla presentazione, da parte dell'on. Nenni, di una mozione di condanna della politica estera del governo, imperniata sulla denuncia della volontà di "impegnare il paese nel blocco militare delle potenze occidentali, liquidando la legittima istanza di una politica di neutralità".

Emerse dunque subito in primo piano la tematica che avrebbe dominato le discussioni successive, senza tuttavia che il governo fosse nelle condizioni di esporsi in maniera aperta ed univoca, poiché il chiarimento interno ai partiti della maggioranza era ancora lungi dall'essersi concluso. Pertanto, sia De Gasperi che il conte Sforza, sottolinearono prevalentemente l'argomento che collegava il destino dell'Italia al destino dell'Europa occidentale, dalla quale, diceva Sforza, era impossibile appartarsi in un isolamento "non solo privo di ogni garanzia, ma anche capace di escluderci dalle grandi correnti di produzione e di scambio". Argomentazioni che contrapponevano la volontà dell'Occidente di costruire pacificamente il proprio benessere in modo unitario, alla politica aggressiva dell'Unione Sovietica, la cui allarmante e massiccia presenza militare nell'Europa orientale era fonte di gravi preoccupazioni.

I momenti risolutivi di tale processo parlamentare si ebbero, tuttavia, durante il 1949. Allorquando il governo italiano ricevette l'invito formale ad aderire al Patto atlantico, De Gasperi giudicò opportuno, considerata la rilevanza della decisione che stava per essere presa, chiedere l'autorizzazione del Parlamento a partecipare all'ultima fase dei negoziati ed a sottoscrivere lo strumento diplomatico che ne sarebbe derivato. Nel far ciò il presidente del Consiglio andò oltre gli obblighi impostigli dal dettato costituzionale in materia di ratifica dei trattati internazionali, ma fu mosso dalla consapevolezza della grande rilevanza politica di tale scelta e dalla volontà di prevenire le reazioni dei partiti ostili all'Alleanza al fine di poter sottoscrivere il Patto con la sicurezza di un adeguato appoggio parlamentare. Ciò che De Gasperi chiese era un voto di fiducia preliminare, che lo avrebbe posto al riparo dagli oppositori del Patto ed, al contempo, permesso di superare le ultime perplessità interne ai partiti della maggioranza.

La sera dell'11 marzo 1949 De Gasperi pronunciò alle Camere un discorso nel quale era offerto al Parlamento uno sguardo d'assieme sugli impegni che il governo si accingeva ad assumere. De Gasperi sottolineò la compatibilità del Patto con la Carta delle Nazioni Unite, chiarì come esso istituisse un vincolo di mutua assistenza tra i suoi membri, ma un vincolo di carattere puramente difensivo, sottolineò l'assenza di oneri finanziari e mise in evidenza il carattere non automatico degli impegni che si intendeva assumere, tali che la competenza del Parlamento italiano ne sarebbe stata salvaguardata.

La Camera dei Deputati discusse le dichiarazioni del governo - che aveva approvato all'unanimità la relazione di De Gasperi - dal 12 al 18 marzo e le approvò con una maggioranza di 342 voti contro 170 voti d'opposizione e 19 astensioni. Immediatamente successiva fu la discussione ed il relativo voto del Senato, che approvò la fiducia al governo con 188 voti favorevoli, 112 contrari e 8 astensioni.

Forte del risultato ottenuto con tali votazioni, il governo di De Gasperi portò a termine le ultime fasi del negoziato, siglò il trattato e superò il successivo dibattito parlamentare di ratifica.

Quest'ultimo, sebbene fu contrassegnato da una notevole asprezza di toni e di atteggiamenti, rappresentò tuttavia solo un elemento formalmente conclusivo di un processo la cui fase realmente risolutiva era stata esaurita tra i mesi di marzo (con il dibattito sull'autorizzazione) e di aprile (con la firma del trattato).

Il dibattito sulla ratifica ebbe luogo dal 14 al 20 luglio presso la Camera dei Deputati e si concluse con il voto favorevole di 323 deputati appartenenti alla Democrazia cristiana ed ai partiti socialdemocratico, liberale e repubblicano; quello contrario di 160 deputati del partito comunista, del partito socialista italiano e del Movimento sociale italiano ed 8 astensioni. Il 30 luglio si ebbe la ratifica del Senato della Repubblica, con 175 voti favorevoli, 81 contrari ed una astensione.

Le votazioni che assicurarono al governo un così largo successo giunsero peraltro al termine di un complesso processo di elaborazione politica, nel corso del quale fu possibile superare le diffuse incertezze di una parte della Democrazia cristiana e del partito socialdemocratico e tracciare anche in Italia una distinzione tra le forze favorevoli all'integrazione atlantica e quelle ostili. Le particolari circostanze in cui tale formula d'integrazione politico-diplomatica, destinata a diventare poi integrazione militare, si prospettò in Italia, dettero origine ad un dibattito nel paese dal quale emersero sostanzialmente tre diverse posizioni politiche: la posizione della Democrazia Cristiana; quella dei partiti minori della coalizione di governo; quella dei partiti di sinistra. Tuttavia, ciascuna di queste posizioni rivelava al suo interno elementi di differenziazione, il superamento dei quali ebbe, almeno nel caso dei partiti della maggioranza di governo centrista, un rilievo nel dibattito.

Pilastro della coalizione di governo ed atlantica, per la Democrazia Cristiana la decisione di aderire all'Alleanza veniva a coincidere con le scelte e le responsabilità politiche di partito egemone che le elezioni del 18 aprile 1948 avevano sanzionato.

Nel partito democratico cristiano era in atto una profonda riflessione circa gli indirizzi ed il futuro da imprimere alla vita politica del paese. Il carattere interclassista e la composizione pluralistica del partito, facevano sì che tale dibattito politico riguardasse problemi di fondo rispetto ai quali le scelte di politica internazionale non potevano non apparire strettamente collegate.

Per la sinistra del partito, una forza costituita da diversi gruppi minori, ma dominata dalla figura di Giuseppe Dossetti - "leader" della corrente che prendeva il nome dal giornale "Cronache sociali" - la grande vittoria elettorale doveva costituire il preludio di una politica economico-sociale di riforme avanzate: il cosiddetto "terzo tempo" sociale, a rendere possibile il quale si riteneva necessaria una politica che sapesse cogliere gli elementi unificanti dello scenario politico italiano.

Alla scelta di aderire all'Alleanza Atlantica, Dossetti, pertanto, contrappose soluzioni di neutralità, giudicando che queste avrebbero agevolato una ricostruzione del dialogo politico con le sinistre, evitando una frattura troppo netta nello scenario politico italiano e, su quello internazionale, l'irrigidimento dei blocchi.

Tali valutazioni venivano ad avvicinarsi alle posizioni neutraliste suggerite anche dalla sinistra socialdemocratica. Esse, tuttavia, non tenevano realisticamente conto della contrapposizione esistente nello scenario internazionale, che si andava caratterizzando anche per la connotazione militare derivante dalla minacciosa presenza degli eserciti sovietici nei paesi dell'Europa orientale. Tale contrapposizione, inoltre, si riverberava inevitabilmente nello scenario politico italiano, a causa degli stretti collegamenti del partito comunista con l'Unione Sovietica.

Le tesi di Dossetti furono espresse e discusse principalmente durante la fase preparatoria delle decisioni del partito, che avvenne nel tardo autunno del 1948. A tali tesi De Gasperi rispose guidando ed associando la maggioranza del partito democratico cristiano verso una linea politica che coronava con l'adesione al Patto Atlantico un indirizzo perseguito dagli anni del secondo conflitto mondiale. Sin dal momento della costituzione del partito democratico cristiano, tra il 1942 ed il 1943, De Gasperi enunciò il proprio convincimento relativo alla necessità che la ricostruzione dell'Italia dovesse indirizzarsi anche nel senso del ritrovamento dei necessari legami con il sistema internazionale ed, in particolare, con gli Stati Uniti.

Tali intendimenti non trovarono espressione solo da parte del leader indiscusso della Democrazia Cristiana, ma furono condivisi e sostenuti dagli esponenti di centro e della tradizione moderata del cattolicesimo.

La visione di De Gasperi circa il ruolo ed i compiti del partito nella società italiana era quella che guardava ad una ricostruzione realisticamente conscia delle condizioni e delle possibilità del paese e corretta da una prudente ma ferma vocazione riformistica.

Problema centrale appariva quello del consolidamento delle istituzioni democratiche e la necessità di perseguire una stabilizzazione interna, al fine di superare le tensioni post-belliche ed avviare la ricostruzione economica. Stabilizzazione che, secondo De Gasperi, richiedeva anche un chiarimento dei ruoli, delle responsabilità e degli obiettivi, delle singole forze politiche.

Sul piano interno, pertanto, De Gasperi ricercò sempre la collaborazione delle forze che apparivano più omogenee alla concezione democratica d'intendere i problemi del paese ed è con tale metodo che dette vita alla coalizione centrista dopo il successo democristiano alle elezioni del 18 aprile 1948.

Ed è soprattutto in tale ottica che De Gasperi intese la partecipazione al Patto Atlantico, ovvero come un contributo al chiarimento ed alla stabilità, che collocava nettamente l'Italia nella comunità di paesi, principi e valori, democratici ed occidentali ed, al contempo, arricchiva il partito maggiore della coalizione governativa ed il governo tutto, della forza di un potente ancoraggio internazionale.

I due processi, quello della stabilizzazione interna ed internazionale, procedevano pertanto parallelamente, col risultato che il contributo recato dalla scelta italiana alla stabilità del sistema europeo trovava riscontro - secondo la visione di De Gasperi - in un contributo dato dagli alleati internazionali ed in particolare dagli Stati Uniti, al consolidamento del sistema interno italiano quale si era configurato dopo le elezioni del 1948.

Sul finire dell'anno gli organi del partito democristiano furono chiamati ad affrontare tali problemi in dibattiti animati ma non laceranti. A favorire il superamento di alcune esitazioni ebbero verosimilmente una certa influenza anche l'aperta presa di posizione di Papa Pio XII e le sue severe riserve sul pacifismo oltranzista.

Nonostante le critiche di Gronchi, Del Bo, Dossetti ed altri, nei dibattiti di partito che precedettero le votazioni parlamentari la forza e le idee di De Gasperi prevalsero e la sua visione politica fu adottata in maniera abbastanza agevole.

I partiti minori della coalizione centrista, i liberali, i repubblicani ed i socialdemocratici, erano in maggioranza profondamente persuasi della necessità dell'adesione italiana all'Alleanza dei paesi occidentali. Tale convincimento trovò concreta espressione nell'azione di uno dei personaggi che più risolutamente li rappresentò nel governo, il ministro degli Esteri Carlo Sforza.

Le motivazioni dell'atlantismo di tali partiti possono essere ricondotte alla visione storica della loro concezione dello sviluppo della società italiana. Questa si fondava sul convincimento, di derivazione nettamente risorgimentale, soprattutto nel suo aspetto internazionalistico, che fosse necessario per l'Italia mantenere i suoi naturali legami, rapporti politici ed analogie istituzionali, con i sistemi politici dell'Europa occidentale. L'Italia, pertanto, doveva ritrovare pienamente la sua collocazione nella società democratica dell'Occidente europeo.

L'Italia era nata nell'Ottocento proprio quando essa aveva saputo collegarsi alle forze più vive dell'Europa ed, in tal senso, il richiamo alla tradizione di Cavour rappresentava una delle costanti nelle argomentazioni di questa parte politica. Rinnovando e rafforzando tali vincoli internazionali l'Italia avrebbe, pertanto, potuto trarre gli elementi per una piena ripresa ed un giusto progresso nella democrazia.

Tuttavia, nel momento in cui tali concezioni toccavano il problema della scelta degli strumenti adatti a promuovere la linea politica così auspicata, emergevano talune divergenze.

Finché l'integrazione nell'Occidente europeo aveva assunto il carattere dell'integrazione economica o quello dell'omogeneità delle forme istituzionali pluralistiche, una piena intesa verso tale linea era stata l'espressione spontanea di tutti i partiti minori. Nel momento in cui tale processo si estese ai caratteri di alleanza difensiva, affiorarono allora, particolarmente nelle file del partito socialdemocratico, alcuni dubbi circa l'opportunità di una scelta destinata a concludersi in forme di integrazione anche militare.

Il chiarimento di tali dubbi fu alquanto agevole per coloro che diagnosticavano una situazione di pericolo dovuta all'urgenza della pressione esterna dell'Unione Sovietica o dal grado di minacciosità per la saldezza del sistema democratico, costituito dalla presenza in Italia di un forte ed aggressivo partito comunista.

Il superamento delle stesse perplessità si rivelò, invece, difficile per quegli esponenti del partito socialdemocratico che, senza smentire la propria fede nelle istituzioni democratiche e nel metodo della libertà come condizione per l'affermarsi delle loro stesse idee, trovarono impossibile conciliare l'idea di partecipazione ad un'alleanza militare con le basi teoriche del pacifismo internazionalista della socialdemocrazia. Ciò apparve ancor più problematico allorquando questi considerarono come dalla partecipazione dell'Italia all'Alleanza Atlantica sarebbe derivato un ulteriore approfondimento dei dissensi interni tra i partiti della classe operaia. Essi propugnarono pertanto una politica di disimpegno dalle alleanze, nella prospettiva dell'acquisto di un ruolo di terza forza intermediaria che, a lunga scadenza, veniva ritenuta utile per lo stesso Occidente.

Conciliare tali divergenti opinioni con le esigenze derivanti dalla partecipazione al governo di coalizione e con le diagnosi di un imminente pericolo per le istituzioni democratiche non fu impresa agevole. Compierla fu il merito di Giuseppe Saragat, che fondò il partito e ne costituì la figura politicamente più influente. Egli incontrò non poche difficoltà e rischiò persino l'insuccesso, al quale rimediò, in ultimo, sovrapponendo la volontà del gruppo parlamentare a quella più intransigente degli organi di partito.

Tuttavia, la considerazione che tali contrarietà non fossero portate alle estreme conseguenze, ovvero sino alla minaccia di scissione, testimoniava la fondatezza che, anche in queste file del partito, veniva riconosciuta alle valutazioni più allarmate circa la minaccia sovietica ed i suoi collegamenti con il partito comunista.

Il terreno sul quale Saragat riuscì a compiere la sua difficile operazione politica fu duplice: da un lato egli sottolineò come il governo dovesse scegliere tra i benefici dell'appartenenza ad un sistema di sicurezza collettiva sostenuto dagli Stati Uniti ed un isolamento, la rispondenza del quale agli interessi reali dell'Italia era dubbia; dall'altro egli sostenne la necessità di subordinare i motivi di perplessità ad una visione europea del problema.

La solidarietà che si andava costruendo sul piano difensivo venne quindi considerata da Saragat anche come passo verso la federazione europea. Tuttavia, la federazione europea non poteva esser più concepita come elemento terzo di mediazione e distensione tra l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti ma doveva essere intesa come necessariamente legata, per le sue esigenze difensive, agli Stati Uniti d'America. Secondo questa visione, coerente a tutta l'azione politica compiuta da Saragat, la necessità di difendere le istituzioni e la libertà politica, dominava ogni altra esigenza e serviva da quadro di riferimento per le scelte strategicamente meno fondamentali. Formule, queste, destinate a diventare un patrimonio comune dei partiti minori e, dopo la fase critica del dibattito, destinate a diffondersi come un presupposto non discusso del sistema politico italiano. Assunto, infatti, come dato esterno non modificabile lo scenario della Guerra Fredda, le formule per la difesa del sistema politico italiano da ipotesi di trasformazioni analoghe a quelle in corso nell'Europa orientale su modello sovietico, divennero un criterio guida di spiccata evidenza.

Dissipate le incertezze e le esitazioni interne e raggiunta una larga maggioranza a favore dell'adesione al Patto Atlantico, questa fu chiamata a fronteggiare una dura battaglia delle forze di opposizione che vide i socialisti ed i comunisti schierati su posizioni convergenti ma non eguali.

I comunisti erano consapevoli di non essere in grado di riassumere a breve il potere in Italia, a meno del verificarsi di eventi destabilizzanti: eventi che l'Alleanza Atlantica intendeva prevenire. Essi perciò si prepararono a svolgere un'azione politica di lungo periodo che all'inizio si caratterizzò per la contrapposizione frontale nei confronti della Democrazia Cristiana. La scelta atlantica apparve loro come il suggello di un'azione calcolatamente voluta per emarginare il Partito Comunista, ponendolo in una condizione d'impotenza.

Tale considerazione spinse quasi fatalmente il Partito Comunista ad esaltare i suoi particolari vincoli di solidarietà internazionale con l'Unione Sovietica. La nascente Alleanza venne considerata come la organizzazione di tutte le forze ostili all'avanzata del socialismo, quale appariva allora inverato nell'esperienza sovietica e, pertanto, come ad una coalizione contro la quale si potesse soltanto avviare una completa e tenace lotta frontale.

Più difficile e complessa fu la posizione del Partito Socialista Italiano, nel quale la scissione del 1947 non chiarì completamente il dilemma tra una spinta verso l'unità di classe ed il relativo prevalere di alleanze parallele ed unità d'azione con il PCI e, d'altra parte, le esigenze che ricercavano una direzione ed una elaborazione politica più autonoma.

Sin dal periodo immediatamente successivo alla caduta del fascismo, il Partito Socialista rigettò la logica della subordinazione dell'Italia alle esigenze dettate dalla realtà internazionale. Da tale atteggiamento derivò implicitamente il rifiuto di vedere l'Italia subordinata a possibili contrapposizioni tra Stati che, qualora si fossero verificate, avrebbero precluso ogni possibilità di elaborazione di un autonoma politica estera di impronta socialista, per dare spazio invece alle linee d'azione dettate dalle alleanze internazionali cui le forze politiche italiane avrebbero fatto riferimento.

Tale concezione risultò per certi aspetti sostanzialmente parallela a quella minoritaria espressa nella Democrazia Cristiana, che intendeva allontanare il momento delle scelte internazionali per salvaguardare le ipotesi di alleanza interna. Inoltre, qualora le tesi della minoranza democristiana fossero divenute maggioritarie nel partito, inevitabilmente l'interlocutore esterno per la politica riformistica propugnata da tale ala della DC sarebbe stato il Partito Socialista.

Per il Partito Socialista, pertanto, la scelta degasperiana di adesione al Patto Atlantico veniva a precludere sia la possibilità immediata di una ripresa del contatto politico con la Democrazia Cristiana, sia la strategia generale della politica interna ed internazionale dei socialisti.

Nel momento storico in cui le forze politiche italiane si accingevano ad affrontare la logica del sistema internazionale - la maggioranza di esse partecipando ad un'alleanza che lo doveva stabilizzare, talune altre scegliendo di prepararsi ad un lungo periodo di opposizione - i socialisti sentirono invece il bisogno di salvaguardare l'individualità della loro posizione politica, affermando in modo risoluto la necessità di respingere il dettato imposto dalla Guerra Fredda ed identificandosi in una politica di neutralità.

Tale visione politica, inoltre, si combinava con le esigenze immediate del dibattito politico e con l'opportunità di mantenere stretti legami con il Partito Comunista, secondo una valutazione strategica del patto d'unità d'azione che legava le due forze politiche. Ciò generò una certa ambiguità di prese di posizione, dalle quali tuttavia emerse un impegno dei socialisti volto ad individuare una linea politica propria, centrata sul concetto di neutralità, sull'affermazione di una politica di distensione interna ed internazionale, sul rifiuto dell'ipotesi d'imminenti aggressioni, sull'impegno a combattere per la difesa del paese in caso di pericolo. In quest'ultimo aspetto, la differenziazione del Partito Socialista dalle posizioni del PC risultò con particolare evidenza allorquando l'on. Nenni dichiarò che "Chiunque fosse l'aggressore sarebbe il nemico del nostro popolo ".

La difesa della neutralità apparve, quindi, ai socialisti come l'unica soluzione perseguibile per difendere al contempo gli interessi nazionali e quelli del socialismo. Il rifiuto di piegarsi alla realtà di una situazione internazionale caratterizzò dunque la posizione del Partito Socialista ma ne costituì, altresì, la sua debolezza. Tale rifiuto, infatti, fu fondato sul presupposto che fosse possibile sottrarre l'Italia ai condizionamenti internazionali, proprio mentre tutte le forze politiche interne ed esterne al paese muovevano nella direzione opposta; ovvero, nel momento in cui si ravvisava la necessità di un chiarimento profondo delle rispettive posizioni e tutti i partiti politici nazionali, o quasi tutti, operavano tale chiarimento attraverso un interno travaglio e facevano del dato esterno un momento costruttivo delle rispettive posizioni politiche.

In tal senso la linea politica adottata dal Partito Socialista si rivelò improduttiva per l'avvenire prossimo. Essa, tuttavia, conservò dei caratteri che, anni dopo, in un quadro internazionale ed interno più evoluto, avrebbero favorito la ripresa di un dialogo più disteso con le forze politiche di centro.

Dal confronto, a tratti teso e lacerante, tra tali divergenti posizioni, prevalse infine con vigore la tesi favorevole alla partecipazione dell'Italia all'Alleanza Atlantica. I suoi protagonisti ne ricevettero lo slancio e la sicurezza necessari per proseguire nella loro politica di stabilizzazione interna.

Attutitosi il clamore dello scontro parlamentare, le forze politiche poterono constatare come l'Alleanza rappresentasse e favorisse un progetto di stabilizzazione dello scenario internazionale, che avviava il superamento delle tensioni più di quanto non aprisse conflitti nuovi.

Tale stabilizzazione si riverberò sul piano interno, creando il terreno per il futuro incontro tra forze politiche che allora non avrebbero certo pensato alla possibilità di simili remoti sviluppi.

Il valore della scelta compiuta è oggi divenuto patrimonio comune anche di quelle forze politiche che, allora ostili all'adesione dell'Italia all'Alleanza Atlantica, hanno poi assunto responsabilità di governo sulla base di quei principi e di quelle regole democratiche che costituiscono il tessuto connettivo della comunità atlantica. Principi per la cui salvaguardia le libere nazioni dell'Occidente si riunirono a Washington il 4 aprile del 1949, per una scelta il cui valore va ascritto alla lungimiranza di coloro che l'operarono.



La guerra Fredda in Italia

Crediamo che a oltre venti anni da episodi come il sequestro e l'omicidio di Aldo Moro siano maturi i tempi per tentare uno sforzo interpretativo di quei tragici eventi secondo criteri improntati alla storia e non alla cronaca o, peggio, alla polemica elettorale tra i partiti politici italiani sopravvissuti a quella stagione. Riteniamo che il primo strumento di cui servirci sia una cronologia di quella che viene denominata 'Guerra Fredda', lo scontro spionistico-militare tra USA e URSS per il controllo dell'Europa iniziato alla fine della II Guerra Mondiale e conclusosi solo nel 1989 con il ritiro dell'Armata Rossa da Berlino e con il conseguente crollo del 'Muro'



Cronologia:



1945



1945 - 21 Marzo = Un documento della Repubblica di Salo' rivela la costituzione, da parte della propria polizia segreta, in attuazioneal piano Graziani di un organismo speciale, inteso a sopravvivere all'imminente crollo, diretto da un ufficiale superiore dotato di 16 corrieri, 18 agenti nel nord Italia, 41 agenti nel resto della penisola, sotto falsa identita', destinato a restare operativo anche in caso di invasione alleata. Tale organismo, protetto e mascherato con tutti i mezzi, aveva la sua sede centrale in un ufficio commerciale basato a Padova .

1945 - Aprile = Il principe Junio Valerio Borghese , comandante della X MAS , futuro golpista, nascosto a Milano , viene sottratto alla cattura e alla fucilazione da James Angleton , capo delle operazioni speciali dei servizi segreti americani in Italia, con la collaborazione del capitano Carlo Resio , della marina italiana, e trasportato a Roma , vestito da ufficiale americano, su una jeep dell'esercito USA.

La seconda Divisione del Segretariato di Stato Vaticano , che e' diretta dal futuro papa Giovanni Battista Montini , da cui dipende l'ufficio rifugiati, si colloca al centro di della grande operazione di evacuazione di criminali di guerra nazisti ("operazione conventi ") che passano l'Atlantico travestiti da prete e muniti di passaporti di copertura, in collaborazione con l'OSS prima e con l'SSU (Secret Service Unity , organismo di transizione fra l'OSS e la CIA ), diretta da James Angleton a Roma , poi. Regista dell'operazione e' monsignor Haloisius Hudal .

1945 - 2 Maggio = Trieste e' occupata dalle truppe inglesi e da quelle di Tito. Dalla Brigata Osoppo nascono le formazioni armate "III corpo Volontari della Liberta' ", "Volontari difesa confini italiani ", "Gruppi Tricoloristi".

1945 - 22 Maggio = Il generale nazista Reinhard Gehlen (ex comandante delle Armate Straniere Est) si consegna agli americani e viene spedito in USA.

1945 - Giugno = Un folto gruppo di grandi industriali tra cui Piero Pirelli, Rocco Armando ed Enrico Piaggio , Angelo Costa , Falck e Valletta si riunisce a Torino il 16 e 17/6/1945 per decidere i piani per la "...lotta al comunismo con qualsiasi mezzo...", sia con la propaganda che con l'organizzazione di gruppi armati, questi ultimi affidati a Tito Zaniboni . Secondo un rapporto dei servizi segreti americani: "...le spese previste sono enormi ma gli industriali sono disposti a finanziare l'avventura..."; 120 milioni sono stanziati subito, e vengono depositati in Vaticano .

1945 - 17 Giugno = Muore in uno scontro a fuoco con i carabinieri, in circostanze oscure, Antonio Canepa , comandante dell'EVIS . Dopo la sua morte la componente progressista del Movimento Indipendentista viene repressa e annientata e la destra della mafia e dei latifondisti prende il sopravvento.

1945 - Luglio = Il papa PIO XII da ordine a tutti i vescovi diocesani d'Italia di intensificare con ogni mezzo la lotta al comunismo e fa divieto ai cattolici di militare nei partiti di sinistra. La Democrazia Cristiana riceve l'ordine vaticano di irrigidire la chiusura verso i comunisti (Documento OSS L. 58565 del 20/7/1945).

1945 - Settembre = Riunione segreta dei capi separatisti in Sicilia , viene sancita l'alleanza con i banditi di Salvatore Giuliano che diventa capo dell'EVIS (Esercito Volontario per l'Indipendenza della Sicilia ).

Nasce l'organizzazione di mutuo sostegno delle ex SS ("Odessa ") coordinata da Otto Skorzeny .

1945 - 20 Settembre = Sciolta negli Stati Uniti l'OSS , viene sostituita con l'SSU (Secret Service Unity ).

1945 - 16 Ottobre = Inizia in Sicilia la guerriglia separatista dell'EVIS comandato da Salvatore Giuliano .



1946



1946 = La SSU diretta da James Angleton stabilisce rapporti con varie organizzazioni terroristiche fasciste (Squadre d'Azione Mussolini , Cadetti di Violenza , Battaglione Lupo , X MAS , Gruppo Onore e Combattimento , Battaglione Milano , Squadra Vendetta Mussolini , Guardia Giovanile Legionaria , e molte altre). Earl Brennan , una delle superspie americane specialiste di affari italiani, dichiarera' che questi gruppi sono serviti per "operazioni speciali".

1946 - Gennaio = La guerriglia separatista siciliana di destra, diretta da duchi e baroni, mirante a portare la Sicilia indipendente nell'orbita americana, e alimentata con armi provenienti dalla legione polacca del generale Anders , massacra 8 carabinieri catturati a Feudo Nobile . In vari mesi di attivita' la guerriglia separatista ha provocato gravi perdite all'esercito italiano, morti e distruzioni alla popolazione civile. La strage si inquadra in una operazione di ricatto diretta ad ottenere un "patto di solidarieta'", garantito dalla onorata societa', fra la vecchia classe dirigente siciliana e la nuova.

Nasce il piu' importante gruppo organizzato fascista "pronto all'azione diretta", il FAR fondato da Giorgio Almirante , Clemente Graziani , Julius Evola , Pino Rauti .

1946 - 8 Febbraio = Il governo scioglie l'Alto Commissariato per l'Epurazione (che si era occupato di giudicare e rimuovere i fascisti presenti nell'amministrazione statale) passandone i compiti alla magistratura ordinaria.

1946 - Aprile = Fine della guerriglia separatista in seguito agli accordi con lo stato italiano sull'autonomia della regione siciliana che diverra' a statuto speciale. Il bandito Giuliano , abbandonato dai dirigenti separatisti, rifiuta di deporre le armi sino all'amnistia per se e per i suoi.

1946 - Giugno = Piano di aiuti (denaro e armi) del governo italiano ai Gruppi Tricoloristi friulani , i ministri socialisti e comunisti sono tenuti all'oscuro dell'operazione.

1946 - 22 Giugno = Il ministro della giustizia e segretario del PCI , Palmiro Togliatti , firma l'amnistia per i delitti politici e militari. I principali beneficiari del provvedimento saranno i fascisti, tra i quali molti personaggi imputati di gravi reati e che successivamente ritroveremo implicati nelle trame eversive che si sono sviluppare in Italia dal dopoguerra ad oggi.

1946 - 12 Luglio = Il generale Gehlen torna in Europa. Nasce ufficialmente l'"Organizzazione Gehlen " alle dirette dipendenze dei servizi segreti USA.

1946 - 21 Novembre = In una riunione dei capomafia siciliani, tenuta a Palermo , per decidere il "nuovo corso", (riferita a Washington in un rapporto dell'OSS ), il boss Giuseppe Cottone dichiara che: "...la mafia e' pronta a combattere il comunismo anche con le armi..." Il capo della Commissione Alleata Ellery W. Stone impone al governo italiano l'esclusione dei partigiani comunisti da polizia e carabinieri.

1946 - 26 Dicembre = Viene fondato il MSI (Movimento Sociale Italiano ).



1947



1947 - 11 Gennaio = Il partito socialista si scinde (PSI e PSU ). Con la formazione di un partito socialdemocratico, diretto da Giuseppe Saragat , si e' conclusa la lunga e travagliata fase di gestazione del primo "socialismo americano" che ha coinvolto un nutritissimo gruppo di agenti segreti USA, di emissari del Dipartimento di Stato e di sindacalisti USA. Il nuovo partito conta su ingenti finanziamenti statunitensi.

