Domanda:
Ricerca di geografia 20 punti?
anonymous
2008-01-02 06:46:01 UTC
Ragazzi mi servono delle informazioni riguardo povertà ed emigrazione in America Centrale... se mi date qualcosa sul Messico ancora meglio, mi serve per una ricerca! Contate che siamo 3 ragazze, sul web non si trova molto e dobbiamo fare un'esposizione orale alla classe che sia semplice da capire... scusate il disturbo, se avete qualche info vi prego di postarla, grazie! ^^
Quattro risposte:
Massimo T
2008-01-02 07:11:58 UTC
La nuova industria di Chiapas è l'emigrazione negli Stati Uniti. Gli emigrati chiapanechi sovvenzionano già la campagna e le migliaia di milioni di pesos che ogni anno inviano le loro rimesse sono stati solo un palliativo per lo scontento sociale e la lotta per la terra.



Gli studi sull'impatto del fenomeno migratorio in Chiapas - che si è acutizzato dalla decade dei novanta - sono recenti e coincidono che le entrate per le rimesse non garantiscono né lo sviluppo familiare né quello comunitario.



Jorge López Arévalo, dottore in economia dell'Università di Salamanca, Spagna, dice: "Il ribasso del prezzo internazionale del caffè, accompagnato dalle catastrofi naturali e dagli effetti negativi del Trattato di Libero Commercio dell'America del Nord (TLCAN) e della politica neoliberale ci convertiranno rapidamente in importatori di alimenti ed esportatori di agricoltori, di manodopera economica".



Daniel Villafuerte Solís, vincitore del Premio Nazionale di Economia, ricercatore del Centro di Studi Superiori del Messico e dell'America Centrale dell'Università di Scienze ed Arti del Chiapas, è d'accordo. "La conseguenza di questo processo (l'emigrazione) sarà la scarsità di manodopera per le coltivazioni come il caffè e la canna di zucchero. Le rimesse sovvenzioneranno sempre di più l'agricoltura. Si provocherà una differenziazione sociale tra le famiglie che ricevono e quelle che non ricevono le rimesse".



Per Germán Martínez Velasco, segretario tecnico del Consiglio Statale della Popolazione, l'emigrazione non è male di per sè, visto che "se non se ne fosse andata la popolazione dello stato, ora non riceverebbe le rimesse. L'emigrazione è una ricerca di opportunità che serve per riattivare le entrate economiche famigliari e le condizioni economiche dello stato".



Ha aggiunto che non esistono cifre precise di quanti vanno via, ritornano o muoiono lungo la strada per arrivare agli Stati Uniti, "perché è un qualcosa che si fa di nascosto e quindi non si è riusciti ad elaborare un censimento. L'unico parametro per misurare il fenomeno sono le rimesse".



Secondo il funzionario, il denaro che mandano gli emigranti viene utilizzato soprattutto per le necessità di base: alimentazione, salute, educazione ed acquisto di elettrodomestici. Al secondo posto ci sono le opere di miglioramento della casa ed, in pochi casi, il risparmio. Così, "anche se una famiglia ha un emigrante negli Stati Uniti, questo non basta per uscire dalla povertà".



Nel 2005 l'ammontare delle rimesse in Chiapas è stato di 674,65 milioni di dollari, quasi il 35 per cento in più rispetto al 2004, secondo la Banca del Messico.



L'impatto di queste risorse è evidente: rappresentano 12 volte più che quanto raggiunto nel 2005 con la produzione di mais, quattro volte di quanto ottenuto dalla vendita del caffè, dieci volte quello che ha portato il turismo, sei volte quello che lo stato ha investito in sistemi di acqua potabile e 30 volte l'investimento per l'elettrificazione.



"Da una parte (il fenomeno) è positivo, perché permette l'entrata di risorse e pertanto la riproduzione familiare, ma dall'altra è altamente negativo, perché genera problemi legati alla disintegrazione familiare e pertanto modifica la vita comunitaria" - ha precisato Villafuerte.



Ha aggiunto che sostenere l'economia familiare con le rimesse implica che "l'agricoltura si sta sovvenzionando grazie alle rimesse, perché queste risorse sono trasferite al processo produttivo per acquistare semi, fertilizzanti, insetticidi, pesticidi e manodopera".



Jorge López ha sostenuto che l'emigrazione "è il settore più dinamico dell'economia chiapaneca. Le rimesse, oltre a mitigare la povertà per coloro che le ricevono, incidono positivamente sugli indicatori economici".



Entrambi gli specialisti sono d'accordo che l'entrata di risorse ha aiutato a contenere la lotta per la terra e lo scontento sociale acutizzato dall'insurrezione dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN).



Però hanno sottolineato che le rimesse non garantiscono sviluppo familiare né comunitario. Basta osservare l'esperienza in stati di vecchia tradizione migratoria, come Zacatecas, Michoacán, Guanajuato, dove esistono ancora disuguaglianza, povertà ed emarginazione.





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Migrazione, industria in crescita

Angeles Mariscal - corrispondente



San Juan Chamula, 4 giugno - Casette di cemento con grosse colonne, porte di cedro e pavimento piastrellato si elevano in mezzo a comunità indigene come Crushtón, Romerillo, Nishamtic ed in questo capoluogo municipale. "È il risultato di 15 anni di emigrazione" - spiega Marcelina Alvarez, donna tzotzil che ha lavorato clandestina negli Stati Uniti.



