Domanda:
Mi serve una descrizione abbastanza lunga (2/3 pagine) sul subcontinente indiano?
Ste
2008-05-07 07:24:51 UTC
Mi serve una descrizione abbastanza lunga (2/3 pagine) sul subcontinente indiano?
Cinque risposte:
Occhi Di Gatto ಠ_ಠ
2008-05-07 07:33:59 UTC
Il subcontinente indiano è un insieme di stati che occupa la parte centromeridionale dell'Asia e si allunga con un vasto triangolo peninsulare tra Golfo del Bengala e Mare Arabico. Comprende India, Bangladesh, Bhutan, Maldive, Nepal, Pakistan e Sri Lanka.



Viene definito subcontinente perché è un'area talmente estesa da essere considerata un semi-continente a tutti gli effetti, indiano perché il più importante stato che ne fa parte è l'India.



Subcontinente indiano

India

Repubblica democratica federale dell'Asia meridionale, membro del Commonwealth; costituisce, con Pakistan e Bangladesh, il subcontinente indiano. Comprende l'intera penisola indiana e una parte della regione himalayana con alcuni territori limitrofi; confina a nord con l'Afghanistan, il Tibet, il Nepal e il Bhutan; a est con il Myanmar (già Birmania) e il Bangladesh, a ovest con il Pakistan. La capitale è New Delhi.

Territorio

L'India può essere fisicamente suddivisa in quattro principali regioni: l'Himalaya, le pianure fluviali settentrionali, l'altopiano del Deccan e i Ghati orientali e occidentali. A sud, parallelamente all'Himalaya, è situata la regione delle pianure fluviali, una vasta fascia di basse terre; si tratta della più estesa pianura alluvionale della Terra, formata dalle deposizioni dei fiumi Indo, Gange e Brahmaputra. Grazie all'abbondante presenza di acque e di ricchi suoli è oggi la zona più fertile e densamente popolata dell'India, che sviluppò qui le sue prime civiltà. Queste pianure si estendono da ovest a est dal confine con il Pakistan al confine con il Bangladesh, per proseguire nell'estrema zona nordorientale del paese attraverso uno stretto corridoio di terra nei pressi di Darjeeling.

Popolazione

La popolazione dell'India, che rappresenta circa il 16% di quella mondiale, deriva da una complessa vicenda di popolamento che ha visto ondate di genti ariane invadere le fertili pianure fluviali, dove hanno dato origine alla civiltà sedentaria e urbana dell'India, e sovrapporsi alle popolazioni preesistenti, d'origine dravidica, ricacciate poi in larga parte verso sud, nelle foreste del Deccan, dove talune di esse sono sopravvissute sino a oggi con i loro caratteri specifici e molto primitivi. Il miscelamento etnico è poi continuato nei secoli e così oggi, a causa della grande varietà di etnie e culture presenti, è molto difficile individuare con esattezza l'origine delle diverse popolazioni, anche se si può affermare che fondamentalmente appartengano a tre differenti etnie: europoide, australoide e mongoloide.