1947 - Febbraio = Il governo americano vara il "Piano Marshall " (European Recovery Program ), sara' garantito dal prelievo del 10% del prodotto lordo dei paesi europei. Cosi' l'alta domanda di beni reperibili solo in USA da parte dei paesi distrutti dalla guerra determinera' la ripresa dell'occupazione, della produzione e del potere d'acquisto negli USA. Cio' permettera' anche di tagliare i ponti economici con l'URSS.

1947 - 12 Marzo = Motivandolo con l'incombente "pericolo rosso", il presidente degli USA enuncia di fronte al Congresso la cosiddetta "dottrina Truman", in base alla quale gli Stati Uniti si arrogano la "direzione del mondo". In un telegramma l'ambasciata USA in Italia comunica al Dipartimento di Stato l'esistenza di una lista di 2000 fascisti pronti a compiere stragi.

1947 - 25 Aprile = In un memorandum al Congresso degli Stati Uniti, Allen Dulles , futuro direttore della CIA , afferma: "...Noi non possiamo ragionevolmente limitare la nostra reazione contro la strategia comunista ai casi in cui siamo invitati dal governo al potere. Dobbiamo essere noi a decidere quando, come e dove agire...".

1947 - 1 Maggio = Il bandito Salvatore Giuliano , scomoda eredita' rimasta nelle mani della classe politica siciliana dopo la fine dell'avventura separatista, utilizzato per dare il via alla crociata contro le sinistre in Sicilia , apre il fuoco a Portella delle Ginestre sui lavoratori in festa per la celebrazione del primo maggio: 11 morti e 71 feriti. Giuliano scrivera' una lettera al presidente USA. Truman , tale lettera fu consegnata nella primavera del 1947 al capitano dell'esercito USA Michael Stern , che in veste di giornalista lo intervisto' nel suo rifugio. Da tempo Giuliano era in stretti rapporti con emissari del Comando Alleato , una foto lo ritrae in atteggiamento amichevole con il boss mafioso italo- americano Vito Genovese (coinvolto in 51 omicidi), che veste l'uniforme dell'esercito USA.

1947 - 2 Giugno = Alcide De Gasperi espelle i comunisti e i socialisti dal governo.

1947 - 21 Giugno = Le formazioni di Giuliano distruggono 6 sezioni del PCI .

1947 - Luglio = Una fitta rete di organizzazioni reazionarie parafasciste che riceve: "aiuto, connivenza e spesso legittimazione" dai servizi segreti USA opera in Italia sotto diverse sigle, tra le quali: Giovane Italia , Fronte Moderato , Partito Nazionale Popolare , Concentrazione Italiana , Lega Italiana , Partito Fusionista , inoltre anche falsi raggruppamenti comunisti e socialisti incaricati di inquinare la sinistra. Nel comitato centrale di uno di questi l' Armata Italiana della Liberta' , il cui vero capo e' il generale Sorice , gia' ministro della guerra di Badoglio , si contano 4 ammiragli, 10 generali e 4 colonnelli.

1947 - 15 Settembre = Negli Stati Uniti nasce la CIA .

1947 - Ottobre = Secondo rapporti del Dipartimento di Stato , Frank Bruno Gigliotti , esponente della massoneria americana, ex capo consigliere della sezione italiana dell'OSS dal 1941 al 1945 (periodo nel quale Licio Gelli era al servizio del "Counter Intelligence Corp ", cioe' il servizio di controspionaggio militare americano) e poi agente della CIA , lavora per: "...riattivare la vecchia banda di agenti dei servizi segreti strategici in Italia come mezzo per combattere il comunismo..." L'organizzazione massonica Grande Oriente d'Italia ottiene, attraverso lo stesso Frank Gigliotti , il primo riconoscimento ufficiale della circoscrizione massonica del Nord degli USA. Gigliotti in quel periodo informa inoltre il Dipartimento di Stato che: "...50 generali italiani stanno preparando un colpo di stato..."



1948



1948 - 16 Gennaio = Il National Security Council (massimo organo di controllo per la sicurezza nazionale degli USA) si riunisce a Washington per sancire definitivamente che: "...Gli Stati Uniti devono fare uso completo di tutto il loro potere politico, economico e se necessario militare in modo da aiutare e prevenire che l'Italia possa cadere sotto dominazione dell'URSS , sia attraverso un attacco militare esterno che attraverso il movimento comunista italiano dominato dai sovietici...".

1948 - Febbraio = Con l'appoggio finanziario americano il Vaticano mette in piedi i "Comitati Civici " come forza d'urto anticomunista in vista delle elezioni politiche che si terranno in Aprile. I Comitati fulmineamente raggiungono l'estensione di 20.000 nuclei, possiedono un proprio servizio informazioni, hanno anche una radio segreta per decretare la mobilitazione in caso di vittoria del Fronte Popolare . I Comitati Civici continueranno la loro attivita' anche dopo le elezioni. Piano di ristrutturazione della polizia, sono definitivamente inglobati nella PS, gli agenti dell'ex polizia coloniale dell'Africa italiana (quasi tutti ex squadristi). Allontanati invece i partigiani ancora in servizio. Regista dell'operazione e' il generale Pieche (ex capo dell'arma dei carabinieri e formalmente responsabile dell'ufficio antincendi del ministero dell'interno).

1948 - 28 Febbraio = La corrente cattlica guidata da Enrico Mattei si scinde dall'ANPI ( Associazione Nazionale Partigiani d'Italia ) e forma la Federazione Volontari della Liberta' .

1948 - Marzo = Alcide De Gasperi ottiene segretamente negli USA 10 milioni di dollari di armi e munizioni (5.000 pistole, 20.000 fucili e mitra, 50 milioni di proiettili). Le ultime armi arrivano a Pozzuoli il 17/4/1948, ventiquattro ore prima delle elezioni generali. Queste vengono consegnate al Fronte Antibolscevico, composto da fascisti, monarchici e ufficiali di polizia, formato segretamente dal generale Pieche . Un piano americano per l'Italia prevede un intervento segreto nella politica italiana che ipotizza: "...fornitura di armi per il rafforzamento di militari

1948 - 5 Marzo = Un'analisi della CIA sulla situazione in Italia alla viglia delle elezioni afferma: "Almeno un mese deve passare tra le elezioni e l'insediamento di un nuovo governo. Se anche il Fronte Popolare dovesse avere la maggioranza, il suo accesso al potere potrebbe essere impedito falsificando i risultati o con la forza".

1948 - Primavera = L'AIL (Armata Italiana di Liberazione) organizza un traffico di armi da Trento verso il Sud.

1948 - 15 Aprile = Salvatore Giuliano con un suo manifesto invita a votare DC .

1948 - 17 Aprile = Francesco Cossiga (futuro presidente della repubblica) passa la notte precedente le elezioni nella sede del comitato provinciale della DC di Sassari armato fino ai denti con bombe a mano, mitra e caricatori in quantita'. Le armi dice di averle ricevute da Antonio Segni (altro futuro presidente della repubblica), il quale a sua volta le ha ricevute dai carabinieri, le stesse armi fatte arrivare segretamente dagli Stati Uniti da Alcide De Gasperi .

1948 - 18 Aprile = Il Fronte Popolare e' sconfitto alle elezioni politiche (alla DC va il 47,3% dei voti e la maggioranza assoluta alla camera, al Fronte Popolare va il 31,1 %), in Sicilia nelle zone controllate da Giuliano la DC triplica i voti. Inizia la repressione sistematica dei movimenti che sorgono nel paese; tra il 1948 e il 1953, 93.000 lavoratori sono processati e di questi 61.243 sono condannati a complessivi 20.426 anni di carcere, nei conflitti con le "forze dell'ordine" 75 lavoratori vengono uccisi e 5.104 feriti. Il costo del lavoro in Italia viene mantenuto alla meta' degli altri paesi industrializzati, su cio' si basera' il "miracolo economico".

1948 - Luglio = Giuliano abbandonato dalla mafia uccide il boss Santo Fleres .

1948 - 14 Luglio = Lo studente di estrema destra Antonio Pallante ferisce gravemente Togliatti in un attentato. Viene proclamato lo sciopero generale, in tutta Italia si hanno scontri anche armati con la polizia e i carabinieri. La componente cattolica della CGIL si dissocia dallo sciopero e da vita alla LCGIL (la futura CISL ).

1948 - 15 Luglio = Al termine della giornata di sciopero generale la CGIL ordina la ripresa del lavoro a partire dalle ore 12 del 16.

1948 - 16 Luglio = Il ministro dell'Interno Scelba accusa i comunisti di insurrezione. Il bilancio delle due giornate di incidenti e' di 7 morti e 120 feriti fra le "forze dell'ordine" e 7 morti e 86 feriti fra i civili.

1948 - Estate = Nasce in Belgio il gruppo "Glaive ", una rete clandestina destinata a funzionare in caso di occupazione russa. L'iniziativa e' promossa dagli inglesi che, nei mesi successivi sigleranno dei patti bilaterali con Norvegia , Olanda , Danimarca per costituire analoghe formazioni che verranno poi addestrate a Fort Monkton (Portsmouth). E' il primo embrione di Stay Behind che si espandera' a tutti i paesi della NATO , a paesi neutrali come la Svizzera , l'Austria e la Finlandia e che organizzera' una rete clandestina anche in alcuni paesi dell'Est, in particolare in Jugoslavia , entreranno in SB le formazioni croate degli "ustascia ".

1948 - Settembre = In Italia, vengono riunificate la Divisione Affari Generali e il Servizio Informazioni Speciali . Rinasce cosi' la Divisione Affari Generali e Riservati affidata a Gesualdo Barletta , ex capo della nona zona dell'OVRA .

1948 - Ottobre = L'ufficio I dello Stato Maggiore Generale dell'Esercito ricostituito viene affidato al generale Giovanni Carlo Re e posto sotto il controllo diretto di Carmel Offie , che sotto copertura diplomatica ufficiale, inizia la schedatura degli elementi "pericolosi" della sinistra. Le schede verranno poi assorbite dal SIFAR . Randolfo Pacciardi , ministro della difesa in quel periodo e intimo amico di Carmel Offie , afferma che: "...al momento opportuno occorrera' arrestare 300 comunisti e socialisti per neutralizzare la sinistra..."

Iniziano i processi contro Graziani Augusto , Junio Valerio Borghese ed altri gerarchi fascisti che si concluderanno con scandalose sentenze liberatorie.



1949



1949 - Febbraio = La Corte d'Assise di Roma dichiara la propria incompentenza a giudicare l'ex capo delle forze armate di Salo', maresciallo Augusto Graziani , in quanto i suoi reati sarebbero di prevalente carattere militare.

1949 - Marzo = Manifestazioni si svolgono in tutta Italia contro l'adesione alla NATO . A Terni la polizia uccide un dimostrante.

1949 - 30 Marzo = Vengono ricreati i servizi segreti italiani attraverso una semplice disposizione interna del ministro della difesa,la circolare 365. Verranno chiamati SIFAR , avranno sezioni distaccate (SIOS ) alle dipendenze dei capi di stato maggiore dell'esercito, della marina e dell'aviazione. Dovranno svolgere: "attivita' offensiva e difensiva nel campo delle informazioni". Nessuna legge specifica ne regola l'attivita', invece risultera' poi che fin da allora: "l'attivita' e' regolata da un protocollo segretissimo imposto dagli americani che costituisce una vera e propria rinuncia alla sovranita' nazionale della parte italiana". I principali obblighi sono: fornire agli USA copia di tutte le informazioni e un diritto di supervisione americana sulla scelta del personale, che deve essere tutto di totale gradimento dei competenti servizi USA. De Gaulle denuncio' esplicitamente il 7/3/1966 l'esistenza di protocolli simili imposti dagli USA alla Francia nell'ambito degli accordi segreti per la costituzione della NATO . Anche la Germania negli anni '80 ha ammesso la presenza di tali protocolli.

1949 - 4 Aprile = Nasce la NATO , l'Italia aderisce.

1949 - 14 Maggio = I dipendenti degli enti pubblici epurati perche' compromessi con il regime fascista vengono reintegrati nei propri posti di lavoro.

1949 - 15 Maggio = In Sicilia viene costituito il CFRB (Corpo Forze Repressione Banditismo) comandato dal colonnello Ugo Luca proveniente dai servizi segreti.

1949 - Estate = Viene riorganizzata la "Celere ". Il corpo antisommossa viene armato con autoblindo, mitragliatrici pesanti e mortai.

1949 - Luglio = Nel quadro della riorganizzazione della polizia vengono istituti i reparti celere antisommossa armati di autoblindo, mortai e mitragliatrici.

1949 - 13 Luglio = Il Santo uffizio scomunica chi si iscriva ai partiti marxisti ed anche per quanti li votino, ne diffondano la stampa o li sostengano in qualsiasi modo.

1949 - 1 Agosto = Il Parlamento ratifica l'adesione alla NATO . Nasce la polemica sui protocolli segreti dell'alleanza la cui esistenza verra' costantemente smentita dal governo italiano. Nel quadro della NATO , l'Italia aderisce anche all'accordo che regola le comunicazioni fra i servizi segreti occidentali, voluto dalla NSA (USA), a cui aderiscono anche il GCHQ (Gran Bretagna ), la CBRNC (Canada ), la DSD (Australia e Nuova Zelanda ). Il patto prevede che i rapporti siano quasi paritari fra il primo e i secondi firmatari e che, invece, i terzi firmatari (Italia, Germania e Giappone ) siano solo tributari di informazioni.

1949 - 24 Agosto = Entra in vigore in Italia l'accordo NATO .

1949 - 1 Settembre = Si costituisce operativamente il SIFAR .

1949 - 24 Dicembre = Salvatore Giuliano fa saltare a Bellocampo un autocarro militare causando 7 morti e 11 feriti.



1950



1950 - Gennaio = La polizia carica una manifestazione di operai in sciopero a Modena , uccidendone 6 e ferendone altri 51. Il colonnello Luca , tramite la mafia di Monreale , entra in contatto con Pisciotta e gli chiede di tradire Giuliano .

1950 - 24 Marzo = Membri del MSI fondano l'organizzazione sindacale fascista CISNAL .

1950 - 6 Aprile = Le Formazioni Tricoloriste assumono il nome di "organizzazione O " e vengono inquadrate come formazione militare segreta nell'esercito. Il comando e' affidato al generale Olivieri coadiuvato dal tenente Specogna . La "O " arrivera' ad avere 3.800 uomini, sara' il primo nucleo da cui nascera' Gladio .

1950 - 3 Maggio = Augusto Graziani viene condannato a 99 anni di carcere, che pero' vengono immediatamente condonati o amnistiati.

1950 - Giugno = Il ministro della difesa Randolfo Pacciardi emana la circolare n. 400 sull'impego delle Forze Armate nei servizi di ordina pubblico, che recita: "... in ogni caso il fuoco non va mai impiegato a scopo intimidatorio. Il fuoco sara' diretto contro gli elementi piu' facinorosi e contro coloro che commettono gravi violenze o incitano a queste contro le forze dell'ordine...".

1950 - 5 Luglio = Salvatore Giuliano e' ucciso nel sonno a Castelvetrano , con 6 colpi di pistola sparati a bruciapelo, dal cugino Gaspare Pisciotta , per 80 milioni piu' l'impunita', nel quadro di un'operazione montata da ufficiali dei servizi di sicurezza italiani e dal colonnello Luca . Viene cosi' eliminato un protagonista delle trame e stragi di stato del primo dopoguerra, diventato ormai scomodo. I carabinieri tentano di imbastire una loro versione dei fatti secondo cui Giuliano sarebbe stato ucciso durante la sua fuga.

1950 - 31 Ottobre = Il Ministero della Difesa promulga la circolare 1/3000/Op che emana le direttive per la "...difesa del territorio...", nella quale si parla esplicitamentedel ruolo delle formazioni militari segrete.

1950 - 9 Dicembre = Viene arrestato Gaspare Pisciotta , braccio destro di Salvatore Giuliano .



1951



1951 = L'area di Tombolo-San Rossore vicino a Livorno , circa 2.000 ettari, viene ceduta agli USA, all'insaputa del Parlamento, tramite un' accordo segreto siglato dal ministro della difesa Randolfo Pacciardi . Sara' la futura base militare statunitense di Camp Darby . La nascita della base avviene sottolineando la dimensione di temporaneita' dell'accordo, viene fatto credere che il suo utilizzo sara' limitato ai rifornimenti delle truppe USA ancora presenti in Austria e in Germania . Sara' invece un attentato permanente alla sovranita' dell'Italia. Il trattato di cessione non e' mai stato reso pubblico. Diventera' la sede la base USAF dell'Ottava Armata che ha compiti di supporto logistico per tutte le forze americane operanti in Europa e nel Mediterraneo che si trovano a sud del Po. Vi opereranno dai 4.000 ai 7.000 militari statunitensi. Vi lavorano anche 600 lavoratori civili italiani che devono giurare all'atto dell'assunzione: "...Io solennemente giuro che non favorisco alcun membro protettore di partiti politici che comportano la sovversione degli Stati Uniti d'America o che asseriscono il diritto di sciopero contro il governo italiano o contro il governo USA...".

1951 - Gennaio = Viene fondata l'"Organizzazione Esterna " (formata da ex SS ) da E. Dollmann , O. Skorzeny e L. Degrelle con sede centrale a Madrid (dove si trova uno dei piu' cospicui depositi di "Odessa"). Vengono anche formati gruppi collegati in Egitto , Svezia , Marocco , Italia, Argentina .

1951 - 5 Gennaio = Esce un documento del NSC degli Stati Uniti con direttive per "...prevenire l'affermazione dei partiti comunisti in Europa ...anche nel caso di conquista legale del potere..."

1951 - 16 Gennaio = Il generale USA Dwight D. Eisenhower e'in visita ufficiale in Italia. Si svolgono manifestazioni di protesta in tutta Italia. A Comacchio la polizia spara ed uccide 4 manifestanti.

1951 - 16 Aprile = Al processo per la strage di Portella delle Ginestre parla delle promesse fatte a Giuliano per convincerlo a eseguire la strage: "...Coloro che ci hanno fatto le promesse si chiamano Bernardo Mattarella , il principe Alliata , l'onorevole monarchico Marchesano e anche il signor Scelba , ministro dell'interno. I primi tre si servivano dell'on. Cusumano Geloso come ambasciatore... il tramite fra la banda Giuliano e il governo di Roma era l'on. Marchesano ...".

1951 - Maggio = Viene fondata l'"Internazionale di Malmoe " (Movimento Sociale Europeo) cui aderiscono esponenti del neo fascismo europeo come Oswald Mosley , Maurice Bardeche , Ernesto Massi . L'organizzazione ha il pieno appoggio di Skorzeny .

1951 - Giugno = Durante un'inchiesta sulla mafia, viene scoperto un traffico di eroina fra Italia e USA.

1951 - 28 Settembre = A Zurigo si scinde l'Internazionale di Malmoe , l'ala dura guidata da Guy Armandruz fonda "Nuovo Ordine Europeo ".

1951 - Dicembre = Junio Valerio Borghese viene acclamato presidente onorario del MSI .



1952



1952 - Febbraio = A Lisbona in una riunione dei membri della NATO viene ribadita l'opposizione dell'alleanza atlantica alla vittoria dei comunisti in Europa occidentale, "...comunque essa venga ottenuta...".

1952 - 14 Maggio = Il capo del SIFAR , gen. Umberto Broccoli , si impegna a rispettare gli obiettivi di un piano permanente di offensiva anticomunista chiamato "Demagnetize ", elaborato dai servizi segreti USA. Il documento afferma: "...L'obiettivo ultimo del piano e' quello di ridurre la forza dei partiti comunisti, le loro risorse materiali, la loro influenza nei governi italiano e francese e in particolare nei sindacati, di modo da ridurre al massimo il pericolo che il comunismo possa trapiantarsi in Italia e in Francia , danneggiando gli interessi degli Stati Uniti nei due paesi... La limitazione del potere dei coministi in Italia e in Francia e' un obiettivo prioritario: esso deve essere raggiunto con qualsiasi mezzo... Del piano i governi italiano e francese non devono essere a conoscenza, essendo evidente che esso puo' interferire con la loro rispettiva sovranita' nazionale...".

1952 - 4 Novembre = Anniversario della costituzione dell'esercito della RSI celebrato dai fascisti con un'adunata di reduci ad Arcinazzo dove Augusto Graziani si incontra e si intrattiene amichevolmente con Giulio Andreotti .



1953



1953 - Marzo = La DC fa approvare la cosiddetta "legge truffa ", ideata da Mario Scelba e Alcide De Gasperi in vista delle elezioni del 7 giugno. Essa equivale a un colpo di stato legalizzato, doveva infatti portare, con un vistoso premio di maggioranza, la coalizione di centro al potere incondizionato. In pratica l'alleanza di partiti che riuscira'ad ottenere il 50 % dei voti si aggiudichera' il 65 % dei seggi alla Camera.

1953 - 26 Marzo = Viene approvata una legge che eroga la pensione agli ex agenti della milizia fascista.

1953 - 7 Giugno = Alle elezioni, grazie anche a una grossa mobilitazione popolare, i partiti di centro coalizzati non raggiungono il 50,01 % (mancano soltanto 50.000 voti), che con il meccanismo derivante dalla "legge truffa ", avrebbe garantito la concentrazione e la continuita' nel potere alla DC . Il conteggio dei voti si protrae tanto a lungo da far pensare che qualcuno abbia premuto per far scattare la legge a tutti i costi. La DC perde 2 milioni di voti.

1953 - Luglio = Il governo degli Stati Uniti e' preoccupato per la mancata tenuta elettorale della DC ed invia alla propria ambasciata di Roma William Colby , che si guadagnera' in seguito in Vietnam una triste fama come dirigente dell'operazione "Phoenix" , e che diverra' poi direttore della CIA dal 1973 al 1976. Colby restera' in Italia 5 anni, dal 1953 al 1958, impenato nel: "'... piu' vasto programma di azione clandestina mai intrapreso fino ad allora dalla CIA ...". Si tratta di una gigantesca operazione di: "... conoscenza e sorveglianza diretta del nemico..., cioe' di individuazione e controllo capillare degli elementi attivi della sinistra in Italia, in ogni grado e livello della struttura produttiva, politica, amministrativa, militare e culturale italiana, attuata mediante l'arruolamento di migliaia di informatori.

Il generale Giovanni De Lorenzo viene nominato alla direzione dei servizi segreti.

Rientra in Italia dagli Stati Uniti Luigi Cavallo per realizzare un programma di eliminazione dei comunisti alla FIAT . Torna in Italia anche Edgardo Sogno per organizzare il movimento "Pace e Liberta '", con l'appoggio totale della CIA , dopo aver seguito a Parigi i corsi del "Defense College " per la guerra psicologica.

1953 - Ottobre = Edgardo Sogno fonda "Pace e Liberta '" con finanziamenti americani, al gruppo aderisce anche Luigi Cavallo .

1953 - Novembre = La popolazione di Trieste scende in piazza per chiedere lo sgombero della citta' da parte degli occupanti americani e inglesi. La polizia militare anglo-americana apre il fuoco sulla folla una prima volta il 5 Novembre e una seconda il 7. Il bilancio e' di 6 morti e decine di feriti.



1954



1954 - Marzo = L'ambasciatrice Usa in Italia Claire Booth Luce scrive a Washington : "...Non v'e' dubbio che entro il prossimo anno possa crearsi in Italia una situazione di guerra civile...". Mario Scelba , ministro dell'interno, in un incontro riservato con l'ambasciatrice afferma "...I comunisti possono sempre essere messi dentro nel caso lo si ritenga necessario. Ma non e' ancora venuto il momento, e sarebbe politicamente pericoloso attaccare i comunisti senza essere preparati a un attacco totale...".

1954 - Aprile = Il Tribunale Supremo Militare condona la pena ad un gruppo di ex militari della RSI , colpevoli dell'assassinio di 102 partigiani, "...perche' eseguirono ordini di un governo legittimo...".

1954 - 9 Giugno = Abrogata la legge elettorale maggioritaria , viene ripristinato il sistema proporzionale.

1954 - Ottobre = Vittoria dei "fascisti in doppiopetto" nel MSI , Michelini e' segretario, nasce il centro studi Ordine Nuovo promosso da Pino Rauti .

1954 - Novembre = Fondata da Joseph P. Reginger un'associazione semi-segreta chiamata Bilderberg in Belgio . Al gruppo aderiranno nel corso degli anni, in USA: Gerald Ford , Henry Kissinger , Cyrus Vance , Nelson e David Rockfeller , Allen Dulles , i generali Luman e Lemnitzer , l'ammiraglio Elmo Zumwalt , il giornalista Cyrus Sulzberger , Dean Rusk , Richard Foxen (presidente della General Electric ); in Italia: Gianni Agnelli , Manlio Brosio , Guido Carli , Alighiero De Micheli , Amintore Fanfani , Giovanni Malagodi , Girolamo Messeri , Aurelio Peccei , Giuseppe Petrilli , Alberto e Leopoldo Pirelli , Piero Quaroni , Pasquale Saraceno , Vittorio Valletta ; In Francia : Edmond De Rotschild , Valery Giscard D'Estaing , Raymond Aron , Andre' Fontaine , (capo servizio esteri di Le Monde), George Pompidou (all'epoca in cui era direttore della banca Rotschild), Jacques Rueff , Pierre Mendes France ; in Gran Bretagna : Filippo di Edimburgo , Edward Heat , Hug Gaitskell , Dennis Healey , Harold Wilson ; in Germania : Ludwig Erhard , Franz Joseph Strauss , Helmut Schmidt e Willy Brandt .

1954 - 23 Ottobre = Nasce la UEO (Unione dell'Europa Occidentale), organismo formato dai ministri degli esteri dei paesi membri, con compiti di coordinamento delle politiche di difesa.

1954 - Novembre = Il gruppo di Sogno e Cavallo , Pace e Liberta' (finanziato dalla FIAT ), inizia una intensa attivita' contro gli operai di sinistra nelle fabbriche del nord, frequenti saranno anche le pubblicazioni di falsi documenti del PCI .

1954 - 9 Dicembre = Gaspare Pisciotta , l'uomo che ha ucciso il bandito Giuliano per conto dei servizi segreti, muore a sua volta nel carcere dell'Ucciardone a Palermo , assassinato da un caffe' corretto alla stricnina. Al processo per Portella delle Ginestre , che veniva celebrato in quei giorni, aveva minacciato di fare rivelazioni importanti.



1955



1955 - Inverno = Stipulato un accordo fra l'Intelligence Service e il servizio segreto greco (KYP ) per la costituzione di un nucleo di Stay Behind in Grecia , si chiamera' "pelle di montone rosso ".

1955 - Febbraio = L'ambasciata USA comunica che il governo americano non concedera' commesse militari a quelle aziende italiane nelle cui commissioni interne risulti in maggioranza la CGIL.

1955 - 9 Marzo = La libreria Rinascita di Roma subisce un attacco squadrista, fra gli assalitori si distinguono Pietro Giubilo (futuro sindaco di Roma ) e Vittorio Sbardella .

1955 - 29 Aprile = Gronchi viene eletto presidente della repubblica con i voti del PCI , PSI , monarchici e dissidenti DC .

1955 - 16 Maggio = La mafia uccide il segretario della camera del lavoro di Sciarra , Salvatore Carnevale che lottava contro i sistemi feudali instaurati nella proprieta' della principessa Notarbartolo .

1955 - 7 Luglio = Tambroni , uomo di Gronchi , diventa ministro dell'Interno. Tambroni e' legato a filo doppio con Robert Driscoll , vice capo della CIA in Italia.

1955 - 16 Ottobre = L'arcivescovo di Milano , cardinale Montini , (che diverra' Papa Paolo VI ) incita gli aderenti al MACI (Movimento d'Avanguardia Cattolica Italiana) "...a risguainare la spada..." e prosegue "...Bisogna essere concreti, innanzitutto spirito robusto e forte, quindi sulla vostra spiritualita' nessun cambiamento da fare, sulla generosita' che vi ha condotto a dire "Cristo o Morte !", niente da modificare...".

1955 - 27 Dicembre = Il generale Giovanni De Lorenzo , uomo di Gronchi , grazie alle protezioni di Carmel Offie e dell'ambasciatrice USA Clara Luce , diventa capo del SIFAR .



1956



1956 = Michele Sindona inizia a Milano la collaborazione con la mafia americana tramite Joe Adonis .

1956 - Gennaio = Gesualdo Barletta lascia la Divisione Affari Riservati a Guido De Nozza (uomo di Tambroni , segnalato da Robert Driscoll ), proveniente dal territorio libero di Trieste . Con De Nozza si insediano Walter Beneforti , Angelo Mangano ed Ilio Corti che importano a Roma i metodi di intercettazione sperimentati a Trieste . Tambroni , ministro dell'Interno, ordina un gigantesco lavoro di schedatura sia di esponenti delle sinistre che di personaggi della maggioranza suoi concorrenti politici. A rilanciare le notizie sul conto degli avversari di Tambroni , pensera' l'agenzia l'"Eco di Roma " finanziata dallo stesso ministro e da monsignor Angelini , responsabile del settore assistenza del Vaticano .

Il generale De Lorenzo , nel frattempo, guida il sempre maggior impegno del SIFAR nell'attuazione del piano Demagnetize

1956 - 1 Aprile = L'Organizzazione Gehlen passa sotto il controllo del governo della Germania Occidentale , nasce cosi' il servizio informazioni federale BND . Gehlen e' promosso generale di corpo d'armata e direttore del BND .

1956 - 20 Settembre = Iniziano gli attentati separatisti in Alto Adige .

1956 - 4 Ottobre = Viene "ufficialmente" sciolta l'"organizzazione O ".

1956 - 4 Novembre = Truppe sovietiche invadono l'Ungheria. Sogno giunge nel paese per salvare alcuni esponenti del deposto governo Nagy. Si instaura un fitto rapporto epistolare per la riuscita dell'impresa fra Sogno e Taviani .