Victor, di 29 anni, guida un'automobile nuovo modello ed all'autoradio ascolta le canzoni di Los Tigres del Norte. Veste jeans e maglietta. È il prototipo del chamula migrante. Parla uno spagnolo smozzicato ed è già andato negli Stati Uniti tre volte.



- Per dove passate? - domandiamo a Marcelina.



- Per il deserto di Sonora.



- Non hai paura di morire?



- Quelli che muoiono sono quelli che non conoscono la strada, i nuovi, quelli di altri posti. Loro, i chamula, entrano ed escono come se niente fosse. C'è un signore che vive un po' più in su del capoluogo municipale. Lui è andato via con sua moglie. Quando stavano ancora nel deserto il pollero li ha abbandonati perché la donna camminava piano. Hanno proseguito da soli per cinque giorni. Arrivarono. Così adesso conoscono le strade. Oggi si dedicano a far passare la gente.



Le nuove case di Chamula hanno portico, colonne, garage ed alcune il giardino davanti. I gabinetti sono fuori dell'abitazione, come nelle comunità rurali.



"La gente di Chamula non si dedica al narcotraffico, anche se ce ne sono. La maggioranza dei nostri compaesani si fatto i soldi emigrando" - commenta Marcelina.



Quando i chamula ritornano aprono negozi o diventano presta-denaro per quelli che vogliono andar via e devono pagare almeno ai polleros 10mila pesos. Marcelina non lo racconta, ma ci sono versioni che molto del benessere di Chamula proviene dalla sua partecipazione nel traffico di clandestino che cresce in tutto il Chiapas.
anonymous
2008-01-02 06:56:30 UTC
Alte montagne e foreste tropicali



L’America Latina è collocata nella fascia equatoriale e tropicale. Le catene montuose più importanti sono la Sierra Madre occidentale, la Cordigliera delle Ande. Ci sono molti fiumi ma il più importante è il Rio delle Amazzoni, c’è l’Orinoco, il Paranà , il Paraguay e il Rio Bravo che si trova al confine tra gli USA e il Messico. Ci sono tre zone climatiche:

1. la regione tropicale, caratterizza l’America centrale, l’ambiente è caldo umido, infatti vi è la foresta pluviale.

2. Più a sud c’è il clima temperato con inverni miti e condizioni simili a quelle europee e questo clima temperato può arrivare ad un clima arido,

3. infine vi è il clima alpino nelle terre montuose sull’Oceano Pacifico.



Identità Latino-Americana



Si possono individuare tre regioni culturali:

1. 1gli amerindi si trovano in Messico e nella penisola dello Yucatan

2. gli Atzechi sulle Ande

3. gli afro- americani sulle coste e le isole Caraibiche che sono caratterizzate dalla cultura africana.

Infine l’America bianca che si estende nella fascia temperata. Le lingue prevalenti sono lo spagnolo e il portoghese ma nello Yucatan c’è il quechua.



Rapporto contraddittorio con gli USA



Dopo l’indipendenza delle colonie e dalla loro divisione sono nati 24 stati indipendenti in cui ci sono stati molti contrasti sociali generati dall’alternanza tra governi democratici e regimi autoritari. Gli USA hanno rimodernato la propria politica appoggiando i governi democratici e tutta la regione stessa.



Gli spazi extraurbani



Le piante alimentari più diffuse sono il mais e la patata. Nella fascia tropicale e lungo le coste è prodotta la canna da zucchero, le banane, la frutta tropicale e il caffè, inoltre nel Messico ci sono cereali e la soia. Importante è l’allevamento dei bovini, vi è anche legname pregiato.



Gli spazi industriali



Il continente è ricco di risorse minerarie: c’è l’argento, il rame e il ferro. Inoltre ci sono tanti giacimenti di petrolio una delle più grandi ricchezze del continente. Poi c’è l’attività manifatturiera infatti ci sono fabbriche avvantaggiate dal basso costo della manodopera locale. Questo continente con il passare del tempo è in via di sviluppo. Il turismo è abbastanza sviluppato.



Città e reti urbane



Nel corso del novecento vi è stato un grande processo di urbanizzazione e concentrazione della popolazione in alcune città. Si è sviluppato l’insediamento costiero, infatti sono nate molte città sulle coste. I collegamenti tra i centri interni e isolati sono difficili, anche se le linee stradali e ferroviarie sono in continua evoluzione. E’ in progetto anche un grandioso ponte sul Rio della Plata per collegare Montevideo e Buenos Aires, comunque sono già sfruttati i sistemi fluviali per il commercio.



Squilibri ambientali



Il processo di deforestazione continua ancora oggi ad accelerare ed è uno dei problemi più importanti dell’America Latina. Molto grave è la situazione della Foresta Amazzonica, prima sfruttata per la produzione della gomma poi disboscata per ricavare legname pregiato e coltivare i suoli.



Squilibri territoriale



La popolazione è povera e sottoalimentata, molti paesei sono ancora sottosviluppati ed esistono degli squilibri. Molto difficile è la situazione delle aree interne, ancora isolate dai traffici commerciali che rischiano di essere escluse dalle attività di sviluppo.



