Domanda:
Qualcuno mi puo fare la sintesi (non troppo sintetica) del racconto di rosso malpelo??10 punti al migliore :)?
ArAnCiA MeCcAnIcA
2008-03-12 09:45:05 UTC
Qualcuno mi puo fare la sintesi (non troppo sintetica) del racconto di rosso malpelo??10 punti al migliore :)?
21 risposte:
2008-03-12 09:48:26 UTC
La novella racconta la vita di un ragazzo che lavora a una cava di arena , conosciuto da tutti con il soprannome di Rosso Malpelo, dato il colore rosso dei capelli e appunto per questo particolare viene giudicato da tutti un giovane cattivo e ribelle , al contrario è lui ad essere maltrattato .Non si ribella mai ,anzi accetta di essere punito anche se innocente. Egli lavora presso una cava , dove precedentemente lavorava il padre prima di morire travolto da della terra durante un lavoro notturno. Il figlio era presente a questa sventura, e cercò di aiutare il padre grattando la terra a mani nude , ma non ricevette alcun sostegno da parte degli altri minatori. Fu proprio la perdita del padre , mastro Misciu Bestia , a spronare il ragazzo e a farlo lavorare sempre più intensamente nella cava. In seguito conobbe un ragazzo , detto Ranocchio a causa del suo modo di camminare, che tenne sotto la sua protezione e che cercò di aiutare nel solo modo che conosceva : cioè picchiandolo e bastonandolo come con un asino. Ranocchio era l’unica persona che contasse nella vita del giovane , dopo il padre che purtroppo era morto ; infatti la madre non lo considerava nemmeno e la sorella lo picchiava , credendo che si trattenesse parte della paga ricevuta alla cava.

Un giorno mentre scavava Rosso trovò le scarpe del padre ma il corpo fu trovato in seguito.Del padre furono ritrovati anche i calzoni , il piccone e la zappa , e furono restituiti a Rosso. Un altro evento che viene narrato riguarda il vecchio asino grigio, sempre bastonato dal ragazzo per fargli smettere di soffrire , il quale dopo essere morto fu portato lontano dalla cava e abbandonato come cibo per cani. Anche Ranocchio si ammalò ma continuò a lavorare finché , un giorno Rosso non lo vide più venire alla cava e sentì raccontare dagli altri minatori che era morto. Dopo la morte di Ranocchio , rosso ha perso l’unica speranza di vita che aveva e affronta senza timore tutti gli incarichi affidatogli, tra cui il verificare una nuova via sotterranea che lo porterà a smarrirsi per sempre nel sottosuolo della cava e morire come il padre .
DJ Teo
2008-03-12 09:53:31 UTC
rosso malpelo è un ragazzo con i capelli rossi ke poi si agita soffre parte in miniera........... e muore!
Amoruccio
2008-03-12 09:57:51 UTC
rosso malpelo è un ragazzo siciliano a cui muore il padre nella miniera in cui è costretto a lavorare.allora va lui da solo a lavorare in questa miniera dove inontra ranocchio,un ragazzino ke sta x morire,così lo porta dalla madre dove trova l'amante della donna morto nel letto e il marito della donna con un'ascia insanguinata e allora fugge via.la sorella lo sveglia la domenica presto x lamentarsi dei poki soldi datagli x il lavoro fatto.allora si reca dal proprietario della miniera ke cerca di violentarla.la sera rosso malpelo va alle giostre con ranocchio e la loro amica.lì malpelo vede la madre ke se ne va via con un uomo e rimane solo visto ke la mattina anke la sorella se ne era andata.quando va in miniera muore in una caava nella quale nessuno vuole andare.
2008-03-12 09:55:03 UTC
saranno dieci pagine al massimo.. leggitelo.

il punto è leggere verga non wikipedia.

malsana gioventù..



addirittura due pollici in giù.. e dire che non ho detto nulla di sbagliato..
2008-03-12 09:54:20 UTC
da quando ci si fa fare i compiti da internet? leggitelo e fatti il riassunto, non ci vuole tanto, saranno 10 pagine al massimo!
2008-03-12 09:52:16 UTC
LIVELLO DEI PERSONAGGI



Per i personaggi non avviene una vera e propria caratterizzazione fisica poiché emerge solo il carattere descritto attraverso gli occhi della gente .



Malpelo

Caratterizzazione fisica : aveva i capelli rossi

Occhiacci grigi



Forza fisica : Malpelo lavorava nella cava e prendeva molte botte senza

protestare , doveva esser quindi abbastanza robusto



Colori dominanti : rosso e nero , entrambi usati simbolicamente . Il nero per

la condizione misera di sfruttamento mentre il rosso

rappresenta la sofferenza della vita .



Caratterizzazione psicologica : secondo gli occhi della gente è un ragazzo malizioso e cattivo , in realtà è buono ma a forza di farsi dire da tutti che è un mascalzone finisce per crederlo lui stesso



Paragoni con animali : lo schivavano come un can rognoso

Rosicchiava il pane bigio come fanno le bestie sue pari

Si lasciava caricare meglio dell’asino grigio

Mordeva come un cane arrabbiato

Lavorava al pari di quei bufali feroci

Rannicchiarsi col suo saccone come un cane malato

Egli era ridotto veramente come quei cani , che a furia di buscarsi dei calci e delle sassate da questo e da quello finiscono per mettersi la coda fra le gambe .



Ranocchio

Caratterizzazione fisica : ranocchio aveva una gamba rotta e fisicamente era molto

debole



Paragoni con animali : paragonato ad un ranocchi per il uo modo di camminare





LIVELLO DEL NARRATORE



Narratore : il narratore si identifica nella voce corale

Punto di vista o focalizzazione : narratore onnisciente

Tecniche con le quali viene data la parola ai personaggi : indiretto libero







LIVELLO STILISTICO



Scelte lessicali : uso del lessico quotidiano





TEMI TRATTATI



Sfruttamento minorile , infanzia negata , i figli sono solo la forza lavoro , disumanizzazione a causa della società ( la madre di Malpelo non ricordava neanche il suo nome di battesimo )





CONCLUSIONE



Malpelo è il protagonista assoluto della vicenda , vittima dei giudizi della gente

Trascorre la sua vita nella cava dove morirà come il padre
S c i m m i e t t a
2008-03-12 09:51:33 UTC
ok c'è sto qui, rosso malpelo ke, morto il padre sotto la sabbia delle miniere laddove lavorava, e cn la sorella prostituta, certo nn gode di ottima reputazione e il suo carattere si fa sempre qui kiuso anke in seguito a questi episodi. così lavora alla cava dove conosce un ragazzo ranocchio, ke inizialmente stuzzica e prende in giro e in seguito si scopre ke lo fa solo per "educarlo" dicendogli "se ti fai menare da me ke ci tengo figuriamoci da tutti gli altri". Un dì vedono abbandonato "il grigio", un asino grigio ke aveva sempre servito il suo padrone fedelmente ed era questa la sua ricompensa? essere abbandonato per terra con tutti gli animali ke mangiavano la sua carne?

così rosso malpelo arrabbiato inizio' a prendersela con ranocchio ke perdeva sangue.

rosso malpelo si diede la colpa ma in riealta' ranocchio aveva un tumore.

così sul letto di morte ando' a trovarlo e parlo' con sua madre, ma l'amico nn resistette.

rosso malpelo ormai nn aveva + nulla da perdere... così accetto' di essere mandato al lavoro + pericoloso in miniera dove perse la vita

e si dice ke ancora oggi tormenti i minatori ke si avventrino così in fondo.



ascolta io nn l'ho preso ne da internet ne da un libro questo racconto, mi sn ricordata ttt a memoria, merito 1premio!!
giada
2008-03-12 09:50:39 UTC
La novella racconta la vita di un ragazzo cavatore di sabbia , conosciuto da tutti con il soprannome di Rosso Malpelo, dato il colore rosso dei capelli.