1956 - 24 Novembre = Al congresso del MSI vince la corrente di Michelini , contro quella "sociale" di Almirante . Ordine Nuovo esce dal partito.

1956 - 28 Novembre = Tramite un accordo fra CIA e SIFAR nasce "Gladio " che eredita gran parte della struttura della Organizzazione O . Governo e Parlamento italiani verranno tenuti per alcuni anni all'oscuro dell'accordo. Gladio nasce come organizzazione segreta per la guerra non convenzionale nel caso di un'invasione dell'Italia da parte di truppe del blocco sovietico e in caso di avvicinamento al potere delle sinistre.

1956 - Autunno = "Accordo Carcaterra " fra Carabinieri e PS.



1957



1957 - 1 Febbraio = Dopo una serie di attentati irredentisti in Alto Adige , viene arrestato a Bolzano il direttore del "Dolomiten ".

1957 - 1 Ottobre = Colpo di stato a San Marino , dove il governo di sinistra viene rovesciato con la forza con l'appoggio militare del governo di Roma che manda truppe e autoblindo, impegnati soprattutto i Carabinieri. Gli Stati Uniti sono i primi a riconoscere il nuovo governo. Alti esponenti della CIA stabiliscono i loro uffici a San Marino .

1957 - 12 Ottobre = Mentre Luciano Liggio diventa il boss incontrastato della zona di Corleone , a Palermo si riuniscono all'Hotel del Pelmes i capi delle famiglie di Cosa Nostra venuti dagli USA e i capi delle piu' importanti cosche mafiose siciliane. Sono presenti: Joe Bananas , Joseph Palermo , John Di Bellis in rappresentanza della famiglia Genovese , Vito Vitale , Genco Russo e Lucky Luciano . In quella riunione in cui si mettono a punto le strategie mafiose per i traffici internazionali di droga ed armi viene anche decisa la condanna a morte di Albert Anastasia , che verra' ucciso a New York dieci giorni dopo. Alla riunione partecipa anche l'avvocaticchio di Patti , Michele Sindona . Nonostante che la riunione si svolgesse in un luogo praticamente pubblico come il salone dell'hotel, ne' carabinieri, ne' polizia dissero di esserne a conoscenza se non quando i boss erano gia' tornati nei loro luoghi di provenienza.

1957 - 4 Dicembre = In una nota di servizio De Lorenzo ribadisce la necessita' di mantenere il piu' stretto segreto sull'esistenza di Gladio .



1958



1958 - Gennaio = Da una scissione della CISL nasce il il "sindacato giallo" SIDA , alla FIAT che vincera' le elezioni per la Commissione Interna.

1958 - Primavera = Frank Bruno Gigliotti fonda il "Comitato nazionale di cittadini americani per rendere giustizia alla massoneria italiana ".

1958 - Ottobre = Sulla rivista dell'Opus Dei "Studi Cattolici" compare un articolo di monsognor Igino Cardinale dal titolo "Stati Uniti D'America, Stato e Chiesa". Cardinale e' un confidente dell'ambasciata americana a Roma e, piu' tardi, organizzera' per conto della CIA , lo spionaggio ai danni di Paolo VI , con la collaborazione di Federico D'Amato (dell'Ufficio Affari Riservati ) e dell'universita'dei domenicani "Pro Deo " retta da padre Felix A. Morillon .

1958 - 9 Ottobre = Muore Pio XII , gli succedera' Giovanni XXIII .



1959



1959 - Inverno = Michele Sindona , lo IOR e la Continental Illinois Bank (la maggior banca cattolica USA) acquistano la Banca Privata Finanziaria .

1959 - 15 Febbraio = Viene formato il governo Segni , monocolore DC con l'appoggio esterno di MSI , PLI e monarchici .

1959 - 26 Febbraio = Il generale De Lorenzo , su ordine del colonnello Vernon Walters , che diverra' poi, vice direttore della CIA , emette una disposizione interna dei servizi segreti italiani per intensificare la schedatura e la raccolta di informazioni su tutti i deputati, vescovi, preti, tecnici, scienziati, operai, quadri sindacali, dirigenti politici ed ex partigiani. In breve tempo le schede arriveranno al numero di 157.000, di ciascuna di tali schede una copia verra' consegnata alla CIA .

1959 - 13 Marzo = Viene diffusa una circolare interna del SIFAR in cui si legge: "...al Servizio interessa poter avere sempre un preciso orientamento sulle varie personalita' che possono assurgere ad alte cariche o comunque inserirsi o essere interessate nelle principali attivita' della vita nazionale, in qualsiasi campo...".

1959 - 25 Aprile = Stefano Delle Chiaie fonda Avanguardia Nazionale .

1959 - 1 Giugno = In una nota riservata l'ufficio R del SIFAR dichiara che sono state costituite 5 unita' di "Gladio " per un totale di 1500 effettivi e 3000 uomini mobilitabili.

1959 - Luglio = Per un banale disguido un telegramma della cosiddetta "polizia parallela" creata da Tambroni , all'interno della Divisione Affari Riservati (a capo della quale aveva posto Guido De Nozza ) finisce sul tavolo del questore di Roma , Marzano , che fa perquisire la sede dell'ufficio di import-export che funge da copertura al gruppo di Beneforti .

1959 - Novembre = Si intensificano gli attentati in Alto Adige .

1959 - Dicembre = L'Italia entra nel Comitato Clandestino di Pianificazione della NATO , si tratta dell'organismo che coordina le attivita' di "Stay Behind ", di cui fa parte Gladio .



1960



1960 - Aprile = Arrivano in Italia i dirigenti della massoneria americana Luther A. Smith e George E. Bushnell per favorire la riunificazione delle varie osservanze massoniche italiane. Per questa operazione si sono mobilitate da tempo tutte le logge statunitensi in Italia: la Benjamin Franklin di Camp Darby , la base USA nei pressi di Livorno , la Aviano di Trieste , la H. S. Truman di Bagnoli , la Colosseum di Roma , la Mc Clellan di S. Vito dei Normanni , la Val di Verona , la George Washington di Vicenza , delle quali fanno parte i massoni impiegati nelle basi USA o NATO .

1960 - 7 Aprile = Un governo monocolore DC guidato da Tambroni ottiene la fiducia in Parlamento con i voti determinanti del MSI . Tambroni , poi, rassegna le dimissioni e dopo un tentativo fallito di Fanfani ostacolato dalla Confindustria , riassume la carica.

1960 - Estate = Continuano gli attentati in Alto Adige .

1960 - 20 Giugno = Il giornalista Vittorio Gorresio attribuisce a Tambroni un tentativo di colpo di stato e rivela alcuni particolari come la sorveglianza cui e' sottoposto Gronchi , con la scusa del pericolo di attentati, e soprattutto, l'esistenza di nutriti dossier su tutti gli avversari politici di Tambroni , dentro e fuori la DC . Si tratta dell'Operazione Ippocampo , un tentativo di instaurazione di un regime autoritario portato avanti dal governo in carica dell'ex centurione della milizia fascista Ferdinando Tambroni con eccidi e stragi a Licata , Reggio Emilia , Palermo e Catania . Si contano decine di morti e feriti. L'operazione e' accompagnata da un grande allarme NATO , manovre di truppe paracadutate e aviotrasportate partecipano ad esercitazioni, mentre unita'navali di vari paesi attraccano nei porti di La Spezia , Venezia e Trieste .

1960 - 1 Luglio = Il MSI decide di tenere il suo congresso nazionale a Genova , citta' medaglia d'oro della resistenza, pronta reazione popolare, la polizia carica e iniziano gravissimi incidenti; nei giorni successivi la protesta si estende a Reggio Emilia (5 morti), Licata e Catania (altri morti), Palermo e Roma (molti feriti), Milano , Bologna e Firenze .

1960 - 5 Luglio = A Ravenna i fascisti incendiano la casa di Arrigo Boldrini presidente dell'ANPI .

1960 - 7 Luglio = La CIA porta a termine un piano di unificazione della massoneria italiana che porta gran parte delle logge massoniche italiane sotto l'influenza diretta di quelle statunitensi. In una cerimonia che si svolge a Roma il ministro delle Finanze Trabucchi riconsegna Palazzo Giustiniani alla massoneria del Grande Oriente D'Italia , alla presenza dell'ambasciatore americano J. Zellerbache e dell'agente della CIA Frank Gigliotti . Sempre nel 1960 i "fratelli americani" attraverso l'opera dell'instancabile Gigliotti , impongono l'unificazione del Grande Oriente D'Italia con il Supremo Consiglio della Serenissima Gran Loggia degli Alam del principe siciliano Giovanni Francesco Alliata di Montereale , che Pisciotta aveva tirato in causa a proposito di Portella delle Ginestre e il cui nome riaffiorera' nei tentativi di colpo si stato di Junio Valerio Borghese e della Rosa dei Venti .

1960 - 19 Luglio = Tambroni e' costretto a dimettersi dalla rivolta popolare.

1960 - Agosto = Nel loro rapporto finale sulla missione in Italia, Luther A. Smith e George E. Bushnell scrivono: "...i fratelli italiani sono avviati verso la riunificazione di tutta la comunita' massonica ed hanno sottoscritto i protocolli aggiuntivi che prevedono l'impegno anticomunista...". La massoneria italiana proclama Frank Gigliotti , Gran Maestro Onorario a vita e rappresentante per l'Italia alla Conferenza Massonica di Washington .

Guido De Nozza lascia la divisione Affari Riservati a Ulderigo Caputo , gia' funzionario dell'OVRA .

1960 - 28 Settembre = La mafia uccide il sindacalista comunista Paolo Bongiorno , segretario della Camera del Lavoro di Lucca Sicula (Agrigento ).

1960 - Autunno = Michele Sindona rafforza la sua collaborazione con la mafia americana. Gli fa da tramite Dan Porco .

1960 - 12 Novembre = Il New York Times accusa l'Italia di essersi avvicinata all'URSS a causa del contratto firmato da Enrico Mattei a Mosca per l'acquisto del 20% del fabbisogno nazionale di petrolio a prezzo inferiore a quello fissato e preteso dalle grandi compagnie petrolifere statunitensi.



1961



1961 = Naufragato nel sangue per la pronta reazione popolare il tentativo autoritario di Tambroni , nasce il progetto di distaccare i socialisti dai comunisti, nasce cosi' l'"apertura a sinistra". Giudicato pieno di incognite dai settori oltranzisti politici e militari USA, il progetto di apertura e' affiancato da un programma parallelo affidato ai servizi segreti americani e italiani, quale garanzia che l'operazione che ormai viene chiamata "centro sinistra" non possa uscire dai limiti prefissati.

1961 - 19 Gennaio = Il NSC (National Security Council), organismo dei servizi segreti americani, in un documento rimprovera a De Gasperi "...di non aver saputo screditare le pretese comuniste di legittimazione come forza politica democratica..." e di "...non aver preso adeguate misure per indebolire il vasto apparato organizzativo comunista...".

1961 - 2 Febbario = Giovvanni De Lorenzo e' promosso generale di corpo d'armata e trattenuto in servizio.

1961 - 19 Maggio = Il capo della polizia Vicari emana la corcolare 442/4567 sui piani di emergenza per il controllo dell'ordine pubblico da parte dei corpi armati dello stato.

1961 - 11 Giugno = Serie di attentati in Alto Adige . Vengono arrestate 160 persone accusate di appartenere al BAS .

1961 - 15 Luglio = Giordano Gamberini , agente della CIA e vescovo valdese viene eletto gran maestro del Grande Oriente d'Italia , la massoneria da poco reinsediatasi a Palazzo Giustiniani .



1962



1962 - 4 Marzo = Viene stipulato il "protocollo di Venezia " fra Von Thadden , Oswald Mosley , Thiriart e da Ordine Nuovo . Si tratta di un accordo per il coordinamento fra gruppi dell'estrema destra e servizi segreti.

Viene emanata la circolare S. 2/511 sul potenziamento del SIFAR il cui comando viene parificato a quello di una divisione. In base a questa circolare e alla "legge sulle equipollenze", De Lorenzo potra' diventare comandante dell'arma dei carabinieri.

1962 - 6 Maggio = Il leader della destra DC , Antonio Segni e' eletto presidente della Repubblica con i voti determinanti del MSI e dei monarchici .

1962 - Giugno = Il Generale De Lorenzo sottoscrive un memorandum della CIA con il quale i servizi segreti italiani sono impegnati a "...programmare azioni diversificate per eventuali operazioni d'emergenza ..." senza informare il governo. Tale impegno pone le basi del colpo si stato che tentera' di attuare il generale De Lorenzo nel luglio 1964.

1962 - Estate = Dopo le condanne inflitte dal tribunale di Milano , il BAS si dissolve. Il terrorismo altoatesino cambia struttura e metodi, si sposta sempre piu' a destra, a fianco delle formazioni neonaziste, collegandosi contemporaneamente con le strutture di Stay Behind .

1962 - Luglio = Una bomba esplode nella stazione ferroviaria di Verona uccidendo una persona. Viene indiziato di reato Herbert Kuhn , un altoatesino in contatto con l'OAS , l'organizzazione terroristica formata da coloni francesi (l'8 Febbraio) che si oppongono all'indipendenza dell'Algeria .

1962 - 15 Ottobre = Il generale De Francesco viene improvvisamente posta a riposo con 9 mesi di anticipo sulla scadenza del suo mandato di comandante dell'arma dei carabinieri. Negli ultimi mesi il SIFAR aveva condotto una campagna contro di lui. Il suo posto viene preso dal generale De Lorenzo che lascia la direzione del SIFAR al generale Viggiani , alla direzione dell'Ufficio D va Giovanni Allavena . Il colonnello Tagliamonte diviene capo dell'ufficio programmazione e bilancio del comando generale dei carabinieri. Tutti questi personaggi si sono dimostrati nel corso degli anni fedelissimi a De Lorenzo .

1962 - 27 Ottobre = Un aereo bireattore MS-760 dell'AGIP decollato da Catania e diretto a Milano , si schianta al suolo con a bordo l'ingegner Enrico Mattei , dirigente dell'industria petrolifera di stato italiana, accusato dalle compagnie petrolifere private anglosassoni di avere modificato le condizioni di sfruttamento delle riserve mondiali di idrocarburi a favore dei paesi del Terzo Mondo. Si sospetta un attentato della mafia su commissione della CIA .

1962 - Autunno = Licio Gelli entra nella loggia Gian Domenico Romagnosi di Roma .

L'addetto militare USA Vernon Walters viene sotituito da James Strauss . Prima di partire incontra De Lorenzo e concorda che i piani di sicurezza gia' stabiliti saranno trasmessi non ai rispettivi successori, ma a Rocca per l'Italia e a Karamessinis per gli USA.

1962 - 5 Novembre = Il New York Times scrive a proposito della morte di Enrico Mattei : "...La sua influenza spaziava nella politica intaliana, nell'equilibrio della guerra fredda fra Oriente e Occidente e, indirettamente nei rapporti diplomatici di un'importante potenza della NATO con il blocco comunista e i neutrali afro-asiatici... Egli aveva sviluppato, durante gli ultimi anni, una forte deviazione antiamericana e anti-NATO .



1963



1963 = La CIA invia a Camp Darby , vicino a Livorno , il materiale che doveva servire a costituire le scorte di prima dotazione dei nuclei e delle unita' di pronto impiego della rete Stay Behind , cioe' di Gladio . L'armamento e' suddiviso in "convenzionale" e "non convenzionale", quet'ultimo era costituito da materiale proveniente da paesi del Patto di Varsavia , al cui uso, era previsto, si dovevano addestrare i gladiatori. Tra il materiale inviato vi sono 198 pacchi di esplosivo in contenitori metallici, 180 pacchi trappole esplodenti in contenitori plastici, 106 pacchi di armi (ognuno contiene uno Sten, 2 pistole, 6 bombe a mano), 364 bombe al fosforo, 24 mortai da 60, 12 cannoni da 57, 120 carabine calibro 30, 24 fucili di precisione con cannocchiale. Il materiale esplosivo e il munizionamento vengono succssivamente concentrati nel reparto munizioni di Campo Mele , vicino Sassari . Parte del materiale e' destinato all'Ufficio D del SIFAR . Il grosso del materiale arriva gia' confezionato in speciali involucri, al fine di assicurare un perfetto stato di conservazione nel tempo, dato che era previsto che fossero poi racchiusi in contenitori da interrarsi in appositi nascondigli (che in codice saranno chiamati NASCO ) nelle zone prescelte. Il materiale made in USA proviene direttamente dagli Stati Uniti o dai depositi dell'esercito americano in Germania .

1963 - Febbraio = De Lorenzo crea il reparto motorizzazione dell'arma dei carabinieri, costituisce, inoltre, una rete radiotelegrafica nazionale autonoma che collega il comando di Via Romania con tutti i comandi di legione d'Italia.

1963 - Marzo = Giunge in Italia come capo della postazione CIA di Roma William Harvey , gia' capo delle squadre "Executive Actions " incaricate dei progetti di assassinio politico nel mondo, l'uomo che ha diretto l'omicidio di Patrice Lumumba in Congo . Harvey concorda con il colonnello Rocca del SIFAR la creazione di "squadre d'azione" per compiere attentati contro sedi democristiane da attribuire alla sinistra utilizzando i 2.000 nomi di neofascisti, "...uomini capaci di uccidere, piazzare bombe e ordigni incendiari...." , presenti negli archivi della postazione della CIA di Roma . Rocca organizza tali squadre a Milano , Torino , Genova e Modena con l'aiuto di Luigi Cavallo .

1963 - 1 Aprile = Viene ufficialmente costituita (di fatto gia' costituita da gennaio) la XI brigata meccanizzata dei carabinieri , che viene dotata di armamento pesante.

1963 - 21 Giugno = Giovan Battista Montini viene eletto dal conclave papa Paolo VI .

1963 - Agosto = L'Agenzia Radicale denuncia un traffico di armi fra Italia e Sudafrica autorizzato dal ministero per il commercio estero.

1963 - 9 Ottobre = A Roma durante una manifestazione sindacale avvengono incidenti. Strani personaggi in tuta mimetica e in divisa da poliziotto aggrediscono pesantemente i manifestanti provocando centinaia di feriti e molti danneggiamenti.Il senatore Ferruccio Parri accusa di aver agito come squadre di provocatori le unita' clandestine costituite dal colonnello Rocca . Un'ex generale del SID affermera' molti anni dopo, "...gli uomini dell'organismo parallelo erano stati accompagnati nei dintorni di Piazza SS. Apostoli dove, in alcuni appartamenti e nel cortile di un palazzo, avevano ricevuto e indossato tute mimetiche e divise di polizia. Poi avevano cominciato a lanciare sassi sugli edili, partendo quindi alla carica con randelli...". I misteriosi soggetti, risultera', appartenevano a Gladio .



1964



1964 - 4 Gennaio = Durante il viaggio in Israele di Paolo VI la sua scorta e' affidata ad Allavena per il SIFAR e Mons. Marcinkus per i servizi del Vaticano .

1964 - Febbraio = Il SIFAR entra nel Comando Clandestino Alleato .

1964 - Marzo = La giunta della Confindustria stanzia 35 miliardi per finanziare il "Piano Noto ".

1964 - 1 Marzo = Randolfo Pacciardi fonda l'"Unione Popolare Democratica per una Nuova Repubblica ", in cui confluiscono molti fascisti, fra cui Enzo Dantini ed Antonio Aliotti di Avanguardia Nazionale . Il programma prevede l'instaurazione di una repubblica presidenziale in Italia.

1964 - 23 Marzo = Il capo del reparto D del SIFAR , Allavena , chiede una informativa al colonnello Rocca su Ordine Nuovo .

1964 - 16 Aprile = Il colonnello Rocca sollecita l'ing. Valerio , amministratore delegato della Edison e capofila della parte della Confindustria contro la svolta a sinistra, ad aiutare economicamente Pacciardi , ma questi rifiuta dicendo che sarebbero "...soldi buttati...".

1964 - Maggio = Giorgio Pisano' fonda il "Movimento per la Secanda Repubblica ". Nello stesso periodo in Puglia e in Lazio si formano i Centri di Azione Agraria coordinati dal principe Ruspoli .

1964 - 10 Maggio = Pacciardi durante un comizio all'Adriano di Roma invita esplicitamente allo scontro fisico con le sinistre.

1964 - Giugno = Squadre di civili si addestrano nella base di Capomarrargiu .

1964 - 6 Giugno = Pacciardi chiede che il presidente della repubblica componga un governo di salute pubblica sciogliendo il Parlamento.

1964 - 14 Giugno = A Roma si svolgono le celebrazioni per i 150 anni dell'Arma dei Carabinieri. Durante la cerimonia sfila l'XI brigata meccanizzata con 20 cingolati, 50 autoblindo e 32 mezzi corazzati. De Lorenzo Annuncia che, per il protrarsi delle celebrazioni, i reparti speciali affluiti a Roma non potranno abbandonare la capitale prima del 20 Luglio. I principali esponenti politici dormono fuori casa.

1964 - 22 Giugno = Il primo governo Moro entra in crisi.

1964 - Luglio = Tentativo di colpo di stato del generale Giovanni De Lorenzo , in opposizione all'ipotesi di un governo di centro sinistra con contenuti sociali avanzati ("Piano Solo "). Sono trasmesse liste di persone di sinistra da "enucleare" tratti dalla schedatura di 157.000 persone e 40.000 movimenti, organizzazioni, associazioni e gruppi vari, creata negli anni precedenti. Il piano prevede l'impiego di milizie volontarie di destra, cioe' dell'organizzazione armata clandestina che verra' poi conosciuta come "Gladio ", l'internamento nelle basi militari in Sardegna (una di queste viene individuata in quella di Capo Marrargiu ) delle personalita' che avrebbero potuto essere ostili al nuovo regime. Il nuovo governo avrebbe dovuto essere presieduto da Cesare Merzagora , presidente del Senato, che rappresenta da anni a Roma il mondo industriale finanziario del nord Italia. Una grande esercitazione NATO denominata "Corazza Alata " si svolge contemporaneamente. Il colpo di stato rientra dopo che i socialisti cedono sul programma.

1964 - 5 Luglio = Durante un comizio a Bari , Pacciardi e Ruspoli chiedono la fine del centro sinistra ed un governo di salute pubblica. Partecipa al comizio anche Stefano Delle Chiaie . Il settimanale "Epoca ", in edicola quella settimana, esce con una copertina tricolore su cui e' scritto: "L'Italia che lavora chiede al Capo dello Stato un governo energico e competente che affronti subito con responsabilita' la crisi economica ed il malessere morale che avvelena la nazione."

1964 - 25 Luglio = La crisi di governo e' risolta. Il nuovo incarico e' affidato ancora a Moro che propone la stessa composizione del precedente.

1964 - 6 Settembre = In una baita della Val Pusteria viene ucciso Louis Amplatz e ferito George Klotz , entrambi ricercati perche' sospettati di essere gli autori di numerosi attentati in Alto Adige . Subito dopo il fatto Christian Kerbler , irredentista anche lui, ma che risultera' essere un informatore della squadra politica della questura, presente al fatto, si presenta spontaneamente in una caserma degli alpini, ma durante il trasferimento fra Merano e Bolzano , Giovanni Paternel , capo della squadra politica di Bolzano , lo fa fuggire; 22 anni dopo sara' condannato in contumacia per l'uccisione di Amplatz . Paternel pero' dichiarera' che a far fuoco erano stati in realta' i carabinieri, cio' verra' confermato da altre testimonianze. Risultera' poi dalle indagini del giudice Mastelloni che il gen. De Lorenzo "...voleva esperire la possibilta' di uccidere uno o due terroristi sudtirolesi..." e che in tale intento erano implicati anche il questore di Bolzano Ferruccio Allitto Bonanno e il funzionario dell'Ufficio Affari Riservati Silvano Russomanno .

1964 - 15 Novembre = Il bagagliaio del treno Brenner Express , staccato dal convoglio dopo una segnalazione anonima, salta in aria. L'attentato e il suo preordinato fallimento sono attribuiti al SIFAR nel quadro di una manovra diretta a preservare "...l'italianita' dell'Alto Adige ..." che la NATO esige.

1964 - 10 Dicembre = Visita in Italia di Ciombe' . Si svolgono numerose manifestazioni di protesta della sinistra che vengono attaccate dalla polizia che e' spudoratamente affiancata dagli squadristi di Avanguardia Nazionale .

1964 - 24 Dicembre = Giuseppe Saragat viene eletto presidente della repubblica dopo che Antonio Segni , colpito da ictus, rassegna le dimissioni.



1965



1965 - 3 Maggio = L'istituto di studi militari Alberto Pollio organizza un convegno, a Roma all'Hotel Parco dei Principi, sulla "guerra rivoluzionaria" che viene finanziato dallo Stato Maggiore dell'esercito. La presidenza del convegno e' composta dal consigliere della Corte d'Appello di Milano , Salvatore Alagna , dal generale dei paracadutisti Alceste Nulli-Augusti e dal colonnello di artiglieria Adriano Magi Braschi . La relazione introduttiva e' tenuta da Enrico de Boccard , ex gerarca della RSI . . Fra i relatori Guido Giannettini su "La varieta' delle tecniche nella condotta della guerra rivoluzionaria", Pino Rauti su "La tattica della penetrazione comunista in Italia", Giorgio Pisano' su "Guerra rivoluzionaria in Italia 1943-1945", Giano Accame collaboratore di Pacciardi su "La controrivoluzione degli ufficiali greci", Pio Filippani Banconi , impiegato all'ufficio cifra del ministero della difesa propone la creazione di piccole squadre addestrate a "...compiti di controterrore, in modo da determinare una diversa costellazione delle forze di potere...". Tra gli altri partecipanti ci sono Ivan Matteo Lombardo , dirigente della Squibb , autore con Saragat della scissione del PSI del 1947, Vittorio De Biase braccio destro di Giorgio Valerio . Tra gli osservatori sono presenti Sefano Delle Chiaie e Mario Merlino . Un raduno fra fascisti, alte cariche dello Stato, e imprenditori, che in maniera molto lucida getteranno le basi ideologiche e organizzative della "strategia della tensione".

1965 - 5 Giugno = Muore il gen. Viggiani , Giovanni Allavena lo sostituisce alla direzione del SIFAR . De Lorenzo riesce a piazzare un altro suo fedelissimo alla segreteria generale della Difesa: il gen. Giraudo . Queste nomine non rispettano l'accordo esistente fra De Lorenzo e il gen. Aloja (Capo di Stato Maggiore dell'Eesercito). Inizia cosi' la cosiddetta "guerra dei generali".

1965 - Estate = "Concretezza ", la rivista della corrente di Andreotti pubblica un articolo che parla della "...tendenza delle rivalita' tra militari a tradursi in lettere anonime e dossier..."

1965 - 26 Agosto = Attentato dei sudtirolesi a Sesto Pustetia (BZ), muoiono 2 carabinieri.

1965 - Novembre = Inizia lo scontro fra i gen. Manes e De Lorenzo .

Nel Centro Addestramento segreto di Capomarrargiu si svolge un corso per ufficiali, coordinato dal ten. col. Pasquale Fagiolo , in cui vengono fornite "...cognizioni circa i metodi e le tecniche della sovversione politica nonche' degli obiettivi e degli scopi cui deve tendere la lotta antisovversiva.

1965 - 18 Novembre = Dopo che le prime voci iniziano a filtrare sul Piano Solo , con il decreto del presidente della Repubblica n. 1477 i servizi segreti italiani cambiano nome il SIFAR si trasforma in SID , diviso in tre uffici, uno per lo spionaggio politico militare all'estero, uno per seguire la situazione degli agenti all'estero e il terzo (l'Ufficio D ) per il controspionaggio in Italia, la vendita all'estero di armi, la sorveglianza degli estremisti e dei movimenti ritenuti pericolosi per la NATO . Il nuovo srvizio diventera' pero' operativo solo nel Luglio dell'anno successivo.

1965 - Dicembre = Il Gran Maestro aggiunto Roberto Ascarelli presenta l'"apprendista" Licio Gelli al Gran Maestro Gamberini , il quale lo eleva immediatamente di grado nella gerarchia massonica e lo inserisce nella loggia "P2 ".

Tramite una operazione bancaria Michele Sindona trasferisce a Junio Valerio Borghese una forte somma consegnatagli dall'Opus Dei spagnola.

1965 - 22 Dicembre = De Lorenzo viene nominato Capo di Stato Maggiore dell'Esercito al posto di Aloja , che a sua volta diventa Capo di Stato Maggiore della Difesa.



1966



1966 - Gennaio = Pino Rauti e Guido Giannettini pubblicano "Le mani rosse sulle forze armate", scritto su commissione del gen. Aloja , contiene violenti attacchi al gen. De Lorenzo .

1966 - 17 Gennaio = Il SIFAR ribadisce in una nota la necessita' di continuare a tenere segreta l'esistenza di Gladio e l'esclusiva competenza dei militari su di essa.

1966 - 30 Gennaio = La rivista l'Astrolabio pubblica un trafiletto dal titolo "Sifar e Generali", nel quale si parla del "...multiforme uso dei dossier...". Dalle sede centrale del SIFAR parte l'ordine per i propri agenti di acquistaretutte le copie in vendita che vengono acquistate nelle successive 24 ore.

1966 - 23 Febbraio = Viene varato il terzo governo Moro . Tremelloni (PSDI ) e' ministro della difesa al posto di Andreotti . Cossiga e' sottosegretario alla difesa con delega per i servizi segreti e per l'Arma dei carabinieri. Il gen. Ciglieri viene nominato comandante dei carabinieri, proviene dal comando del IV corpo d'armata "Alto Adige " dove ha teorizzato l'uso dei cacciatori di taglie per eliminare i terroristi altoatesini, e' anch'egli un fedelissimo di De Lorenzo . Inizia uno scontro fra Ciglieri e Manes .

1966 - Marzo = Esce "Nuova Repubblica ", giornale del movimento omonimo.

1966 - 11 Marzo = La Francia pur restando nella NATO in quanto alleanza politica, esce dall'accordo militare; nella polemica che ne segue emerge la conferma di accordi segreti fra i paesi aderenti all'Alleanza.

