Il jazz è un linguaggio musicale estremamente emozionale, nato dall'improvvisazione, ma che necessita allo stesso tempo di notevole perizia tecnica; basato sulla varietà ritmica e del fraseggio, vanta ricchezza armonica e splendide melodie. Pur essendo principalmente musica strumentale, il jazz ha espresso nel tempo, a cominciare da quella di Bessie Smith, voci straordinarie per intensità, calore interpretativo e tecnica.
Il jazz nasce e prende forma con l'affermarsi nella società americana della minoranza nera, ma, paradossalmente, all'inizio della sua storia sono i musicisti bianchi che, appropriandosene, riescono ad affrancarlo e a farlo conoscere anche al pubblico non di colore. Se ciò non fosse accaduto, il jazz sarebbe rimasto ghettizzato.
Gli schiavi neri d'America si erano inventati la loro musica: memorie di ricordi africani trapiantate sulle sonorità popolari dei bianchi e contaminate dagli inni religiosi cristiani. Dapprima il canto accompagna il lavoro (il blues) quindi diviene preghiera (spiritual e gospel). C'è anche però il carattere di intrattenimento e divertimento che compare nel jazz suonato nelle strade e nelle case chiuse di New Orleans. Imperano il ragtime ed il dixieland, i due stili più rappresentativi all'alba dell'era jazz.
Intanto i neri migranoverso il Nord e il jazz con loro. A partire dagli anni '20, dapprima Chicago e poi Kansas City e New York, tengono a battesimo formazioni guidate da musicisti che diventano subito leggenda: Louis Armstrong, Duke Ellington, Count Basie. L'improvvisazione fantasiosa di maestri come Lester Young e Charlie Christian incontra il gusto popolare di casa a Broadway. Nasce il boogie-woogie, il jazz diverte e fa ballare. La febbre dello swing, autentica linfa vitale del jazz (il verbo inglese to swing significa "oscillare"), contagia anche la California, seducendo naturalmente il mondo del cinema.
Anche i musicisti bianchi inseguono il jazz e così facendo aiutano a combattere la segregazione razziale. I dischi e la radio prima, le truppe americane poi, nell'Europa messa a ferro e fuoco durante la Seconda Guerra Mondiale sono i principali divulgatori del jazz. La rivoluzione del bop sconquassa l'affermazione planetaria dello swing. Siamo all'inizio degli anni '40 e da allora si moltiplica la frenesia di rinnovamento e di ricerca che, alternandosi a ricorrenti nostalgie revivalistiche, caratterizza l'evoluzione del jazz. Cool, hard bop, afro-cuban, free, jazz-rock fusion, sono tutte etichette che manifestano il continuo bisogno del jazz di cambiare veste, o meglio di assoggettare ogni forma sonora e tradurla nel suo personalissimo linguaggio. Dalla salsa latino-americana alla bossanova brasiliana, dalla musica classica al rock, ogni sonorità finisce per essere assorbita. Il jazz contamina anche tutta la musica popolare di questo secolo, addirittura la canzonetta. Ed è proprio nella continua capacità di contaminarsi e di ampliare continuamente i propri orizzonti il segreto dell'elisir di lunga vita del jazz e, oggi più che mai, ascoltiamo un sacco di jazz in un mucchio di forme diverse.