Egli da a tutti l’impressione di essere un giovane cattivo e ribelle nei confronti di tutti, uomini e animali; al contrario è lui ad essere maltrattato .Non si ribella mai ,anzi accetta di essere punito anche se innocente.

Egli lavora presso una cava , dove precedentemente lavorò il padre e dove questi morì, travolto da della terra durante un lavoro notturno.

Il figlio era presente a questa sventura , e cercò di aiutare il padre grattando la terra a mani nude , ma non ricevette alcun sostegno da parte degli altri minatori.

Fu proprio la perdita del padre , mastro Misciu Bestia , a spronare il ragazzo e a farlo lavorare sempre più intensamente nella cava.

In seguito conobbe un ragazzo , detto Ranocchio a causa del suo modo di camminare, che tenne sotto la sua protezione e che cercò di aiutare nel solo modo che conosceva : cioè picchiandolo e bastonandolo come con un asino.

Ranocchio era l’unica persona che contasse nella vita del giovane ; infatti la madre non lo considerava nemmeno e la sorella lo picchiava , credendo che si trattenesse parte della paga ricevuta alla cava.

Un giorno mentre scavava Rosso trovò le scarpe del padre ma il corpo fu trovato in seguito e non fu mai raccontato al giovane che il padre probabilmente fu seppellito vivo sotto la massa di terra che cadde, poiché le sue unghie erano spezzate e rinsanguate.Del padre furono ritrovati anche i calzoni , il piccone e la zappa , e furono restituiti a Rosso.

Un altro evento che viene narrato riguarda il vecchio asino , sempre bastonato dal ragazzo , il quale dopo essere morto fu portato lontano dalla cava e abbandonato come cibo per cani.

Anche Ranocchio si ammalò ma continuò a lavorare finché , un giorno Rosso non lo vide più venire alla cava e sentì raccontare dagli altri minatori che era morto.

Dopo la morte di Ranocchio , rosso ha perso l’unica speranza di vita che aveva e affronta senza timore tutti gli incarichi affidatogli, tra cui il verificare una nuova via sotterranea che lo porterà a smarrirsi per sempre nel sottosuolo della cava.
2008-03-12 09:50:12 UTC
La superstizione popolare ritiene che chi ha i capelli rossi è cattivo.



Malpelo si chiamava così perchè aveva i capelli rossi , ed aveva i capelli rossi perchè era Malpelo.



Anche sua madre lo chiamava così ed aveva dimenticato il suo nome di battesimo. Lo vedeva solo la sera quando tornava dal lavoro con pochi soldi; e siccome era malpelo si poteva credere che ne avesse sottratti un pò, e per questo la sorella maggiore lo prendeva sempre a calci.



Tutti lo schivavano e lo prendevano a calci e pugni. Quando c'era ricreazione M. andava a mangiare in un angolo il pane, come una bestia uguale a lui. Era sempre sporco ed era conosciutissimo tanto che dove lavorava veniva chiamata "la cava di Malpelo" e questo faceva innervosire il padrone. Il padre di M. chiamato da tutti Misciu Bestia era morto in quella cava, e M. perse così l'unica persona che gli volesse bene. M. Bestia era morto per guadagnare qualche soldo in più. Era rimasto a lavorare anche quando i suoi compagni erano andati a casa, e la colonna che doveva abbattere gli cadde addosso. Aveva fatto la morte del sorcio. Malpelo si graffiava la faccia e con le unghie scavava e si distrussero e staccarono dalle dita, e gli venne anche la schiuma alla bocca. Quando vollero tirarlo fuori di là fu difficile perchè non avendo più le unghie per graffiare, mordeva come un cane, e dovettero tirarlo via con la forza.



Non mangiava più e il pane lo buttava al cane. M. si sfogava coll'asino, sbilenco e macilento.



Dopo la morte del padre sembrava gli fosse entrato il diavolo in corpo e lavorava come una bestia. Sapendo che era malpelo nessuno lo confortò mai, ma lo continuarono a prendere a sberle ancor più spesso. Con tutti era una bestia inferocita: si comportava come tutti lo trattavano e avevano trattato il suo povero padre.



M. era diventato amico di un ragazzino venuto da poco a lavorare nella cava, il quale si era rotto il femore e non poteva più fare il manovale. Lo chiamavano Ranocchio per il suo problema. M. credeva che per vivere si doveva imparare a prendere calci e pugni, e per ciò abituava Ranocchio alle botte.



M. diceva al suo amico che se accadeva di dare botte, di darne più che si può, così la paura degli avversari li può tenere a distanza.



M. anche se lo picchiava spesso gli voleva veramente bene, tanto che sovente gli dava la sua mezza cipolla accontentandosi del pane, dicendo che era abituato a mangiare poco.



Quando davano la colpa di qualcosa a M. e lo picchiavano, R. diceva al suo amico di discolparsi, ma M. diceva che tanto lui era Rosso Malpelo e nessuno gli avrebbe creduto.



Anche la madre di M. era disperata di avere lui come figlio. A M. sarebbe piaciuto fare il manovale, il carrettiere, il contadino, ma il suo destino era di proseguire il lavoro di suo padre.



Il carrettiere disse che quando avrebbero finito i lavori si sarebbe trovato il cadavere del padre.



Un giorno venne ritrovata una carpa del padre.



Da quel di M. aveva sempre paura di vedere il piede nudo del padre, e per questo andò a lavorare in un altro punto della galleria. 2 o 3 giorni dopo scopersero il cadavere del padre e per la prima volta M: indosò camicia e calzoni quasi nuovi.



In quei giorni era morto anche l'asino, di vecchiaia e di botte e lo avevano buttato lontano.



M. pensava che se quell'asino non fosse mai nato sarebbe stato meglio.



Il padrone mandava spesso Malpelo lonato, in posti dove nessuno sarebbe andato (per paura) ma tanto lui era Malpelo e se non fosse tornato nessuno sarebbe andato a cercarlo.



Una bella notte d'estate M. guardava la luna e le stelle e pensò che per lui (abituato a vivere sotto terra) dovrebbe esserci sempre buio.