1966 - 27 Aprile = Nel corso di uno scontro fra studenti di sinstra e fascisti all'universita' di Roma viene assassinato lo studente socialista Paolo Rossi .

1966 - 25 Luglio = In Alto Adige . tre guardie di finanza muoiono in un attentato a S. Martino in Casies (BZ).

1966 - 10 Settembre = Attentatori altoatesini compiono una strage in una caserna delle guardie di frontiera (3 rimangono uccise) a Malga Sasso (BZ).



1967



1967 - 5 Gennaio = Escono le prime indiscrezioni sul Piano Solo del 1964. Viena aperta una inchiesta aministrativa sul SIFAR dal governo.

1967 - 31 Gennaio = Il presidente della Sinistra Indipendente , Ferruccio Parri , denuncia il tentativo di colpo di stato di De Lorenzo del Luglio '64.

1967 - 20 Febbraio = Antonio Aliotti , ex militante di Avanguardia Nazionale , viene trovato morto (la versione ufficiale dira' suicidato) su una macchina piena di armi a Roma .

1967 - 15 Aprile = Il governo destituisce il gen. De Lorenzo da Capo di Stato Maggiore dell'Esercito. Vengono prese eccezionali misure di sicurezza, palazzo Chigi, sede del governo, viene circondato da agenti di PS. La rete di collegamento radio dei carabinieri, voluta da De Lorenzo , viene isolata. Il governo italiano annuncia la distruzione dei 157.000 fascicoli illeciti istruiti dal SIFAR , ma cio' non avverra'. E' l'inizio dello "scandalo SIFAR ".

1967 - 21 Aprile = La commissione Beolchini sul Piano Solo del Luglio '64 accerta la schedatura illegittima di oltre 150.000 persone da parte del SIFAR .

1967 - Primavera = Mino Pecorelli fonda il giornale "Mondo d'Oggi "ed inizia una campagna contro Pieraccini e Corona (PSI ) accusati di aver ricevuto soldi dal SIFAR .

1967 - 14 Maggio = L'Espresso documenta il Piano Solo del Luglio '64 accusando De Lorenzo e Segni .

1967 - 26 Giugno = Quattro soldati vengono uccisi a Cima Vallona in un attentato sudtirolese.

1967 - 1 Luglio = Il col. Rocca va in pensione. Viene sostituito, all'ufficio REI , da Nicola Falde uomo di fiducia del ministro Giacinto Bosco

1967 - 30 Settembre = Una valigia piena di esplosivo, lasciata da uno sconosciuto sul treno Alpen Express , salta in aria uccidendo due guardie di polizia ferroviaria che tentavano di disinnescarla. Viene chiamato in causa, ma senza conseguenze giudiziarie, il neofascista Franco Freda .

1967 - Autunno = Viene fondato il gruppo fascista Europa Civilta' . Nascono anche i Nuclei per la Difesa dello Stato che iniziano a fare propagnada fra gli ufficiali dell'esercito.

1967 - 11 Novembre = Inizia il processo a Scalfari e Jannuzzi , giornalisti dell'Espresso , per la querela presentata dal gen. De Lorenzo in seguito agli articoli in cui veniva accusato di essere a capo del Piano Solo del Luglio '64.

1967 - Dicembre = Il presidente della Finmeccanica (IRI ), Salvatore Magri , in un intervento al Centro di Alti Studi Militari , dichiara: "...D'ora in poi sara' necessario considerare il bilancio della difesa non soltanto come un complesso di spese strettamente militari, bensi' anche come un investimento per il progresso tecnologico del paese...".



1968



1968 = Michele Sindona entra in rapporto di affari con Roberto Calvi .

1968 - 10 Gennaio = Il governo forma una commissione di tre generali presieduta dal gen. Luigi Lombardi sul Piano Solo , il tentativo di colpo di stato del luglio 1964. E' l'ennesima manovra per evitare la costituzione di una commissione parlamentare.

1968 - 26 Febbraio = Il gen. Forlenza sostituidsce il gen. Ciglieri al comando dell'Arma dei carabinieri. Il gen. Duilio Fanali viene nominato capo di stato maggiore dell'Aereonautica.

1968 - 29 Febbraio = A Roma i fascisti tentano di assaltare l'univerista' occupata, ma sono respinti. Il rettore usa l'episodio come pretesto per far sgomberare e chiudere la citta' universitaria.

1968 - 3 Marzo = Si conclude il processo ai giornalisti dell'Espresso , Scalfari e Jannuzzi , per le rivelazioni sul fatti del Luglio '64. Vengono condannati rispettivamente a 15 e 14 mesi di reclusione con la condizionale. Il PM, Occorsio , aveva chiesto il loro proscioglimento per aver esercitato il proprio diritto di cronaca e di critica. Durante le udienze sono stati sentiti come testimoni Taviani , Andreotti e De Martino e viene letto il "rapporto Manes ", anche se censurato da 72 omissis, sul Piano Solo .

1968 - 11 Marzo = A Milano i fascisti cercano di attaccare l'Universita' Statale, ma vengono respinti dopo un'ora di scontri molto duri. Il rettore prende a pretesto l'episodio per chiudere l'universita'.

1968 - 16 Marzo = Scontri all'universita' occupata di Roma fra fascisti e studenti di sinistra durante i quali uno dei leader del movimento, Oreste Scalzone , riporta la frattura della colonna vertebrale. I fascisti vengono espulsi in tutta Italia dalle facolta' in lotta. Inizia l'infiltrazione coperta nel movimento. Mario Merlino (di Avanguardia Nazionale ) fonda il gruppo XXII Marzo , sedicente anarchico.

1968 - 12 Aprile = Il ministro della Difesa sospende il gen. Giovanni De Lorenzo , candidato alla Camera nelle liste monarchiche , a causa di una circolare inviata a tutti i comandi per sollecitare il voto dei militari.

1968 - 16 Aprile = 52 estremisti di destra, fra cui l'agente del SID Stefano Serpieri , Mario Merlino che succesivamente si infiltrera' fra gli anarchici, Pino Rauti , Stefano Delle Chiaie , Franco Rocchetta e gran parte dei nomi del terrorismo nero che compariranno quasi al completo nelle cronache della strategia della tensione, partono da Brindisi per un viaggio di istruzione sulle tecniche di infiltrazione, nella Grecia dei colonnelli, a spese del governo greco, nell'occasione della celebrazione del primo anniversario del colpo di stato di destra avvenuto in questo paese che ha portato al potere il colonnello d'artiglieria Giorgio Papadopulos . Il viaggio e' frutto della nuova collaborazione fra il SID e il KYP greco ed e' stato organizzato dal tenente colonnello Pieche .

1968 - 6 Giugno = La commissione presieduta dal gen. Luigi Lombardi sul Piano Solo , conclude i lavori affermando che "...non ci fu tentativo di colpo di stato nel '64...", ammette pero', a sorpresa, che "...nella primavera del '64, a partire dal 13 Aprile, De Lorenzo aveva posto in atto misure illegali tese ad assumere il comando delle grandi citta'...", confermando inoltre il reclutamento avvenuto di squadre di civili che dovevano garantire il fiancheggiamento delle azioni.

1968 - 27 Giugno = Il colonnello Renzo Rocca , uno degli uomini chiave nelle attivita' dei settori dei servizi segreti italiani piu' legati alle operazioni clandestine della CIA in Italia, viene trovato morto con un colpo di pistola sparato alla testa nel suo ufficio "privato" di Via Barberini a Roma , che in realta' serviva da copertura per traffici e attivita' di spionaggio. La tesi del suicidio non convincera' nessuno. Il giudice, Ottorino Pesce , che trova sei motivi per credere a un delitto commesso per eliminare Rocca e' estromesso dalle indagini. Gli agenti del SID , invece, immediatamente dopo il ritrovamento, si mettono all'opera nell'ufficio del generale.

1968 - Luglio = Il gen. Federico Gasca Queirazza viene nominato nuovo capo dell'Ufficio D del SID .

1968 - Settembre = Il giornale di Pecorelli , Mondo d'Oggi , preannuncia una inchiesta sull'Universita' Pro Deo , gestita da Padre Morlion : "...Affari, sesso, devozione ...una inchiesta attenta e complessa che coinvolgera' la Gestapo nazista e la CIA americana, il Vaticano ed i servizi segreti di tre paesi della NATO , la FIAT , la Montecatini , la Michelin , la Bata c. , Claire Booth Luce e l'Ordine dei domenicani". L'Ufficio Affari Riservati offre a Pecorelli , il quale accetta, una cospicua somma di denaro per cessare le pubblicazioni per almeno 5 anni.

1968 - 13 Settembre = Junio Valerio Borghese fonda il Fronte Nazionale .

Stefano delle Chiaie rifonda Avanguardia Nazionale .

1968 - 22 Ottobre = Pecorelli fonda l'agenzia di informazioni "OP ", con autorizzazione del tribunale n. 12418. Anni dopo Nicola Falde (che fu per qualche tempo direttore di OP ) rivelera' che l'agenzia fu voluta dall'ammiraglio Henke "...per scopi inconfessabili...".

1968 - Novembre = I corrispondenti italiani dell'organizzazione fascista internazionale Aginter-press redicono una "risoluzione strategica" che prefigura esattamente la strategia della tensione che insanguinera' l'Italia.

Gelli divenuto venerabile della P2 , recluta il gen. Allavena ed eredita le copie dei fascicoli del SIFAR .

Michele Sindona acquisisce il controllo della Finanziaria Sviluppo .



1969



1969 = Arriva un'altra consistente fornitura di armi e di esplosivi, dalla CIA , alla base di Camp Darby , vicino Livorno , per approvigionare Gladio .

1969 - Gennaio = A Padova vengono realizzati attentati alla casa del rettore Opocher e del questore Bonanno dal gruppo Ordine Nuovo guidato da Franco Freda .

1969 - 31 Marzo = Viene costituita una commissione parlamentare d'inchiesta sul Piano Solo del luglio '64.

1969 - 9 Aprile = A Battipaglia avvengono duri scontri fra manifestanti in lotta contro la chiusura del tabacchificio locale, unico stabilimento industriale della citta', e la polizia che uccide il tipografo Carmine Citro e Teresa Ricciardi , insegnante in una scuola media di Eboli , i feriti da arma da fuco sono piu' di 100. Il giorno seguente la popolazione inferocita mette in fuga anche i deputati e i sindacalisti di sinistra e, armata di pietre, bastoni e molotov, assale la locale caserma dei carabinieri, incendiandola. Vengono pure bruciati molti automezzi della polizia e disarmati numerosi agenti e carabinieri. Successivamente verranno arrestate 119 persone. Su OP , Mino Pecorelli , aveva "anticipato" gli incidenti nei giorni precedenti.

1969 = 18 Aprile = Ordine Nuovo di Franco Freda si riunisce clandestinamente a Padova con "...personaggio che viene da Roma ...".

1969 - 24 Aprile = A Battipaglia durante una manifestazione la polizia apre il fuoco e uccide un dimostrante. L'agenzia OP , una settimana prima, aveva preannunciato "...gravi sviluppi a Battipaglia ...".

1969 - 25 Aprile = Una serie di bombe ad alto potenziale esplodono alla Fiera di Milano e alla stazione centrale della stessa citta', provocando una ventina di feriti. La polizia attribuisce le responsabilita' ad un gruppo di anarchici amici di Feltrinelli .

1969 - 27 Aprile = Muore in un poco credibile incidente d'auto il gen. Ciglieri a Padova . Fu Ciglieri ad incaricare Manes di indagare sull'Arma dei Carabinieri e sul Piano Solo di De Lorenzo .

1969 - 16 Giugno = Il commissario Juliano arresta Massimiliano Fachini accusandolo degli attentati di Gennaio a Padova . Il ministero apre un'inchiesta sul commissario Juliano , Elvio Catenacci , funzionario del ministero, lo sospende dal servizio. Successivamente Juliano verra' trasferito a Matera .

1969 - 25 Giugno = Il gen. Manes muore per una crisi cardiaca mentre sta deponendo presso la commissione parlamentare d'inchiesta sul Piano Solo . I familiari di Manes sosterrano che il generale e' stato ucciso. Aldo Semerari cerchera' di ottenere i documenti di Manes conservati dalla famiglia.

1969 - 29 Giugno = Muore Arturo Michelini , Giorgio Almirante lo sostituisce alla segreteria del MSI .

1969 - 8 Agosto = 8 bombe rudimentali a bassa potenza esplodono su 8 treni in movimento in diverse localta' d'Italia, provocando 12 feriti. Una bomba inesplosa viene trovata in un gabinetto del treno Bari-Venezia . Un'altra viene trovata alla stazione centrale di Milano sul Lombardia-Express , il direttissimo Trieste-Parigi .

1969 - Estate = Il gruppo fascista Europa Civilta' organizza dei campeggi paramilitari nei dintorni di Roma .

1969 - 13 Settembre = Alberto Muraro , testimone del caso a cui ha lavorato il commissario Juliano e che vede coinvolti Freda e Fachini viene assassinato a Padova.

1969 - 23 Settembre = In una lettera inviata dal massone Bacciani a Prisco Brilli , consigliere dell'Ordine del Grande Oriente d'Italia , si riferisce un'informazione di Licio Gelli secondo cui "...400 alti ufficiali dell'esercito sono stati iniziati alla massoneria al fine di predisporre un "governo di colonnelli", sempre preferibile ad un governo comunista....". Il capo della polizia Vicari dira' in seguito, deponendo al processo di Catanzaro per la strage di Piazza Fontana , di un golpe minacciato per l'estate 1969, come di "....uno dei piu' seri tentativi eversivi di questi anni...".

1969 - 4 Ottobre = Mancata strage a Trieste . Mentre il Presidente della Repubblica italiana, Giuseppe Saragat , e' in visita ufficiale in Jugoslavia , una bomba di sei chli di esplosivo ad alto potenziale, collocata sulla finestra di una scuola slovena piena di bambini e' ritrovata inesplosa per un difetto alla pila del contatto elettrico. Un'altra bomba esplode sul confine italo-jugoslavo a Gorizia il 6 Ottobre. Guido Giannettini fa parte del seguito presidenziale, ufficialmente inviato del "Secolo d'Italia ", organo del MSI , in realta' aveva avuto l'incaricoda parte del SID di "...prendere contatto con i giornalisti jugoslavi e d'oltrecortina che presentino aspetti di vulnerabilita' dal punto di vista ideologico e che si dimostrino aperti al sistema di vita occidentale...".

1969 - 15 Ottobre = Al processo di appello per il caso De Lorenzo -L'Espresso , l'avvocato di De Lorenzo esibisce alla corte dei nastri su cui e' incisa la conversazione svoltasi il 14 Aprile 1967 fra il generale e il capo di gabinetto del ministero della difesa. Nella conversazione il capo gabinetto esprime la volonta' del governo di insabbiare l'inchiesta sul SIFAR . il SID reclama immediatamente il nastro, prima che possa essere ascoltato per intero.

1969 - 24 Ottobre = Pierluigi Concutelli , Guido Lo Porto e altri due fascisti vengono fermati dai carabinieri attirati da una sparatoria nei pressi del poligono di tiro di Bellolampo , nei dintorni di Palermo . Nel bagagliaio della macchina vengono trovate molte armi da guerra avvolte in carta di giornale. Vengono tutti arrestati, Concutelli e' condannato a 2 anni e Lo Porto a 16 mesi.

1969 - 16 Novembre = Ordine Nuovo si spacca, Rauti e la maggioranza tornano nel MSI , Clemente Graziani fonda il Movimento Politico Ordine Nuovo .

1969 - 23 Novembre = Al IX congresso del MSI , gli ex di Ordine Nuovo ottengono diversi posti nel comitato centrale e nella direzione nazionale.

1969 - Dicembre = Il Vaticano , in difficolta' per il dissesto della societa' Condotte, affida a Sindona la gestione dell'operazione finanziaria, che acquista il pacchetto azionario di proprieta' del Vaticano .

Lutri e' sostituito da Elvio Catenacci alla guida dell'Ufficio Affari Riservati .

1969 - 7 Dicembre = Il giornale londinese "Observer " pubblica un "....rapporto sulla situazione italiana..." redatto da un agente dei colonnelli greci in Italia, da cui si apprende l'esistenza di una organizzazione, legata ai servizi segreti del colonnello Papadopulos (KYP ), per attentati in Italia, come parte di una trama progettata da elementi di estrema destra e da militari per un colpo di stato militare incoraggiato e appoggiato dal governo greco.

1969 - 10 Dicembre = Un commando di una decina di persone fa irruzione negli uffici dell'imprenditore edile Salvatore Moncada , a Palermo . Vengono uccise 4 persone fra cui Michele Cavataio , killer di Cosa Nostra . Con questo episodio finisce la guerra fra cosche mafiose che aveva caratterzzato gli anni '60 e segna la ripresa delle attivita' di Cosa Nostra . Viene formato un triumvirato incaricato di rimettere in sesto la mafia di cui fanno parte Salvatore Riina , uomo di Luciano Liggio , Stefano Bontate e Gaetano Badalamenti .

1969 - 12 Dicembre = Una bomba esplode alla Banca Nazionale dell'Agricoltura a Milano , il bilancio della strage e' di 16 morti e 88 feriti. Sara' ricordata come la strage di Piazza Fontana . Altre 3 bombe esplodono a Roma causando 13 feriti, mentre un'altra bomba inesplosa viene ritrovata a Piazza Scala a Milano .

1969 - 15 Dicembre = L'anarchico Pinelli viene arrestato nel corso delle indagini per la strage di Piazza Fontana . Durante un'interrogatorio viene suicidato da una finestra della Questura di Milano . Nei giorni seguenti l'Unita' pubblica in prima pagina la foto del "mostro Valpreda " sostenendo che si tratta di un personaggio ambiguo. mentre Lotta Continua difende Valpreda ed accusa il commissario Luigi Calabresi di aver "defenestrato" Pinelli .

1969 - 17 Dicembre = Un rapporto del SID indica in Yves Guerin-Serac, titolare dell'agenzia Aginter Press di Lisbona, noto neonazista il presunto ideatore della serie di attentati che si sono susseguiti nel 1969 e che sono culminati nella strage di Piazza Fontana a Milano. Ma tale rapporto indica Serac come "anarchico... certamente in rapporti con la rappresentanza della Cina comunista a Berna". Il depistaggio continua.

Gli anarchici milanesi definiscono l'attentato di Piazza Fontana "strage di Stato".



1970



1970 = Il Banco Ambrosiano di Roberto Calvi acquista la societa' Compendium di Michele Sindona .

1970 - 18 Gennaio = Viene assassinata Carla Gruber , amante del fascista Luberti , soprannominato "il boia di Albenga". La Gruber era in procinto di fare rivelazioni sulla strage di Piazza Fontana .

1970 - 28 Gennaio = In un pozzo della periferia di Roma viene trovato il cadavere di Armando Calzolari , tesoriere del Fronte Nazionale . L'inchiesta archivia il caso come suicidio. Nel libro inchiesta "La strage di Stato" viene indicato il gruppo di fascisti, coinvolto nella strage del 12 Dicembre, come autore della morte di Calzolari , che sarebbe stato ucciso per evitare che facesse rivelazioni su Piazza Fontana . Una successiva nuova inchiesta si concludera'con il verdetto "...omicidio ad opera di ignoti...".

1970 - 11 Febbraio = Il presidente della commissione parlamentare di inchiesta sul caso SIFAR , il senatore democristiano Alessi , ordina il sequestro del nastro esibito dalla difesa di De Lorenzo . Otto giorni dopo il nastro viene sequestato dal ministero della Difesa (il sequestro viene eseguito da Francesco Cossiga ).

1970 - 21 Febbraio = Viene eletto gran maestro del Grande Oriente d'Italia Lino Salvini .

1970 - Aprile = Una serie di attentati dinamitardi a tralicci dell'alta tensione vengono realizzati a Tirano e Valdisotto . Lo scopo e' quello di causare interruzioni di energia elettrica in modo da causare un black out a Milano e in parte della Lombardia creando il caos. Il piano prevede una "...settimana di fuoco..." a Bologna , Carrara , Empoli , Catanzaro , Palermo , Viareggio , Pisa e Sondrio con attentati dimostrativi e attacchi alle caserme di fascisti del MAR (Movimento di Azione Rivoluzionaria) che si forma a Sondrio guidato da Carlo Fumagalli ) e della Lega Italia Unita per realizzare una "...stagione eversiva..." tendente ad instaurare in Italia una repubblica presidenziale. Il piano naufraga dopo le prime esplosioni.

1970 - 3 Luglio = Il giudice Amati accoglie la richiesta di archiviazione per la morte di Pinelli e la classifica come "fatto accidentale".

1970 - 22 Luglio = Una carica di tritolo fa saltare un tratto di binario a Gioia Tauro e provoca il deragliamento della "Freccia del Sud " causando 6 morti e 139 feriti.

1970 - Settembre = Rivolta a Reggio Calabria fra il 5 Luglio e il 15 Settembre strumentalizzata dalla destra fascista. Il ministro degli interni comunica alla camera il bilancio della sommossa: 3 morti di cui 2 civili e 1 militare, 191 feriti nella polizia e 37 fra i civili, 426 persone denunciate, 19 giorni di sciopero generale, 25 cortei, 12 attentati dinamitardi, 32 blocchi stradali, 14 blocchi ferroviari, 1 blocco dell'aeroporto, 2 blocchi portuali, 1 occupazione degli studi radiotelevisivi, 6 assalti alla Prefettura e 4 alla Questura, 23 scontri con la polizia.

1970 - 17 Settembre = Viene rapito il giornalista dell'Ora di Palermo , Mauro De Mauro . Il suo cadavere non verra' mai ritrovato. Stava lavorando per conto del regista Franco Rosi sulla morte di Enrico Mattei .

1970 - 18 Settembre = Eugenio Henke lascia a Vito Miceli il comando del SID .

1970 - 20 Settembre = In una cerimonia organizzata da Elvio Sciubba per il centenario di Roma capitale partecipano i fascisti di Europa Civilta' con il loro capo Loris Facchinetti ,

1970 - 25 Settembre = Muoiono in in un altro improbabile incidente d'auto cinque militanti anarchici calabresi, due dei quali testi nel processo per la strage di Piazza Fontana , impegnati in un'inchiesta di controinformazione sull'attentato alla Freccia del Sud .

1970 - 7 Dicembre = Tentativo di colpo di stato guidato da Junio Valerio Borghese e dall'industriale romano Remo Orlandini . L'operazione, chiamata in codice "Tora Tora ", avrebbe dovuto portare ad un pronunciamento delle alte gerarchie militari. Durante la notte Vito Miceli , amico di Borghese e capo del SID , viene avvertito dal capo dell'Ufficio D del SID , Queirazza , che i golpisti avevano occupato il Viminale e portato via due camion di armi. Il capo del SID ordino' al suo sottoposto di non prendere iniziative, perche' avrebbe provveduto lui stesso. Nelle due ore successive, pero', non fece nulla e i neofascisti poterono lasciare indisturbati il Ministero dell'Interno e nulla fu detto alla magistratura.

1970 - 14 Dicembre = Il ministero della difesa restituisce il nastro esibito dalla difesa di De Lorenzo alla commissione parlamentare sul Piano Solo del Luglio '64, ma ne proibisce l'audizione perche' "...coperto da segreto politico militare...", il giorno successivo la commissione termina i suoi lavori, viene prodotta una mozione di minoranza firmata da PCI , PSIUP , Sinistra Indipendente .



1971



1971 - 6 Gennaio = Salvini cerca di sottrarre il controllo della loggia P2 a Licio Gelli .

1971 - 18 Gennaio = Una sofisticata bomba viene trovata e disinnescata da una pattuglia della polizia a Trento , in una piazza dove era programmata una manifestazione pubblica. Inizialmente la responsabilita' verra' attribuita a Lotta Continua , ma l'inchiesta portera' all'incriminazione di diversi ufficiali dei carabinieri.

1971 - 23 Gennaio = Viene pubblicata la notizia di un campeggio paramilitare fascista svoltosi sulle Alpi trentine . Si scoprono, quindi, altri campeggi paramilitari, i cosiddetti "Campi Hobbit ", in varie localita' italiane, spesso finanziati dal ministero della difesa, tramite le associazioni d'arma.

1971 - Febbraio = Edgardo Sogno fonda i Comitati di Resistenza Democratica , cui aderisce fra gli altri, l'ex comandante dei partigiani bianchi Enrico Martini-Mauri.

1971 - 4 Febbraio = A Cosenza i fascisti attaccano con bombe a mano un corteo antifascista. Muore l'operaio Giuseppe Malacaria , 16 i feriti.

1971 - 8 Febbraio = Esplode una bomba a Trento .

1971 - 12 Febbraio = A Trento esplode un'altra bomba.

1971 - 5 Marzo = Assemblea della loggia P2 sulla "...situazione economica e politica dell'Italia e... nostra posizione in caso di ascesa al potere dei clerico-comunisti...". Si parla apertamente di volonta' di instaurare un "...regime autoritario di destra e militare preferibile ad un governo comunista...".

1971 - 11 Marzo = A Milano si tiene una manifestazione della "Maggioranza Silenziosa " presieduta dall'avv. Adamo Degli Occhi (vice presidente della Lega Italia Unita ed ex partigiano bianco). Aderiscono il MSI , il PDIUM , ed il capogruppo DC al comune Massimo De Carolis , solidarizzano pubblicamente con tale manifestazione un gruppo di 77 deputati democristiani capitanati da Ciccardini .

1971 - 14 Marzo = Si svolge a Roma una manifestazione degli "Amici delle Forze Armate " promossa da Gino Ragno , appartenente ad Ordine Nuovo e legato alla Aginter Press , aderiscono il MSI , il PDIUM , Randolfo Pacciardi ed i deputati DC , Ciccardini e Greggi .

1971 - 16 Marzo = Un gruppo di 90 deputati DC , coordinato da Ciccardini , presenta un documento in cui chiede l'interruzione della collaborazione con il PSI , la repubblica presidenziale e la legge elettorale maggioritaria.

1971 - 18 Marzo = Il ministro degli interni Restivo rende noto il tentativo di colpo di stato del 7 Dicembre. La Procura di Roma spicca un mandato di cattura per il principe Borghese il giorno successivo.

1971 - 13 Aprile = Il giudice Stiz fa arrestare Freda e Ventura per la strage di Piazza Fontana e gli attentati del Dicembre 1969.

1971 - Giugno = Avvengono in tutta Italia oltre 90 aggressioni a militanti o sedi della sinistra, il 22, a Milano , un militante di sinistra viene ferito da un colpo di pistola alla testa.

Gasca Queirazza lascia la guida dell'ufficio D del SID a Gian Adelio Maletti .

1971 - 24 Giugno = Inizia all'Hotel Parco dei Principi a Roma un convegno su "...guerra non ortodossa e difesa...".

1971 - 25 Giugno = La moglie di Giuseppe Pinelli , Licia denuncia il commissario Calabresi e altri 5 poliziotti per l'omicidio volontario del marito.

1971 - 30 Giugno = Michele Sindona riesce a conquistare il controllo della "Centrale".

1971 - 5 Agosto = Il pretore Raffaele Guariniello perquisisce gli uffici dei servizi generali della FIAT e sequestra 150.655 schede in cui sono indicate le tendenze politiche ed altre notizie personali dei dipendenti del gruppo industriale. Viene scoperta l'esistenza di un servizio segreto privato della FIAT diretto da Luigi Cavallo . Nell'operazione risultera' in seguito, coinvolta anche Gladio .

1971 - 13 Agosto = Su richiesta del giudice istruttore, Miceli , capo del SID , risponde che la notte tra il 7 e l'8 Dicembre (golpe Borghese ) il SID aveva ricevuto notizia di un "...imprecisato gesto clamoroso da parte di estremisti di destra, ma non era emersa alcuna conferma della notizia riferita...".

1971 - 15 Agosto = Dante Baldari muore in un improbabile "incidente di caccia" mentre e' ospite del principe Edoardo Ruspoli in Tanzania . Baldari stava raccogliendo informazioni sulla morte di Armando Calzolari , di cui era amico.

1971 - 25 Agosto = Il commissario Calabresi , Allegra ed altri quattro poliziotti della questura di Milano vengono incriminati per omicidio colposo, per la morte di Giuseppe Pinelli .

1971 - Autunno = Nasce il gruppo di destra "La Fenice ".

Sula linea ferroviaria Vicenza-Milano , a Grumolo delle Abbadesse , viene compiuto un attentato, del quale vengono indiziati di reato i membri di Ordine Nuovo , Carlo Maria Maggi , Delfo Zorzi e Manlio Portolan .

1971 - 24 Sttembre = Nell'inchiesta per le schedature FIAT a Torino , vengono scoperti 200 poliziotti pagati dall'industria di Gianni Agnelli per passare informazioni.

1971 - 4 Ottobre = Nuova inchiesta sulla morte di Giuseppe Pinelli. Il giudice D'Ambrosio emette un avviso per omicidio nei confronti del commissario Calabresi

1971 - 8 Ottobre = Michele Sindona tenta di conquistare il controllo della Bastogi ma senza successo.

1971 - 24 Ottobre = Un poco credibile suicidio dell'avv. Vittorio Ambrosini avviene a Roma . L'avvocato aveva da poco inviato una lettera al ministro degli interni Restivo nella quale si diceva pronto a rivelazioni sulla strage di Piazza Fontana del 12 Dicembre 1969.

1971 - 6 Novembre = Edgardo Ginosta , teste al processo per la strage di Piazza Fontana , viene trovato "suicida" nella sua abitazione. Sono ormai 9 i testimoni la cui morte rimane un "mistero".

1971 - 23 Dicembre = Giovanni Leone viene eletto presidente con i voti determinanti del MSI .



1972



1972 - Gennaio = La CIA inizia una vasta operazione segreta il cui scopo e' "...influenzare il corso degli avvenimenti politici in Italia in senso anticomunista...". E' evidente la coincidenza di tale operazione con gli avvenimenti della strategia della tensione.

1972 - 23 Febbraio = Inizia a Roma il processo per la strage di Piazza Fontana.