NON E' IL MASSIMO MA ALMENO PUOI SCRIVERE QUALKOSA.. UN BACIO...
Iostosopralenuvole
2008-01-02 07:25:09 UTC
http://www.ipsnet.it/chiapas/2005/020305j2.htm



http://www.lagazzettadelcapo.net/Articoli/2007/Aprile/Art_180407_8.htm



http://www.ipsnotizie.it/nota.php?idnews=580





http://www.meltingpot.org/archivio952.html



vedi qui ciao
*.:。✿*♥ тιgяσттσℓιиα♥*✿。.:.*
2008-01-02 07:10:10 UTC
ciao ti aiuto con quello ke posso...



l'america centrale:



AMERICA CENTRO-MERIDIONALE

America centrale

La regione si estende per oltre 2.700.000 Km quadrati, dei quali due terzi sono occupati dal Messico; è bagnata a ovest dall'oceano Pacifico e a est dall'Atlantico. Le Antille, che complessivamente occupano poco più di 200.000 Km quadrati, sono distinte in grandi Antille e piccole Antille; che racchiudono a nord e a est di mar Caraibico.

Climi e ambienti climatici

I paesi dell'istmo di Antille, bagnati da mari tropicali, hanno in prevalenza un clima tropicale caldo-umido, più temperato nelle sono montuose interne. La regione è frequentemente colpita da violenti uragani, soprattutto verso la fine della stagione estiva. Nelle aree in cui prevale l'agricoltura di piantagione, il paesaggio ha mutato aspetto: boschi e foreste equatoriali sono stati distrutti per far posto a nuovi spazi coltivabili. Uno dei maggiori problemi ambientali all'altissimo tasso di inquinamento di città del Messico: l'atmosfera della capitale, che si trova a 2.300 metri di altitudine, è infatti più rarefatta (30% di ossigeno in meno rispetto alle a livello del mare) e quindi più facilmente inquinabile.

Idrografia

La regione centroamericana pochi fiumi importanti: tra queste si ricorda Ilario bravo, che per un tratto segna il confine tra Messico e Stati Uniti, e che ha tra i suoi principali affluenti il Conchos e il Erie salato. Numerosi corsi d'acqua, soprattutto quelli che nascono dai massicci centro settentrionali più elevati, hanno un regime torrentizio e sono difficilmente navigabili. Nelle depressioni dell'altopiano messicano sono frequenti le conche lacustri. Lo specchio d'acqua più esteso dell'America centrale nel lago di Nicaragua, nello stato omonimo.

Orografia

COSTE ED ISOLE

I litorali sull'Altlantico sono generalmente piatta e orlata di lagune, mentre quelle sul pacifico sono in prevalenza alte e rocciose. Cuba, l'isola più estesa delle grandi Antille, ha coste sabbiose ricchi di lagune e baie naturali. Le numerose isole e isolette che formano le piccole Antille sono in gran parte di origine vulcanica, spesso soggette a terremoti.

RILIEVI

La parte settentrionale della Americhe il termica è percorsa, da nord ovest a sud est e da due catene montuose, la Sierra madre orientale della Sierra madre occidentale, che corrono parallele fino al Messico centrale, dove si congiungono formando la Sierra madre del sur. il vulcanismo è alimentato dalla distruzione dei fondali dell'oceano Pacifico al di sotto della Cordigliera. Un sistema montuoso formato da alti piani corre attraverso tutti gli altri paesi dell'istmo, interrotto da una depressione nella zona meridionale del Nicaragua. Le Antille rappresentano le parti emerse di una catena montuosa sottomarina di origine recente; questa presenta un andamento aspro e accidentato e disseminato di con i vulcanici. Qui il vulcanismo è alimentato dalla distruzione dei fondali dell'oceano Atlantico al di sotto dell'arco di isole e in corrispondenza di fosse molto profonde( quella di Puerto Rico raggiunge i 9200 metri di profondità ). Le zone pianeggianti e dell'America centrale e si trovano soprattutto lungo le coste. La pianura più vasta è quella che occupa quasi interamente la penisola dello Yucatan. Anche l'isola di Cuba ha un territorio in buona parte pianeggiante.

Un'area segnata dal colonialismo e dall'instabilità politica

L'elemento politico-economico che nell'età moderna ha maggiormente segnato la storia dell'America centrale nella lunga dominazione straniera, terminata solo nel XIX secolo. La colonizzazione, oltre che introdurre cultura e lingue europee ha modificato la composizione etnica della regione sovrapponendo agli originari amerindi i bianchi europei e soprattutto spagnoli e i neri importati dall'Africa come schiavi. Oggi la popolazione è formata in prevalenza da amerindi e da meticci( sono la Costa Rica è popolato quasi interamente devianti ). Nelle Antille gli indios(caribi) sono quasi del tutto scomparsi, sostituiti prima dai colonizzatori bianchi( non solo spagnoli, ma anche inglesi, francesi e olandesi) e poi dagli schiavi neri importati.