Ranocchio gli raccontava che lassu' c'era il paradiso, dove andavano le persoone buone, e che era vero perchè glielo aveva detto sua madre. Ma M. diceva che se anche suo padre era stato buono si trovava ancora sotto terra.



Un giorno mentre M. picchiava R., quest'ultimo sputò sangue. M. si spaventò e disse che non aveva potuto fargli molto male e per dimostrarglielo si dava pugni in faccia e sulla schiena.



R. si era ammalato e M. spese i suoi unici soldi per curarlo.



R. mise di andare a lavorare e M. lo andava spesso a trovare.



Qualche giorno dopo Ranocchio morì. In quel periodo venne a lavorare alla cava uno che non s'era mai visto, uno che era scappato di prigione e che si era messo a lavorare lì.



L' ex detenuto diceva a M. che era meglio la prigione che lavorare in quella cava, ma di non temere perchè uno come Malpelo in prigioone ci sarebbe andato presto. Aveva torto, perchè M. morì in quella cava come suo padre. Si doveva eslporare un nuovo passaggio ma c'era il pericolo di smarrirsi e di non tornare mai più indietro. M. andò in esplorazione con i suoi arnesi e non se ne seppe più nulla di lui.



I ragazzi della cava da quel giorno ebbero paura di nomionare il suo nome e di vederselo apparire davanti coi capelli rossi e gli occhiacci indiavolati.







come ti sembra?
clara ama spagna
2008-03-12 09:50:02 UTC
rosso malpelo è un ragazzo che ha i capelli rossi.Questa novella, pubblicata nel 1880, è uno dei capolavori del Verismo, raccolta in Vita dei Campi di Giovanni Verga. In essa descrive la realtà di povertà e sfruttamento delle classi disagiate in Sicilia alla fine del XIX secolo. Malpelo era chiamato in questo modo perché aveva i capelli rossi: secondo le leggende popolari sono segno di cattiveria, quindi tutti diffidano di lui e persino sua madre dimentica il suo nome di battesimo. Non si fida del figlio, e quando torna a casa la sorella lo accoglie picchiandolo. Si vergogna anche di farlo vedere in giro. Il ragazzo è forte e sano, ma è testardo e aggressivo, e ama vendicarsi di soppiatto, prendendosi la colpa di tutto anche quando non c'entra nulla, mantenendo sempre il suo stato di fiero orgoglio e disperata rassegnazione. Lavora con il padre, Mastro Misciu Bestia, in una cava dove si estrae la rena a Monserrato. Costui è un uomo mite, che si accontenta di sgobbare al posto degli altri pur di procurarsi il pane. Lui e il figlio sono molto legati: Misciu è l'unico ad avergli mai dato affetto, e Malpelo, appena gli altri operai deridono il pover'uomo, lo difende.
2008-03-12 09:49:51 UTC
Rosso Malpelo

Rosso Malpelo è una novella dell'opera di Giovanni Verga Vita dei campi (1880).



Questa novella, pubblicata nel 1880, è uno dei capolavori del Verismo, raccolta in Vita dei Campi di Giovanni Verga. In essa descrive la realtà di povertà e sfruttamento delle classi disagiate in Sicilia alla fine del XIX secolo, realtà che egli conosceva ma che emergeva altresì dalle inchieste del Regno d'Italia da poco formatosi (1861). Oltre questo l'opera è anche un ritratto, umanissimo e di grande attualità, di un adolescente (Rosso Malpelo), condannato dai pregiudizi e dalla violenza della gente all'emarginazione e ad una tragica fine.



Lo stile della novella [modifica]

Nonostante il principio dell'impersonalità, che caratterizza gli scrittori veristi, Verga lascia trasparire nettamente di provare pietà per Malpelo, che è un "vinto", in quanto non ha alcuna possibilità di sottrarsi al suo destino. Fa capire che i ragazzi come lui reagiscono al male che viene loro fatto infliggendo altrettanta sofferenza e cercando di reprimere i sentimenti di compassione pur di sopravvivere. Per rendere più realistico il racconto, inoltre, decide di esprimersi con parole dialettali e modi di dire popolari; per descrivere Malpelo lo paragona spesso ad una bestia. Inoltre, Verga, usa espressioni volgari, oserei dire, senza paura di provocare ribrezzo nel lettore, infatti illustra molto volgarmente tutti i maltrattamenti che Malpelo subisce. Quando il padre di Malpelo "crepa", espressione usata nella novella, sepolto dal crollo di un blocco della rena che sta scavando nella cava, lui, che segue le orme del padre fin da ragazzino, maltratta tutti i lavoratori e perfino gli asini che devono trasportare il materiale raccolto.





La trama [modifica]



Malpelo e la gente [modifica]

Malpelo era chiamato in questo modo perché aveva i capelli rossi: secondo le leggende popolari sono segno di cattiveria, quindi tutti diffidano di lui e persino sua madre dimentica il suo nome di battesimo. Non si fida del figlio, e quando torna a casa la sorella lo accoglie picchiandolo. Si vergogna anche di farlo vedere in giro. Il ragazzo è forte e sano, ma è testardo e aggressivo, e ama vendicarsi di soppiatto, prendendosi la colpa di tutto anche quando non c'entra nulla, mantenendo sempre il suo stato di fiero orgoglio e disperata rassegnazione. Lavora con il padre, Mastro Misciu Bestia, in una cava dove si estrae la rena a Monserrato. Costui è un uomo mite, che si accontenta di sgobbare al posto degli altri pur di procurarsi il pane. Lui e il figlio sono molto legati: Misciu è l'unico ad avergli mai dato affetto, e Malpelo, appena gli altri operai deridono il pover'uomo, lo difende.





La morte di Mastro Misciu Bestia [modifica]

Un giorno il padre deve terminare un lavoro preso a cottimo, per eliminare un pilastro dalla cava, malgrado sia molto pericoloso.Si diceva che solo un testardo avrebbe accettato di eseguire lavori di quel genere. La sera tardi, mentre Malpelo gli sta dando una mano, mettendo al sicuro il piccone, il fiasco del vino e quant'altro, il pilastro cade all'improvviso addosso al genitore. Quando anche l'ingegnere e Zio Mommu lo Sciancato vengono a sapere della disgrazia, è ormai troppo tardi perché sono passate tre ore e il Bestia è già morto. Nessuno invece fa caso al figlio, che inutilmente scava nella rena lacerandosi le unghie nello sforzo di salvarlo. Da allora, dice l'autore: Non volle più allontanarsi da quella galleria, e sterrava con accanimento, quasi ogni corbello di rena lo levasse di sul petto a suo padre [...] Dopo la morte del babbo pareva gli fosse entrato il diavolo in corpo... Sapendo che era Malpelo, ei s'acconciava ad esserlo il peggio che fosse possibile.





Ranocchio [modifica]

Dopo qualche tempo, nella cava della rena viene a lavorare un ragazzino, piccolo e cagionevole, che prima faceva il manovale, ma aveva avuto un incidente per cui si era lussato il femore. Per il modo in cui cammina, lo soprannominano Ranocchio, e immediatamente diventa oggetto di sfogo di Malpelo, che lo tormenta in cento modi: lo picchia, lo insulta, e se Ranocchio non si difende, lui continua perché con la sua crudeltà vuole che impari a reagire. In realtà però Malpelo prova pietà per lui, nonostante cerchi di nasconderla, e spesso gli dà la sua razione di cibo pur di non farlo morire di fame, oppure lo aiuta coi lavori pesanti.





