Domanda:
qualcuno mi fa un riassunto sulla storia del jazz?
anonymous
2011-06-21 03:18:59 UTC
qualcuno mi fa un riassunto sulla storia del jazz?
Quattro risposte:
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2011-06-21 03:45:18 UTC
Se ti vengono difficili i riassunti degli altri leggi questo!



Il termine jazz indica un genere musicale nato negli Stati Uniti tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento, sorto dalla fusione della musica dei neri con la cultura dei coloni bianchi. A quest'ultimi era concessa solo la libertà di cantare e le lunghe ore di fatica nei campi erano spesso ritmate da canti di lavoro ovvero i work songs. I canti di lavoro si potevano distinguere in base alla fase lavorativa:

- Canti di piantagione, che i neri cantavano durante il lavoro nei campi;

- Canti dille catene, che i neri cantavano quando costruivano strade o ponti mentre erano incatenati tra loro. I canti erano quasi sempre improvvisati. I gospel songs erano canti ispirati alla Bibbia che venivano cantati durante le funzioni religiose. Alla sera i neri si riunivano nell'aia per cantare melodie tristi e malinconiche; cantavano piano per non svegliare il sonno del padrone. Da queste melodie nacquero gli spirituals, cioè canti spirituali che parlavano delle sofferenze dei neri e del loro desiderio di ritornare a casa. Le caratteristiche principali degli spirituals sono: la forma responsoriale, la ripetizione delle frasi e l'accompagnamento ritmico fatto con il battito delle mani. La ripetizione delle frasi cantate o suonate permetteva al musicista o al cantante di inventare le frasi successive. Il blues esprime quasi sempre uno stato d'animo malinconico, infatti il termine inglese blues tradotto in italiano significa triste. Le sue caratteristiche principali sono: le parole ripetute più volte spezzate da lunghe pause, generalmente è formato da tre frasi, il ritmo è sincopato e la melodia è costruita sulla scala blues. Fin qui non possiamo parlare di jazz vero e proprio perchè il vero jazz nasce a New Orleans quando i neri hanno la possibilità di utilizzare strumenti scartati dai bianchi. All'inizio erano strumenti a fiato e a percussione e dopo qualche anno i bianchi scartarono strumenti a corda. Il regtime fu la prima forma strumentale del jazz di riprodurre il suono rauco. Le sue caratteristiche principali sono: l'andamento veloce, la presenza costante del pianoforte e l'improvvisazione collettiva. Dopo qualche anno nacque lo stile Chicago e le sue caratteristiche principali sono: il timbro rauco, la ballabilità swing e l'armonia facile.
francesco
2011-06-21 10:22:20 UTC
« Se mi chiedi di spiegarti cos'è il jazz, amico, non lo capirai mai. »



Il Jazz è un genere musicale di origine statunitense nato nei primi anni del XX secolo nelle comunità di schiavi africani che lavoravano nelle piantagioni del sud degli Stati Uniti che cantavano il jazz nella sua prima forma: I Work songs, cioè canzoni di lavoro. Caratteristiche peculiari del genere sono l'uso intenso di improvvisazione, il ritmo swing spesso sincopato, la poliritmia e il tono malinconico dato dall'uso delle blue note.

Il jazz si è trasformato, nel corso di tutto il XX secolo, evolvendosi in una gran varietà di stili e sottogeneri: dal dixieland di New Orleans dei primi anni, allo swing delle big bands negli anni trenta e quaranta, dal bebop della seconda metà degli anni quaranta, al cool jazz e al hard bop degli anni cinquanta, dal free jazz degli anni sessanta alla fusion degli anni settanta, fino alle contaminazioni con il funk e l'hip hop dei decenni successivi.
?
2011-06-21 10:21:21 UTC
Il jazz è un linguaggio musicale estremamente emozionale, nato dall'improvvisazione, ma che necessita allo stesso tempo di notevole perizia tecnica; basato sulla varietà ritmica e del fraseggio, vanta ricchezza armonica e splendide melodie. Pur essendo principalmente musica strumentale, il jazz ha espresso nel tempo, a cominciare da quella di Bessie Smith, voci straordinarie per intensità, calore interpretativo e tecnica.

Il jazz nasce e prende forma con l'affermarsi nella società americana della minoranza nera, ma, paradossalmente, all'inizio della sua storia sono i musicisti bianchi che, appropriandosene, riescono ad affrancarlo e a farlo conoscere anche al pubblico non di colore. Se ciò non fosse accaduto, il jazz sarebbe rimasto ghettizzato.