1972 - 24 Febbraio = Ad Aurisina , vicino a Trieste , i carabinieri della stazione locale scoprono per caso un deposito sotterrato di armi, esplosivo ed altro materiale bellico. Si tratta di un "nasco", cioe' di uno dei 139 depositi clandestini di Gladio , ma questo si sapra' solo molti anni dopo. Il maresciallo Pezzuto di Trieste che indaga sul caso e' oggetto di una lunga serie di persecuzioni che lo pertarono a morire misteriosamente in manicomio.

1972 - 4 Marzo = Il giudice Stiz di Treviso spicca mandato di cattura contro Pino Rauti per gli attentati ai treni del'8 e 9 Agosto 1969. Successivamente l'incriminazione si estendera' alla strage di Piazza Fontana e agli attentati del 12 Dicembre.

1972 - 22 Marzo = Franco Freda e Giovanni Ventura vengono indiziati per la strage di Piazza Fontana.

1972 - 7 Maggio = Viene ucciso a Pisa durante una manifestazione l'anarchico Franco Serantini . Non morira' subito ma dopo una lunga agonia, in assenza totale di cure, in carcere. Le responsabilita' del ferimento, prima e del mancato soccorso, poi, non saranno mai chiarite in sede giudiziaria.

1972 - 17 Maggio = Il commissario dell'Ufficio politico della Questura di Milano , Luigi Calabresi , viene ucciso in un attentato. Tra le sue carte viene trovato la fotocopia del passaporto falso che servira' a Gianfranco Bertoli , ex membro dell'organizzazione creata e finanziata dalla CIA "Pace e Liberta' " e collaboratore dei servizi segreti, per emigrare in Israele .

1972 - 31 Maggio = Cinque carabinieri vengono attirati in una trappola mortale a Peteano in provincia di Gorizia . La pattuglia viene chiamata a controllare un'auto sospetta con una telefonata anonima, il veicolo esplode, ne uccide tre e ne ferisce due, risultera' imbottito di esplosivo T4, in dotazione alla NATO .

1972 - 4 Giugno = Almirante dichiara che i giovani di destra "...sono pronti allo scontro fisico..." se lo Stato non reagira' contro l'estrema sinistra.

1972 - 28 Giugno = Almirante viene indiziato per ricostituzione del partito fascista.

1972 - 1 Agosto = Scoperti in Sicilia due campeggi paramilitari fascisti.

1972 - 25 Agosto = Mario Lupo , militante di Lotta Continua , viene ucciso a pugnalate dai fascisti a Parma .

1972 - 26 Agosto = Scoperto nei pressi di Bardonecchia un campeggio paramilitare fascista.

1972 - 28 Agosto = Viene spiccato mandato di cattura contro Freda e Ventura per la strage di Piazza Fontana e gli attentati del 12 Dicembre 1969.

1972 - 23 Sttembre = il fascista Nardi e' indiziato di reato per l'uccisione del commissario Calabresi .

1972 - Ottobre = Durante una visita a Capomarrargiu , gli agenti della CIA Sednaoui e Stone sollecitano un impegno di Gladio nella lotta contro la sinistra.

1972 - 6 Ottobre = Ivan Boccaccio , aderente a Ordine Nuovo , viene ucciso dalla polizia a Ronchi dei Legionari , mentre tenta di dirottare un aereo.

1972 - 13 Ottobre = Il processo per la strage di Piazza Fontana viene trasferito a Catanzaro.

1972 - 20 Ottobre = Il vicecapo e altri funzionari di Roma e Milano della polizia vengono incriminati per i depistaggi nell'inchiesta sulla strage di Piazza Fontana .

1972 - 22 Ottobre = I treni che portano 50.000 lavoratori a Reggio Calabria per una grande manifestazione popolare sono oggetto di 7 attentati con bombe ad alto potenziale per un totale di 20 chili di esplosivo, piazzate nei vagoni e sui binari, 3 di esse esplodono a Fossanova , Cisterna e Valmontone .

1972 - 5 Novembre = In un comizio a La Spezia , Forlani dice: "...E' stato operato il tentativo forse piu' pericoloso che la destra reazionaria abbia tentato e portato avanti con una trama che aveva radici organizzative e finanziarie consistenti, che ha trovato delle solidarieta' probabilmente non soltanto in ordine interno ma anche in ordine internazionale, questo tentativo non e' finito noi sappiamo in modo documentato che esso e' ancora in corso..."

1972 - Dicembre = Inizia lo smantellamento dei depositi clandestini di Gladio , che ammontano a 139, di cui pero' solo 127 saranno recuperati. I depositi saranno pero' semplicemente spostati nelle stazioni dei carabinieri.

1972 - 15 Dicembre = Il capo della stazione CIA di Roma , Stone , prevede che "...potrebbe verificarsi una straordinaria situazione insurrezionale nel sud, per cui alcune sacche di terrirorio potrebbero essere controllate da forze contrarie al governo...". Stone , a conclusione, sollecita un impegno straordinario di Gladio.

1972 - 30 Dicembre = Pietro Valpreda viene liberato.



1973



1973 - Febbraio = Isabelita Peron e Lopez Rega sono in visita in Italia per favorire il ritorno di Peron in Argentina . Si incontrano con Giancarlo Elia Valori e Licio Gelli . Impegnati nel perorare la causa e' anche l'estrema destra, in paricolare l'ex segretario del PNF , Carlo Scorza e Claudio Mutti .

1973 - 3 Febbraio = Nuove nomine ai vertici delle forze dell'ordine: Efisio Zanda Loy e' il nuovo capo della polizia e Enrico Mino e' il nuovo comandante dei carabinieri.

1973 - Marzo = Vengono riunificate le due osservanze massoniche italiane, quella di Palazzo Giustiniani e quella di Piazza del Gesu' che erano separate da 65 anni.

1973 - 12 Marzo = Peron , dopo la vittoria del suo partito alle elezioni rientra dall'esilio. I militari vengono convinti della necessita' dell'operazione da Carlos Suarez Mason , iscritto alla loggia P2 di Licio Gelli , capo del I corpo di armata e comandante del distretto militare di Buenos Aires .

1973 - 7 Aprile = Nico Azzi , iscritto al MSI , rimane ferito per l'esplosione di un detonatore mentre sta innescando una bomba ad alto potenziale in una toilette del treno Torino-Roma . Le successive indagini porteranno alla condanna per strage di un gruppo di neonazisti di Milano che pubblica il giornale "La Fenice " ( vicino alle posizioni di Ordine Nuovo , da poco rientrato nel MSI ), di cui era leader Giancarlo Rognoni .

1973 - 12 Aprile = Durante una manifestazione neofascista, due iscritti al MSI , Vittorio Loi e Maurizio Murelli lanciano bombe a mano SRCM contro la polizia e uccidono l'agente Antonio Marino .

1973 - 13 Aprile = Fallisce, a causa di un incidente, un tentativo di strage sul diretto Torino-Roma . Dell'attentato avrebbe dovuto essere incolpata la sinistra rivoluzionaria (erano gia' pronti i volantini di rivendicazione), ma i veri autori vengono identificati e risultano iscritti al MSI .

1973 - 14 Aprile = Vittorio Loi , nel corso di un interrogatorio confessa l'esistenza di un piano preordinato per creare disordini e fa i nomi degli organizzatori, successivamente pero' ritratta tutto.

1973 - 26 Aprile = Muore il generale De Lorenzo .

1973 - 27 Aprile = A Milano i neofascisti, durante una manifestazione, lanciano una bomba a mano contro un gruppo di poliziotti. Muore l'agente Antonio Marino . I fascisti Loi e Murelli vengono arrestati. Viene aperta un'inchiesta, affidata al giudice istruttore Guido Salvini , per individuare i mandanti e sulle provenienza delle bombe a mano SRCM.

1973 - 17 Maggio = Gianfranco Bertoli , sedicente anarchico (in realta' ha fatto parte dell' organizzazione Pace e Liberta' e fa parte di Gladio ) proveniente da Israele , compie una strage davanti alla questura di Milano nell'anniversario dell'uccisione del commissario Calabresi , lanciando una bomba a mano sulla folla che esce da una cerimonia presieduta dal ministro dell'interno Rumor , Il bilancio e' di 4 morti e numerosi feriti.

Michele Sindona tenta di aumentare il capitale della Finambro da un milione a 160 miliardi, ma l'operazione viene bloccata dall'opposizione del ministro La Malfa e di molti finanzieri di area laica. E' l'inizio della fine di Sindona .

1973 - 11 Luglio = Scoperti 11 chili di dinamite su un binario ferroviario, nei pressi di Nuoro , poco prima del passaggio di un treno di pendolari.

1973 - 5 Stettembre = Guido Giannettini e Massimiliano Fachini vengono incriminati per la strage di Piazza Fontana .

1973 - Ottobre = Viene scoperta l'organizzazione segreta della Rosa dei Venti , che punta ad attuare un colpo di stato in 6 fasi di cui la quarta e' rappresentata dall'intervento militare e la quinta dalla fucilazione di alcuni ministri, parlamentari socialisti e comunisti, dirigenti delle sinistri, vecchi comandanti partigiani, in tutto 1.624 persone, e' programmato inoltre l'avvelenamento di acquedotti con uranio radioattivo. Secondo una confessione raccolta dai magistrati la Rosa dei Venti e' composta da 20 organizzazioni fasciste e gruppi clandestini di militari e al suo vertice ci sono ben 87 ufficiali superiori, rappresentanti tutti i corpi militari e tutti i servizi di sicurezza italiani. Dell'organizzazione risulta far parte anche Gianfranco Bertoli .

1973 - 1 Ottobre = Undici candelotti di dinamite vengono scoperti sotto un ponte della ferrovia Napoli-Roma .

1973 - 21 Novembre = Clemente Graziani ed altri 29 aderenti ad Ordine Nuovo vengono condannati per ricostituzione del partito fascista.

1973 - 23 Novembre = Precipita, vicino a Porto Marghera , a causa di un attentato l'aereo "Argo 16", usato da Gladio per i trasferimenti a Capomarrargio , dove i gladiatori ricevono addestramento militare. Le ipotesi formulate dal giudice Mastelloni , a cui e' affidata l'inchiesta sono due: 1) una vendetta del MOSSAD (servizio segreto israeliano), perche' l'aereo aveva trasportato dei palestinesi liberati dalla magistratura italiana. 2) un'avvertimento dei membri di Gladio nel momento in cui il gen. Serravalle stava tentando di disarmare l'organizzazione.

1973 - Dicembre = Viene decretato lo scioglimento di Ordine Nuovo .

1973 - 17 Dicembre = Da un inchiesta sulle intercettazioni telefoniche attuate illegalmente risulta che sono oltre 2.000 le linee poste sotto controllo.



1974



1974 - Gennaio = Michele Sindona viene premiato dall'ambasciatore statunitense a Roma come "uomo dell'anno".

1974 - 3 Gennaio = A Padova viene perquisita la casa del ten. col. Amos Spiazzi , emergono i collegamenti con la Rosa dei Venti .

1974 - 9 Gennaio = Vengono inviate oltre 100 comunicazioni giudiziarie ad esponenti di Avanguardia Nazionale per ricostituzione del partito fascista.

1974 - 13 Gennaio = Il Procuratore Generale della Repubblica Carmelo Spagnuolo , iscritto alla P2 , e' indiziato di reato per lo scandalo Mangano -Coppola (relativo ai rapporti esistenti fra mafia e polizia). In un intervista al settimanale "Il Mondo" dichiarera' di essere "...vittima di un complotto teso a mettere a tacere lo scandalo delle intercettazioni telefoniche...". Successivamente verra' radiato dall'ordine dei magistrati. Carmelo Spagnuolo e' anche un sostenitore di Michele Sindona in favore del quale testimonia sia a New York che di fronte all'ambasciatore statunitense a Roma .

Viene arrestato il col. Amos Spiazzi nel corso dell'inchiesta sulla Rosa dei Venti , che risulta essere il piu' pericoloso tentativo di colpo di stato della storia della Repubblica.

1974 - 20 Gennaio = Una bomba esplode alla stazione Termini di Roma , non ci sono vittime.

1974 - 30 Gennaio = Il giudice Alessandrini rinvia a giudizio Freda e Ventura per la strage di Piazza Fontana e per le bombe del 12 Dicembre 1969.

1974 - Febbraio = E' in atto un imprecisato tentativo di intervento autoritario delle forze armate per iniziativa di generali allarmati dalle possibili conseguenze politiche di una sconfitta dei cattolici nel referendum sul divorzio del 12 maggio. Le caserme italiane sono tutte in stato di allarme.

1974 - 8 Febbraio = Il CSM dispone il trasferimento del Procuratore Generale Spagnuolo ed apre un'inchiesta sui magistrati coinvolti nelle indagini antimafia.

1974 - 28 Febbraio = Inizia a Cattolica , presso l'Hotel Giada la riunione di fondazione di Ordine Nero , costituito dai resti di Ordine Nuovo e da Avanguardia Nazionale . Il proprietario dell'Hotel Giada, Caterino Falzari e' un agente informatore del SID . Verra' scoperto successivamente che non solo il SID era a conoscenza della riunione e del suo oggetto ma che tutto si svolse sotto la protezione del servizio segreto.

1974 - Primavera = Il col. Salvatore Florio , responsabile dell'Ufficio I della Guardia di Finanza, attiva delle indagini su Licio Gelli e redige tre informative sul capo della P2 . Collabora alle indagini il cap. Luciano Rossi .

1974 - 18 Aprile = La Cassazione stabilisce la riunificazione dei processi a Valpreda e a Freda e Ventura per la strage di Piazza Fontana del 12 Dicembre. 1969.(5)

1974 - 21 Aprile = Una bomba al plastico fa saltare mezzo metro di rotaie appena oltrepassata la stazione di Vaiano a trenta chilometri da Firenze . Non ci sono conseguenze solo perche' il blocco automatico dei treni in caso di interruzione delle rotaie impedisce il deragliamento del rapido Parigi-Roma .L'attentato viene rivendicato da Ordine Nero

1974 - 25 Aprile = Una bottiglia molotov viene lanciato contro l'auto del giudice Macri' . L'episodio viene rivendicato da Ordine Nero .

In Portogallo inizia la "rivoluzione dei capitani", che mette fine al regime fascista di Salazar .

1974 - 27 Aprile = Una bomba ad alto potenziale esplode al liceo sloveno di Trieste , non ci sono vittime. L'attentato e' rivendicato da una organizzazione fascista.

1974 - 30 Aprile = Vengono lanciate 3 bombe contro uffici della polizia a Milano . Gli attentati sono rivendicati da Ordine Nero .

1974 - Maggio = L'arresto di Carlo Fumagalli , leader del MAR , permette di sventare una serie di azioni terroristiche, come stragi, sequestri e attentati che avrebbero dovuto essere attribuiti alle sinistre, previste per il 10 Maggio a quarantotto ore dalle votazioni per il referendum sul divorzio. Si scoprira' poi che il piano era gia' da tempo a conoscenza dei servizi segreti italiani.

1974 - 10 Maggio = Una serie di attentati dinamitardi vengono rivendicati da Ordine Nero nelle citta' di Milano , Bologna e Ancona dove uuna persona viene ferita.

1974 - 14 Maggio = Luciano Liggio viene catturato a Milano . Dopo l'arresto viene eletto capo della "Commissione" al vertice di Cosa Nostra , Gaetano Badalamenti , capo della famiglia di Cinisi .

1974 - 23 Maggio = In Portogallo dove la rivoluzione dei capitani e' in pieno svolgimento, in Rua Las Pracas, a Lisbona , vengono rinvenuti gli archivi di un centro di sovversione fascista internazionale, che si nasconde dietro la sigla Aginter-Press , una finta agenzia di stampa, finanziata e controllata dal regime reazionario portoghese. L'Aginter-Press nascondeva un'organizzazione di spionaggio internazionale alle dipendenze dei servizi segreti militari portoghesi e della PIDE , polizia politica segreta e, attraverso di questi, collegata alla CIA e ad altri servizi segreti occidentali, un centro di reclutamento e di addestramento di mercenari e terroristi specializzati in attentati e sabotaggi, un centro strategico per operazioni di sovversione, infiltrazione in Africa, America centromeridionale e Europa, al servizio di vari governi di destra e servizi segreti, un'organizzazione fascista internazionale denominata "Ordine e Tradizione ". con un braccio militare parallelo detto "Organizzazione d'Azione Contro il Terrorismo ". Si scopre che corrispondente in Italia dell'Aginter-Press e' l'agenzia "Oltremare" notoriamente controllata dai servizi segreti italiani. Alcuni documenti pubblicati in Italia portano alla luce che l'Aginter-Press ha avuto in Italia una trentina di collaboratori, fra cui gli uomini chiave del terrorismo nero.

1974 - 28 Maggio = Una bomba esplode in Piazza della Loggia a Brescia , mentre e' in corso una manifestazione sindacale provocando 8 morti e 94 feriti. La strage di Brescia viene rivendicata da Ordine Nero . Successivamente verranno arrestati Ermanno Buzzi di AN , Nando Ferrari del Fronte della Gioventu' e Marco De Amici delle SAM .

1974 - 30 Maggio = Viene individuato un campo di Avanguardia Nazionale a Pian di Rascino in provincia di Rieti . Nel conflitto a fuoco con i carabinieri muore, in circostanze non chiare, il membro di Avanguardia Nazionale Giancarlo Esposti , sospettato di essere fra i responsabili della strage di Brescia .

In seguito alle proteste sulla conduzione delle indagini sulla strage di Brescia , Umberto Federico D'Amato viene destituito e viene mandato a dirigere la polizia stradale.

1974 - 3 Giugno = Arrestato Giancarlo Cartocci di Ordine Nero , nei giorni seguenti vengono arrestati alltri 11 aderenti all'organizzazione fascista.

1974 - 26 Giugno = A Barrafranca , in provincia di Enna , Alessandro Bartoli, consigliere comunale del PCI , viene assassinato da un iscritto al MSI .

1974 - 28 Giugno = I fascisti Nico Azzi , Giancarlo Rognoni , Marzorati e De Min vengono condannati a pene varianti fra i 14 e i 23 anni per la tentata strage al direttissimo Torino-Genova .

1974 - Estate = La societa' Telespazio del gruppo IRI effettua prove di "oscuramento", cioe' di isolamento dei telefoni della rete civile italianna dal resto del mondo.

1974 - Luglio = Il generale Beolchini , presidente della commissione di inchiesta sulle deviazioni del SIFAR , dichiarera' che la sua relazione non e' mai stata pubblicata integralmente, i testimoni interrogati sono stati 37, i documenti allegati 32, nessuno di essi e' giunto in Parlamento.

Durante una riunione del consiglio nazionale del PLI , Edgardo Sogno lancia un appello per un "...colpo di stato liberale...".

1974 - 9 Luglio = A Brescia 31 esponenti delle SAM vengono incriminati per tentato colpo di stato.

1974 - 15 Luglio = Il ministro della difesa in carica Giulio Andreotti destituisce una dozzina di generali ed ammiragli per prevenire un colpo di stato, come dichiarera' poi alcuni giorni dopo alla magistratura, previsto per il 10 Agosto e mette in stato di allarme esercito, marina e aviazione rafforzando la guardia del palazzo presidenziale.

1974 - Agosto = Raffaele Giudice , iscritto alla P2 , assume il comando della Guardia di Finanza.

1974 - 4 Agosto = Una bomba rivendicata da Ordine Nero esplode sul treno Roma-Monaco "Italicus", a San Benedetto Val di Sambro , causando 12 morti e 105 feriti. Verra' ricordata come la strage dell'Italicus .

1974 - 6 Agosto = Vengono ritrovati 18 chilogrammi di esplosivo all'ingresso della galleria ferroviaria vicino Bologna . L'esplosivo sarebbe stato sufficiente per far saltare il tunnel. Ordine Nero rivendica la tentata strage e annuncia altre azioni simili.

1974 - 7 Agosto = Tre militanti di Ordine Nero sono arrestati per la strage dell'Italicus .

1974 - 9 Agosto = Il gen. Ricci viene incriminato per associazione sovversiva dai giudici che indagano sulla Rosa dei Venti .

1974 - 23 Agosto = La magistratura di Torino scopre il complotto, conosciuto come "golpe bianco", facente capo a Edgardo Sogno , Randolfo Pacciardi , Luigi Cavallo ed altri fra cui il braccio destro di Junio Valerio Borghese . Il progetto aveva il sostegno degli USA e della loggia P2 di Licio Gelli . Il golpe era previsto per ferragosto e aveva come obiettivo di forzare l'intervento dei militari a favore di una repubblica presidenziale.

1974 - 28 Agosto = Taviani dichiara che la teoria degli opposti estremismi era solo un "...espediente retorico..." per confermare la centralita' della DC .

1974 - 27 Settembre = Il ministro del Tesoro dispone la liquidazione coatta della Banca Privata Finanziaria di Michele Sindona e nomina come liquidatore Giorgio Ambrosoli . E' l'inizio del crollo a catena di tutta una serie di istituti finanziari, dell'"impero Sindona" in Europa e negli Stati Uniti. Nel crack e' coinvolto anche lo IOR , la banca del Vaticano . Sindona fugge negli Stati Uniti. Con Sindona sparisce una lista di 500 italiani che attraverso le sue banche hanno esportato clandestinamente all'estero somme enormi. Per cinque anni, fra il 1974 e il 1979, Sindona e' in stretto collegamento con Gelli e la P2 .

1974 - 28 Settembre = A Genova due militanti del MSI rimangono feriti nell'esplosione di una bomba che stavano preparando.

1974 - 1 Ottobre = L'Espresso pubblica un articolo su tentativi di colpo di stato preparati dai servizi segreti. Il SID querela l'Espresso .

1974 - 6 Ottobre = I sette neofascisti imputati per la strage dell'Italicus escono in liberta' provvisoria.

1974 - 8 Ottobre = La procura della repubblica di Milano spicca mandato di cattura contro Sindona , latitante negli Stati Uniti.

1974 - 20 Ottobre = Militanti di Avanguardia Nazionale assassinano Sergio Argada del Fronte Popolare Comunista Calabrese .

1974 - 25 Ottobre = Il gen. Miceli viene arrestato per cospirazione politica dai giudici che conducono l'inchiesta sulla Rosa dei Venti .

1974 - 27 Ottobre = Il giudice D'Ambrosio chiude l'inchiesta sulla morte di Pinelli. Secondo lui Pinelli sarebbe morto per "un malore attivo"... che lo ha fatto cadere dalla finestra.

1974 - 31 Ottobre = Il gen. Vito Miceli viene incriminato nel quadro dell'inchiesta sul tentativo di colpo di stato di Junio Valerio Borghese

1974 - 3 Novembre = Vengono spiccati, dalla magistratura romana, 20 mandati di cattura per l'inchiesta sulla cospirazione politica della Rosa dei Venti .

1974 - 9 Novembre = Una bomba ad alto potenziale esplode in un ufficio pubblico di Savona . non ci sono vittime.

1974 - 12 Novembre = A Savona esplode una boma in una scuola media. Non ci sono vittime.

1974 - 16 Novembre = A Savona , l'esplosione di una bomba fa saltare un tratto di binario poco prima che arrivi un treno di pendolari.

1974 - 20 Novembre = Una bomba ad alto potenziale esplode a Savona in un condominio del centro di cinque piani. Due sono i morti e molti i feriti.

1974 - 21 Novembre = La camera vota l'autorizzazione a procedere contro Pino Rauti per il processo sulla strage di Piazza Fontana .

1974 - 5 Dicembre = Alcune bombe vengono trovate lungo la linea ferroviaria Genova-Milano .

1974 - 12 Dicembre = La corte di cassazione di Milano toglie al giudice D'Ambrosio l'inchiesta sui finanziatori e gli ideologi della strage di Piazza Fontana e degli attentati del 1969, quando stava per essere emessa una comunicazione giudiziaria contro l'ammiraglio Henke e la gestione del SID dal 1966 al 1970.

1974 - 28 Dicembre = Il giudice Felice Casson sequestra documenti a Marcello Soffiati di Ordine Nuovo dai quali risulta che i servizi segreti USA hanno consentito, se non addirittura organizzato, corsi di addestramento all'uso delle armi ed alle tecniche investigative (corsi questi tenuti da un altro membro di Ordine Nuovo , Gianni Bandoli ) a cui partecipavano neofascisti italiani. Tale documentazione sara' poi confermata da ammissioni del pentito fascista Marco Affatigato .

1974 - 29 Dicembre = Vengono avocate dalla Procura di Roma tutte le inchieste sulla Rosa dei Venti , il golpe Borghese , Ordine Nero e quelle relative ad altre trame nere.



1975



1975 = William Colby , direttore della CIA , accorda un credito di 6 milioni di dollari per una operazione in Italia prima delle elezioni. Earl Brennan , ex capo del Secret Intelligence dell'OSS , viene inviato in Italia per "... preparare una strategia da opporre all'avanzata comunista...".

Roberto Calvi diventa presidente del Banco Ambrosiano . I suoi padrini sono Michele Sindona , Licio Gelli . Calvi iscritto alla P2 , portera' ai vertici della finanza mondiale la sua banca.

1975 - Gennaio = Negli Stati Uniti la commissione di inchiesta del Congresso sulle attivita' della CIA all'estero, rende pubblica la relazione del sen. Pike . L 'agenzia in Italia, in 20 anni, ha erogato oltre 65 milioni di dollari alla DC , aad altri partiti di centro e di destra per "...sostenere la lotta al comunismo...".

1975 - 24 Gennaio = Il fascista Mario Tuti uccide due poliziotti a Empoli .

1975 - 31 Gennaio = Scompare Graziano Verzotto , in rapporto con i boss mafiosi Tommaso Buscetta e Alberti , ex segretario regionale della DC siciliana, ex presidente dell'Ente Minerario Siciliano , ex responsabile delle pubbliche relazioni dell'ENI . Precedentemente era sfuggito ad un primo tentativo di rapimento. Di lui non si sapra' piu' niente per molto tempo, fino a quando si stabilira' per un certo periodo a Parigi . Verzotto era inquisito per dei fondi neri depositati dall'EMS presso le banche svizzere di Michele Sindona .

1975 - Primavera = Licio Gelli fonda l'Organizzazione Mondiale del Pensiero e dell'Assistenza Massonica (OMPAM) , una superloggia internazionale con sede a Montecarlo .

1975 - 16 Aprile = A Milano un fascista assassina, nel corso di scontri di piazza, lo studente Claudio Varalli .

1975 - 17 Aprile = Durante una manifestazione contro l'assassinio di Varalli , muore Giannino Zibecchi , stritolato da un camion dei carabinieri durante una carica.

1975 - 19 Aprile = A Firenze durante una manifestazione antifascista alcuni poliziotti in borghese aprono il fuoco uccidendo uno dei manifestanti, Rodolfo Boschi .

1975 - 22 Maggio = Il Parlamento approva la "legge Reale ", un complesso di norme per l'ordine pubblico che reintroduce il fermo di polizia, allunga i termini di carcerazione preventiva e da alla polizia la possibilita' di sparare quando "...cio' sia necessario per impedire la consumazione di attentati o altri eventi nefasti. Il PCI attua una debolissima opposizione.

1975 - 30 Ottobre = A Roma e' ucciso per errore da estremisti di destra Antonio Corrado .

1975 - 18 Dicembre = William Colby , direttore uscente della CIA , depone davanti alla Commissione d'inchiesta del Congresso USA sui servizi segreti. Ammette che nel 1972 la CIA ha organizzato un'operazione segreta volta a influenzare il corso degli avvenimenti politici in Italia in senso anticomunista. Alla deposizione e' presente anche il nuovo capo della CIA , George Bush , che aggiunge "... Non sono esclusi altri avvenimenti del genere qualora cio' fosse richiesto dalle esigenze di sicurezza degli Stati Uniti...". Durante questi anni si sviluppa in Italia la strategia della tensione e una serie di tentativi di colpo di stato.

1975 - 31 Dicembre = Attentato esplosivo ai binari della linea Firenze-Roma, all'imbocco di una galleria vicino ad Arezzo. Una bomba fa saltare 40 centimetri di bianario a Incisa Valdarno, poco prima del passaggio della Freccia del Sud, in un punto in cui il treno deragliando, avrebbe potuto precipitare in una scarpata. Solo per casualita' cio' non avviene. Non ci sono vittime.



1976



1976 - Gennaio = Il quotidiano La Repubblica rende noto il nome del capo della CIA a Roma , si tratta di Hugh Montgomery , che e' accreditato presso l'ambasciata statunitense sotto copertura diplomatica e rivela inoltre l'esistenza di un "....vasto e segreto organismo della CIA ..." descritto come "...unita' dei progetti dell'esercito americano per l'Europa meridionale...".

1976 - 6 Gennaio = Attentato esplosivo ai binari ferroviaria vicino a Terontola. Non ci sono vittime.

1976 - 7 Gennaio = Attentato dinamitardo contro la linea ferroviaria vicino a Rigutino. Non si lamentano feriti.

1976 - Febbraio = Il CSIS ( Centro Studi Strategici e Internazionali dell'universita' di Georgetown) , uno dei centri teorici dell'estrema destra americana, organizza un seminario sulla "...minaccia comunista in Italia...". Relatori di spicco: William Colby , dimesso da poco dalla carica di direttore della CIA , Ray Cline , ex vicedirettore centrale dei servizi di spionaggio, e Claire Booth Luce , gia' ambasciatrice in Italia . Tutti gli oratori del convegno si mostrano d'accordo sulla necessita' di una "...azione americana..." al fine di impedire una vittoria comunista nelle elezioni politiche. Molti citano l'esempio cileno come "...un precedente ben riuscito...".

1976 - 28 Febbraio = Arrestato il gen. Gian Adelio Maletti , capo dell'ufficio D del SID per favoreggiamento nell'ambito dell'inchiesta sulla strage di Piazza Fontana .

1976 - 23 Marzo = Colpo di stato in Argentina , viene deposta Isabelita Peron , al potere va una giunta di generali, quasi tutti aderenti alla loggia P2 di Licio Gelli .

1976 - 25 Aprile = Il settimanale Il Tempo pubblica un servizio in cui rivela l'esistenza, fino ad allora segreta, della base di Capomarrargiu , dove poi risultera', ricevono addestramento militare i membri di Gladio .