Il cadavere di Misciu [modifica]

Una volta, riempiendo i corbelli, si ritrova una scarpa di Mastro Misciu Bestia, e alla notizia Malpelo si fa talmente prendere dall'ansia di scoprire anche il corpo del padre, che devono tirarlo su all'aria aperta, quasi come se stesse per morire di crepacuore. Dopodiché, va a lavorare in un altro punto della cava per non vedere altro. Infatti il cadavere viene rinvenuto, e la madre di Malpelo riesce a rimpicciolire i pantaloni e la camicia per adattarli a lui. Verga scrive: Malpelo se li lisciava sulle gambe, quei calzoni di fustagno quasi nuove, e gli pareva che fossero dolci e lisci come le mani del babbo, che solevano accarezzargli i capelli, quantunque fossero ruvide e callose. Le scarpe, poi, le teneva appese a un chiodo sul saccone, quasi fossero le pantofole del papa, e la domenica se le pigliava in mano, le lustrava e se le provava; poi le metteva per terra, ...e stava a guardarle... per delle ore intere, rimuginando chissà quali idee in quel cervellaccio.





L'aldilà [modifica]

Quando un asino grigio muore di stenti e il carrettiere lo getta nella sciara[1], Malpelo, avidamente curioso, trascina Ranocchio con lui a vedere i cani mangiarselo. Allora immagina che la civetta che stride sulla sciara desolata si disperi per i morti che sono sottoterra, e che non può vedere. Secondo lui, la morte è la liberazione di tutto, e per i deboli sarebbe meglio non essere mai nati. Ranocchio invece gli spiega del Paradiso, il posto dove i vivi che sono stati brave persone vanno a riposare in eterno. L'altro però non gli crede e gli dice: "Tua madre ti dice così perché, invece dei calzoni, tu dovresti portar la gonnella!" Non molto tempo più tardi Ranocchio, il quale già deperiva da un po', si ammala di tubercolosi. Non va più a lavorare nella cava, e a nulla serve la minestra calda o i calzoni di fustagno prestatigli da il Rosso, a nulla serve metterlo accanto al fuoco o pregare per lui. Il giorno della sua morte, quando Malpelo va a casa sua e vede la mamma disperarsi, non capisce il suo dolore per la perdita del figlio; crede che in famiglia le persone valgano solo per ciò che guadagnano. Quindi immagina che la donna si lamenti perché ha sempre avuto un figlio così malridotto, mentre la sua, di madre, non ha mai pianto per lui perché non ha mai avuto timore di perderlo.





Gli ultimi giorni e la fine di Malpelo. [modifica]

Un giorno viene l'ingegnere nella cava e offre di andare dove era morto Mastro Misciu Bestia perchè se avessero scavato lì si sarebbe risparmiato molto tempo e molti soldi ma sapendo che era un lavoro pericoloso tutti gli operai non ci vogliono andare ma Malpelo, invece, non aveva nemmeno chi si prendesse tutto l'oro del mondo per la sua pelle, se pure la sua pelle valeva tanto: sicché pensarono a lui. Allora, nel partire, si risovvenne del minatore, il quale si era smarrito, da anni ed anni, e cammina e cammina ancora al buio, gridando aiuto, senza che nessuno possa udirlo. Ma non disse nulla. Del resto a che sarebbe giovato? Prese gli arnesi di suo padre, il piccone, la zappa, la lanterna, il sacco col pane, il fiasco del vino, e se ne andò: né più si seppe nulla di lui. Così si persero persin le ossa di Malpelo, e i ragazzi della cava abbassano la voce quando parlano di lui nel sotterraneo, ché hanno paura di vederselo comparire dinanzi, coi capelli rossi e gli occhiacci grigi.
Rossonera
2008-03-12 09:49:39 UTC
Mi spiace non posso esserti utile ricordo solo che veniva chiamato ROSSO MALPELO perchè aveva i capelli rossi che era sinonimo di cattiveria la madre lo picchiava e si vergognava di lui !
2008-03-12 09:49:28 UTC
La novella racconta la vita di un ragazzo che lavora a una cava di arena , conosciuto da tutti con il soprannome di Rosso Malpelo, dato il colore rosso dei capelli e appunto per questo particolare viene giudicato da tutti un giovane cattivo e ribelle , al contrario è lui ad essere maltrattato .Non si ribella mai ,anzi accetta di essere punito anche se innocente. Egli lavora presso una cava , dove precedentemente lavorava il padre prima di morire travolto da della terra durante un lavoro notturno. Il figlio era presente a questa sventura, e cercò di aiutare il padre grattando la terra a mani nude , ma non ricevette alcun sostegno da parte degli altri minatori. Fu proprio la perdita del padre , mastro Misciu Bestia , a spronare il ragazzo e a farlo lavorare sempre più intensamente nella cava. In seguito conobbe un ragazzo , detto Ranocchio a causa del suo modo di camminare, che tenne sotto la sua protezione e che cercò di aiutare nel solo modo che conosceva : cioè picchiandolo e bastonandolo come con un asino. Ranocchio era l’unica persona che contasse nella vita del giovane , dopo il padre che purtroppo era morto ; infatti la madre non lo considerava nemmeno e la sorella lo picchiava , credendo che si trattenesse parte della paga ricevuta alla cava.

Un giorno mentre scavava Rosso trovò le scarpe del padre ma il corpo fu trovato in seguito.Del padre furono ritrovati anche i calzoni , il piccone e la zappa , e furono restituiti a Rosso. Un altro evento che viene narrato riguarda il vecchio asino grigio, sempre bastonato dal ragazzo per fargli smettere di soffrire , il quale dopo essere morto fu portato lontano dalla cava e abbandonato come cibo per cani. Anche Ranocchio si ammalò ma continuò a lavorare finché , un giorno Rosso non lo vide più venire alla cava e sentì raccontare dagli altri minatori che era morto. Dopo la morte di Ranocchio , rosso ha perso l’unica speranza di vita che aveva e affronta senza timore tutti gli incarichi affidatogli, tra cui il verificare una nuova via sotterranea che lo porterà a smarrirsi per sempre nel sottosuolo della cava e morire come il padre .





LIVELLO DELLE AZIONI



Divisione in sequenze : La novella si divide in 8 sequenze

1° : Descrizione di Malpelo e il giudizio della gente

2° : Flash back della morte del padre, unica persona che voleva bene a Malpelo

3° : L’amicizia di Malpelo con Ranocchio

4° : Descrizione del rapporto tra Malpelo e al sua famiglia

5° : Malpelo trascorre la sua vita nella miniera anche se desiderava fare un lavoro diverso

6° : Viene ritrovato il corpo del padre di Malpelo

7° : Morte dell’asino grigio

8° : Morte di ranocchio

9° : Morte di Malpelo

Rapporto tra fabula e intreccio: La struttura del racconto è prevalentemente a fabula , fatta eccezione per il flash back della morte del padre.