Il ruolo egemone degli USA

La fine del colonialismo non ha portato stabilità politica e sociale nella regione. Dopo l'indipendenza anzi la storia di gran parte dei paesi centro americani è stata segnata da leggi autoritarie, colpi di stato e guerre civili. Nell'area è stata rilevante finta secolo scorso l'influenza degli Stati Uniti, che hanno interessi non solo economici, ma anche politici e militari. Di Stati Uniti hanno costruito il canale di Panama e sono poi intervenuti più volte, militarmente, per condizionare le politiche dei paesi dell'area. La nascita, a Cuba, di un regime socialista(1959) è stata sentita a lungo come una minaccia dagli Stati Uniti, in quanto cupa sia posta come modello sociale e politico alternativo, punto di riferimento per i movimenti rivoluzionari comunisti che si sono sviluppati in America latina negli anni 70. Per questo Cuba stata sottoposta a un duro embargo commerciale che ha mostrato fisso sistema economico. Nel 1994 gli Stati Uniti sono intervenuti con 20.000 soldati ad Haiti per riportare alla guida del paese il presidente eletto Aristide, ripristinando così la legalità.

Le risorse concentrate nelle mani di pochi

L'economia della regione è piuttosto arretrata. Negli stati più povere le risorse(in primo luogo i terreni agricoli) appartengono a poche grandi famiglie nelle cui mani si concentra la maggior parte della ricchezza. L'agricoltura, specialmente quella di piantagione, svolge ancora un ruolo primario. I prodotti( Canada zucchero, banane, caffè, noci di cocco ) sono però destinati per la maggior parte all'esportazione e poiché queste attività sono gestite da imprese straniere i vantaggi per le popolazioni locali sono molto ridotti. Nel settore secondario, solo il Messico possiede una struttura industriale diversificata e una base sufficiente i servizi. Per i bassi costi della manodopera locale in tutta la regione operano imprese straniere in larga parte statuniteni. Il turismo ha un ruolo fondamentale nei paesi dell'Antille che con i loro paesaggi ancora incontaminati attirano ogni anno migliaia di stranieri.

Il canale di Panamà

Uno dei primi provvedimenti del governo di Panamà dopo la proclamazione dell'indipendenza(1903) fu la stipulazione di un contratto con cui veniva concessa in affitto perpetuo agli Stati Uniti una striscia di territorio sulla quale gli USA avrebbero costruito un canale navigabile tra i due oceani Atlantico e Pacifico. I lavori durarono dieci anni e il canale venne aperto nel 1915. Con un nuovo accordo(1977) l'amministrazione del canale venne affidata a una il canale congiunta di nove membri( 5 statunitensi e quattro panamesi); fu inoltre deciso che gli Stati Uniti avrebbero mantenuto nella zona del canale alcune basi militari fino al 1999. Nel 1989, anno in cui, secondo l'accordo, il controllo della commissione sarebbe dovuto passare al Panamà, un'invasione militare statunitense realizzata per catturare il dittatore panamese Antinio Noriega, incriminato per traffico di droga e armi, ha rimandato l'attuazione degli accordi circa la sovranità dell'area. Il traffico navale attraverso il canale di Panama è basilare per i rapporti mercantili internazionali in quanto, mettendo in comunicazione l'atlantico con il pacifico consente di evitare la circumnavigazione dell'America meridionale. Il canale è lungo più di 80 km e largo da 90 a 300 metri. La via navigabile è fornita di tre gruppi di chiuse che permettono alle navi di superare i dislivelli che arrivano nel punto massimo a 26 metri sopra il livello del mare. Le navi, circa 12.000 all'anno, transitano contemporaneamente nei due sensi; la trasversale dura circa 12 ora il canale viene usato soprattutto da quelle navi statunitensi che devono trasportare le loro merci dai porti situati sulle coste del Pacifico a quelli sull'Atlantico e viceversa.



il messico:



Messico

Tra modernità ed estrema miseria

Il Messico è stata la culla delle più importanti civiltà precolombiane, quella maya-tolteca e quella azteca. La fusione di queste tradizionali e culture originarie con quelle dei conquistatori spagnoli è alla base del Messico. Dotato di infrastrutture e capacità produttive di buon livello di paese è meno povero tra quelli centro americani. I problemi sociali ed economici che ancora trova nel Messico sono però enormi. La ricchezza è concentrata nelle mani di pochi grandi imprenditori e proprietari terrieri, che producono e prevalentemente per l'esportazione, mentre gran parte della popolazione contadina e vive in condizioni di miseria. I bassi salari percepiti dai lavoratori locali attirano imprese e capitali stranieri la disoccupazione è sempre molto alta e migliaia di messicani emigrano ogni anno negli Stati Uniti, spesso illegalmente, in cerca di fortuna.