1976 - 27 Aprile = Gaetano Amoroso dei Comitati antifascisti viene assassinato da Cavalli ed al tri squadristi della sezione del MSI di Via Guerrazzi, rimangono feriti Carlo Palma e Luigi Spera .

1976 - 30 Aprile = Nel corso delle indagini sui rapimenti di alcuni figli di personaggi noti (Bulgari , Ortolani , Danesi ), viene arrestato a Roma Albert Bergamelli del clan dei marsigliesi. Al momento dell'arresto dichiara "...una grande famiglia mi protegge...", molti pensano alla mafia, ma quando verranno sequestrati gli elenchi Bergamelli risultera' iscritto alla loggia P2 di Gelli . Oltre a Bergamelli viene arrestato anche Gian Antonio Minghelli , segretario della loggia P2 . In seguito Minghelli verra' prosciolto.

1976 - 5 Maggio = Al congresso mondiale dell'OMPAM , che si svolge a Rio De Janeiro , nel discorso inaugurale Gelli afferma "...Considero superfluo ricordare a tutte le potenze occidentali che oggi il vero e grande pericolo per l'umanita' e' rappresentato dalla penetrazione del comunismo che sta abbattendo le piu' sacre ed inalienabili liberta' umane.

1976 - 28 Maggio = A Sezze Romano avvengono scontri durante un comizio del deputato fascista Saccucci (iscritto alla P2 ). Lo studente comunista Luigi De Rosa viene assassinato.

1976 - 20 Giugno = Alle elezioni politiche le sinistre raggiungono complessivamente il 45.5 % dei voti.

1976 - 27 Giugno = Michele Sindona viene condannato dal tribunale di Milano a 3 anni e 6 mesi per violazione delle leggi bancarie.

1976 - Luglio = Andreotti forma un governo monocolore DC sostenuto dall'astensione di tutti i partiti dell'arco costituzionale, compreso il PCI .

1976 - 10 Luglio = Il sostituto procuratore della Repubblica, Vittorio Occorsio , che indaga sui rapporti fra terrorismo fascista e massoneria, viene ucciso a Roma con una raffica di mitra da un commando fascista guidato da Concutelli di Ordine Nero . Il giorno prima di essere ucciso, il magistrato parlando con un giornalista, aveva fatto notare che il totale della cifra pagata per i riscatti dei rapimenti per cui era stato arrestato Albert Bergamelli (i sequestri dei figli di Roberto Ortolani , Alfredo Danesi e Giovanni Bulgari , tutti e tre iscritti alla P2 ), corrispondeva esattamente alla cifra spesa per l'acquisto della sede dell'OMPAM .

1976 - 8 Settembre = Michele Sindona viene arrestato negli Stati Uniti, esce immediatamente pagando una cauzione di 3 milioni di dollari.

1976 - Dicembre = Il col. Aldo Vitali , comandante della guardia di finanza di Venezia , presenta un rapporto su traffici petroliferi in cui e' coinvolto il gen. Raffaele Giudice , iscritto alla P2 , Sereno Freato , industriali come Muselli e preti come mons. Duca , penitenziere presso la cattedrale della Storta a Roma e mons. Annibale Ilari.

1976 - 16 Dicembre = Esplode una bomba a Brescia in Piazzale Arnaldo provocando un morto e numerosi feriti.



1977



1977 = Nascono i NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari) , gruppo armato fascista che in 5 anni porteranno a termine 136 azioni eversive.

1977 - Febbraio = A Madrid viene scoperta una fabbrica di armi clandestina a Calle Pelaio. Risultera' essere un luogo frequentato abitualmente da Delle Chiaie . Nell'operazione verra' arrestato Eliodoro Pomar . Il mitra usato da Concutelli per uccidere il giudice Occorsio , verra' accertato, proviene da qui.

1977 - 1 Febbraio = I fascisti feriscono nella citta' universitaria di Roma , gli studenti Paolo Mangone e Guido Bellachioma .

1977 - 14 Febbraio = L'ex comandante delle SS a Roma , il colonnello Kappler , responsabile dell'eccidio delle Fosse Ardeatine fugge dall'ospedale militare del Celio a Roma . Successivamente si scoprira' un coinvolgimento di membri della P2 nella vicenda.

1977 - Aprile = Viene sequestrato il figlio di Giuseppe Arcaini , presidente dell'Italcasse , sovvenzionatore per miliardi dei partiti di governo.

1977 - 12 Maggio = In piazza Navona a Roma si tiene una manifestazione nonostante il divieto del ministero dell'interno che revoca, con un atto unilaterale, il diritto a manifestare. Entrano in azione le squadre speciali : Giorgiana Masi viene uccisa da agenti in borghese dipendenti direttamente dal ministero dell'interno e non dalla questura che come ampiamente documentato sparano ripetutamente.

1977 - Luglio = Viene varata la riforma dei servizi segreti. Abolito il SID , nasce il SISMI (Servizio Informazioni per la Sicurezza Militare) e il SISDE (Servizio Informazioni per la Sicurezza Democratica) .

1977 - 18 Luglio = A Messina viene trovato morto il colonnello dei carabinieri Giansante , che era stato collaboratore del gen. Anza' . Ufficialmente *******' la tesi del suicidio, rimangono pero' molti dubbi.

1977 - 12 Agosto = Si "suicida", a Roma , il gen. Anza' . Era uno dei concorrenti alla carica di capo di stato maggiore dell'esercito. Prima della polizia, chiamata subito dal figlio, arrivano con tempestivita' i servizi segreti.

1977 - 1 Ottobre = A Roma lo studente Walter Rossi viene ucciso da una squadraccia fascista.

1977 - Novembre = Milano viene tappezzata di manifesti contro il Banco Ambrosiano . Ispiratore della campagna e' Michele Sindona , autore Luigi Cavallo .

1977 - 1 Novembre = Il gen. Mino muore in uno strano incidente in elicottero mentre sorvola la Sila. In questo periodo sono in corso gli avvicendamenti ai vertici dell'Arma. Mino apparteneva al ristretto gruppo che circondava Licio Gelli e Mino Pecorelli . Lo sostituisce il gen. Corsini .

1977 - 28 Novembre = A Bari lo studente Benedetto Petrone viene assassinato dai fascisti.

1977 - Dicembre = Inizia l'inchiesta per lo scandalo dei finanziamenti occulti dell'Italcasse . Il presidente Giuseppe Arcaini si rende latitante.



1978



1978 - Febbraio = Giuseppe Arcaini , ex presidente dell'Italcasse , muore durante la latitanza.

1978 - Marzo = Durante il rapimento Moro da parte delle BR , Cossiga e' ministro dell'interno. Egli crea ben due "comitati di crisi", uno ufficiale e uno ristretto, tutti i componenti di entrambi i comitati erano iscritti alla P2 , ne faceva parte lo stesso Licio Gelli sotto il falso nome di Ing. Luciani , (sotto tale nome operera', nello stesso periodo, con un proprio ufficio presso la marina militare) tra i membri c'e'anche lo psichiatra di Cossiga , Franco Ferracuti , con il quale elaboreara' i cosiddetti piani "Mike " e "Victor " che prevedevano nel caso in cui Moro fosse stato liberato, di rinchiuderlo immediatamente in una casa di cura psichiatrica e nel caso in cui fosse stato ucciso, l'avvio di un'operazione a vasto raggio, con poteri eccezionali per forze dell'ordine e magistratura, che portasse all'arresto di tutti coloro in odore di estremismo di sinistra, proposta che fortunatamente non fu recepita dalla magistratura. Durante il sequestro inoltre il ministro ottenne l'unica copia delle versioni integrali delle intercettazioni telefoniche effettuate, che poi non volle consegnare alle commisioni parlamentari d'inchiesta, cosi' come non consegno' i verbali dei comitati di crisi. Gladio nei 55 giorni del rapimento e' mobilitata.

1978 - 18 Marzo = Fausto Tinelli e Lorenzo Iannuzzi (Fausto e Jaio per i compagni) vengono uccisi a revolverate vicino al Centro Sociale Leoncavallo . I due giovani erano impegnati in una inchiesta sui rapporti fra spaccio di eroina e fascisti. L'azione viene rivendicata dal gruppo armato fascista Sergio Ramelli . Ai loro funerali partecipano 100.000 persone.

1978 - 18 Aprile = Un falso comunicato delle BR annuncia che Moro e' stato ucciso ed il cadavere giace sul fondo del lago della Duchessa , vicino a Rieti . Si tratta di un depistaggio. In seguito si sapra' del coinvolgimento nell'iniziativa di Toni Chicchiarelli , un personaggio legato ai servizi segreti ed alla banda della Magliana .

1978 - 9 Maggio = A Cinisi , in provincia di Palermo , viene ritrovato il cadavere, dilaniato da una bomba, di Giuseppe Impastato , militante di Democrazia Proletaria , impegnato in un'inchiesta sulla mafia. Subito dopo la sua uccisione, viene imbastita una campagna stampa, durata a lungo, tendente ad attribuire il decesso ad un fallito attentato terroristico che egli stesso stava preparando. Anche le indagini si indirizzano in questo senso. Verra' poi appurato che si tratta di un'omicidio di mafia.

1978 - Luglio = Muore in uno strano incidente d'auto, durante un viaggio in Veneto , il col. della Guardia di Finanza Salvatore Florio . La sua macchina guidata da un autista perfettamente riposato, dopo una serie di sbandate si schianta contro il guard-rail dell' autostrada. Vengono ufficialmente avanzati sospetti di sabotaggio. Alla famiglia non verra' restituita la borsa portadocumenti che il collonnello aveva con se' e dalla sua cassaforte spariscono alcuni dossier col timbro "riservato", uno dei quali intestato al gen. Giudice . Da quando Raffaele Giudice , iscritto alla P2 , aveva assunto il comando della Guradia di Finanza, Florio aveva subito continui trasferimenti per i contrasti che si erano creati fra i due. Poco prima di morire aveva ricevuto un'ispezione del gen. Giudice e, in questa occasione, fra i due ufficiali vi e' uno scontro molto acceso di fronte a testimoni. La moglie testimoniera' in tribunale sulle persecuzioni subite dal marito da parte di membri della loggia P2 .

1978 - 5 Settembre = Una carica di circa 5 chilogrammi di esplosivo piazzata sotto il binario su cui deve passare l'espresso Milano-Roma Conca d'Oro fra Vaiano e Vernio , a 7 chilometri di distanza della galleria dell'Appennino. Il treno dirottato per lavori sul binario parallelo, e' investito dall'esplosione provocando 6 feriti fra i macchinisti.

1978 - Autunno = Una dopo l'altra vengono archiviate, dalla Procura di Roma tutte le inchieste relative ai tentativi di colpo di stato, da quello di Junio Valerio Borghese , a quello della Rosa dei Venti , a quello di Edgardo Sogno .

1978 - 4 Ottobre = Il presidente del consiglio Andreotti in una lettera indirizzata alla procura di Roma afferma "...Comunico che nessuna organizzazione occulta di militari e civili ha o puo' avere compiti istituzionali di carattere politico...". Sara' egli stesso a smentirsi 12 anni dopo.



1979



1979 = Scoppia il caso ENI -Petronim. Un caso di tangenti intorno al 7 % versate su conti esteri dell'ENI per l'acquisto di greggio arabo. Un documento relativo all'operazione identificato dalla sigla M.Fo.Biali verra' ritrovato durante una perquisizione a Licio Gelli , infatti molti dei coinvolti risulteranno iscritti alla P2 .

1979 - 10 Gennaio = A Roma i fascisti fanno un'incursione nei locali di Radio Citta' Futura , dove feriscono 5 persone a colpi di mitra.

1979 - 23 Febbraio = La Corte di Assise di Catanzaro emette la sentenza per la strage di Piazza Fontana . Vengono assolti Pietro Valpreda e gli altri anarchici e condannati all'ergastolo Franco Freda e Giovanni Ventura e Guido Giannettini..

1979 - 9 Marzo = Viene ucciso dalla mafia Michele Rejina , segretario provinciale della DC a Palermo .

1979 - 20 Marzo = Mino Pecorelli , giornalista massone, iscritto alla loggia P2 . dichiaratamente di estrema destra, direttore dell'agenzia di stampa OP che pubblica veline dei servizi segreti italiani viene ucciso da un killer a Roma . Durante la successiva perquisizione del suo studio viene trovato una copia del fascicolo "M.Fo.Biali ", da cui partira' un'inchiesta su un nuovo scandalo dei petroli. Poche ore prima aveva dichiarato al giudice Infelisi: Giuseppe Arcaini non pago' alcuna somma per il riscatto del figlio rapito, ma effettuo' successivamente i richiesti finanziamenti...", Pecorelli dichiara anche che avrebbe denunciato il fatto alla Procura "...non appena avro' le prove di cui sono in attesa in questi giorni...". Il suo giornale, inoltre stava per uscire con un dossier su Giulio Andreotti . Questi alcuni dei temi trattati da Pecorelli su OP nei mesi precedenti la sua morte: il passato di Licio Gelli , il contrabbando di petroli e le responsabilita' dei generali Raffaele Giudice e Lo Prete , gli assegni per alcuni miliardi in riferimento ad Andreotti . Due giorni dopo l'assassinio , nell'agenda di Pecorelli era previsto un incontro con Licio Gelli . Del delitto verra' imputato Valerio Fioravanti .

1979 - 24 Marzo = Il vicepresidente della Banca d'Italia Mario Sarcinelli viene arrestato dalla magistratura romana. L'inchiesta si concludera' con il proscioglimento. L'arresto, viene poi appurato, serve a rallentare un'indagine sullo stato finanziario del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi .

1979 - 12 Luglio = Giorgio Ambrosoli , commissario liquidatore delle banche di Sindona , che ha indagato per tre anni i risvolti segreti dell'attivita' internazionale del banchiere della P2 viena ucciso a Milano con quattro colpi di pistola da William Joseph Arico' , un killer venuto dagli Stati Uniti.

1979 - 21 Luglio = A Palermo il capo della squadra mobile, Boris Giuliano , che indaga sui rapporti fra banche italo-americane sulla base della ricostruzione fatta da Ambrosoli , viene assassinato a revolverate. L'avv. Giuseppe Melzi , legale dei piccoli azionisti delle banche di Sindona parla di un incontro avvenuto verso la meta' di Giugno 1979 fra Giuliano e Ambrosoli , sia il commissario che il liquidatore della Banca Privata , dice, si sono trovati ad indagare sulla stesse piste del riciclaggio del denaro sporco e sui circuiti finanziari nazionali e internazionali di carattere occulto.

1979 - 2 Agosto = Sindona sparisce da New York . Viene orchestrato un tentativo per far credere che e' stato rapito da dei terroristi, ma il depistaggio questa volta non funziona. In realta' Sindona raggiunge segretamente la Sicilia , mettendosi in contatto con gruppi che vogliono organizzare un golpe separatista nell'isola dove si fara' sparare a una gamba per rendere piu' credibile la tesi del rapimento, lo assistera' il chirurgo Miceli Crimi , iscritto alla P2 e per 15 anni medico della questura di Palermo . Poi andra' in Grecia e in Austria . Al finto rapimento collabora anche Luigi Cavallo che per questo motivo verra' arrestato a New York .

1979 - 7 Ottobre = Al XII congresso del MSI , Almirante viene confermato segretario e Pino Rauti diventa vice segretario.

1979 - 12 Ottobre = Muore in un ennesimo strano incidente d'auto il maresciallo del SID , Augusto Ciferri . Aveva eseguito le intercettazioni telefoniche relative al caso M.Fo.Biali . Nessuno fara' un'autopsia.

1979 - 20 Ottobre = A New York viene arrestato Luigi Cavallo con l'accusa di aver collaborato al finto rapimento di Michele Sindona .

1979 - Inverno = Il gen. Santovito , capo del SISMI , recluta Francesco Pazienza che crea immediatamente l'agenzia Super S , che si occupera' di traffici di capitali riciclati e di contrabbando per conto dei servizi segreti italiani.



1980



1980 - 6 Gennaio = Viene assassinato il presidente della regione Sicilia , Piersanti Mattarella . L'omicidio viene attribuito a Giusva Fioravanti e Gilberto Cavallini ingaggiati da Pippo Calo' attraverso la Banda della Magliana , vari indizi indicano come mandante la loggia P2 .

1980 - Febbraio = Il giudice Carlo Palermo , di Trento , inizia l'inchiesta sui traffici di armi e droga che suscitera' immediatamente polemiche e pressioni nei potentati politici, finanziari e giudiziari. Molti degli imputati individuati da Palermo saranno poi coinvolti nelle vicende del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi .

1980 = 6 Febbraio = Viene approvato il decreto Cossiga antiterrorismo che prevede fra l'altro misure premiali per i "pentiti" e le perquisizioni di caseggiato senza autorizzazione della magistratura. Per far approvare il decreto il governo pone la questione di fiducia che viene votata anche dal PCI .

1980 - 13 Giugno = Michele Sindona viene condannato a 25 anni per il fallimento della Franklin Bank .

1980 - 23 Giugno = I NAR uccidono a Roma il giudice Mario Amato che stava indagando sull'estrema destra.

1980 - 27 Giugno = Alle 20,58 esplode in volo, nelle vicinanze di Ustica , il DC9 Itavia diretto da Bologna a Palermo . 81 persone rimangono uccise. Inizialmente le indagini si orientano verso un cedimento strutturale del velivolo, e l'Itavia verra' fatta fallire. Poi si accredita la tesi della bomba esplosa a bordo e solo dopo molti anni si inizia a indagare in merito alla possibilita' che l'aereo sia stato abbattuto da un missile. Molti saranno i tentativi di depistaggio nel corso delle indagini.

1980 - 4 Luglio = La Procura di Milano ritira il passaporto a Roberto Calvi , gli verra' pero' celermente restituto a Settembre.

1980 - 12 Luglio = Sindona e' indiziato di reato per l'omicidio Ambrosoli .

1980 - 30 Luglio = Viene evitata solo per caso una strage a Milano per l'esplosione di una autobomba.

1980 - 2 Agosto = Una bomba con 250 chili di tritolo collocata in una borsa e lasciata nella sala d'aspetto di seconda classe della stazione di Bologna esplode provocando 85 morti e circa 200 feriti. Verra' ricordata come la strage di Bologna .

1980 - 6 Agosto = Il Procuratore capo della Repubblica di Palermo , Gaetano Costa viene assassinato a Palermo . Le successive indagini individuano solo il "palo" dell'operazione: Salvatore Inzerillo . Costa stava tentando di risalire attraverso gli intrecci societari e bancari ai soci occulti dei clans mafiosi degli Spatola , degli Inzerillo , dei Gambino e dei Bontate , legati a Michele Sindona , alla P2 e alla mafia americana. Il colonnello della Guardia di Finanza, Marino Pascucci , esecutore materiale delle indagini volute da Costa immediatamente dopo l'omicidio del magistrato viene rimosso dal suo incarico.

1980 - 8 Agosto = Muore in un incidente automobilistico, comandante della base aerea di Grossete e del centro radar di POggio Ballone. E' il primo di una serie di strani incidenti legati all'abbattimento del DC-9 abbattuto ad Ustica.

1980 - 28 Agosto = Aldo Semerari , il criminologo fascista iscritto alla P2 , viene arrestato nell'ambito delle indagini sulla strage di Bologna .

1980 - 9 Settembre = Viene ucciso un noto fascista palermitanoCiccio Mangiameli , di Terza Posizione , da Giusva Fioravanti . Aveva lasciato intendere di voler fare rivelazioni sulla strage di Bologna .

1980 - 13 Settembre = Viene ucciso a Roma Franco Giuseppucci , detto "Er Negro", capo della banda della Magliana .

1980 - Novembre = Reagan viene eletto presidente degli Stati Uniti, Licio Gelli e' fra gli invitati alla cerimonia del giuramento.



1981



1981 = Francesco Pazienza diventa consulente del Banco Ambrosiano .

1981 - Gennaio = Il giudice Giacomo Conte riapre il caso del rapimento di Mauro De Mauro e raccoglie prove sulle responsabilita' dei boss mafiosi Giuseppe Calderone e Giuseppe Di Cristina e sul coinvolgimento dei servizi segreti e di Gladio . Viene nuovamente coinvolto nell'inchiesta anche l'ex presidente dell'Ente Minerario Siciliano Graziano Verzotto , uomo di Mattei e di Sindona in Sicilia , al quale De Mauro fece visita poco prima della sua scomparsa.

1981 - 13 Gennaio = Una valigia piena di esplosivo simile a quello usato per l'attentato alla stazione del 2 Agosto 1980 viene trovato a Bologna sul treno Milano-Taranto . Si accertera' che si tratta di un depistaggio del SISMI , teso ad accreditare una pista internazionale nell'inchiesta sulla strage di Bologna .

1981 - 17 Marzo = Cercando prove sull'eventuale coinvolgimento di Licio Gelli nella farsa del "rapimento" di Sindona a New York , in particolare sul chirurgo Miceli Crimi , la magistratura di Milano ordina la perquisizione della villa del "venerabile" e in altri uffici e mettono le mani su documenti che provano l'esistenza di una cospirazione dietro la facciata della loggia massonica Propaganda 2 alla quale risultano appartenere 963 "fratelli" comprendenti uomini dei servizi segreti, poltici, finanzieri, banchieri, personaggi dello spettacolo, alti ufficiali, funzionari dello stato (quasi tutti ostentatamente cattolici, forse per questo 15 giorni prima il Vaticano emetteva un comunicato che ricordava le leggi canoniche che proibiscono, sotto pena di scomunica, di appartenere alla massoneria, e' da chiedersi perche' tale comunicato e' stato emesso proprio ora, forse per limitare i danni, visto che le disposizioni richiamate sono in vigore dal lontano 1738 ! Sugli iscritti alla P2 convergono le inchieste su gran parte dei misteri italiani: dalla strage di Piazza Fontana , agli scandali del petrolio, alle trame nere, agli intrighi dei servizi segreti. La P2 risulta avere conti in Svizzera per circa 1000 miliardi. Si chiariscono anche i legami esistenti fra Gelli , la P2 e Michele Sindona , Roberto Calvi , la finanza internazionale, la mafia, i servizi segreti statunitensi e golpisti di tutto il mondo dall'Italia all'Argentina . Le liste degli iscritti alla P2 vengono trasmesse dai magistrati al Presidente del Consiglio.

1981 - 18 Marzo = Il Parlamento proscioglie Mariano Rumor , Mario Tanassi e Giulio Andreotti dall'accusa di favoreggiamento nei confronti di Guido Giannettini nella vicenda della strage di Piazza Fontana .

1981 - 20 Marzo = La Corte D'Appello di Catanzaro assolve con formula dubitativa, sia Freda , Ventura Giannettini, Merlino che Valpreda e gli anarchici, per la strage di Piazza Fontana . Freda e Ventura vengono però condannati a 15 anni per associazione sovversiva.

1981 - 30 Marzo = Luis Nogueres , antiquario di Montecarlo , viene assassinato. Dell'omicidio viene accusato il suo magazziniere Carmelo Barbera , pregiudicato siciliano e fiduciario di Licio Gelli a Monaco . Gelli effettuava molte transazioni finanziarie con l'antiquario ucciso.

1981 - 23 Aprile = Il vice presidente del CSM , Ugo Zilletti e'costretto a dimettersi a causa del suo coinvolgimento nel caso del Banco Ambrosiano .

Il capo della famiglia mafiosa di S. Maria Del Gesu', Stefano Bontate , viene ucciso a Palermo . E' nota la sua ostilita' contro il capo del governo della mafia, Michele Greco .

1981 - 9 Maggio = Muore a 32 anni di infarto il capitano dell'Areonautica Maurizio Gari. La sera dell'abbatimento del DC-9 nel cielo di Ustica era in servizio al centro radar di Poggio Ballone.

1981 - 11 Maggio = Il capo della famiglia mafiosa di Passo di Rigano , Salvatore Inzerillo , viene ucciso a Palermo . Era un avversario di Michele Greco .

1981 - 20 Maggio = Il governo, dopo ripetute richieste, comunica finalmente al Parlamento la lista dei 963 iscritti alla loggia P2 , nella quale figurano tre ministri in carica.

1981 - 26 Maggio = Il governo e' costretto a dimettersi a causa degli sviluppi dell'inchiesta sulla loggia P2 .

1981 - Giugno = Viene pronunciata la prima sentenza per lo scandalo Italcasse . 17 degli imputati nel frattempo sono deceduti, 26 vengono prosciolti, e 37 vengono rinviati a giudizio tra cui i fratelli Caltagirone , Alvaro Marchini , Alessandro Nezzo , Edoardo Calleri Di Sala , Ezio Riondato .

1981 - 5 Giugno = il capitano della Guardia di Finanza Luciano Rossi si spara un colpo di pistola alla tempia dopo essere stato interrogato nei giorni precedenti circa l'informativa su Licio Gelli da lui redatta insieme al col. Salvatore Florio . Ad alcuni amici aveva confidato di essere preoccupato per il suo coinvolgimento nella vicenda P2 , perche' Gelli lo aveva avvicinato minacciandolo. Precedentemente era stato allontanato dal servizio informativo quando il gen. Giudice era diventato comandante della Guardia di Finanza.

1981 - Luglio = Mottola Antonio , criminologo, collega del fascista Aldo Semerari , viene ucciso.

1981 - 9 Luglio = Roberto Calvi tenta il suicidio nel carcere di Lodi , dove e' rinchiuso dopo il suo arresto, insieme a Carlo Bonomi , per ordine della magistratura milanese per alcune irregolarita' nella gestione del Banco Ambrosiano . Malgrado una condanna a 4 anni, grazie al tentato suicidio, Calvi esce di carcere. Nel corso dell'inchiesta viene trovata una lettera di Carlo Bonomi alla madre in cui questa si impegnava a restituire un prestito "in nero" datole da Roberto Calvi di 10 miliardi, attraverso "operazioni particolari di borsa", garanti dell'operazione sono Licio Gelli e Francesco Cosentino , iscritto alla P2 , segretario generale della Camera e presidente della Ciga .

1981 - Agosto = Viene strangolato, nel carcere di massima sicurezza di Novara Ermanno Buzzi , incriminato per la strage di Brescia , da Pierluigi Concutelli .

1981 - 28 Settembre = Italo Toni e Graziella De Palo , giornalisti, scompaiono durante la realizzazione di un servizio sul traffico di armi in Libano . Edera Corra' , massone di Piazza del Gesu' , parte per Beirut nei giorni successivi tentando di depistare le indagini. Nella vicenda vengono coinvolti i servizi segreti italiani, viene arrestato il col. Stefano Giovannone , cavaliere di Malta legato al Vaticano e ad Andreotti , rappresentante dei servizi italiani in Medio Oriente dal 1972 e artefice delle relazioni privilegiate del SID con i paesi arabi.

1981 - 16 Ottobre = Viene assassinato davanti alla sua villa a Roma Domenico Balducci , autorevole membro della banda della Magliana .

1981 - 17 Ottobre = Vengono assassinati in localita' Casa Nuova vicino a Gambassi Terme Salvatore Mancino e Giuseppe Milazzo , padre di Vincenzo Milazzo titolare della raffineria di eroina di Alcamo , scoperta dal giudice Carlo Palermo , da cui si riforniva Pippo Calo' . Il giudice Ciaccio Montalto dichiarera': "...bisogna lavorare su una pista non ancora battuta: il trapianto della mafia trapanese in Toscana, ed il filone che accomuna mafia e massoneria...".

1981 - 10 Dicembre = Il Parlamento scioglie la loggia P2 di Licio Gelli e istituisce una commissione parlamentare di inchiesta su di essa.



1982



1982 - 20 Gennaio = Il faccendiere Francesco Pazienza incontra Samir Traboulsi , un libanese segretario del ricchissimo sceicco Kashoggi , che e' rimasto ferito in un attentato. Gli propone la propria protezione, il libanese spaventato accetta. Pazienza e Traboulsi si incontrano quindi con due esponenti della 'ndrangheta calabrese della zona di Rosarno , presentati dal faccendiere a Samir. Il libanese paga diverse centinaia di milioni ai due calabresi, ricevendo in cambio le assicurazioni di protezione richieste.

1982 - 28 Marzo = L'Unita' in un servizio sul rapimento Cirillo pubblica un documento riservato del ministero dell'interno dal quale si desume la partecipazione alla trattativa per il rilascio del vice segretario della DC Enzo Scotti .

1982 - 30 Marzo = Il criminologo Semerari , fascista, iscritto alla P2 , in rapporto con la Camorra e collaboratore dei servizi segreti, invia una lettera nella quale afferma di essere l'autore del falso documento pubblicato dall'Unita' due giorni prima sul caso Cirillo .

1982 - 1 Aprile = Aldo Semerari , il criminologo iscritto alla P2 , collaboratore dei servizi segreti, legato al terrorismo nero e alla camorra , viene trovato davanti alla casa di RaffaeleCutolo , decapitato, Maria Fiorella Carraro , la sua segretaria viene "suicidata".

1982 - 20 Aprile = Viene arrestato Carlo Boatti nel suo ufficio di console generale del Gabon . Boatti e' proprietario della raffineria San Quirico di Genova , e' stato socio di Bruno Musselli , e' legato da decenni a Giulio Andreotti . La sua prima raffineria a Gaeta fu costruita negli anni '50 grazie all'intervento di Andreotti presso i ministri dell'Industria e delle Finanze.

1982 - 27 Aprile = Danilo Abbruciati , membro della banda della Magliana attenta alla vita del vice presidente del Banco Ambrosiano Rosore e viene ucciso sul posto da una guardia giurata. Eccezionale e singolare il tempismo, la rapidita' e la precisione del tiro del metronotte del quale peraltro non e' stato mai reso noto il nome. Non sara' ne' il primo ne' l'ultimo dei componenti la banda della Magliana morti in circostanza non del tutto chiarite o uccisi.

1982 - 30 Aprile = La mafia uccide Pio la Torre , segretario regionale del PCI, e il suo autista Rosario Di Salvo .