Rapporto fra tempo della storia e tempo del racconto : Il rapporto fra TS e TR non corrisponde , infatti il tempo del racconto è minore al tempo della storia .



Dimensione spaziale : la vicenda si svolge unicamente nella cava di arena dove lavora Malpelo.





LIVELLO DEI PERSONAGGI



Per i personaggi non avviene una vera e propria caratterizzazione fisica poiché emerge solo il carattere descritto attraverso gli occhi della gente .



Malpelo

Caratterizzazione fisica : aveva i capelli rossi

Occhiacci grigi



Forza fisica : Malpelo lavorava nella cava e prendeva molte botte senza

protestare , doveva esser quindi abbastanza robusto



Colori dominanti : rosso e nero , entrambi usati simbolicamente . Il nero per

la condizione misera di sfruttamento mentre il rosso

rappresenta la sofferenza della vita .



Caratterizzazione psicologica : secondo gli occhi della gente è un ragazzo malizioso e cattivo , in realtà è buono ma a forza di farsi dire da tutti che è un mascalzone finisce per crederlo lui stesso



Paragoni con animali : lo schivavano come un can rognoso

Rosicchiava il pane bigio come fanno le bestie sue pari

Si lasciava caricare meglio dell’asino grigio

Mordeva come un cane arrabbiato

Lavorava al pari di quei bufali feroci

Rannicchiarsi col suo saccone come un cane malato

Egli era ridotto veramente come quei cani , che a furia di buscarsi dei calci e delle sassate da questo e da quello finiscono per mettersi la coda fra le gambe .



Ranocchio

Caratterizzazione fisica : ranocchio aveva una gamba rotta e fisicamente era molto

debole



Paragoni con animali : paragonato ad un ranocchi per il uo modo di camminare





LIVELLO DEL NARRATORE



Narratore : il narratore si identifica nella voce corale

Punto di vista o focalizzazione : narratore onnisciente

Tecniche con le quali viene data la parola ai personaggi : indiretto libero







LIVELLO STILISTICO



Scelte lessicali : uso del lessico quotidiano





TEMI TRATTATI



Sfruttamento minorile , infanzia negata , i figli sono solo la forza lavoro , disumanizzazione a causa della società ( la madre di Malpelo non ricordava neanche il suo nome di battesimo )





CONCLUSIONE



Malpelo è il protagonista assoluto della vicenda , vittima dei giudizi della gente

Trascorre la sua vita nella cava dove morirà come il padre
2008-03-12 09:48:44 UTC
Rosso Malpelo è una novella dell'opera di Giovanni Verga Vita dei campi (1880).



Questa novella, pubblicata nel 1880, è uno dei capolavori del Verismo, raccolta in Vita dei Campi di Giovanni Verga. In essa descrive la realtà di povertà e sfruttamento delle classi disagiate in Sicilia alla fine del XIX secolo, realtà che egli conosceva ma che emergeva altresì dalle inchieste del Regno d'Italia da poco formatosi (1861). Oltre questo l'opera è anche un ritratto, umanissimo e di grande attualità, di un adolescente (Rosso Malpelo), condannato dai pregiudizi e dalla violenza della gente all'emarginazione e ad una tragica fine.

Lo stile della novella [modifica]

Nonostante il principio dell'impersonalità, che caratterizza gli scrittori veristi, Verga lascia trasparire nettamente di provare pietà per Malpelo, che è un "vinto", in quanto non ha alcuna possibilità di sottrarsi al suo destino. Fa capire che i ragazzi come lui reagiscono al male che viene loro fatto infliggendo altrettanta sofferenza e cercando di reprimere i sentimenti di compassione pur di sopravvivere. Per rendere più realistico il racconto, inoltre, decide di esprimersi con parole dialettali e modi di dire popolari; per descrivere Malpelo lo paragona spesso ad una bestia. Inoltre, Verga, usa espressioni volgari, oserei dire, senza paura di provocare ribrezzo nel lettore, infatti illustra molto volgarmente tutti i maltrattamenti che Malpelo subisce. Quando il padre di Malpelo "crepa", espressione usata nella novella, sepolto dal crollo di un blocco della rena che sta scavando nella cava, lui, che segue le orme del padre fin da ragazzino, maltratta tutti i lavoratori e perfino gli asini che devono trasportare il materiale raccolto.



Malpelo e la gente [modifica]

Malpelo era chiamato in questo modo perché aveva i capelli rossi: secondo le leggende popolari sono segno di cattiveria, quindi tutti diffidano di lui e persino sua madre dimentica il suo nome di battesimo. Non si fida del figlio, e quando torna a casa la sorella lo accoglie picchiandolo. Si vergogna anche di farlo vedere in giro. Il ragazzo è forte e sano, ma è testardo e aggressivo, e ama vendicarsi di soppiatto, prendendosi la colpa di tutto anche quando non c'entra nulla, mantenendo sempre il suo stato di fiero orgoglio e disperata rassegnazione. Lavora con il padre, Mastro Misciu Bestia, in una cava dove si estrae la rena a Monserrato. Costui è un uomo mite, che si accontenta di sgobbare al posto degli altri pur di procurarsi il pane. Lui e il figlio sono molto legati: Misciu è l'unico ad avergli mai dato affetto, e Malpelo, appena gli altri operai deridono il pover'uomo, lo difende.
Carax
2008-03-12 09:49:17 UTC
Malpelo era chiamato in questo modo perché aveva i capelli rossi: secondo le leggende popolari sono segno di cattiveria, quindi tutti diffidano di lui e persino sua madre dimentica il suo nome di battesimo. Non si fida del figlio, e quando torna a casa la sorella lo accoglie picchiandolo. Si vergogna anche di farlo vedere in giro. Il ragazzo è forte e sano, ma è testardo e aggressivo, e ama vendicarsi di soppiatto, prendendosi la colpa di tutto anche quando non c'entra nulla, mantenendo sempre il suo stato di fiero orgoglio e disperata rassegnazione. Lavora con il padre, Mastro Misciu Bestia, in una cava dove si estrae la rena a Monserrato. Costui è un uomo mite, che si accontenta di sgobbare al posto degli altri pur di procurarsi il pane. Lui e il figlio sono molto legati: Misciu è l'unico ad avergli mai dato affetto, e Malpelo, appena gli altri operai deridono il pover'uomo, lo difende.