Gli schiavi neri d'America si erano inventati la loro musica: memorie di ricordi africani trapiantate sulle sonorità popolari dei bianchi e contaminate dagli inni religiosi cristiani. Dapprima il canto accompagna il lavoro (il blues) quindi diviene preghiera (spiritual e gospel). C'è anche però il carattere di intrattenimento e divertimento che compare nel jazz suonato nelle strade e nelle case chiuse di New Orleans. Imperano il ragtime ed il dixieland, i due stili più rappresentativi all'alba dell'era jazz.

Intanto i neri migranoverso il Nord e il jazz con loro. A partire dagli anni '20, dapprima Chicago e poi Kansas City e New York, tengono a battesimo formazioni guidate da musicisti che diventano subito leggenda: Louis Armstrong, Duke Ellington, Count Basie. L'improvvisazione fantasiosa di maestri come Lester Young e Charlie Christian incontra il gusto popolare di casa a Broadway. Nasce il boogie-woogie, il jazz diverte e fa ballare. La febbre dello swing, autentica linfa vitale del jazz (il verbo inglese to swing significa "oscillare"), contagia anche la California, seducendo naturalmente il mondo del cinema.

Anche i musicisti bianchi inseguono il jazz e così facendo aiutano a combattere la segregazione razziale. I dischi e la radio prima, le truppe americane poi, nell'Europa messa a ferro e fuoco durante la Seconda Guerra Mondiale sono i principali divulgatori del jazz. La rivoluzione del bop sconquassa l'affermazione planetaria dello swing. Siamo all'inizio degli anni '40 e da allora si moltiplica la frenesia di rinnovamento e di ricerca che, alternandosi a ricorrenti nostalgie revivalistiche, caratterizza l'evoluzione del jazz. Cool, hard bop, afro-cuban, free, jazz-rock fusion, sono tutte etichette che manifestano il continuo bisogno del jazz di cambiare veste, o meglio di assoggettare ogni forma sonora e tradurla nel suo personalissimo linguaggio. Dalla salsa latino-americana alla bossanova brasiliana, dalla musica classica al rock, ogni sonorità finisce per essere assorbita. Il jazz contamina anche tutta la musica popolare di questo secolo, addirittura la canzonetta. Ed è proprio nella continua capacità di contaminarsi e di ampliare continuamente i propri orizzonti il segreto dell'elisir di lunga vita del jazz e, oggi più che mai, ascoltiamo un sacco di jazz in un mucchio di forme diverse.
Eugenia
2011-06-21 10:24:43 UTC
Genere musicale nato negli Stati Uniti alla fine dell'Ottocento. Poiché già in origine il jazz si frammentò in numerosi stili diversi, più che una singola definizione è possibile avanzare qualche generalizzazione.



Il jazzista improvvisa all'interno delle convenzioni dello stile adottato. Di norma, l'improvvisazione segue il giro armonico di una canzone preesistente o di una composizione originale. I musicisti imitano gli stili vocali dei cantanti, con l'uso di glissando e slide, sfumature di altezza (come le cosiddette "blue notes", le note leggermente bemollizzate nella scala del blues), e altri effetti.



Il ritmo è caratterizzato dall'uso costante del sincopato (con accenti in posizioni impreviste) e dallo "swing": una sensazione di spinta trascinante dovuta al fatto che la melodia viene percepita ora insieme ora leggermente sfasata rispetto all'attesa scansione della misura. Le partiture scritte, quando ci sono, fungono meramente da guida, fornendo la struttura in cui inserire l'improvvisazione. La strumentazione tipica ha come nucleo una sezione ritmica costituita da pianoforte, contrabbasso, batteria e a volte chitarra, alla quale si può aggiungere la più grande varietà di strumenti. Nelle grandi orchestre, i fiati sono raggruppati in tre sezioni: sassofoni, tromboni e trombe.



Il jazz si basa sul principio che alla progressione di accordi di qualsiasi canzone si può adattare un numero infinito di melodie. Il musicista improvvisa nuove melodie che rispondono a quel giro armonico, il quale viene ripetuto a ogni intervento di un nuovo solista.



I modelli formali più frequenti sono quelli del song e del blues. Il primo ha la forma AABA, e consiste abitualmente in trentadue battute in o suddivise in quattro sezioni da otto battute; la seconda forma è quella del blues, in dodici battute. A differenza del song, il blues ha un giro armonico abbastanza standardizzato in mi-la.


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