Economia

L'India ha un'economia di tipo misto in cui il governo svolge un importante ruolo di regolazione e pianificazione, oltre a essere titolare di numerose imprese pubbliche. Nel 1991 è stata attuata una riforma , che ha ridotto il controllo sul settore privato e il monopolio statale in alcuni campi, ad esempio nel trasporto aereo. È stato introdotto un regime di economia aperta attraverso l'attenuazione dei controlli tariffari e la promozione degli investimenti stranieri. Questi cambiamenti a livello nazionale si sono ripercossi nei singoli stati, i quali esercitano un importante controllo sulla politica interna e recepiscono in modi diversi la politica nazionale. A partire dal 1991, tuttavia, quasi tutti gli stati hanno aperto le frontiere agli investimenti stranieri e hanno inoltre favorito, con provvedimenti vari, il settore privato e attuato alcune privatizzazioni. Il sostentamento di più di due terzi della popolazione indiana dipende dall'agricoltura. La maggior parte dei poderi ha estensioni molto limitate e più di un terzo degli appezzamenti è addirittura al di sotto del livello di sussistenza di una famiglia di contadini. La coltura più estesa è il riso, che costituisce l'alimento principale di gran parte della popolazione, cui seguono, per importanza, il frumento, la canna da zucchero, il tè, il cotone e la juta. Tra le colture per l'industria e il commercio si annoverano la gomma, il caffè, i semi di lino, le arachidi e diverse spezie. L'allevamento del bestiame, in particolare bovini, bufali, cavalli e muli, costituisce un aspetto centrale dell'economia agricola. Le zone che usufruiscono dei sistemi di irrigazione finanziati dal governo si sono enormemente estese, e nei primi anni Novanta le superfici irrigate rappresentavano quasi il 45% dell'intera superficie coltivata. Circa il 23% del territorio complessivo indiano è ricoperto di foreste, il cui sfruttamento a fini commerciali non è tuttavia molto sviluppato e interessa perlopiù le regioni montuose settentrionali, l'Assam e le regioni confinanti con l'Himalaya. L'India può vantare un settore industriale assai articolato, che contribuisce per circa un quarto alla formazione del PIL. La maggior parte della produzione è realizzata in impianti moderni, in particolare per quanto riguarda l'industria siderurgica. In termini di occupazione, tuttavia, rimangono molto importanti le piccole aziende a conduzione familiare, perlopiù artigianali. Il settore tessile, specialmente quello cotoniero, è tra i più antichi e importanti .Di rilievo sono anche le industrie alimentari, l'industria petrolchimica, la produzione di apparecchiature elettriche ed elettroniche, di prodotti chimici, la lavorazione della pelle e dei metalli. Negli ultimi anni si è considerevolmente sviluppato anche il settore dell'informatica, in particolare la produzione di software. Bangalore, nell'India meridionale, è stata definita "la Silicon Valley indiana".

Pakistan

Stato situato nell'Asia meridionale; si affaccia a sud sul mare Arabico e confina a nord-est con la Cina, a est e sud-est con l'India, a ovest con l'Iran, a nord e nord-ovest con l'Afghanistan e a nord-est con lo Jammu e Kashmir, territorio conteso tra Pakistan e India. Il Pakistan divenne uno stato indipendente nel 1947 e, fino al dicembre del 1971, includeva la provincia del Pakistan orientale, l'attuale Bangladesh. La capitale è Islamabad; la città più popolosa è Karachi.

Popolazione

Il Pakistan ha una popolazione di 134.974.000 abitanti, solo il 35% della popolazione vive in aree urbane. La composizione etnica è molto varia, dovuta anche alle numerose invasioni di cui il territorio è stato fatto oggetto nel corso dei secoli: i pakistani sono quindi di ceppo dravidico, indoariano, greco, arabo, mongolo, persiano, afghano, tibetano.

Economia

Circa il 27% del territorio pakistano è coltivabile ed è compreso prevalentemente nella valle dell'Indo. Il settore occupa il 55% della forza lavoro. Circa il 4% del territorio è coperto da foreste da cui si ricava legname impiegato come combustibile. La pesca, anche se praticata con sistemi assai arretrati soprattutto nelle acque dell'oceano Indiano, costituisce un settore relativamente fiorente basato in particolare sul pesce azzurro. Il settore industriale, benché ancora poco sviluppato, è in via di espansione: tra le maggiori produzioni vi sono tessuti e manufatti in cotone, seta e rayon, cemento, fertilizzanti, zucchero e prodotti chimici. L'industria estrattiva basa le proprie risorse su giacimenti di carbon fossile e lignite, cromo, rame, argilla, manganese, salgemma, minerali metallici, gas naturale e petrolio. Il settore industriale in Pakistan è scarsamente sviluppato. Le grandi imprese rimangono comunque gestite dallo Stato. Il commercio estero del paese si basa in larga parte sull'esportazione di materie prime e di prodotti come il cotone, e sull'importazione di manufatti. I prodotti destinati al mercato delle esportazioni comprendono cotone grezzo, filati, riso, tappeti, pellame, prodotti ittici. Le importazioni consistono perlopiù in macchinari, apparecchiature elettriche, minerali e combustibili, fertilizzanti e alimenti. I partner commerciali del Pakistan sono il Giappone, gli Stati Uniti, l'Inghilterra, la Germania, l'Arabia Saudita e il Kuwait. Un settore in espansione è costituito oggi dal turismo.