Un giorno il padre deve terminare un lavoro preso a cottimo, per eliminare un pilastro dalla cava, malgrado sia molto pericoloso.Si diceva che solo un testardo avrebbe accettato di eseguire lavori di quel genere. La sera tardi, mentre Malpelo gli sta dando una mano, mettendo al sicuro il piccone, il fiasco del vino e quant'altro, il pilastro cade all'improvviso addosso al genitore. Quando anche l'ingegnere e Zio Mommu lo Sciancato vengono a sapere della disgrazia, è ormai troppo tardi perché sono passate tre ore e il Bestia è già morto. Nessuno invece fa caso al figlio, che inutilmente scava nella rena lacerandosi le unghie nello sforzo di salvarlo. Da allora, dice l'autore: Non volle più allontanarsi da quella galleria, e sterrava con accanimento, quasi ogni corbello di rena lo levasse di sul petto a suo padre [...] Dopo la morte del babbo pareva gli fosse entrato il diavolo in corpo... Sapendo che era Malpelo, ei s'acconciava ad esserlo il peggio che fosse possibile.

Dopo qualche tempo, nella cava della rena viene a lavorare un ragazzino, piccolo e cagionevole, che prima faceva il manovale, ma aveva avuto un incidente per cui si era lussato il femore. Per il modo in cui cammina, lo soprannominano Ranocchio, e immediatamente diventa oggetto di sfogo di Malpelo, che lo tormenta in cento modi: lo picchia, lo insulta, e se Ranocchio non si difende, lui continua perché con la sua crudeltà vuole che impari a reagire. In realtà però Malpelo prova pietà per lui, nonostante cerchi di nasconderla, e spesso gli dà la sua razione di cibo pur di non farlo morire di fame, oppure lo aiuta coi lavori pesanti.

Una volta, riempiendo i corbelli, si ritrova una scarpa di Mastro Misciu Bestia, e alla notizia Malpelo si fa talmente prendere dall'ansia di scoprire anche il corpo del padre, che devono tirarlo su all'aria aperta, quasi come se stesse per morire di crepacuore. Dopodiché, va a lavorare in un altro punto della cava per non vedere altro. Infatti il cadavere viene rinvenuto, e la madre di Malpelo riesce a rimpicciolire i pantaloni e la camicia per adattarli a lui. Verga scrive: Malpelo se li lisciava sulle gambe, quei calzoni di fustagno quasi nuove, e gli pareva che fossero dolci e lisci come le mani del babbo, che solevano accarezzargli i capelli, quantunque fossero ruvide e callose. Le scarpe, poi, le teneva appese a un chiodo sul saccone, quasi fossero le pantofole del papa, e la domenica se le pigliava in mano, le lustrava e se le provava; poi le metteva per terra, ...e stava a guardarle... per delle ore intere, rimuginando chissà quali idee in quel cervellaccio.

Quando un asino grigio muore di stenti e il carrettiere lo getta nella sciara[1], Malpelo, avidamente curioso, trascina Ranocchio con lui a vedere i cani mangiarselo. Allora immagina che la civetta che stride sulla sciara desolata si disperi per i morti che sono sottoterra, e che non può vedere. Secondo lui, la morte è la liberazione di tutto, e per i deboli sarebbe meglio non essere mai nati. Ranocchio invece gli spiega del Paradiso, il posto dove i vivi che sono stati brave persone vanno a riposare in eterno. L'altro però non gli crede e gli dice: "Tua madre ti dice così perché, invece dei calzoni, tu dovresti portar la gonnella!" Non molto tempo più tardi Ranocchio, il quale già deperiva da un po', si ammala di tubercolosi. Non va più a lavorare nella cava, e a nulla serve la minestra calda o i calzoni di fustagno prestatigli da il Rosso, a nulla serve metterlo accanto al fuoco o pregare per lui. Il giorno della sua morte, quando Malpelo va a casa sua e vede la mamma disperarsi, non capisce il suo dolore per la perdita del figlio; crede che in famiglia le persone valgano solo per ciò che guadagnano. Quindi immagina che la donna si lamenti perché ha sempre avuto un figlio così malridotto, mentre la sua, di madre, non ha mai pianto per lui perché non ha mai avuto timore di perderlo.

Un giorno viene l'ingegnere nella cava e offre di andare dove era morto Mastro Misciu Bestia perchè se avessero scavato lì si sarebbe risparmiato molto tempo e molti soldi ma sapendo che era un lavoro pericoloso tutti gli operai non ci vogliono andare ma Malpelo, invece, non aveva nemmeno chi si prendesse tutto l'oro del mondo per la sua pelle, se pure la sua pelle valeva tanto: sicché pensarono a lui. Allora, nel partire, si risovvenne del minatore, il quale si era smarrito, da anni ed anni, e cammina e cammina ancora al buio, gridando aiuto, senza che nessuno possa udirlo. Ma non disse nulla. Del resto a che sarebbe giovato? Prese gli arnesi di suo padre, il piccone, la zappa, la lanterna, il sacco col pane, il fiasco del vino, e se ne andò: né più si seppe nulla di lui. Così si persero persin le ossa di Malpelo, e i ragazzi della cava abbassano la voce quando parlano di lui nel sotterraneo, ché hanno paura di vederselo comparire dinanzi, coi capelli rossi e gli occhiacci grigi
Fily12
2008-03-12 09:49:00 UTC
Malpelo e la gente



Malpelo era chiamato in questo modo perché aveva i capelli rossi: secondo le leggende popolari sono segno di cattiveria, quindi tutti diffidano di lui e persino sua madre dimentica il suo nome di battesimo. Non si fida del figlio, e quando torna a casa lo accoglie picchiandolo assieme alla sorella maggiore. Si vergogna anche di farlo vedere in giro. Il ragazzo è forte e sano, ma è testardo e aggressivo, e ama vendicarsi di soppiatto, prendendosi la colpa di tutto anche quando non c'entra nulla, mantenendo sempre il suo stato di fiero orgoglio e disperata rassegnazione. Lavora con il padre, Mastro Misciu Bestia, in una cava dove si estrae la rena a Monserrato. Costui è un uomo mite, che si accontenta di sgobbare al posto degli altri pur di procurarsi il pane. Lui e il figlio sono molto legati: Misciu è l'unico ad avergli mai dato affetto, e Malpelo, appena gli altri operai deridono il pover'uomo, lo difende.



La morte di Mastro Misciu Bestia





Un giorno il padre deve terminare un lavoro preso a cottimo, per eliminare un pilastro dalla cava, malgrado sia molto pericoloso. La sera tardi, mentre Malpelo gli sta dando una mano, mettendo al sicuro il piccone, il fiasco del vino e quant'altro, il pilastro cade all'improvviso addosso al genitore. Quando anche l'ingegnere e Zio Mommu lo Sciancato vengono a sapere della disgrazia, è ormai troppo tardi perché sono passate tre ore e il Bestia è già morto. Nessuno invece fa caso al figlio, che inutilmente scava nella rena lacerandosi le unghie nello sforzo di salvarlo. Da allora, dice l'autore: Non volle più allontanarsi da quella galleria, e sterrava con accanimento, quasi ogni corbello di rena lo levasse di sul petto a suo padre [...] Dopo la morte del babbo pareva gli fosse entrato il diavolo in corpo... Sapendo che era Malpelo, ei s'acconciava ad esserlo il peggio che fosse possibile.