Tre secoli di dominazione spagnola

Culla delle evolute città precolombiane, il Messico fu conquistato dagli spagnoli e i a partire dal 1000 519. Il territorio controllato dai conquistatori si allargò fino a comprendere, a norma, parte dell'attuale sud ovest statunitense e a sud dalla regione istmica fino a Panamà. Nel volgere di un secolo, la popolazione india fu decimata dai massacri, dai lavori coatti nelle miniere e dalle malattie. Il Messico conquistò l'indipendenza nel 1821, dopo 11 anni di lotta armata contro la Spagna, e nel 1824 divenne una repubblica federale. In seguito a un conflitto con gli Stati Uniti(1846-1847), il paese perse parte del territorio settentrionale. Nel 1855 il movimento liberale guidato dal generale Juan Alvarez assunse il governo e promulgò una nuova costituzione, vent'anni dopo, però, un alto generale, Portofirio Diaz, instaurò un regime autoritario, aprire le compagnie straniere lo sfruttamento del sottosuolo e favorì la formazione di grandi latifondi. La dittatura di Diaz crollò nel 1910, in seguito ad un'insurrezione popolare, guidata da Emiliano Zapata e Pancho Villa. Ne seguì una sanguinosa guerra civile, che finì con la sconfitta delle forze contadine più radicali anarchiche e con la promulgazione, nel 1917, di una nuova costituzione liberale e laica. Nel 1928, dopo un decennio di ulteriori tensioni e conflitti interni, il generale Calles fondò il Partido National Revolucionario(PNR), che assunse la guida del governo e mantenne ininterrottamente fino agli anni 90. Nel 1994 il Messico è entrato a far parte del NAFTA, l'area di libero scambio del Nordamerica, insieme con USA e Canada. Lo stesso anno, nel Chiapas, uno degli strati più poveri e arretrati della federazione, è esploso un duro conflitto tra l'esercito nazionale e una parte degli indios locali, che rivendicano una maggiore autonomia a e la distribuzione della terra ai contadini che hanno costituito l'esercito zappa ha chiesto di liberazione nazionale. È 1995, in seguito a una grave crisi economica, il governo ha adottato severe misure fiscali per ridurre il debito pubblico; ma le possibilità di ripresa rimangono legate all'aiuto finanziario degli Stati Uniti.

Elevati i flussi migratori sia interni sia verso gli USA

La popolazione messicana ammonta a più di 81 milione di abitanti, concentrati prevalentemente nella fascia centromeridionale del paese. La crescita annua della popolazione è elevata(2% circa) i giovani con meno di 15 anni rappresentano quasi il 40% di tutti gli abitanti. Il 15% dei messicani appartiene al gruppo bianco e creolo, il 30% al gruppo amerindio, mentre la maggioranza( 55%) è costituita da meticci. La lingua ufficiale è lo spagnolo; il 20% degli indios parla però solo la propria lingua. La religione predominante quella cattolica. La maggioranza della popolazione è concentrata nelle città, dove negli ultimi decenni sono confluiti milioni di contadini, ma è ancora consistente (quasi 30%) la percentuale di messicani che vive in villaggi rurali. L'emigrazione verso gli Stati Uniti è forte e costante: il governo statunitense ha posto barriere e severi controlli alle frontiere, ma ogni anno sono migliaia i messicani che attraversano clandestinamente.

Le città principali

Quasi tutte le città sono situate sugli altipiani centrali, dove il clima temperato e le attività si possono svolgere regolarmente. Cito dal Messico, la capitale, sorge a 2 mila 300 metri di altitudine; fu fatta edificare dagli spagnoli sulle rovine dell'antica capitale azteca, distrutta dal conquistatore nel mila 521. Il rapido sviluppo urbano portato quasi 10 milioni di abitanti della città( più di 20 milioni se si considera l'agglomerato urbano) faccende di cinta del Messico una delle metropoli più popolosa del mondo. pagine 433,434

L'industria

Il sottosuolo messicano è ricco di risorse minare: il paese è massimo produttore mondiale di argento; buone sono anche le riserve di piombo, petrolio, oro e zinco. L'industria, che occupa il 29% della popolazione attiva e contribuisce alla internazionale per il 28%, si è sviluppata anche grazie agli investimenti stranieri, soprattutto studentesse, attirati dai bassi costi della manodopera. Una parte della produzione delle principali industrie di beni consumo( tessile, alimentare, automobilistica) è destinata all'esportazione.

I servizi

Il terziario occupa il 48% della popolazione attiva partecipò alla formazione del reddito per il 63%. L'entrata del settore è rilevante è il turismo, sopratutto straniero. I trasporti si basano su un'efficiente rete stradale, mentre il sistema ferroviario è ancora piuttosto carente.

Il commercio estero

Gli scambi commerciali avvengono principalmente con gli Stati Uniti che assorbono più del 70% delle esportazioni forniscono la stessa percentuale di prodotti importati. 1994 è entrato in vigore l'accordo di libero scambio per l'America del nord(NAFTA) tra Stati Uniti, Canada Messico, che comporta l'abolizione di numerose tariffe doganali e negli scambi di beni e servizi fra questi tre paesi.

Messico

Il Messico è uno stato dell'America Settentrionale, che forma la grande appendice meridionale.

Nel contesto dell'America Latina il Messico è uno dei Paesi di più solida struttura nazionale e ciò per la sua storia particolare. Sede in epoca precolombiana degli aztechi, esso è nato dall'innesto spagnolo sul mondo amerindio. Notevole importanza ha poi avuto la vicinanza degli Stati Uniti, che ne hanno influenzato l'economia, ma non la cultura, rimasta essenzialmente latino-americana.

Il Messico è una Repubblica federale di tipo presidenziale che comprende 31 Stati, ciascuno con propri governatori e assemblee elettivi. Il presidente della Repubblica, che viene eletto per 6 anni a suffragio universale, è capo dello Stato e del governo. Il potere legislativo spetta al Congresso. Il Paese si estende per 1.972.547 km2 e ha una popolazione di 81.249.645 abitanti; la capititale è Città di Messico.Il miglioramento delle cure sanitarie ha ridotto il tasso di mortalità infantile dal 69% al 33%. Per effetto della maggiore disponibilità di vaccini e della diffusione della rete di assistenza si sono virtualmente eliminati i pericoli derivanti da malattie come la tubercolosi e la poliomielite, anche se permangono preoccupanti i dati relativi alla espansione del colera e dell’A.I.D.S.; la malnutrizione, inoltre, rimane ancora un serio problema. Lingua ufficiale e parlata dall'assoluta maggioranza della popolazione è lo spagnolo; tra gli idiomi amerindi prevalgono il nahua a Nord e il maya a Sud. Il 96% dei messicani professa la religione cattolica; circa 900.000 sono i protestanti e 100.000 gli ebrei.

