Domanda:
come e nato il catasto italiano?? qualcuno sa dirmi qualcosa su come e nato??
Halo
2008-05-23 06:54:53 UTC
se sapete qualcosa datemi indirizzi internet o direttamente le informazioni, help me please....
Quattro risposte:
anonymous
2008-05-23 07:10:04 UTC
Le origini del catasto sono molto remote. Ad esempio, è stato accertato che stime dei terreni erano già effettuate in Egitto, all'epoca dei faraoni.



Nell’epoca Romana, l’espansione geografica comportò la necessità di riorganizzare i territori conquistati che vennero suddivisi in lotti quadrati aventi lato di 714 metri, chiamati centurie. Fu stabilita la distinzione fra ager pubblicus e ager privatus e istituita la figura di pubblici funzionari preposti al controllo.



Attraverso gli Arabi sarebbe inoltre stato introdotto in Sicilia, intorno al X Secolo, un sistema rudimentale di classificazione riportato su registri detti defetari, che i Normanni avrebbero sviluppato nel Catalogo baronum.



Per quanto riguarda l'Italia, i catasti comunali del Medioevo stabilivano che ogni cittadino avesse iscritto in esso tutti i suoi beni mobili ed immobili.



Occorre arrivare al 1427 per parlare ufficialmente di catasto con un significato abbastanza vicino al nostro. Il catasto fiorentino infatti istituì un modello unico ante litteram: ogni capofamiglia avrebbe dovuto presentare una dichiarazione in cui elencava proprietà immobiliari, debiti, crediti e componenti del nucleo familiare. Queste informazioni venivano poi utilizzate per calcolare un reddito presunto, su cui venivano poi applicate le tasse dovute.



Sempre nel XV secolo venne istituita la Gabella Possessionum, una sorta di imposta fondiaria che gravava sui fondi e sulle case.



Nel 1728 il primo re del Piemonte, Vittorio Amedeo II, ordinò che si procedesse alla costituzione di un catasto geometrico – particellare in tutto il Ducato, costituito da 630 comuni.



Nel 1798 venne redatto l‘estimo della Repubblica Ligure per formare un catasto provvisorio destinato esclusivamente alla riscossione del tributo.



Nello stesso periodo nacque “l’Antico Censo Milanese”, meglio conosciuto come “Catasto di Maria Teresa”. La cartografia, organizzata su fogli alla scala 1:2000, era realizzata a seguito di un rigoroso lavoro di rilevamento sul terreno, previa delimitazione delle singole particelle, a ciascuna delle quali veniva attribuita per la prima volta la tariffa d’estimo, solo dopo aver assegnato qualità e classe. Il censo era espressione del valore del capitale.



Vista la frammentazione delle carte dell'epoca, nel 1807 Napoleone stabilì, con editto, che venisse istituito un Catasto per l’intero territorio del Regno italico. Esso prevedeva le norme relative alle misure, alla cartografia da realizzarsi le prescrizioni delle coloriture da adottarsi e dei segni convenzionali; venne persino fornito il modello organizzato in sei colonne e con l'indicativo dei numeri, dei possessori, delle località, delle qualità, della classe e della superficie.



Dopo la Restaurazione, l’impulso napoleonico non andò perduto. Maria Luisa d’Austria, moglie di Napoleone, ne proseguì il lavoro nel Catasto parmense. Per la prima volta ai singoli proprietari veniva rilasciato l'estratto della partita e la copia della tariffa d’estimo.



Sempre come naturale prosecuzione del Catasto napoleonico, nel 1815 fu istituito il Nuovo censo milanese che, a differenza del Vecchio, prevedeva che il censo fosse determinato dal reddito e non dal capitale. Nel 1816, con motu proprio del Papa, nacque il Catasto pontificio. Nel Regno delle due Sicilie, pur non procedendosi mai alla costituzione di un Catasto geometrico - particellare, Galliani e Rizzi Zannoni fondarono la prima “Officina topografica” in Italia.