Ranocchio



Dopo qualche tempo, nella cava della rena viene a lavorare un ragazzino, piccolo e cagionevole, che prima faceva il manovale, ma aveva avuto un incidente per cui si era lussato il femore. Per il modo in cui cammina, lo soprannominano Ranocchio, e immediatamente diventa oggetto di sfogo di Malpelo, che lo tormenta in cento modi: lo picchia, lo insulta, e se Ranocchio non si difende, lui continua perché con la sua crudeltà vuole che impari a reagire. In realtà però Malpelo prova pietà per lui, nonostante cerchi di nasconderla, e spesso gli dà la sua razione di cibo pur di non farlo morire di fame, oppure lo aiuta coi lavori pesanti.



Il cadavere di Misciu



Una volta, riempiendo i corbelli, si ritrova una scarpa di Mastro Misciu Bestia, e alla notizia Malpelo si fa talmente prendere dall'ansia di scoprire anche il corpo del padre, che devono tirarlo su all'aria aperta, quasi come se stesse per morire di crepacuore. Dopodiché, va a lavorare in un altro punto della cava per non vedere altro. Infatti il cadavere viene rinvenuto, e la madre di Malpelo riesce a rimpicciolire i pantaloni e la camicia per adattarli a lui. Verga scrive: Malpelo se li lisciava sulle gambe, quei calzoni di fustagno quasi nuove, e gli pareva che fossero dolci e lisci come le mani del babbo, che solevano accarezzargli i capelli, quantunque fossero ruvide e callose. Le scarpe, poi, le teneva appese a un chiodo sul saccone, quasi fossero le pantofole del papa, e la domenica se le pigliava in mano, le lustrava e se le provava; poi le metteva per terra, ...e stava a guardarle... per delle ore intere, rimuginando chissà quali idee in quel cervellaccio.



L'aldilà



Quando un asino grigio muore di stenti e il carrettiere lo getta nella sciara[1], Malpelo, avidamente curioso, trascina Ranocchio con lui a vedere i cani mangiarselo. Allora immagina che la civetta che stride sulla sciara desolata si disperi per i morti che sono sottoterra, e che non può vedere. Secondo lui, la morte è la liberazione di tutto, e per i deboli sarebbe meglio non essere mai nati. Ranocchio invece gli spiega del Paradiso, il posto dove i vivi che sono stati brave persone vanno a riposare in eterno. L'altro però non gli crede e gli dice: "Tua madre ti dice così perché, invece dei calzoni, tu dovresti portar la gonnella!" Non molto tempo più tardi Ranocchio, il quale già deperiva da un po', si ammala di tubercolosi. Non va più a lavorare nella cava, e a nulla serve la minestra calda o i calzoni di fustagno prestatigli da il Rosso, a nulla serve metterlo accanto al fuoco o pregare per lui. Il giorno della sua morte, quando Malpelo va a casa sua e vede la mamma disperarsi, non capisce il suo dolore per la perdita del figlio; crede che in famiglia le persone valgano solo per ciò che guadagnano. Quindi immagina che la donna si lamenti perché ha sempre avuto un figlio così malridotto, mentre la sua, di madre, non ha mai pianto per lui perché non ha mai avuto timore di perderlo.



Gli ultimi giorni e la fine di Malpelo



La vedova di Mastro Misciu Bestia e la sorella di Malpelo si sposano entrambe e vanno a stare a Cibali, chiudendo la porta di casa e abbandonando completamente il ragazzo. La sua fine avviene in quella stessa cava, come per il padre, ma in modo diverso: Malpelo viene mandato ad esplorare un passaggio sotterraneo, e sparisce misteriosamente per non tornare mai più. La novella si chiude raccontando come i ragazzi della cava abbassino la voce quando parlano di lui nel sotterraneo, per paura di vederselo spuntare davanti nell'oscurità, "coi capelli rossi e gli occhiacci grigi".
ѕтєνє
2008-03-12 09:48:57 UTC
Pubblicata per la prima volta nell'agosto 1878, la novella Rosso Malpelo entrò a far parte della raccolta Vita dei campi, che comprende altre sette novelle, tra le più famose di Verga.

Rosso Malpelo è un ragazzo che lavora in una cava di rena. Il narratore ci tace il suo vero nome, si limita a dire che "Malpelo si chiamava così perché aveva i capelli rossi; ed aveva i capelli rossi perché era un ragazzo malizioso e cattivo, che prometteva di riescire un fior di birbone". Persino la mamma "aveva quasi dimenticato il suo nome di battesimo".



Il ragazzo, dunque, è vittima di un pregiudizio popolare, quello che associa i capelli rossi alla cattiveria.



Inoltre Malpelo "era davvero un brutto ceffo, torvo, ringhioso, e selvatico". È la vita che conduce ad averlo ridotto così: la mamma lo trascura, la sorella si vergogna di lui. Il padre, l'unico che gli riservava una qualche forma di affetto, è morto nella stessa cava dove lavora Malpelo, sepolto da un pilastro di rena.



In seguito alla morte del padre, un dolore che lo segnerà per sempre, Malpelo coltiva un oscuro spirito di vendetta. Lavora alacremente, ma fa di tutto per meritarsi l'appellativo col quale viene chiamato: picchia il suo povero vecchio asino, è cattivo con tutti.



Sviluppa un rapporto di amore-odio per un ragazzetto arrivato da poco alla cava, Ranocchio, cui una lussazione del femore impedisce di fare il manovale, obbligandolo, invece, a lavorare sottoterra.



Malpelo lo picchia, ma gli insegna nello stesso tempo, con rabbioso affetto, le dure e feroci leggi della vita, le uniche che egli conosca: la continua lotta di tutti contro tutti e la sopravvivenza del più forte.



Un giorno colpisce Ranocchio che si accascia a terra senza più rialzarsi. Il ragazzo è gravemente malato di tisi e ha uno sbocco di sangue. Non è più in grado di lavorare. Malpelo, a modo suo, è disperato, lo va a trovare, gli porta del vino e della minestra, ma il ragazzo muore.



Sempre più solo, - la madre e la sorella sono nel frattempo andate a vivere altrove -, Malpelo continua la sua bestiale vita alla cava. Persino un evaso, capitato a lavorare di nascosto nella cava, preferisce tornare in prigione, reputandola meno disumana di "quella vitaccia da talpa".



A Malpelo toccano i lavori più ingrati e rischiosi, tanto non ha famiglia e di lui non importa niente a nessuno. In un'audace esplorazione del sottosuolo, alla ricerca di un passaggio che colleghi a un pozzo, un giorno Malpelo sparisce, portando con sé gli attrezzi che furono del padre, inghiottito per sempre dalla terra. E ora i ragazzi temono che il suo fantasma si aggiri per la cava, "hanno paura di vederselo comparire dinanzi, coi capelli rossi e gli occhiacci grigi".



Racconto denso, documento storico sullo sfruttamento del lavoro minorile nell'Ottocento, Rosso Malpelo ci spiega i meccanismi sociali e psicologici che possono costituire l'origine di comportamenti violenti e devianti.