Il Messico ha il suo cuore geografico nelle terre dell'altopiano vulcanico in cui avviene la saldatura tra le due catene – la Sierra Madre Orientale e la Sierra Madre Occidentale – che, dirette da Nord a Sud, formano l'ossatura fondamentale del Paese. È una regione dominata dai superbi coni vulcanici; questi sono divisi da depressioni e bacini più o meno chiusi situati a circa 2000-2500 m d'altitudine. A Nord di questa regione centrale le alteterre messicane assumono forme più distese e aperte, saldandosi con i tavolati del Texas. La continuità tra il territorio messicano e quello statunitense si ritrova anche nella penisola della Bassa California, che rappresenta la prosecuzione della Catena Costiera, così come il golfo di California costituisce un'area depressionaria interposta tra la penisola e l'altopiano.

Lo Yucatán è una superficie sedimentaria; il territorio messicano è, quindi, complessivamente articolato e frammentato, benché il rilievo non assuma mai grandi asprezze.

Il fiume maggiore è il Río Bravo, che sfocia nel Golfo del Messico dopo oltre 3000 km di corso. I fiumi che drenano i fianchi esterni delle catene hanno per contro corsi brevi e veloci; al loro trasporto alluvionale si deve la formazione delle pianure costiere, come quella del Sonora e del Sinaloa , del Tabasco e del Veracruz.

Un'idrografia particolare presenta lo Yucatán, dove si ha un pronunciato sistema carsico dovuto alla natura calcarea dei suoli.

Il clima varia anzitutto da Nord a Sud, e ciò in misura sensibile dato il notevole sviluppo latitudinale del Paese; varia poi in un modo anche più forte in funzione dell'altitudine. Rispetto a questa si distinguono diverse fasce, proprie anche a gran parte dell'America Centrale e Meridionale. La prima è quella delle terre calde, tierras calientes, comprese tra il livello del mare e i 600-700 m; nel Messico si tratta però di aree quasi tutte situate vicino al mare, di cui pertanto avvertono gli influssi: le temperature annue sono piuttosto stabili. La seconda fascia è quella delle terre temperate, tierras templadas, poste tra i 600-700 m e i 1600 m: le temperature sono mitigate, risentono già delle differenze stagionali, sebbene ci siano notevoli differenze passando dal Sud al Nord del Paese. Condizioni ancora migliori si ritrovano ai bassi livelli della successiva fascia superiore quella delle terre fredde, tierras frìas, che si spingono fino a 2800 m, altitudine peraltro già notevole e che ha effetti sulle temperature e sulle sue escursioni. Più oltre, si passa gradatamente verso le tierras heladas, terre gelate, per la verità limitate, in Messico, alle cime dei più alti vulcani.

Nel Sud e nello Yucatán la stagione piovosa è molto prolungata e le precipitazioni sono abbondanti; le piogge decrescono passando verso Nord e verso l'interno. A Veracruz, sulla traiettoria dei venti, cadono 1600 mm di pioggia all'anno, mentre sulla costa del Sinaloa non si raggiungono i 1000 mm. Nella zona che gravita sul Río Bravo si hanno intorno a 400 mm di piogge annui, che cadono nel giro di 2-3 mesi. Si ha un clima cioè semiarido. Nel complesso il Messico presenta una tropicalità temperata nelle zone centrale dell'altopiano, piovosa e umida nel Sud, tendenzialmente arida nel Nord. La vegetazione varia corrispondentemente. Così nel Sud si hanno le foreste tropicali che ospitano tutte le specie dell'ambiente caribico, dai mogani ai cedri, alternate a foreste secondarie, arbustive, tra cui si trova la pianta del chicle, la sapotiglia. Nelle zone dove più marcato è il clima a due stagioni la vegetazione è savanica: particolarmente numerose sono qui le piante grasse, come le agavi, le yucche oltre a piante cespugliose come il mezquite, l'ocotillo, ecc.

Una cosa importantissima, che arricchì in modo straordinario il Paese, fu lo sfruttamento minerario, che fece nascere nuove e belle città, come Taxco, Guanajuato, Zacatecas, ecc. Già alla fine del Seicento esistevano nel Messico 35 vivaci città.

La prosperità economica contribuì a dare impulsi demografici soprattutto alla popolazione bianca e meticcia, mentre gli Indios si riducevano decimati dalle epidemie e dal duro sfruttamento economico. L'indipendenza migliorò la situazione, ma l'oligarchia terriera rinforzò gradatamente il proprio regime. Nel 1910 fino al 1917, ci fu la guerra civile, essa provocò molte perdite e ci vollero alcuni decenni perché la popolazione raggiungesse la cifra del 1910, quando erano stati registrati 15 milioni di abitanti. Negli anni Quaranta, la popolazione era di 19 milioni e nel 1960 già di 38 milioni, mentre al censimento del 1980 sono risultati oltre 66,8 milioni di abitanti e ad una stima del 1995 , i messicani, erano, 93,7 milioni. La densità di popolazione (la media è di 47,6 ab./km2) varia da zona a zona. Nella parte che fa capo alla capitale, si hanno le densità più elevate, superiori a 50 ab./km2; nel resto della fascia centrale si registrano ovunque più di 25 ab./km2. Questi valori diminuiscono notevolmente nel Nord, nella Bassa California e nel Sud, dove si hanno densità di 5-10 ab./km2.