Il giovane regno di Piemonte, invece, forte del catasto settecentesco ereditato dall’ex Ducato di Savoia, poté attendere fino al 1855, quando Vittorio Emanuele II ordinò l’esecuzione di un Catasto delle province di terraferma. Come novità assoluta si stabilì che il rilevamento topografico fosse appoggiato ad una vera e propria rete geodetica di triangolazione. Parallelamente, Camillo Benso di Cavour, in qualità di ministro delle Finanze istituì le Scuole censuarie, per la formazione di un corpo di tecnici specializzati.



Con l'unificazione del Regno d'Italia ci fu una grande rielaborazione dei catasti poiché i sistemi in uso negli stati preunitari differivano fra loro per metodo ed evidenze; alcuni erano geometrici, altri descrittivi, qualcuno mancava di triangolazioni, di misurazioni, di scale e di diverse basi. Per tale motivo nel 1864 venne promulgata la "legge sul conguaglio provvisorio" che tentò di equiparare l'imposta fondiario nell'appena nato Regno d'Italia. I risultati furono pessimi anche per via dell'imposizione che si riferiva alle dimensioni delle superfici e non alla loro redditività.



Nel 1886 fu emanata la legge 1º marzo 1886 n. 3682 sulla sperequazione fondiaria (legge Messedaglia) che ordinava l'istituzione di un catasto che doveva servire per l'applicazione delle imposte, con l'adozione del sistema di rappresentazione cartografica di Cassini e Soldner. La legge non riuscì a superare la differente gestione che in alcune zone del nord Italia aveva reso praticamente non avvicendabile il cosiddetto "catasto tavolare", che è infatti tuttora in uso nelle province di Trento, Bolzano e Belluno.



Questa legge si riprometteva invero di promuovere una nuova normazione che potesse consentire la probatorietà, ma il necessario requisito della rispondenza dello stato di fatto a quello di diritto, che nella pratica comportava procedure di proporzioni gigantesche nella riesecuzione delle terminazioni e, prima ancora, nella rielaborazione dei punti fiduciali, fu escluso dall'impossibilità concreta di realizzazione per difetto organizzativo degli enti eventualmente da preporvi, e il catasto resta perciò - assolutamente - non probatorio.





Il catasto moderno

Nel 1901 nasce della Direzione Generale del Catasto e dei Servizi Tecnici.

Con la legge n. 321/1901 fu introdotto il "tipo di frazionamento". A partire dal 1938 (con il R.D. 8 dicembre 1938, n. 2153, regolamento per la conservazione del Catasto Terreni) furono via via introdotte modifiche che avrebbero condotto alla separazione effettiva fra il Catasto Terreni ed il Nuovo Catasto Edilizio Urbano.





Il Catasto Fabbricati, istituito con la legge 11 settembre 1939, modificata dal D.L. 8 aprile 1948, n. 514, è entrato in vigenza con il regolamento attuativo di cui al D.P.R. n. 1142/49 - il NCEU ed in conservazione il 1 gennaio 1962). Occorrerà un trentennio per gettare le basi, a seguito di un lavoro preliminare di accertamento, per procedere alle successive operazioni di qualificazione, classificazione e formazione delle tariffe.



Nel 1940 fu adottato il sistema di rappresentazione Gauss-Boaga inizialmente per alcune registrazioni geodetiche locali, poi a fini cartografici generali.



La legge 2 febbraio 1960, n. 68, ammette l’Amministrazione del Catasto tra gli Organi Cartografici dello Stato.



Con la legge 1 ottobre 1969, n. 679, fu introdotto il "tipo mappale".



Oggi il "catasto" è gestito dall'Agenzia del Territorio e dai comuni che hanno scelto di esercitare le funzioni catastali loro attribuite da apposite convenzioni.
#Tottinoo#
2008-05-23 14:06:22 UTC
un ke cosa??
Dennis75
2008-05-23 14:03:53 UTC
Un catasto (dal greco κατάστιχον ('katestekon' dalla lingua greco-bizantina: ["registro"]), da κατά στίχον ["riga per riga"]) è un registro nel quale si elencano e descrivono i beni immobili, con l'indicazione del luogo e del confine, con il nome dei loro possessori e le relative rendite, sulle quali debbano calcolarsi tasse e imposte.