Malpelo è cattivo, a volte persino crudele, ma nello stesso tempo è vittima di pregiudizi, un perseguitato, un oppresso, un ragazzo che della vita ha esperito solo gli aspetti più duri, è un reietto che vive in un deserto affettivo. Le uniche forze positive, umane che lo muovono sono, oltre all'istinto di conservazione, il ricordo e la nostalgia del padre. Grazie al ricordo del padre, che qualche volta lo carezzava, tutte le violenze subite non riescono a spegnere in lui una scintilla di umanità.



Egli odia Ranocchio per la sua debolezza, per la sua incapacità di sopravvivere in un mondo in cui vige la legge del più forte. Ma anche lo ama, perché nelle debolezze di Ranocchio, scorge le proprie e perché, nonostante cerchi di indurirsi il cuore per meglio proteggersi dall'aggressione del mondo esterno, non riesce a soffocare la pietà e la partecipazione nei confronti della sofferenza.



Nel racconto di Verga, dove persino la natura e le cose inanimate mostrano un volto ostile, il lavoro assume, per le classi inferiori, i connotati di una maledizione che si tramanda di padre in figlio. Sono gli istinti elementari a muovere gli esseri viventi e fra loro vigono rapporti ispirati al semplice utilitarismo, alla strumentalizzazione gli uni degli altri.
Piperita Patty ♀
2008-03-12 09:48:41 UTC
La superstizione popolare ritiene che chi ha i capelli rossi è cattivo.



Malpelo si chiamava così perchè aveva i capelli rossi , ed aveva i capelli rossi perchè era Malpelo.



Anche sua madre lo chiamava così ed aveva dimenticato il suo nome di battesimo. Lo vedeva solo la sera quando tornava dal lavoro con pochi soldi; e siccome era malpelo si poteva credere che ne avesse sottratti un pò, e per questo la sorella maggiore lo prendeva sempre a calci.



Tutti lo schivavano e lo prendevano a calci e pugni. Quando c'era ricreazione M. andava a mangiare in un angolo il pane, come una bestia uguale a lui. Era sempre sporco ed era conosciutissimo tanto che dove lavorava veniva chiamata "la cava di Malpelo" e questo faceva innervosire il padrone. Il padre di M. chiamato da tutti Misciu Bestia era morto in quella cava, e M. perse così l'unica persona che gli volesse bene. M. Bestia era morto per guadagnare qualche soldo in più. Era rimasto a lavorare anche quando i suoi compagni erano andati a casa, e la colonna che doveva abbattere gli cadde addosso. Aveva fatto la morte del sorcio. Malpelo si graffiava la faccia e con le unghie scavava e si distrussero e staccarono dalle dita, e gli venne anche la schiuma alla bocca. Quando vollero tirarlo fuori di là fu difficile perchè non avendo più le unghie per graffiare, mordeva come un cane, e dovettero tirarlo via con la forza.



Non mangiava più e il pane lo buttava al cane. M. si sfogava coll'asino, sbilenco e macilento.



Dopo la morte del padre sembrava gli fosse entrato il diavolo in corpo e lavorava come una bestia. Sapendo che era malpelo nessuno lo confortò mai, ma lo continuarono a prendere a sberle ancor più spesso. Con tutti era una bestia inferocita: si comportava come tutti lo trattavano e avevano trattato il suo povero padre.



M. era diventato amico di un ragazzino venuto da poco a lavorare nella cava, il quale si era rotto il femore e non poteva più fare il manovale. Lo chiamavano Ranocchio per il suo problema. M. credeva che per vivere si doveva imparare a prendere calci e pugni, e per ciò abituava Ranocchio alle botte.



M. diceva al suo amico che se accadeva di dare botte, di darne più che si può, così la paura degli avversari li può tenere a distanza.



M. anche se lo picchiava spesso gli voleva veramente bene, tanto che sovente gli dava la sua mezza cipolla accontentandosi del pane, dicendo che era abituato a mangiare poco.



Quando davano la colpa di qualcosa a M. e lo picchiavano, R. diceva al suo amico di discolparsi, ma M. diceva che tanto lui era Rosso Malpelo e nessuno gli avrebbe creduto.



Anche la madre di M. era disperata di avere lui come figlio. A M. sarebbe piaciuto fare il manovale, il carrettiere, il contadino, ma il suo destino era di proseguire il lavoro di suo padre.



Il carrettiere disse che quando avrebbero finito i lavori si sarebbe trovato il cadavere del padre.



Un giorno venne ritrovata una carpa del padre.



Da quel di M. aveva sempre paura di vedere il piede nudo del padre, e per questo andò a lavorare in un altro punto della galleria. 2 o 3 giorni dopo scopersero il cadavere del padre e per la prima volta M: indosò camicia e calzoni quasi nuovi.



In quei giorni era morto anche l'asino, di vecchiaia e di botte e lo avevano buttato lontano.



M. pensava che se quell'asino non fosse mai nato sarebbe stato meglio.



Il padrone mandava spesso Malpelo lonato, in posti dove nessuno sarebbe andato (per paura) ma tanto lui era Malpelo e se non fosse tornato nessuno sarebbe andato a cercarlo.



Una bella notte d'estate M. guardava la luna e le stelle e pensò che per lui (abituato a vivere sotto terra) dovrebbe esserci sempre buio.



Ranocchio gli raccontava che lassu' c'era il paradiso, dove andavano le persoone buone, e che era vero perchè glielo aveva detto sua madre. Ma M. diceva che se anche suo padre era stato buono si trovava ancora sotto terra.



Un giorno mentre M. picchiava R., quest'ultimo sputò sangue. M. si spaventò e disse che non aveva potuto fargli molto male e per dimostrarglielo si dava pugni in faccia e sulla schiena.



R. si era ammalato e M. spese i suoi unici soldi per curarlo.



R. mise di andare a lavorare e M. lo andava spesso a trovare.



Qualche giorno dopo Ranocchio morì. In quel periodo venne a lavorare alla cava uno che non s'era mai visto, uno che era scappato di prigione e che si era messo a lavorare lì.



L' ex detenuto diceva a M. che era meglio la prigione che lavorare in quella cava, ma di non temere perchè uno come Malpelo in prigioone ci sarebbe andato presto. Aveva torto, perchè M. morì in quella cava come suo padre. Si doveva eslporare un nuovo passaggio ma c'era il pericolo di smarrirsi e di non tornare mai più indietro. M. andò in esplorazione con i suoi arnesi e non se ne seppe più nulla di lui.



I ragazzi della cava da quel giorno ebbero paura di nomionare il suo nome e di vederselo apparire davanti coi capelli rossi e gli occhiacci indiavolati.
Flamy -
2008-03-12 09:48:23 UTC
allora rosso malpelo era un bambino che lavorava in miniera e aveva i capelli rossi,per questo(visto che all' epoca la pensavano così)il motivo dei guai che combinava lo attribuivano al colore dei suoi capelli,suo padre era morto in miniera e poi....non mi ricordo cmq che tristezza.
2008-03-12 09:48:12 UTC
fattela da sola!!!!!!!! che siamo i tuoi schiavi????
2008-03-12 09:48:00 UTC
bah


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