Negli ultimi decenni gran parte delle città hanno subito forti aumenti; eccezionale è stato però quello di Città di Messico, che con i suoi 19 milioni di abitanti contende a Buenos Aires il primato nell'America Latina e ospita da sola oltre un quinto della popolazione messicana. Essa è sorta sulle rovine dell'antica Tenochtitlán. L'azione propulsiva della capitale si estende a tutto l'Altopiano Centrale, ricco di grossi centri urbani. Nell'orbita della capitale rientrano infatti Puebla ( 835.000 ab.), centro amministrativo, mercato di prodotti del suo fertile territorio, sede di industrie meccaniche, alimentari, tessili e delle ceramiche, nonché, soprattutto, città d'arte; Una delle città principali è Oaxaca de Juárez, centro storico e culturale nella valle del Río Verde, mentre nello Yucatán è la popolosa Mérida, bella e antica città con una fiorente attività di piantagione, specie di agavi. Inoltre, negli ultimi anni, nei pressi della città va sviluppandosi una discreta rete di industrie, favorite anche dall'abbondanza di petrolio estratto nello Yucatán.

La superficie del Messico che è coltivata, non è particolarmente estesa (12,6% del territorio nazionale), mentre vaste aree, non sfruttate dall'agricoltura per il loro clima semiarido, potrebbero essere recuperate con opere irrigue adeguate. La coltura principale è quella del mais (150 milioni di q), cereale tradizionale che costituisce il più importante alimento locale; esso viene coltivato tanto dai piccoli proprietari terrieri quanto nelle grandi e moderne aziende (la produzione annua è di 99 milioni di q) e da solo interessa oltre un terzo dell'arativo. Nelle zone del Nord è diffuso il frumento (36 milioni di q) e nei bassopiani umidi è praticata la risicoltura (4,4 milioni di q di riso); considerevoli sono anche le produzioni di sorgo (38 milioni di q), per il quale il Messico occupa il quinto posto su scala mondiale, e di orzo (4,8 milioni di q); pur cresciute sensibilmente dagli anni Cinquanta, le rese dei cereali rimangono piuttosto basse e non riescono a garantire al Paese l'autosufficienza alimentare. Fondamentale è pure la coltivazione dei fagioli (8 milioni di q), che insieme al mais sono alla base dell'alimentazione messicana; cospicue sono anche le produzioni di pomodori (17 milioni di q), patate (9,7 milioni di q), cipolle, peperoni, patate dolci e numerosi altri prodotti agricoli. Nelle zone meridionale il clima consente buoni raccolti di frutta tropicale, come banane (16 milioni di q), noci di cocco, ananassi (3,3 milioni di q), datteri; non meno importanti e coltivati ovunque sono gli agrumi (22,6 milioni di q di arance, oltre 9 milioni di q tra mandarini, pompelmi e limoni), ai quali si aggiunge, nelle regioni asciutte del Nord e del Centro, la vite; diffusa è anche la frutticoltura d'ambiente temperato (mele, pere, pesche, prugne, ecc.). Fra le principali è quella tradizionale delle agavi, come l'agave sisalana, da cui si ricava una fibra tessile (550.000 q) e che proviene soprattutto dallo Yucatán. Piantagioni di agavi sono pure presenti sull'altopiano, dove vengono sfruttate largamente per la produzione di alcolici come il pulque, la bevanda nazionale, e la tequila, un'acquavite apprezzata anche all'estero. Le zone irrigue del Nord e le pianure costiere, danno elevati quantitativi di cotone (5 milioni di q tra fibre e semi); fra le altre oleaginose sono ben rappresentati la soia (9,4 milioni di q), il sesamo, l'arachide, il lino, la palma da olio; non manca l'olivo. Nei bassopiani costieri, specie sud-occidentali, prospera la canna da zucchero (399.500.000 q nel 1992); sui versanti umidi delle tierras templadas si coltiva il caffè (3,1 milioni di q), mentre dalle tierras calientes proviene il cacao. Diffusa è anche la coltivazione del tabacco, di ottima qualità. Boschi e foreste coprono oltre il 22% della superficie territoriale; l'area di più intenso sfruttamento è la fascia meridionale con le sue foreste tropicali, che danno legnami pregiati (mogano, ebano, cedro, sandalo, legno di rosa) per circa 22 milioni di m3 annui. Si hanno inoltre essenze tanniche e coloranti; dalla sapotiglia si ricava il chicle, materia prima del chewing-gum di cui il Messico è fra i maggiori produttori.

Nelle terre del Centro e del Sud Messico, viene allevato il bovino da latte. Oltre ai 40 milioni di bovini, il patrimonio zootecnico messicano comprende ovini e caprini (16,5 milioni complessivamente), 14 milioni di suini, 12,6 milioni tra cavalli, asini e muli, nonché ben 240 milioni di volatili da cortile.