1982 - Giugno = Viene arrestato Wilfredo Vitalone , fratello del senatore democristiano Claudio Vitalone , in relazione ad una vicenda nella quale entrano Flavio Carboni , Emilio Pellicani , Angelo Rizzoli , Bruno Tassan Din e Maurizio Mazzotta . Avrebbe ricevuto da Roberto Calvi 3 miliardi destinati a corrompere i magistrati romani che indagano sul Banco Ambrosiano .

Viene arrestato a Philadelfia William Joseph Arico' , accusato di essere l'assassino di Giorgio Ambrosoli , il liquidatore del Banco Ambrosiano

1982 - 17 Giugno = Roberto Calvi , presidente del Banco Ambrosiano , si rende irreperibile, la sua segretaria, Graziella Corrocher viene trovata "suicidata".

1982 - 18 Giugno = Il banchiere Roberto Calvi e' trovato impiccato sotto il ponte dei Frati Neri a Londra . Ben presto la tesi del suicidio appare sempre meno credibile.Vengono iniziate le pratiche di liquidazione del Banco Ambrosiano .

1982 - 12 Agosto = Pierluigi Concutelli strangola, nel carcere di Novara , Carmine Palladino , braccio destro di Stefano Delle Chiaie . Palladino aveva dato segni di disponibilita' a collaborare con i giudici.

1982 - Settembre = Ucciso nel carcere di Ascoli Piceno Albert Bergamelli , del clan dei marsigliesi e iscritto alla P2 .

1982 - 13 Settembre = Licio Gelli viene arrestato in Svizzera .

1982 - 16 Settembre = Viene ucciso a Londra l'antiquario Sergio Vaccari Agelli . Il fratello di Vaccari era socio di Ernesto Diotallevi della banda della Magliana e di Pierluigi Torri , evaso a Londra durante un processo per narcotraffico.

Muore Giorgio Di Nunzio che aveva raccolto in un voluminoso dossier la documentazione riservata riguardante i rapporti fra Sindona e Marcinkus . Il dossier sara' ceduto a Francesco Pazienza e da questo a Calvi . Il dossier fini' nelle mani anche del cardinale Beniozzi , il quale pero' mori' prima di utilizzarlo. Aveva anche collaborato lungamente con il costruttore Mario Genghini iscritto alla P2 .

1982 - Ottobre = In Bolivia finisce il regime militare. Stefano Delle Chiaie , che si era rifugiato in quel paese, fugge. Uno dei suoi uomini, Pierluigi Pagliai , viene ferito da agenti dei servizi segreti italiani e riportato in aereo in Italia, morira' qualche giorno dopo senza riprendere conoscenza.



1983



1983 - 26 Gennaio = Viene ucciso dalla mafia il giudice Ciaccio Montalto . Pochi giorni prima di essere ucciso aveva scoperto un episodio di corruzione nel quale era coinvolto il giudice Antonio Costa , pubblico ministero nel processo contro i fratelli Minore . Per l'omicidio verrano condannati all'ergastolo Toto' Minore , Ambrogio Farina e Natale Evola .

1983 - 29 Gennaio = Vincenzo Casillo , luogotenente di Cutolo , salta in aria con la sua macchina, mentre e' latitante, a pochi passi dal suo nascondiglio a Primavalle . Era strettamente collegato alla banda della Magliana . Aveva, inoltre, intrattenuto rapporti con Musumeci ed altri ufficiali del SISMI .

1983 - 24 Marzo = Viene arrestato in Brasile Tommaso Buscetta e quindi estradato prima in Italia e poi negli USA. E' uno dei primi boss mafiosi pentiti.

1983 - 29 Luglio = Esplode un'autobomba nei pressi dell'abitazione del giudice Rocco Chinnici a Palermo . Muoiono 2 poliziotti della scorta e il portiere dello stabile.

1983 - 9 Settembre = Il treno 571, Milano-Palermo e' investito da una esplosione mentre transita sul viadotto del fiume Bisenzio, incrociando un altro treno fra Vernio e Vaiano . Fortunatamente non ci sono vittime.

Licio Gelli viene fatto evadere dal carcere svizzero di Camp Dollon dove era rinchiuso. Verra' processata solo la guardia che Gelli aveva corrotto. Il diritto svizzero non punisce l'evasione. Si rifugera' latitante in Sudamerica, dove si riconsegnera' alle autorita' svizzere solo quando avra' garanzie sulla non punibilita' di una serie di reati per cui sono stati emessi ordini di cattura in Italia. Potra' cosi' successivamente rientrare tranquillamente in Italia con la garanzia della non punibilita'.

1983 - 10 Dicembre = Francesco Pazienza invia una lettera al presidente del Consiglio, Craxi in cui chiede "...di essere svincolato dall'obbligo del segreto di Stato ...". Pazienza dice di aver portato a termine operazioni di spionaggio, missioni di conciliazione, viaggi in Libano e altrove per recapitare messaggi dei servizi segreti d'intesa con il ministro degli Esteri dell'epoca, Emilio Colombo .



1984



1984 - 5 Gennaio = Viene ucciso a colpi di pistola il giornalista Giuseppe Fava , fondatore della rivista "I Siciliani " sulla quale aveva denunciato le connivenze fra mafia, potere politico e alta finanza a Catania .

1984 - 2 Febbraio = Viene trovato un cadavere sconosciuto attribuito poi a Giovanna Matarazzo , scomparsa da tre mesi, all'indomani dell'omicidio del suo amante, Vincenzo Casillo .

1984 - 19 Febbraio = William Joseph Arico' , imputato per l'omicidio di Ambrosoli , muore durante un improbabile tentativo di evasione durante un processo a Manhatan, in pieno centro di New York , precipitando dal palazzo e sfracellandosi al suolo.

1984 - 24 Marzo = Rapinata la Brink's Securmark , il bortino e' di 35 miliardi. Verra' appurato che viene portata a termine da Toni Chicchiarelli e da altri elementi della banda della Magliana . Socio della Brink's Securmark e' Michele Sindona .

1984 - 25 Marzo = Gli USA concedono l'estradizione in Italia di Michele Sindona , dove deve essere processato per il fallimento della Banca Privata .

1984 - 24 Giugno = Muore in circostanze mai chiarite il potente capo corrente della DC veneta, Toni Bisaglia , in mare di fronte a Portofino cadendo in acqua dallo yacht della moglie che ha sposato recentemente. La salma viene frettosolosamente chiusa in una bara senza essere mostrata a nessuno, Francesco Cossiga , precipitatosi da Roma , si premura di prendere in consegna il feretro e trasportarlo con un aereo speciale.

1984 - 10 Luglio = La commissione parlamentare di inchiesta sulla P2 approva la relazione della presidente Tina Anselmi . Il ministro del bilancio Luigi Longo (tessera N. 2223) e' costretto a dimettersi.

1984 - 14 Luglio = Tommaso Buscetta , estradato in Italia dal Brasile , dove era stato arrestato nell'Ottobre '83, inizia a rivelare i segreti di Cosa Nostra .

1984 - 2 Agosto = Carlo Palermo , giudice istruttore a Trento , indaga su un traffico internazionale di armi e droga. Viene accolta la richiesta di ricusazione del giudice da parte di un imputato. L'inchiesta e' apertamente osteggiata da Craxi e da altri settori politici governativi, anche perche' un esponente socialista, Ferdinando Mach era stato chiamato in causa. L'inchiesta viene trasferita a Venezia dove gli imputati eccellenti verranno a poco a poco prosciolti.

1984 - 12 Settembre = Dalla sentenza di rinvio a giudizio di 20 terroristi neri imputati di eversione, fra cui il colonnello dell'esercito Amos Spiazzi , pubblicata dal quotidiano "La Repubblica " si viene a conoscenza che noti neofascisti italiani implicati in indagini su una serie di attentati e stragi hanno frequentato corsi di addestramento all'uso di armi nella base militare statunitense di Camp Darby , presso Livorno , sede dell'ottavo comando logistico SETAF.

1984 - 25 Settembre = Michele Sindona , in carcere ad Otisville negli Stati Uniti, viene trasferito provvisoriamente nel carcere di Regina Coeli a Roma per essere messo a disposizione della giustizia italiana. Sara' interrogato sul caso Banca Privata - Ambrosoli . Il Brasile invece rifiuta l'estradizione dell'altro banchiere Umberto Ortolani dopo aver concessa quella del boss mafioso Tommaso Buscetta .

1984 - 27 Settembre = A Roma viene ucciso Toni Chicchiarelli , membro della banda della Magliana e legato ai servizi segreti. Durante la successiva perquisizione del suo appartamento, vengono trovate le prove del suo coinvolgimento nella rapina alla Brink's Securmark , ed indizi sull'omicidio di Mino Pecorelli e sul depistaggio del falso comunicato BR che annuciava che il corpo di Moro era stato gettato nel lago della Duchessa , vicino a Rieti .

1984 - 19 Ottobre = Viene arrestato l'ex capo del SISMI , Pietro Musumeci .

1984 - 23 Dicembre = Una bomba esplode sul treno 904 Napoli-Milano mentre sta percorrendo la galleria dell'Appennino, lunga 19 chilometri fra Vernio e San Benedetto Val Di Sambro , causando 16 morti e 139 feriti.



1985



1985 - 7 Gennaio = Una bomba esplode danneggiando i binari al km. 325 della nuova linea ferroviaria Battipaglia-Reggio Calabria fra le stazioni di Gioia Tauro e Taureana . Un manovale delle ferrovie, da l'allarme in tempo per evitare una nuova tragedia.

1985 - 22 Gennaio = In qualita' di "...personaggio chiave della storia contemporanea...", William E. Colby tiene una conferenza all'Hotel Excelsior Gallia di Milano , invitato dal Capital Executive Club .

1985 - 19 Febbraio = Viene arrestato a Roma per la strage del rapido 904 un insospettabile, Vittorio Guglielmi Grazioli dei Vulci Lante Della Rovere , un nobile in rapporti con la banda della Magliana .

1985 - 3 Marzo = Il colonnello dell'esercito Vito Alecci , vecchio iscritto alla P2 , viene "suicidato" nel catanese. Aveva vissuto per un lungo periodo con Nara Lazzerini , la segretaria di Licio Gelli la quale dichiara che e' "...un omicidio bello e buono concepito nell'ambiente della loggia P2 ...".

1985 - 4 Marzo = Francesco Pazienza dopo un lungo inseguimento per i mandati di cattura emessi dalla magistratura italiana per associazione mafiosa e per concorso nella bancarotta del Banco Ambrosiano , viene arrestato negli Stati Uniti e rinchiuso nel carcere di New York . Cerchera' di sfuggire all'incarcerazione e all'estradizione grazie al suo ruolo di collaboratore della CIA , ma non ci riuscira'.

1985 - 11 Marzo = Viene "suicidato" anche Salvatore Imperatrice nel carcere di Avellino . Era stato in stretti rapporti con Vincenzo Casillo . Era sopravvissuto ad una fuga da una caserma dei carabinieri nell'Ottobre '84 e ad una serie di coabitazioni forzate con un gruppo di noti killer in carcere come Concutelli , Medda , Tuti e Andraous .

1985 - 30 Marzo = Viene arrestato per la strage del rapido 904 , Pippo Calo' , legato alla banda della Magliana .

1985 - 2 Aprile = Un'autobomba telecomandata riempita con circa 50 chili di tritolo esplode a San Vito Lo Capo , in provincia di Trapani , al passaggio dell'auto che trasporta Carlo Palermo , il giudice che in quattro anni di indagini ha raccolto 300.000 pagine di documenti su un colossale traffico internazionale di armi, droga e valuta. Il giudice si salva, ma una madre e i suoi due gemelli vengono uccisi dall'esplosione.

1985 - 19 Aprile = Il giudice Carlo Palermo emette 21 mandati di cattura per associazione a delinquere e truffa. Sono coinvolti gli imprenditori catanesi Mario Rendo , Giuseppe Costanzo , Ugo Graci e Giovanni Parasiliti .

1985 - 24 Giugno = Francesco Cossiga e' eletto Presidente della Repubblica.

1985 - 1 Agosto = La Corte di Appello di Bari assolve definitivamente Freda , Ventura , Giannettini e gli altri fascisti accusati per la strage di Piazza Fontana .

1985 - 2 Ottobre = Pippo Calo' viene incriminato per la strage del treno 904.



1986



1986 - 28 Febbraio = A Stoccolma viene assassinato il primo ministro Olof Palme . Dietro l'assassinio si sospetta esserci un traffico di armi legato alla guerra Iran -Iraq in cui e' implicata la loggia P2 .

1986 - 19 Marzo = Sindona viene condannato all'ergastolo.

1986 - 22 Marzo = Michele Sindona viene "suicidato", nel carcere di Voghera , con una tazza di caffe' al cianuro. Alcuni giorni prima era stato condannato all'ergastolo. Sindona aveva minacciato di rivelare, dopo anni di silenzio, i misteri dell'organizzazione coperta di cui faceva parte.

1986 - 15 Aprile = A Rotterdam Licio Gelli si incontra con l'agente della CIA Brenneke per riattivare la strategia della tensione in Italia.

1986 - 17 Maggio = Nel corso delle indagini sull'uccisione di Mattarella mettono in evidenza i legami esistenti fra la mafia e il terrorismo nero.

1986 - 19 Giugno = Francesco Pazienza viene estradato in Italia.



1987



1987 - 2 Febbraio = Il direttore del SISDE Vincenzo Parisi diventa capo della Polizia.

1987 - 20 Febbraio = Vengono emessi mandati di cattura per concorso nella bancarotta fraudolenta del Banco Ambrosiano nei confronti di Paul Marcinkus , Luigi Mennini e Pellegrino De Strobel , cioe' dei massimi dirigenti dello IOR , la banca del Vaticano .

1987 - 30 Marzo = Viene trovato impiccato il maresciallo dell'Areonautica Alberto Mario Dettori. La notte dell'abbattimento del DC-9 di Ustica era in servizio al centro radar di Poggio Ballone.

1987 - 23 Maggio = Al processo scaturito dalla seconda inchiesta sulla strage di Brescia tutti gli imputati vengono assolti.

1987 - 25 Agosto = Mario Tuti capeggia una rivolta nel carcere di Porto Azzurro , dove vengono prese in ostaggio 35 persone, si arrenderanno l'1 Settembre.

1987 - 2 Settembre = Aldo Anghessa , informatore del SISDE , con le sue informazioni fa sequestrare la nave libanese "Boustani One ",a Bari . A bordo viene trovato un carico di bazooka, razzi anticarro, hashish ed eroina, organizzatrice del traffico e' un'organizzazione libano-palestinese. Il giudice istruttore di Massa a cui e' affidata l'inchiesta affermera' nella sentenza che "...il ruolo dell'Anghessa , se puo' lasciare qualche dubbio che egli possa aver organizzato tutto al fine di acquisire credibilita' nei confronti dei servizi di sicurezza, cio' non comporta gli estremi di reato...".



1988



1988 - 12 Gennaio = L'ex sindaco di Palermo , Giuseppe Insalaco , viene ucciso. Aveva denunciato davanti alla commissione antimafia alcuni rapporti fra potere politico e mafioso.

1988 - 20 Aprile = Durante una rapina in un negozio Coop vengono uccisi due carabinieri. Altri colpi simili verranno messi a segno. I giornali parleranno della "banda delle Coop ". Vengono riscontrate impressionanti analogie con la banda del "Brabante Vallone" , formata da un gruppo di agenti dei servizi segreti in Belgio nei primi anni '80 (In Belgio e' attiva Glaive , la struttura clandestina inserita nella rete Stay Behind ), che compiono una serie di rapine. In seguito emergeranno rapporti con la Falange Armata e con la "banda della uno bianca ", anzi si ipotizzera' che questi gruppi della malavita e della destra fascista siano semplicemente sigle diverse di un unico disegno.

1988 - 11 Luglio = Al processo di primo grado per la strage di Bologna di 8 anni prima, vengono condannati Valerio Fioravanti , Francesca Mambro , Massimiliano Fachini e Sergio Picciafuoco all'ergastolo, Licio Gelli , Francesco Pazienza , Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte a 10 anni.

1988 - Agosto = Viene trovata un'autobomba nei pressi della questura di Roma . Viene rivendicata da una inverosimile rivendicazione terroristica. In seguito ne nasceranno violente polemiche fra i corpi dello Stato.

Saverio Rana, generale comandante del Registro aeronautico muore d'infarto. Potrebbe essere una delle morti misteriose di personaggi che hanno avuto a che fare con la strage del DC-9 ad Ustica. Scompaiono anche i marescialli dell'Aeronatica militare Ugo Zammarelli e Antonio Muzio.

1988 - 28 Agosto = Muoiono durante un'esibizione delle Frecce Tricolori a Ramstein i due pilotiIvo Nutarelli e Mario Naldini. Entrambi erano in volo la notte in cui fu abbattutto il DC-9 ad Ustica.

1988 - 26 Settembre = L'ex dirigente di Lotta Continua , Mauro Rostagno , viene ucciso. Attraverso una TV locale attaccava i potentati economici e poltici del trapanese e i loro rapporti con la mafia.

1988 - Ottobre = Scoppia lo scandalo BCCI . Alcuni dirigenti dell'istituto bancario risultano coinvolti in un caso di riciclaggio di denaro sporco. La BCCI aveva stretti rapporti sia con il Banco Ambrosiano di Roberto Calvi , sia con la BNL di Atlanta .

1988 - 16 Novembre = 5 carabinieri vengono trovati uccisi all'interno della caserma di Bagnara di Romagna . A sparare e' stato uno di loro il maresciallo Mantella . Pochi minuti dopo la strage arrivano i servizi segreti che bloccano tutti gli accessi alla caserma e impediscono i normali accertamenti e le relative indagini, dei carabinieri della vicina stazione di Sant'Agata sul Santerno , molto vicina che sono immediatamente accorsi sul posto, ....arrivando tardi. Gli uomini dei servizi non faranno entrare ne' il fratello del Mantella , anch'egli sottufficiale dei carabinieri, ne' gli uomini della "scientifica". Poi gli ufficiali dei servizi se ne vanno portando via documenti trovati negli archivi della caserma. L'omicida era stato sentito nei giorni precedenti pronunciare frasi come "...Ci uccideranno tutti, i terroristi sono tra noi...". Forse il maresciallo ha visto uno dei nascondigli di armi di Gladio , nascoste in quel periodo nelle caserme dei carabinieri e che secondo alcuni giornalisti sarebbero state utilizzate dalla banda delle Coop .



1989



1989 = Inizia l'inchiesta sulla BNL di Atlanta , negli USA, in cui e' coinvolta anche la CIA e il governo USA che era a conoscenza del fatto che la Banca Nazionale del Lavoro funzionava da tramite per un enorme afflusso di denaro, quasi sempre in maniera illegale, verso il governo iracheno di Saddam Hussein .

1989 - Gennaio = Il giudice Salvini apre una nuova inchiesta sull'eversione fascista e sulla strage di Piazza Fontana.

1989 - Febbraio = La Corte di Appello di Catanzaro assolve definitivamente anche Stefano Delle Chiaie per la strage di Piazza Fontana .

Assolti definitivamente dalla Corte di Cassazione anche i fascisti imputati per la strage di Brescia .

1989 - Aprile = La Corte di Appello di Trento assolve tutti gli imputati per traffico di armi, stabilendo che l'intermediazione non e' reato, dell'inchiesta iniziata dal giudice Carlo Palermo .

1989 - 20 Giugno = Sugli scogli dell'Addaura, vicino a Palermo, accanto all'abitazione del giudice Falcone, viene scoperta una borsa da sub contenente 58 candelotti di dinamite. La borsa era lì da oltre 24 ore. Il magistrato si trovava insieme ai colleghi svizzeri Carla Del Ponte e Claudio Leehman, impegnati nella lotta al riciclaggio del denaro sporco. Prima e dopo il fallito attentato, diverse autorità dello Stato riceveranno lettere anonime ("le lettere del Corvo" ) nelle quali si accusa Contorno di essere autore di alcuni omicidi commessi nel Palermitano, prima della sua cattura; Falcone, il capo della Criminalpol Gianni De Gennaro, il capo della Polizia Vincenzo Parisi, il pm Giuseppe Ayala e altri ancora sono accusati di avere protetto il pentito durante i suoi presunti raid omicidi.

1989 - Luglio = Vengono sequestrati, in Uruguay , i fascicoli redatti dal capo della P2 , su varie personalita' politiche. Il SISMI , con l'"operazione minareto ", fa sparire il fascicolo n. 208 intestato a Francesco Cossiga . Un paio di lettere ritrovate comproverebbero comunque l'esistenza di fitti rapporti fra Cossiga e Licio Gelli .

1989 - Agosto = Scompare il cognato del boss mafioso Stefano Bontate , Giacomo Vitale , era coinvolto nel falso sequestro di Michele Sindona .

1989 - 6 Settembre = Scoppia lo scandalo della Banca Nazionale del Lavoro di Atlanta .

1989 - 11 Settembre = Nel corso dell'inchiesta per l'uccisione del presidente della regione Sicilia Piersanti Mattarella viene emesso mandato di cattura contro Giusva Fioravanti e Gilberto Cavallini .

Intrecci fra mafia, massoneria, fascisti, e la banda della Magliana affiorano anche nell'inchiesta sull'omicidio del segretario della DC di Palermo , Michele Rejna .

1989 - 19 Ottobre = Viene arrestato a Roma Flavio Carboni con l'accusa di truffa e ricettazione della borsa che Roberto Calvi aveva con se' quando espatrio' clandestinamente dall'Italia nel 1982 per andare a Londra dove fu ucciso, contenente molti scottanti documenti sulle attivita' del Banco Ambrosiano .

1989 - Dicembre = In Romania viene abbattuto il regime del "socialismo reale" di Nicolae Ceausescu . Un regime con cui la P2 aveva intessuto stretti rapporti cosi' come aveva fatto con Peron e con i militari in Argentina .

1989 - 6 Dicembre = Il gen. Pasquale Notarnicola , capo di una delle principali divisioni del SISMI , rivela al giudice Felice Casson , che sta conducendo un'indagine supplementare sulla strage di Peteano , che all'epoca del fatto i servizi disponevano di propri arsenali in Friuli, occultati in grotte o sotterrati. Sono le prime ammissioni sull'esistenza di Gladio .



Gli anni della ricostruzione italiana sono indicativamente compresi fra il 1946 e il 1958 in tali anni si tenta di ricostruire i danni provocati prima dal fascismo e poi dalla guerra; l'Italia diventa un grande cantiere. In Italia nel 1950 nacque la Cassa del Mezzogiorno, con l'obiettivo di colmare il divario economico tra il nord ed il sud del Paese; mentre già nel 1949 aderì alla NATO (North Atlantic Treaty Organization) e nel 1955 venne ammessa alle Nazioni Unite e sempre nello stesso anno si instaurò la Comunità Economica Europea, il primo passo verso la realizzazione dell'Unione Europea.

Il boom economico è un periodo storico di forte crescita economica in Italia, compreso tra gli anni cinquanta e sessanta del XX secolo. A partire dalla fine degli anni ’50, si innescò in Italia, una fase di rapida trasformazione delle strutture economiche e sociali. Fu un processo che in dieci anni trasformò la penisola da paese agricolo-industriale -sostanzialmente sottosviluppato - in un moderno paese industriale-agricolo. Nei tre anni che intercorsero tra il 1959 ed il 1962, i tassi di incremento del reddito raggiunsero valori record: il 6,4, il 5,8, il 6,8 e il 6,1 per cento, rispettivamente negli anni 1959,1960,1961,1962. Questa grande espansione economica fu determinata da una serie di fattori simultanei. In primo luogo, fu dovuta allo sfruttamento delle opportunità che venivano dalla congiuntura internazionale. Più che l’intraprendenza e la lungimirante abilità degli imprenditori italiani, ebbero effetto l’incremento vertiginoso del commercio internazionale e il conseguente scambio di manufatti che lo accompagnò. Anche la fine del tradizionale protezionismo dell’Italia giocò un grande ruolo in quella congiuntura. In conseguenza di quell’apertura, il sistema produttivo italiano ne risultò rivitalizzato, lo costrinse ad ammodernarsi e ricompensò quei settori che erano già in movimento. La disponibilità di nuove fonti di energia e la trasformazione dell’industria dell’acciaio furono gli altri fattori decisivi. La scoperta del metano e degli idrocarburi in Val Padana, la realizzazione di una moderna industria siderurgica sotto l'egida dell'IRI, permise di fornire alla rinata industria italiana acciaio a prezzi sempre biù bassi. Il maggior impulso a questa espansione venne proprio da quei settori che avevano raggiunto un sufficiente livello di sviluppo tecnologico e una diversificazione produttiva tale da consentir loro di reggere l’ingresso del nostro paese nel Mercato Comune. Il settore industriale, nel solo triennio 1957-1960, registrò un incremento medio della produzione del 31,4%. Assai rilevante fu l’aumento produttivo nei settori in cui prevalevano i grandi gruppi: autovetture 89%; meccanica di precisione 83%; fibre tessili artificiali 66,8% . Ma, va osservato che il «miracolo economico» non avrebbe avuto luogo senza il basso costo del lavoro. Gli alti livelli di disoccupazione negli anni ’50 furono la condizione perché la domanda di lavoro eccedesse abbondantemente l’offerta, con le prevedibili conseguenze in termini di andamento dei salari. Il potere dei sindacati fu effettivamente fiaccato nel dopoguerra e ciò aprì la strada verso un ulteriore aumento della produttività. A partire dalla fine degli anni ’50,infatti, la situazione occupazionale mutò drasticamente: la crescita divenne notevole soprattutto nei settori dell’industria e del terziario. Il tutto avvenne, però, a scapito del settore agricolo. Del resto, anche la politica agricola comunitaria assecondò questa tendenza, prevedendo essa stessa benefici e incentivi destinati prevalentemente ai prodotti agricoli del Nord Europa. Il risultato di questo processo fu l’imponente movimento migratorio avutosi negli anni ‘60 e ‘70. È stato calcolato che nel periodo tra il 1955 e il 1971, quasi 9.150.000 unità siano state coinvolte in migrazioni interregionali; nel quadriennio1960-1963, il flusso migratorio dal Sud al Nord raggiunse il totale di ottocentomila unità all’anno . Gli anni ’60 furono, dunque, teatro di un rimescolamento formidabile della popolazione italiana. I motivi strutturali che indussero prevalentemente la popolazione rurale ad abbandonare il loro luogo d’origine furono molteplici e tutti avevano a che fare con l’assetto fondiario del Sud, con la scarsa fertilità delle terre e con la polverizzazione della proprietà fondiaria . Ai fattori strutturali si accompagnarono quei fattori tipici di attrazione che derivano dai modelli di vita dell’ambiente urbano, con la conseguenza che a decidere di emigrare furono prevalentemente i giovani del Mezzogiorno . Il flusso migratorio fu intercettato soprattutto dal Nord del paese, in quanto, per la prima volta in quegli anni del <>, la domanda di lavoro superò l’offerta nelle Regioni del triangolo industriale. Attorno al 1954, il ministro dell’economia Vanoni predispose un piano per lo sviluppo economico controllato che, negli intenti del governo, avrebbe dovuto programmare il superamento dei maggiori squilibri sociali e geografici (il crollo dell’agricoltura, la profonda differenza di sviluppo tra Nord e Sud); ma questo piano non portò ad alcun risultato. Le indicazioni che vi erano contenute in materia di sviluppo e di incremento del reddito e dell’occupazione, si basavano su una previsione fortemente sottostimata sul ruolo che avrebbe dovuto giocare il progresso tecnologico e l’incremento della produttività del lavoro che ne sarebbe derivato. Quelle previsioni furono, quindi, travolte da un processo d’espansione, ben lungi da quel ristagno che il piano Vanoni inopinatamente metteva nel conto delle previsioni. Proprio perché non previsto, e per mancanza di un incanalamento regolato della crescita, il processo di espansione portò con sé gravi squilibri sul piano sociale. Il risultato finale fu quello di portare il «boom economico» a realizzarsi secondo una logica tutta sua, a rispondere direttamente al libero gioco delle forze del mercato e a dar luogo a profondi scompensi. Il primo di questi fu la cosiddetta <>. Una crescita orientata all’esportazione determinò una spinta produttiva orientata sui beni di consumo privati, spesso su quelli di lusso, senza un corrispettivo sviluppo dei consumi pubblici. Scuole, ospedali, case, trasporti, tutti beni di prima necessità restarono infatti parecchio indietro rispetto alla rapida crescita della produzione di beni di consumo privati. Il modello di sviluppo sottinteso al «boom» implicò dunque una corsa al benessere tutta incentrata su scelte e strategie individuali e familiari, ignorando invece le necessarie risposte pubbliche ai bisogni collettivi quotidiani. Un altro dei mutamenti più rilevanti degli anni del <> fu la profonda trasformazione della struttura di classe della società italiana . Uno degli indicatori che mostravano come l’Italia fosse entrata ormai nel novero dei paesi sviluppati, fu il rapido incremento del numero di impiegati, sia nel settore privato, che nel settore pubblico. La categoria dei tecnici crebbe in maniera altrettanto rilevante in quegli anni. Al vertice del settore si collocavano i manager del comparto industriale, che furono i veri soggetti (e divulgatori) delle idee sulla nuova organizzazione industriale, le cui teorie avevano da tempo fatto scuola nelle Università americane. Il numero di dirigenti d’azienda che non vantavano titoli di proprietà delle realtà produttive che dirigevano aumentò sensibilmente negli anni del <> e, parimenti, aumentò il loro potere di condizionamento del ceto politico, soprattutto di quello che controllava direttamente o indirettamente l’industria pubblica. Ma gli anni della grande espansione furono anche teatro di straordinarie trasformazioni degli stili di vita, del linguaggio e dei costumi degli italiani. Nessuno strumento ebbe un ruolo così rilevante nel mutamento molecolare della società quanto la televisione. Progressivamente essa impose un uso passivo e familiare del tempo libero a scapito delle relazioni di carattere collettivo e socializzante che, alla lunga, avrebbe modificato profondamente i ruoli personali e gli stili di vita oltre che i modelli di comportamento. A questo si accompagnò anche un deciso aumento del tenore di vita delle famiglie italiane. Nelle case facevano la loro comparsa le prime lavatrici e frigoriferi (la cui produzione era svolta soprattutto da imprese italiane di piccole e medie dimensioni). Anche le automobili cominciavano a diffondersi sulle strade italiane con le Fiat 500 e 600 che diede grande impulso alla produzione della casa torinese. Si costruirono anche le prime autostrade a partire dalla Milano-Napoli, l'Autostrada del Sole. Anche la letteratura e il cinema si occuparono ampiamente del boom economico che fu ripreso e trattato in molti libri e film. Significativi di questo periodo sono, ad esempio, lo scrittore Luciano Bianciardi ed i film La dolce vita ed Il sorpasso. Tra il 1958 e il 1963 l'economia italiana, ma anche la società e le famiglie italiane si trasformarono completamente in seguito al cosiddetto miracolo economico. In questi anni il Prodotto interno lordo, che fino al 1958 era cresciuto in media del 5.5%, crebbe nei sei anni successivi del 6.3%. Tale crescita rappresentò un record nella storia dell'Italia. Il reddito pro-capite passò da 350000 lire a 571000 lire. Tra il 1958 e il 1959 gli investimenti lordi crebbero del 10% e tra il 1961 e il 1962 l'incremento era del 13%. Questi numeri ridussero sensibilmente il divario storico con i grandi Paesi europei: Inghilterra, Germania e Francia. La crescita del reddito pro capite produsse l'aumento dei consumi individuali che registrarono una crescita media di cinque punti percentuali l'anno. La domanda di beni durevoli (automobili, elettrodomestici, ecc. ) raggiunse una crescita annua pari al 10.4%. Importanti cambiamenti ci furono anche nell'alimentazione, grazie alla diffusione del frigorifero. Questo elettrodomestico fino al 1955 rappresentava un bene di lusso; dieci anni dopo il frigorifero era presente nel 30% delle case degli italiani. Come gli elettrodomestici, anche le automobili e le motociclette divennero beni accessibili per un gran numero di italiani. Si affermarono marchi come: Fiat, Gilera, Lancia, Alfa Romeo e Piaggio. L'industria registrò una crescita pari all'84% tra il 1953 e il 1961. A testimonianza di tale crescita può essere considerato questo dato: nel 1947 Candy produceva una lavatrice al giorno, nel 1967 una ogni 15 secondi. La produzione industriale raggiunse tali livelli grazie alle nuove tecnologie di produzione che arrivavono in gran parte dagli Stati Uniti, ma anche grazie ad una manodopera che aveva dei salari bassissimi. L'elevata disponibilità di manodopera era dovuta ad un forte flusso di migrazione dalle campagne alle città e dal sud verso il nord. Chi si trasferiva, dal sud al nord o dalle campagne verso le città, spesso si trovava in condizioni economiche disperate. Tali condizioni disperate portavano questa gente ad accettare condizioni di lavoro pesanti e mal retribuite. Contestualmente all'aumento dell'industrializzazione si verificò la diminuzione della produzione agricola. Tra il 1954 e il 1964 in tutta Italia vi fu una diminuzione di 3 milioni di posti di lavoro nel settore agricolo. Il peso dell'agricoltura si ridusse del 10.8% del Prodotto interno lordo. Questo notevole sviluppo fu possibile anche grazie all'intervento dello Stato nell'economia. Lo Stato intervenne con politiche economiche di stampo Keynesiano. L'intervento del governo nell'economia avvenne soprattutto attraverso l'aumento della spesa pubblica e la creazione di società a partecipazione statale. Inoltre fondamentale fu l'intervento dello Stato nella realizzazione delle infrastrutture necessarie per lo sviluppo del mercato. In tale ambito un importante ruolo fu ricoperto dall'IRI. L'IRI (che fu costituita nel 1933) intervenne sostanzialmente nella costruzione della rete autostradale (costituì la Società autostrade ) e nel potenziamento del settore dei trasporti, sia automobilistico, sia navale e aereo (costituzione dell'Alitalia).