CURIOSITàIl subcontinente indiano patria dei rifiuti elettronici





Il costante peggioramento della situazione è causato della vertiginosa crescita nel consumo, accompagnata da un rapido tasso di invecchiamento di questi prodotti





L'India ha prodotto nel 2007 ben 330.000 tonnellate di rifiuti prodotti da computer e parti elettroniche in disuso, contribuendo al progressivo e sempre maggiore inquinamento del paese. Lo ha rivelato uno studio condotto dalla MAIT, la Commissione che principalmente rappresenta il settore dell'Information Technology in India e da GTZ (German Technical Cooperation Agency).

Una situazione grave che, secondo lo studio, è persino destinata a peggiorare. Nel 2011, infatti, secondo le previsioni, l'India raggiungerà quasi le cinquecentomila tonnellate annue di rifiuti. Lo studio di MAIT-GTZ ha focalizzato l'attenzione in particolare sui rifiuti di materiali elettrici ed elettronici, come computer, televisioni e telefoni cellulari. Oltre alle trecentomila tonnellate ''ufficiali" di rifiuti inoltre, ha rivelato lo studio, in India entrerebbero anche ogni anno circa cinquantamila tonnellate di rifiuti illegalmente importati nel paese.

Di tutti questi, poi, solo circa 19.000 tonnellate sono riciclabili soprattutto a causa delle poche e carenti strutture per le operazioni di riciclaggio. L'osservazione e lo studio dei comportamenti delle aziende in fatto di rifiuti ha portato alla conclusione che circa il 94% dei soggetti esaminati non ha attuato nessuna politica di smaltimento dei rifiuti, mostrando anche una scarsissima conoscenza dei problemi ambientali che ne derivano. Il Direttore di GTZ, J. Bischoff, ha detto che il peggioramento della situazione, specie negli ultimi anni, è stato causato della vertiginosa crescita nel cons
anonymous
2016-12-18 00:30:37 UTC
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valeria b
2008-05-07 07:46:39 UTC
INDIA

Introduzione

India (nome ufficiale Bhārat Juktarashtra, Unione Indiana), stato dell’Asia meridionale che comprende parte della regione himalayana e l’intera penisola indiana. Confina a nord con la Cina, il Nepal e il Bhutan, a est con il Myanmar e il Bangladesh, a ovest con il Pakistan. La zona penisulare è delimitata a ovest dal mar Arabico e a est dal golfo del Bengala, entrambi settori dell’oceano Indiano; lo stretto di Palk e il golfo di Mannar separano l’India dallo Sri Lanka. L’India ha una superficie complessiva di 3.165.596 km²; l’estensione costiera è di 7.000 km. La capitale è New Delhi.

Lo stato indiano di Jammu e Kashmir è oggetto di contesa da parte del Pakistan e della Cina. Quest’ultima avanza inoltre una rivendicazione sulla sezione nordorientale dello stato indiano dell’Arunachal Pradesh.



Territorio

L’India può essere suddivisa in quattro principali regioni naturali: le regione dell’Himalaya, la pianura indogangetica, l’altopiano del Deccan e i Ghati orientali e occidentali.

Il sistema montuoso dell’Himalaya si estende per circa 2.400 km lungo i confini settentrionali e nordorientali del subcontinente indiano, separandolo dal resto dell’Asia. È il più elevato e il più giovane sistema montuoso del mondo, nonché uno dei più attivi, dato che gli assestamenti orogenetici non sembrano ancora cessati. All’interno dei confini indiani il sistema himalayano, che include a ovest la catena del Karakoram, raggiunge le massime altitudini nel Kanchenjunga (8.598 m), terza cima del mondo dopo l’Everest e il K2, nel Nanda Devi (7.817 m) e nel Kamet (7.756 m).

A piedi dell’Himalaya è situata la piana indogangetica, la più estesa pianura alluvionale della Terra, formata dai depositi dei fiumi Indo, Gange e Brahmaputra. Grazie all’abbondante presenza di acque e di ricchi suoli è oggi la zona più fertile e densamente popolata dell’India, che sviluppò qui le sue prime civiltà. Queste pianure si estendono da ovest a est, dal confine con il Pakistan al confine con il Bangladesh, per proseguire nell’estrema zona nordorientale del paese attraverso uno stretto corridoio di terra nei pressi di Darjeeling.

