Sonetto Componimento di quattordici endecasillabi disposti in due quartine e due terzine.Le rime delle quartine possono essere incrociate (ABBA, ABBA) o alternate (ABAB, ABAB); quelle delle terzine alternate (CDC, DCD), replicate (CDE, CDE) o invertite (CDE, EDC).
Nella seconda metà del Duecento, con Guittone d'Arezzo e Dante, comparve il "sonetto rinterzato" (cioè "rafforzato") con inserzioni di settenari. Nel Trecento nacque il "sonetto caudato", con la "coda" formata da un settenario in rima con l'ultimo dei quattordici versi e da un distico di endecasillabi a rima baciata. Questo tipo di sonetto ebbe fortuna nello stile "comico" da Antonio Pucci (XIV secolo) a Francesco Berni (XVI secolo) a Giosue Carducci (XIX secolo). Si indica poi col nome di "corona" una serie di sonetti relativi allo stesso tema, come ad esempio quelli del Ça ira (1883) di Carducci, ispirati agli eventi della Rivoluzione francese, o quelli raccolti in Colloquio da Giovanni Pascoli
es di sonetto di foscolo - a zacinto
A Zacinto
Composto tra l’agosto 1802 e l’aprile 1803, A Zacinto, è uno dei sonetti più celebri e più intensi di Ugo Foscolo, dedicato all’isola greca – oggi chiamata Zante – dove il poeta nacque nel 1778 e dalla quale partì nel 1792 per non farvi mai più ritorno. Nella poesia Foscolo rievoca con composto struggimento la patria lontana, che si specchia nel mare dal quale emerse la dea Venere e che fu cantata da Omero nell’Odissea. Ma, più sventurato di Ulisse che dopo tanto peregrinare tornò infine alla sua isola, il poeta sa, con sorprendente preveggenza, che morirà in esilio e che nessuno quindi piangerà sulla sua tomba.
es sonetto leopardi - a se stesso
A se stesso
A se stesso fu composto a Firenze tra la primavera e l’autunno del 1833. Si tratta di un breve canto caratterizzato da un linguaggio scabro, martellante, che affida agli enjambements la funzione di scandire la sintassi di un’angosciata, ma altera tensione espressiva. La lirica, aliena da ogni richiamo paesaggistico, fa parte del cosiddetto "ciclo di Aspasia" (Il pensiero dominante, Amore e morte, Consalvo, A se stesso, Aspasia), in cui Leopardi, schiacciato dall’ennesimo disinganno, si ripiega in se stesso con insanabile, stanca disperazione.