Il catasto vigente in Italia è, come recita il primo articolo della sua legge istitutiva, "geometrico", particellare e non probatorio": sebbene fra le sue registrazioni vi siano cenni relativi alle mutazioni di proprietà dei beni censiti, e contrariamente ad un'opinione che si registra popolarmente diffusa, queste non hanno mai valore di piena prova della proprietà.



Il catasto ha una funzione squisitamente fiscale, serve cioè per accertare in modo uniforme il reddito imponibile sul quale verranno calcolate le tasse e le imposte sui beni immobili.



Indice [nascondi]

1 Storia

2 Il catasto moderno

3 Collegamenti esterni

4 Voci correlate







Storia [modifica]

Le origini del catasto sono molto remote. Ad esempio, è stato accertato che stime dei terreni erano già effettuate in Egitto, all'epoca dei faraoni.



Nell’epoca Romana, l’espansione geografica comportò la necessità di riorganizzare i territori conquistati che vennero suddivisi in lotti quadrati aventi lato di 714 metri, chiamati centurie. Fu stabilita la distinzione fra ager pubblicus e ager privatus e istituita la figura di pubblici funzionari preposti al controllo.



Attraverso gli Arabi sarebbe inoltre stato introdotto in Sicilia, intorno al X Secolo, un sistema rudimentale di classificazione riportato su registri detti defetari, che i Normanni avrebbero sviluppato nel Catalogo baronum.



Per quanto riguarda l'Italia, i catasti comunali del Medioevo stabilivano che ogni cittadino avesse iscritto in esso tutti i suoi beni mobili ed immobili.



Occorre arrivare al 1427 per parlare ufficialmente di catasto con un significato abbastanza vicino al nostro. Il catasto fiorentino infatti istituì un modello unico ante litteram: ogni capofamiglia avrebbe dovuto presentare una dichiarazione in cui elencava proprietà immobiliari, debiti, crediti e componenti del nucleo familiare. Queste informazioni venivano poi utilizzate per calcolare un reddito presunto, su cui venivano poi applicate le tasse dovute.



Sempre nel XV secolo venne istituita la Gabella Possessionum, una sorta di imposta fondiaria che gravava sui fondi e sulle case.



Nel 1728 il primo re del Piemonte, Vittorio Amedeo II, ordinò che si procedesse alla costituzione di un catasto geometrico – particellare in tutto il Ducato, costituito da 630 comuni.



Nel 1798 venne redatto l‘estimo della Repubblica Ligure per formare un catasto provvisorio destinato esclusivamente alla riscossione del tributo.



Nello stesso periodo nacque “l’Antico Censo Milanese”, meglio conosciuto come “Catasto di Maria Teresa”. La cartografia, organizzata su fogli alla scala 1:2000, era realizzata a seguito di un rigoroso lavoro di rilevamento sul terreno, previa delimitazione delle singole particelle, a ciascuna delle quali veniva attribuita per la prima volta la tariffa d’estimo, solo dopo aver assegnato qualità e classe. Il censo era espressione del valore del capitale.



Vista la frammentazione delle carte dell'epoca, nel 1807 Napoleone stabilì, con editto, che venisse istituito un Catasto per l’intero territorio del Regno italico. Esso prevedeva le norme relative alle misure, alla cartografia da realizzarsi le prescrizioni delle coloriture da adottarsi e dei segni convenzionali; venne persino fornito il modello organizzato in sei colonne e con l'indicativo dei numeri, dei possessori, delle località, delle qualità, della classe e della superficie.



Dopo la Restaurazione, l’impulso napoleonico non andò perduto. Maria Luisa d’Austria, moglie di Napoleone, ne proseguì il lavoro nel Catasto parmense. Per la prima volta ai singoli proprietari veniva rilasciato l'estratto della partita e la copia della tariffa d’estimo.



Sempre come naturale prosecuzione del Catasto napoleonico, nel 1815 fu istituito il Nuovo censo milanese che, a differenza del Vecchio, prevedeva che il censo fosse determinato dal reddito e non dal capitale. Nel 1816, con motu proprio del Papa, nacque il Catasto pontificio. Nel Regno delle due Sicilie, pur non procedendosi mai alla costituzione di un Catasto geometrico - particellare, Galliani e Rizzi Zannoni fondarono la prima “Officina topografica” in Italia.