Lungo il confine sudoccidentale con il Pakistan le pianure coltivate lasciano il posto a una fascia arida, il Grande Deserto Indiano, o deserto del Thar, e più a sud alle paludi salmastre del Rann of Kutch (Pantano di Kutch). Il bassopiano indogangetico è delimitato a sud dall’area degli Altopiani Centrali che comprende le catene montuose di Vindhya e Satpura.

Gli Altopiani Centrali costituiscono l’orlatura settentrionale del Deccan, vasto tavolato che occupa gran parte dell’India peninsulare. Perlopiù roccioso e dall’andamento irregolare, esso è diviso in diverse regioni naturali da basse catene montuose e da valli profonde. La sua altitudine varia dai 305 m ai 1.525 m. Il Deccan è delimitato da due sistemi montuosi periferici conosciuti come Ghati orientali e occidentali, che rappresentano gli orli sollevati del tavolato.

I Ghati occidentali, alti in media circa 915 m, formano ripide scarpate che dominano il mare Arabico e digradano nella fertile costa del Malabar. I Ghati orientali, la cui altitudine media si attesta attorno ai 500 m, sono separati dal golfo del Bengala da una stretta pianura costiera, la costa del Coromandel. I due allineamenti montuosi si congiungono nel punto più meridionale del Deccan, nei pressi di Bangalore.



Idrografia

La zona centroccidentale delle pianure alluvionali dell’India, nota come pianura gangetica, è attraversata dal fiume Gange e dai suoi affluenti che discendono dai versanti meridionali della catena himalayana. Gli stati nordorientali di Assam e Arunachal Pradesh sono bagnati dal fiume Brahmaputra e dai suoi tributari, le cui sorgenti si trovano nei rilievi settentrionali dell’Himalaya; il Brahmaputra entra poi nel Bangladesh a nord del gruppo montuoso del Khasi Jiantia. Il fiume Indo nasce nel Tibet, scorre a ovest attraverso lo stato di Jammu e Kashmir ed entra in Pakistan, dove è compresa la maggior parte del suo corso. Dagli Altopiani Centrali hanno origine numerosi corsi d’acqua, la maggior parte dei quali sono tributari dei due principali fiumi della regione, il Narmada e il Mahanadi. Tra i maggiori bacini idrografici dell’altopiano del Deccan vi sono il Cauvery, il Godavari e il Khrisna.



Clima

L’ampia estensione e la complessa conformazione del territorio indiano fanno sì che il paese presenti condizioni climatiche estremamente diversificate. L’intera regione indiana rientra tuttavia nel dominio del clima tropicale monsonico, all’interno del quale le variazioni maggiori si legano all’altitudine e alla distanza dal mare. Le variazioni stagionali, determinate dai monsoni che soffiano da sud-ovest e nord-est, influiscono in modo notevole sulla temperatura, sul grado di umidità e sulle precipitazioni in tutto il subcontinente.

Si possono in generale distinguere due stagioni, una piovosa e una secca. La stagione in cui si concentrano le piogge, generalmente tra giugno e novembre, è caratterizzata dal monsone di sud-ovest, un vento carico di umidità proveniente dall’oceano Indiano e dal mar Arabico, che all’inizio di giugno investe la costa occidentale della penisola per propagarsi gradualmente nell’intero paese. In questa stagione, soprattutto da giugno a settembre, si verificano abbondanti precipitazioni che toccano una media annua di circa 1.500 mm sui versanti meridionali dell’Himalaya e raggiungono spesso i 2.000 mm nei Ghati occidentali. L’assenza del monsone del sud-ovest è causa di gravi siccità.

La stagione fredda del monsone di nord-est, dall’inizio di dicembre all’inizio di marzo, è solitamente caratterizzata da un clima estremamente asciutto, nonostante si verifichino talvolta violenti temporali sulle pianure settentrionali e abbondanti nevicate sull’Himalaya. Il periodo peggiore della stagione calda, che inizia verso la metà di marzo e prosegue fino al manifestarsi del monsone di sud-ovest, si verifica nel mese di maggio, con temperature che, nella zona centrale del paese, possono superare i 50 °C. La temperatura media annua è di circa 26 °C nei pressi di Kolkata, di circa 28 °C nella regione costiera centroccidentale e nella zona di Chennai.