Infine, contribuì alla crescita dell'Italia un fattore esterno, cioè, la creazione del Mercato comune europeo e la creazione della CEE nel 1957, a cui l'Italia aderì da subito. Con la creazione del mercato comune europeo vi fu l'apertura delle frontiere ai commerci, col conseguente aumento delle esportazioni tra i Paesi europei. Il boom economico provocò, anche, l'aumento del divario economico tra il nord e il sud d'Italia. Il tentativo di ridurre tale squilibrio con la Cassa per il Mezzogiorno non diede risultati soddisfacenti.

In conclusione c'è da dire che, grazie al miracolo economico, l'Italia uscì dall'arretratezza in cui versava. Tuttavia un prezzo alto fu pagato soprattutto da chi, per vivere, fu costretto ad abbandonare la propria terra d'origine per trasferirsi nelle grandi città industriali. Il 1968 vide l'Italia trasformarsi radicalmente sul piano sociale, in seguito alle migliorate condizioni di vita dovute al boom economico degli anni precedenti, e il sorgere di movimenti radicali, soprattutto comunisti, di giovani e operai, che portarono profonde modifiche al costume, alla mentalità generale e particolarmente alla scuola. E’ stato altresì per molti versi un anno particolare, nel quale grandi movimenti di massa socialmente disomogenei (operai, studenti e gruppi etnici minoritari) e formati per aggregazione spesso spontanea, attraversarono quasi tutti i paesi del mondo con la loro carica contestativa e sembrarono far vacillare governi e sistemi politici in nome di una trasformazione radicale della società. La portata della partecipazione popolare e la sua notorietà, oltre allo svolgersi degli eventi in un tempo relativamente concentrato ed intenso, contribuirono ad identificare col nome dell'anno il movimento, il Sessantotto appunto. Il movimento nacque alla fine degli anni sessanta in America e raggiunge la sua apoteosi nel 1968. Ebbe origine presso i giovani e gli operai per protestare contro la allora nuova società dei consumi, che (tuttora) propone il valore del denaro e del mercato nel mondo capitalista, mentre a proposito del blocco orientale denunciava la mancanza di libertà e l'invadenza della burocrazia di partito. Diffuso in buona parte del mondo, dall'occidente all'est comunista, ebbe come nemico comune l'autorità: nelle scuole si contestava l'autorità dei professori, della cultura ufficiale e del sistema scolastico obsoleto. Nelle fabbriche si rifiutava l'autorità del potere economico e dell'organizzazione del lavoro, nella famiglia si contestava l'autorità dei genitori. In entrambi i sistemi venivano messi in discussione il potere politico e le discriminazioni dovute alla razza, alla ricchezza, al sesso, alla religione, all'ideologia. Gli obiettivi in ambo i blocchi erano: riorganizzare la società sulla base del principio di uguaglianza, rinnovare la politica in nome della partecipazione di tutti alle decisioni, eliminare ogni forma di oppressione sociale e di discriminazione razziale, estirpare la guerra come modo di relazione tra gli stati. Il movimento americano per i diritti civili aveva costituito, fin dall'inizio degli anni sessanta, il prototipo di questa dinamica.

Nato nelle università del Nord, il movimento studentesco si era dato come obiettivo essenziale la piena attuazione di quella democrazia americana che la costituzione prometteva ma che la società aveva, almeno in parte, negato in vario modo, cioè con la repressione nei confronti dei comunisti (col noto esempio del maccartismo) e della sinistra, con il militarismo diffuso, con la persistenza della segregazione razziale in particolare nel Sud. Proprio al Sud, negli anni cinquanta era venuto maturando un movimento nero per l'eguaglianza, diretto dalle comunità di colore. Uno degli atti più significativi fu il boicottaggio degli autobus di Montgomery, Alabama, lanciato nel 1955 per protesta contro la segregazione delle razze. Nel 1959 la Corte Suprema americana ordinò la fine della segregazione nelle scuole, questo fu uno dei più importanti risultati conseguiti dal movimento. A questo punto si temeva che lo sviluppo del movimento nero portasse alla fine dell'esclusione di fatto della popolazione di colore dal voto, praticata in tutto il Sud, con l'aiuto dell'organizzazione razzista del Ku Klux Klan.

In appoggio al movimento nero del Sud, gli studenti di molte università del Nord degli Stati Uniti diedero inizio alle "marce al Sud", massicce campagne d'invio di militanti durante l'estate, con il compito di proteggere il diritto al voto della popolazione di colore. Come risposta vi furono numerosi assassinii e linciaggi, mentre i tradizionali leader politici assumevano posizioni di aperto sostegno alla violenza.

Nonostante tutto, il movimento ottenne significativi successi politici, contribuendo al superamento della segregazione.

A partire dal 1963-1964, le agitazioni dei neri si svilupparono rapidamente anche nelle grandi città del Nord degli Usa. Qui però il problema non era la segregazione istituzionale: la rivendicazione della piena uguaglianza coi bianchi infatti, non si accompagnava (come nel movimento per i diritti civili del Sud) con la volontà di un'integrazione sociale totale nella "comunità dei bianchi", ma al contrario voleva preservare la diversità e la specificità, culturale e sociale. Eguaglianza e diversità, soppressione dei privilegi bianchi ma autogoverno dei neri nella loro comunità.

L'espressione "nuova sinistra" nacque nel 1960, dal sociologo americano Wright Mills, uno degli intellettuali che più influenzarono i movimenti giovanili. Gli elementi di novità nei movimenti giovanili erano vari e molteplici. Innanzitutto era ritenuto estremamente importante il riferimento alle lotte dei popoli del terzo mondo, alle rivoluzioni del mondo arabo, dell'Asia e di Cuba. L'Unione Sovietica era ritenuta insieme con gli Usa, ordine da abbattere. In secondo luogo, la nuova sinistra rifiutava la convinzione, comune alla sinistra tradizionale, secondo cui l'evoluzione storica lavorava necessariamente in favore dell'emancipazione del proletario e dei popoli oppressi. Il timore di una "razionalizzazione" capitalistica che integrasse i ceti proletari dei paesi avanzati nello sfruttamento dei popoli del terzo mondo, sopprimendo ogni spazio reale di dissenso, rendeva la ribellione una necessità morale oltre che un compito politico.

Infine la nuova sinistra era assai diffidente nei confronti dell'organizzazione di tipo leninista e proponeva forme di agitazione e di aggregazione che valorizzassero la partecipazione di massa ai processi decisionali. Nel corso degli anni sessanta, mentre negli Usa il movimento per i diritti civili prima e l'opposizione studentesca alla guerra del Vietnam poi facevano delle organizzazioni come la Sds (Student for democratic society) una forza politica di grande peso, in Europa il movimento della "nuova sinistra" toccava un'area minoritaria ma crescente. Le agitazioni promosse dai movimenti giovanili si diffusero in vaste aree del pianeta tra la fine del 1967 e l'autunno del 1968. Francia, Cecoslovacchia e Germania occidentale furono attraversate da crisi politiche di vasta portata; in Polonia questo periodo segnò l'inizio di movimenti destinati a svilupparsi ulteriormente in seguito. Nell'ottobre 1967, i militanti boliviani annunciarono la morte di Ernesto Che Guevara. Leader della guerriglia a Cuba e poi, dopo la vittoria della rivoluzione, ministro dell'economia del nuovo regime socialista, si era allontanato dall'isola l'anno precedente per creare un focolaio guerrigliero nella montagna della Bolivia. Nella primavera del 1967, era stato reso noto un suo appello ai rivoluzionari del mondo, dal titolo "Creare due, tre, molti Vietnam". Compito dei rivoluzionari, secondo Guevara, era affiancare il Vietnam con numerosi altri movimenti insurrezionali in tutte le aree del mondo, che vanificassero l'azione "di polizia" della superpotenza americana, garantendo la vittoria del Fronte nazionale di liberazione in Vietnam e la sconfitta dell'imperialismo statunitense. La morte in combattimento, in territorio boliviano, nel 1967 contribuì a fare di Che Guevara un simbolo della lotta contro ogni forma di oppressione. La sua tensione ideale divenne un esempio per l'utopia rivoluzionaria che contraddistinse la protesta studentesca europea alla fine degli anni sessanta.

A partire dal novembre 1967, in diversi paesi europei si diffusero agitazioni studentesche: dapprima concentrata nelle università, che vennero occupate e dove il movimento tentò di dar vita a forme di "controeducazione" alternativa a quella ufficiale, l'opposizione "extraparlamentare", come all'epoca veniva definita, progettava di investire progressivamente l'intera società. Negli Stati Uniti, le lotte si polarizzarono contro la guerra del Vietnam, assumendo la forma di un conflitto antimperialista. Ad essa si combinarono le battaglie dei neri per il riconoscimento dei loro diritti civili e per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro.

Proprio la guerra del Vietnam cambiò il modo di guardare all'America dei giovani. In questo contesto negli USA nacque il movimento dei cosiddetti hippy, parola di gergo che voleva dire "uno che ha mangiato la foglia", in seguito ribattezzati "figli dei fiori", poiché la loro unica arma erano appunto i fiori. Si distinsero per costumi molto liberali ed ampio uso di droghe, soprattutto LSD, un allucinogeno che proprio in quegli anni fu immesso sul mercato con rapida diffusione. Gli hippy si battevano soprattutto contro la guerra nel Vietnam, un sanguinoso conflitto che dal 1962 vedeva impegnati gli USA. Combattevano l'unificazione tra Vietnam del Nord e Vietnam del Sud poiché al nord vi era un governo comunista, mentre al sud vi era un governo filoamericano: con l'unificazione del Vietnam gli americani temevano che il comunismo si diffondesse anche ad altri stati asiatici. Nel sud filoamericano, però, vi era un nutrito gruppo di comunisti (i Vietcong) che volevano l'unificazione del Vietnam; e perciò, con l'appoggio del governo del Vietnam dal nord organizzavano atti di guerriglia. Gli USA si ritirarono dal conflitto solo nel 1974, non perché influenzati da un'opinione pubblica mondiale forse maggioritariamnte contraria, ma perché c'era forte rischio di perdere il conflitto. La guerra, tuttavia, si concluse solo nell'aprile del 1975. In America questo movimento si unì alle battaglie dei neri per la conquista dei più elementari diritti civili. Le battaglie per il riconoscimento dei diritti civili ai neri si dividevano sostanzialmente in due filoni: quello pacifista, guidato da Martin Luther King, un pastore battista apostolo della "non violenza", che fin da giovane si dedicò alla lotta contro la discriminazione razziale, il suo celebre discorso, in cui auspicava l'uguaglianza tra i popoli ("I have a dream") scatenò un' ondata di proteste e di violenze, culminate nel suo assassinio nel 1968; che auspicava appunto la progressiva integrazione delle masse di colore nella società bianca; e quello più intransigente del Black Panther Party, che chiedeva la formazione di un potere nero (Black Power), contrapposto a quello dei bianchi, era di orientamento Marxista e chiedeva inoltre libertà e occupazione, case e istruzione per tutti, la fine delle oppressioni anche verso le minoranze etniche. Era guidato da personalità del calibro di Angela Davis, Elridge Cleaver e Malcolm X, quest' ultimo era un avvocato allevato da una coppia di bianchi che gli avevano imposto il cognome "Little", divenuto adulto ha preferito cancellarlo con una X. Egli era propenso ad un'alleanza tra tutti i popoli neri e lottava per la superiorità razziale del suo popolo. Secondo lui la divisione razziale era inevitabile ma accusava i bianchi, da lui reputati persone intelligenti ma responsabili della condizione dei neri, di non fare abbastanza o il necessario per risolvere questi problemi. Morì in circostanze poco chiare nel 1965. Nella Cina comunista il "sessantotto" rappresentò il momento più acuto della rivoluzione culturale avviata nel 1966. Tutto il sistema di potere di questo paese venne completamente trasformato. Partito dai gruppi di studenti universitari che protestavano contro i privilegi culturali ancora presenti nella società cinese, il conflitto fu subito appoggiato da Mao Zedong e dai suoi sostenitori, che lo radicalizzarono come strumento di pressione contro l'opposizione interna. Nell'estate del 1967 e agli inizi del 1968 lo scontro sembrò raggiungere un tale livello di acutezza da precludere una guerra civile. Successivamente però la tensione si allentò, numerosi dirigenti giovanili furono allontanati dalle città e inviati nelle zone rurali. Si imposero ovunque i "comitati rivoluzionari" che recuperarono i vecchi dirigenti. Infine gli avversari di Mao vennero emarginati. Situazione diversa si trovava nei paesi del patto di Varsavia, dove le manifestazioni chiedevano più libertà di espressione e una maggiore considerazione delle opinioni e della volontà della popolazione delle scelte politiche. La più alta delle manifestazioni di protesta fu la rivolta studentesca in Cecoslovacchia, successivamente chiamata "Primavera di Praga". L'avvento al potere di Brežnev significò per la società sovietica la fine di ogni spinta riformatrice. Questa politica di conservazione riguardò anche tutti i paesi del patto di Varsavia, ma in Cecoslovacchia si era realizzato un originale tentativo di rendere democratico il sistema comunista. Il progetto riformatore prevedeva l'allargamento della partecipazione politica dei cittadini e la ristrutturazione dell'economia, con la rinuncia del potere assoluto da parte dello stato. A sostenere questo tentativo ci fu proprio il movimento politico e culturale della Primavera di Praga.

Tuttavia, nel timore che questo processo di democratizzazione contagiasse anche gli altri paesi del blocco sovietico, l'Unione Sovietica decise di soffocare nel sangue il movimento di riforma. A questa scelta così violentemente autoritaria molti partiti comunisti sparsi nel resto del mondo si dichiararono in totale disaccordo.

La presenza di giovani operai a fianco degli studenti fu la caratteristica anche del Sessantotto italiano, il più intenso e ampio tra tutti quelli dell'Europa occidentale. In Italia la contestazione fu il risultato di un malessere sociale profondo, accumulato negli anni '60, dovuto al fatto che lo sviluppo economico non era stato accompagnato da un adeguato aumento del livello di vita delle classi più disagiate.

L'esplosione degli scioperi degli operai in fabbrica si saldò con il movimento degli studenti che contestavano i contenuti arretrati dell'istruzione e rivendicavano l'estensione del diritto allo studio anche ai giovani di condizione economica disagiata, i prodromi di quello che diverrà il sessantotto inizieranno a palesarsi nel 1966. La contestazione fu attuata con forme di protesta fino ad allora sconosciute: vennero occupate scuole e università e vennero organizzate manifestazioni che in molti casi portarono scontri con le forze dell'ordine. Il 24 gennaio 1966 avvenne a Trento la prima occupazione di una università italiana ad opera degli studenti che occuparono la facoltà di Sociologia. L'occupazione sarà ripetuta lo stesso anno in ottobre, protestando contro il piano di studi e lo statuto, che entrambi erano in fase di elaborazione e proponendone stesure alternative. Questa occupazione si concluse causa l'alluvione del 1966 che interessò gran parte dell'Italia settentrionale e centrale. Molti studenti si mossero come volontari per portare aiuto nelle aree più alluvionate, e questo primo movimento ed incontro spontaneo di giovani, provenienti da tutta Italia, contribuì a far sorgere in molti di essi lo spirito di appartenenza ad una classe studentesca prima sconosciuto.

Dalla contestazione studentesca che fu inizialmente sottovalutata dai politici a dalla stampa, si passa appunto repentinamente alle lotte dei lavoratori. Prendono origine le agitazioni per il rinnovo di molti contratti di lavoro; per l'aumento dei salari uguale per tutti, per la diminuzione dell'orario, per le pensioni, la casa, la salute, i servizi, ecc. Per la prima volta il mondo dei lavoratori e il mondo studentesco unito fin dalla prime agitazioni su molte questioni del mondo del lavoro, provocano delle tensioni nel Paese sempre più radicali e a carattere rivoluzionario, sfiorando in alcuni casi l'insurrezione, visti i proclami, i giornali e i fatti che accadono in Italia. La Fiat di Torino, dopo alcuni incidenti in settembre, causati da atti di sabotaggio alle catene di montaggio, dove vengono persino distrutte migliaia di auto, reagisce e sospende 25.000 operai, dopo cinque giorni di inutili mediazioni, e si sfiora il dramma. Al grido di "potere operaio" c'è mobilitazione generale e il tentativo di occupazione dell'azienda. Ai primi di novembre si processa il padronato dell'azienda. Tre mesi di agitazione mettono in crisi la città, con tre mesi senza salario vengono paralizzate tutte le attività produttive e commerciali. Nei primi giorni di dicembre la città è vicino al Natale più nero. Nemmeno la guerra aveva angosciato tanto: spente le luci, chiusi i negozi. Il 21 dicembre con una mediazione vengono accolte quasi tutte le richieste dei sindacati e ritorna una calma apparente. Ma inizia un'altra epoca, generando nuovi movimenti che sfociano nelle azioni armate. Ma gli operai otterranno alla fine dell'anno molti risultati: aumenti salariali, interventi nel sociale, pensioni, minori ore lavorative, diritti di assemblea, consigli di fabbrica. E getteranno anche le basi dello Statuto dei lavoratori (siglato poi nel '70). Nonostante fosse diffusa in tutto il mondo, la protesta giovanile si spense, all'inizio degli anni '70, ovunque senza aver riportato risultati significativi. La principale ragione di questo fallimento va ricercata nella loro incapacità di tradurre le aspirazioni in programmi concreti e in strutture organizzative in grado di realizzarli. Il Sessantotto, quindi, si caratterizzò come una rivolta morale dei giovani contro la società, piuttosto che come un insieme di movimenti politici finalizzati alla realizzazione di un qualsiasi programma. Merito del movimento giovanile di quegli anni fu, soprattutto in Occidente, quello di mettere al centro dell'attenzione valori che fino a poco tempo prima erano stati interesse di pochi. Temi come il pacifismo, l'antirazzismo, il rifiuto del potere come forma di dominio, i diritti delle donne e l'interesse per l'ambiente, entrarono a far parte stabilmente del dibattito politico e socio-culturale del mondo intero. È da osservare che dopo il Sessantotto il mondo non è cambiato poi molto, ma anche che non sarebbe stato mai più lo stesso. In Italia il movimento non si spense, ma si trasformò aumentando di intensità e continuò per tutto il decennio successivo e con intensità ridotta per altri decenni. In qualche misura dura ancora. In Italia il fenomeno della contestazione nacque senza un preciso orientamento politico in concomitanza con il crescere del fenomeno dei beatnik, più che altro come forma di insofferenza giovanile verso le generazioni adulte accusate di essere portatrici di una mentalità chiusa e repressiva. Le contemporanee vicende politiche, tra le quali l'esperienza del governo Tambroni (che nel 1960 causò violenti moti popolari in diverse città italiane, fra cui Genova), resero progressivamente consapevole il movimento di essere, oltre che depositario di valori antichi (come l'antifascismo frutto della resistenza), portatore di valori altri e della possibilità di far sentire la propria voce per condurre rivendicazioni sociali.

Tali rivendicazioni tuttavia non furono espresse nel consueto circuito istituzionale e partitico ma direttamente nelle piazze. Lo stesso PCI, spesso critico con il movimento e comunque incapace di comprenderne appieno le motivazioni, fu oggetto e non soggetto della contestazione. Per quanto uniti su alcuni specifici temi quali la pace e l'antifascismo, dal punto di vista organizzativo i giovani rimasero divisi in una miriade di gruppi e formazioni, quando non addirittura nuovi partiti, dai diversi orientamenti e a volte in conflitto tra di loro. Contemporaneamente, anche in reazione al forte impulso della sinistra extraparlamentare, si svilupparono anche alcuni gruppi di giovani di estrema destra. Il sessantotto è il termine con cui solitamente si identifica, per l'omogeneità di alcuni contenuti e per il contemporaneo focalizzarsi di tutte le sue principali manifestazioni nell'arco di un anno, tutto un insieme di rivolgimenti sociali e culturali, fondati su un insieme di princìpi egualitari e libertari estremamente radicali, che toccò paesi con culture e regimi politici estremamente differenti tra loro (dal Socialismo al Comunismo e all'Anarchismo). Tali princìpi vennero recepiti negli ambienti studenteschi e portati prepotentemente alla ribalta dell'opinione pubblica con una serie di manifestazioni di piazza nell'anno 1968. A slogan contro la guerra del Vietnam e inneggianti ad alcune icone del pensiero rivoluzionario, come Mao Tse Tung, Ho Chi Minh, Lenin, Martin Luther King e Che Guevara, si accompagnava il disagio sociale di un'intera generazione, assai numerosa, che, per la prima volta nella storia, si preparava ad entrare in massa nel mondo del lavoro, senza voler subire la repressione delle generazioni che l'avevano preceduta; repressione espressa da leggi antiquate del tempo anteguerra (II Guerra Mondiale), che era ancora in auge. I governi occidentali si trovarono impreparati a fronteggiare una situazione senza precedenti, e, per il breve periodo durante il quale la protesta studentesca si saldò con quella operaia, reagirono su due piani distinti: reprimendo con la forza i moti studenteschi e operai di piazza e riformando il sistema scolastico nella direzione richiesta dalle assemblee studentesche e cercando accordi con le organizzazioni sindacali, concedendo aumenti di stipendio, che si vanificarono, a causa di un'inflazione galoppante che i governi non controllarono. In Italia il movimento del '68, in ambito scolastico, aprì agli studenti le biblioteche riservate dei professori, aumentò gli aiuti economici e le borse di studio per spese scolastiche alle famiglie con basso reddito, e affermò una novità, il consiglio di classe, un'assemblea generale degli studenti di una scuola per discutere i propri problemi e decidere in merito. Nella maggior parte dei paesi il fenomeno ebbe breve durata e si sgonfiò nel corso del '68 o del '69. In Italia il fenomeno non si esaurì ed anzi aumentò progressivamente di intensità negli anni successivi, raggiungendo livelli di scontro politico unici al mondo. Molte delle organizzazioni e delle persone attive nella "Contestazione" si ritroveranno nelle lotte politiche degli anni successivi, talvolta assai sanguinose. Negli anni '70 alcuni dei numerosi movimenti politici, sorti negli anni precedenti, si estremizzarono e degenerarono nel terrorismo rosso, accompagnato da quello nero. Tristemente celebri le Brigate Rosse, dette anche BR, che rapirono e/o gambizzarono numerosi esponenti del mondo culturale e politico italiano considerati "reazionari"; l'episodio più eclatante si ebbe nel 1978 quando rapirono e assassinarono il Presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, proprio nel momento in cui il Presidente del Consiglio incaricato, Giulio Andreotti, stava tentando di far nascere un governo con l'appoggio del PCI. Gli anni '80 sono quelli che Montanelli chiamerà anni di fango. La scoperta, all'inizio degli anni '80, della loggia massonica P2 mise in nuova luce molti dei misteri italiani. Il presidente del consiglio Arnaldo Forlani si dimise per lo scandalo che seguì. In questi anni ci fu anche un declino del potere dei sindacati e del PCI. Crebbe la disaffezione dei cittadini per la politica. Dal punto di vista sociale furono gli anni del riflusso, con un ritorno delle persone dalle piazze al privato. Aumentò, in altre parole, l'individualismo, unito al consumismo in un edonismo consumista. Nel 1984 (a febbraio), Bettino Craxi (all'epoca Presidente del Consiglio) firmò con il Vaticano un protocollo aggiuntivo ai Patti lateranensi del 1929. Tale protocollo verrà ratificato dalla legge 206 del 1985. Da ricordare a livello internazionale la caduta del Muro di Berlino nel 1989, che ebbe ripercussioni anche in Italia, assumendo il significato di un crollo ideale dell'alternativa al capitalismo.



Ok, ora ti saluto… spero di aver accontentato in modo esaudiente la tua domanda… un bacione!

Vedi che magari il discorso è un po’ disconnesso, ma dagli un occhiata!
anonymous
2007-05-28 11:20:49 UTC
io ho dato un esame di storia contemporanea all'uni...se mi posti il tuo indirizzo ti posso mandare i miei appunti via e mail.

ciao
anonymous
2007-05-28 11:17:11 UTC
ti posso aiutare sulla guerra fredda se vuoi ma nn ricordo molto...

allora...dopo la seconda guerra mondiale si vennero a formare due grandi potenze mondiali a est la russia e ad ovest gli stati uniti...questi ultimi, erano usciti dalla guerra senza danni al territorio anzi con una capacita produttiva molto forte e un economia vigorosa grazie anche al dominio degli oceani e al possesso della bomba atomica. gli americani miravano a un ordine mondiale stabile in un sistema di mercati aperti organizzati intorno al dollaro.

l'unione sovietica invece era la pricipale potenza europea e godeva di un immenso prestigio per aver sconfitto le truppe naziste. ora essa intendeva garantire la propria sicurezza contro una nuova eventule minaccia tedesca, sviluppando un sistema socialista auto-sufficiente e competitivo.

cosi si ebbe l'europa orientale sotto l'influenza sovietica i cui stalin nn rispetto il patto di yalta che prevedeva libere elezioni e il rispetto dell'autodeterminazione dei popoli, imponendo cosi i partiti comunisti locali.

l'europa occidentale invece era influenzata dall'america che aiuto attraverso il piano marshall varie nazioni sotto l'aspetto economico. infatti da esso ne trassero vantaggi l'inghilterra, la francia la germania e soprattutto l'italia. tutto cio servi pero a sostenere l'economia dell'USA perchè,poiche il numero dei consumatori di merci americane cresceva si aprivano nuovi mercati.

la risposta della russia al piano marshall fu la creazione del "comecon" che si proponeva a sviluppare l'economia dei paesi del blocco comunista. ma gli effetti d questo nuovo piano furono negativi: infatto l'unione sovietica imponeva un modello di sviluppo che privilegiava l'industria pesante e comportava quindi una forte riduzione dei consumi e del tenore di vita della popolazione.



io so solo la guerra fredda...della decolonizzazione posso solo dirti che fi compiuta attraverso due percorsi principali: la concessione dell'autogoverno e la lotta armata contro lo stato colonizzatore da parte della popolazione locale. la decolon. fu favorita dalla debolezza dell'europa, dalla consapevolezza dei diritti e dal favore di USA e URSS!!...



so solo questo mi disp!!!...bacini
...ary...
2007-05-28 11:05:05 UTC
e come? kiss
anonymous
2007-05-28 10:59:00 UTC
e in ke modo t possiamo aiutare..ma forse vuoi degli appunti?!..


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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