Il giovane regno di Piemonte, invece, forte del catasto settecentesco ereditato dall’ex Ducato di Savoia, poté attendere fino al 1855, quando Vittorio Emanuele II ordinò l’esecuzione di un Catasto delle province di terraferma. Come novità assoluta si stabilì che il rilevamento topografico fosse appoggiato ad una vera e propria rete geodetica di triangolazione. Parallelamente, Camillo Benso di Cavour, in qualità di ministro delle Finanze istituì le Scuole censuarie, per la formazione di un corpo di tecnici specializzati.



Con l'unificazione del Regno d'Italia ci fu una grande rielaborazione dei catasti poiché i sistemi in uso negli stati preunitari differivano fra loro per metodo ed evidenze; alcuni erano geometrici, altri descrittivi, qualcuno mancava di triangolazioni, di misurazioni, di scale e di diverse basi. Per tale motivo nel 1864 venne promulgata la "legge sul conguaglio provvisorio" che tentò di equiparare l'imposta fondiario nell'appena nato Regno d'Italia. I risultati furono pessimi anche per via dell'imposizione che si riferiva alle dimensioni delle superfici e non alla loro redditività.



Nel 1886 fu emanata la legge 1º marzo 1886 n. 3682 sulla sperequazione fondiaria (legge Messedaglia) che ordinava l'istituzione di un catasto che doveva servire per l'applicazione delle imposte, con l'adozione del sistema di rappresentazione cartografica di Cassini e Soldner. La legge non riuscì a superare la differente gestione che in alcune zone del nord Italia aveva reso praticamente non avvicendabile il cosiddetto "catasto tavolare", che è infatti tuttora in uso nelle province di Trento, Bolzano e Belluno.



Questa legge si riprometteva invero di promuovere una nuova normazione che potesse consentire la probatorietà, ma il necessario requisito della rispondenza dello stato di fatto a quello di diritto, che nella pratica comportava procedure di proporzioni gigantesche nella riesecuzione delle terminazioni e, prima ancora, nella rielaborazione dei punti fiduciali, fu escluso dall'impossibilità concreta di realizzazione per difetto organizzativo degli enti eventualmente da preporvi, e il catasto resta perciò - assolutamente - non probatorio.





Il catasto moderno [modifica]

Nel 1901 nasce della Direzione Generale del Catasto e dei Servizi Tecnici.

Con la legge n. 321/1901 fu introdotto il "tipo di frazionamento". A partire dal 1938 (con il R.D. 8 dicembre 1938, n. 2153, regolamento per la conservazione del Catasto Terreni) furono via via introdotte modifiche che avrebbero condotto alla separazione effettiva fra il Catasto Terreni ed il Nuovo Catasto Edilizio Urbano.





Il Catasto Fabbricati, istituito con la legge 11 settembre 1939, modificata dal D.L. 8 aprile 1948, n. 514, è entrato in vigenza con il regolamento attuativo di cui al D.P.R. n. 1142/49 - il NCEU ed in conservazione il 1 gennaio 1962). Occorrerà un trentennio per gettare le basi, a seguito di un lavoro preliminare di accertamento, per procedere alle successive operazioni di qualificazione, classificazione e formazione delle tariffe.



Nel 1940 fu adottato il sistema di rappresentazione Gauss-Boaga inizialmente per alcune registrazioni geodetiche locali, poi a fini cartografici generali.



La legge 2 febbraio 1960, n. 68, ammette l’Amministrazione del Catasto tra gli Organi Cartografici dello Stato.



Con la legge 1 ottobre 1969, n. 679, fu introdotto il "tipo mappale".



Oggi il "catasto" è gestito dall'Agenzia del Territorio e dai comuni che hanno scelto di esercitare le funzioni catastali loro attribuite da apposite convenzioni.
anonymous
2008-05-23 14:02:42 UTC
http://it.wikipedia.org/wiki/Catasto


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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