Flora e fauna



Nelle zone aride ai confini con il Pakistan la vegetazione è rada e perlopiù erbacea, con numerose specie arbustive. La pianura gangetica, grazie alla maggior presenza d’acqua, ospita una rigogliosa vegetazione con molte specie di piante, soprattutto nella zona sudorientale dove crescono la mangrovia e il sal (Shorea robusta).



Sulle vette himalayane si trovano diverse varietà di flora artica, mentre le pendici più basse, ricoperte di foreste, ospitano numerose specie di piante subtropicali, in particolare orchidacee. Nell’Himalaya nordoccidentale, al di sopra della fascia tropicale, predominano le conifere, specialmente il cedro e il pino, mentre in quella orientale la vegetazione tropicale e subtropicale, con querce e magnolie, si spinge sino a livelli altitudinali molto elevati; diffuso nell’area è anche il rododendro.



La costa del Malabar e le pendici dei Ghati occidentali, grazie alle abbondanti precipitazioni, sono ammantate da una rigogliosa foresta pluviale, con prevalenza di sempreverdi, bambù e alberi ad alto fusto come il teak e il sandalo (in particolar modo il Santalum alba). Nelle pianure paludose e lungo le pendici dei Ghati occidentali vi sono ampi tratti di giungla fitta e impenetrabile. La vegetazione del Deccan è meno lussureggiante e assume su vaste aree caratteri xerofili, presentandosi come una savana più o meno ricca, ma in tutta la penisola si possono trovare, lungo i fiumi, macchie di bambù, palme e varie specie sempreverdi.



Molteplici varietà di animali sono distribuite nel vasto territorio indiano all’interno di specifici habitat (forestale, savanico, montano ecc.). Numerosi sono i felini, tra cui la tigre, il leone e il leopardo delle nevi (protetti perché in pericolo di estinzione), la pantera e, nel Deccan, il ghepardo.



L’elefante indiano si trova sulle pendici nordorientali dell’Himalaya e nelle remote foreste del Deccan. Diffusi sono anche, in areali diversi, il rinoceronte, lo sciacallo, il bufalo, il cinghiale, l’antilope e numerose specie di scimmie (tra cui la scimmia Rhesus). Molto diffusi sono inoltre il serpente, soprattutto le specie velenose come il cobra, e il coccodrillo (tra cui il gaviale). Per quanto riguarda l'avifauna si ricordano il pappagallo, il pavone e uccelli come il martin pescatore e l’airone.



Problemi e tutela dell’ambiente

Per ovviare ai drammatici problemi della sovrappopolazione e della carenze di risorse alimentari l’India, che conta circa 1 miliardo di abitanti, ovvero circa 1/6 della popolazione mondiale, ha dovuto adottare strategie di sviluppo agricolo e industriale che hanno comportato e comportano pesanti ripercussioni in ambito ecologico. Benché il paese abbia fatto molto per limitare gli abusi sull’ambiente, l’India si trova ancora oggi a dover affrontare gravi minacce ambientali quali la deforestazione, dovuta in gran parte alla raccolta di legname impiegato come combustibile, lo sfruttamento eccessivo dei pascoli e la desertificazione, causata principilmante dalla pratica della monocoltura. Fra gli altri problemi ambientali vi sono l’erosione e la salinizzazione del suolo e l’inquinamento idrico, causato, tra l’altro, dal mancato trattamento delle acque di scolo e dallo scarico dei pesticidi agricoli. Problema rilevante è infine l’inquinamento atmosferico, causato dagli scarichi industriali e dai gas di scarico dei veicoli. Il peggiore incidente industriale della storia si verificò nel 1984 a Bhopal, dove il mancato rispetto delle fondamentali norme di sicurezza industriali provocò la morte di circa 3.300 persone.

Il paese ospita
alessiuccia
2008-05-07 07:33:26 UTC
http://www.irreer.it/asia/subcontinente_indiano.htm

guarda qua
terryna
2008-05-07 07:32:09 UTC
wikipedia..li c'e di tutto!ciao


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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