La pesca è molto praticata; le sue principali basi sono nel golfo di California, sull'Oceano Pacifico e sul Golfo del Messico. Abbondano tonni, sardine, gamberi, questi ultimi esportati largamente negli Stati Uniti.

Alla base del grande arricchimento del Messico sono state le risorse minerarie.

Per quanto riguarda l'argento, il Messico ne è in genere il massimo produttore mondiale (2.317.400 kg), pur avendo diviso, talvolta, negli anni passati tale primato con l'Unione Sovietica; le principali miniere sono nello Stato di Hidalgo e in quello di Chihuahua. Argento si ricava anche nelle fonderie di piombo, altro metallo di cui il Messico è tra i maggiori produttori del mondo (163.000 t di piombo contenuto), e in quelle di zinco, di cui parimenti il Paese può vantare una produzione di tutto rispetto (284.000 t). Si estraggono annualmente: ferro (4,8 milioni di t di ferro contenuto), rame, oro, mercurio, zolfo (2,3 milioni di t), antimonio (circa 2000 t) e manganese (146.000 t), molibdeno, tungsteno, bismuto, stagno, magnesite, nichel, fluorite, fosfati naturali, sale (circa 6 milioni di t), ecc. Quanto ai minerali energetici, il Paese estrae uranio, carbone (11 milioni di t), gas naturale (27 milioni di m3), ma soprattutto petrolio, di cui si estraggono 130 milioni di t all'anno; le grandi zone petrolifere si affacciano tutte sul Golfo del Messico.

Il Paese tende a incentivare la produzione di origine idrica e geotermica; dal 1989 è in funzione la prima centrale nucleare a Laguna Verde.

Il settore più dinamico dell'economia messicana è quello dell'industria. L'ente di Stato SIDERMEX, produce oltre 5 milioni di t di ghisa e ferroleghe e 7 milioni di t di acciaio; si hanno poi diversi stabilimenti per la lavorazione del rame, dello stagno, dello zinco, del piombo, della bauxite, dell'uranio e di vari altri metalli. Il settore meccanico fornisce molteplici macchinari (macchine agricole e tessili, materiale ferroviario, ecc.). Di antica tradizione e sempre di rilevante importanza è l'industria tessile, specie per i filati e i tessuti di cotone (complessivamente circa 300.000 t), mentre quella alimentare, rappresentata da complessi molitori, oleifici, conservifici, zuccherifici, e altro. Consistenti sono invece le produzioni di birra (29 milioni di hl) e di sigarette. Completano il quadro dell'industria messicana i cementifici (oltre 21 milioni di t di cemento), le cartiere, le vetrerie e fabbriche di ceramiche, i calzaturifici, le fabbriche di pneumatici, e altro.

L'istruzione messicana ebbe sviluppo fin dal sec. XVI: la prima università fu fondata nel 1551. Una legge organica sull'educazione fu promulgata nel 1867 e in essa si dichiarava obbligatoria e gratuita la scuola primaria. Nel 1901 fu istituito il Consiglio Superiore di Educazione Nazionale. La scuola primaria è obbligatoria e ha la durata di sei anni. L'istruzione secondaria di primo grado, triennale, viene impartita nell'istituto d'insegnamento generale e in varie scuole professionali, agricole e industriali. Al termine della scuola secondaria di primo grado gli allievi possono iscriversi all'istituto d'insegnamento generale di secondo grado, biennale, che prepara al baccellierato in una sezione letteraria o scientifica e permette l'accesso all'università e agli istituti superiori. Notevole impulso è stato dato all'insegnamento tecnico agricolo. Alcune università sono sovvenzionate dallo Stato. Le principali sedi universitarie sono: Città di Messico, Coahuila, Chihuahua, Guadalajara, Guanajuato, Hidalgo, Michoacan, Monterrey, Puebla, San Luis Potosí, Sinaloa, Tamaulipas. Secondo recenti stime la percentuale di analfabeti è del 12,7% (1990). La prima pubblicazione a carattere informativo apparve in Messico nel 1541, il primo periodico regolare nel 1722 (La Gaceta de México) e il primo quotidiano nel 1805 (Diario de México). Fra il 1885 e il 1935, approssimativamente, apparvero i principali quotidiani tuttora esistenti: Novedades, Excelsior, El Heraldo, El Universal, El Nacional, El Norte, Uno Mas Uno. Lo Stato gestisce due reti televisive pubbliche, mentre nel settore privato, oltre a diverse stazioni, esiste Cablevision, TV via cavo. Nel 1989 gli apparecchi radio erano 20.000.000, i televisori 11.000.000.

Sebbene un terzo circa della popolazione del Messico sia costituito da Indios puri, solo una minoranza parla lingue precolombiane (nahuatl, maya, mixteco, zapoteco, tarasco, otomí, totonaco, ecc.) e ormai tra questi sempre meno sono i monolingue, coloro cioè che non parlano spagnolo. Di fatto, quindi, la lingua dell'immensa maggioranza dei Messicani è quella dei conquistatori europei. Lo spagnolo è la lingua più parlata in Messico.

Nella cucina messicana trionfa la tortilla, schiacciata di farina di mais che può essere imbottita di carne, di formaggio, di salsa piccante; predominano i fagioli, il riso, il pollo e i pimenti. Bevande nazionali sono la tequila e il pulque, distillati del succo fermentato di due varietà di agave



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Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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